La.psicologa di mio fratello sta distruggendo il nostro nucleo familiare
Tutto è iniziato 6 anni fa i soliti problemi tra figlio adolescente e genitore
Mio fratello ha tentato anche il suicidio, per fortuna senza successo.
Io essendo la sorella maggiore ho tentato più volte di parlare con lui, ma risulta difficile in quanto ha una realtà distorta
Faccio un esempio
La sua macchina è intestata a mia madre quindi anche l assicurazione Un paio di mesi fa è arrivata una multa a casa
I miei genitori hanno chiesto più volte se avesse pagato la multa, ma lui non rispondeva non reagiva
Dopo 10 giorni che la cosa andava avanti mio padre disperato gli ha detto che se non gli rx andava dai carabinieri
perché oltre alla multa doveva dichiarare che guidava lui altrimenti avrebbero tolto i punti a mia madre
Alla fine mio padre è stato dai carabinieri per chiedere un consiglio su cosa doveva fare con suo figlio, mentre parlava è arrivato mio fratello che ha detto che aveva pagato la multa, e li il poliziotto ha cercato di spiegare a mio fratello la situazione.
Finita li.
Da quel giorno mio fratello odia ancora di più i miei genitori perché dice lo hanno denunciato (non lo hanno assolutamente denunciato, mio padre per disperazione è andato dai carabinieri per un consiglio)
Tornando alla questione, mio fratello è in cura da questa psicologa e da quando è seguito da lei è peggiorato, in casa sta sempre chiuso in camera sua, non parla, mangia in camera
Questo perché la psicologa gli ha detto di fare quello che lo fa stare bene
Mio fratello chiese alla psicologa se poteva incontrare anche i genitori e lei gli ha detto " che sarebbe stato inutile perché ormai loro sono fatti così"
Mio padre 3 giorni fa ha avuto un infarto a causa di questo dolore
Mia madre ha chiamato la psicologa chiedendogli disperata di cercare di ricostruire un rapporto con mio fratello e di aiutarla visto che mio padre aveva avuto un infarto
La psicologa le ha risposto " davvero vuole dare la colpa del infarto di suo marito a sui figlio??
"
(mio padre è in pensione, nessuno stress l unico stress è il rapporto con mio fratello)
Mio fratello non parla non comunica ne con me ne con i miei genitori
Con me non parla perché dice che io sono il riflesso dei miei genitori (quando io ho provato infinite volte ad aiutarlo a parlarci ecc.
Non capisco nemmeno cosa intenda con la frase che io sarei il riflesso dei miei genitori)
Parla solo con mio marito Anche mio marito ha più volte cercato di spiegargli la situazione ma è inutile lui vede solo il suo libro e fa tutto quello che gli dice la psicologa
La psicologa ieri ha detto a mio fratello di chiamare mio marito per fargli capire il suo punto di vista.
Ma perché questa psicologa sta distruggendo un nucleo familiare e non cerca di sanarlo??
Perchè far creare a mio fratello un muro con i suoi familiari?
Sono preoccupata per la salute di mio padre cosa posso fare??
È possibile ricostruire un clima familiare pacifico?
P.
s mio fratello ha 24 anni e io non vivo più in casa con i miei genitori, vivo con mio marito e mia figlia.
Mio fratello ha tentato anche il suicidio, per fortuna senza successo.
Io essendo la sorella maggiore ho tentato più volte di parlare con lui, ma risulta difficile in quanto ha una realtà distorta
Faccio un esempio
La sua macchina è intestata a mia madre quindi anche l assicurazione Un paio di mesi fa è arrivata una multa a casa
I miei genitori hanno chiesto più volte se avesse pagato la multa, ma lui non rispondeva non reagiva
Dopo 10 giorni che la cosa andava avanti mio padre disperato gli ha detto che se non gli rx andava dai carabinieri
perché oltre alla multa doveva dichiarare che guidava lui altrimenti avrebbero tolto i punti a mia madre
Alla fine mio padre è stato dai carabinieri per chiedere un consiglio su cosa doveva fare con suo figlio, mentre parlava è arrivato mio fratello che ha detto che aveva pagato la multa, e li il poliziotto ha cercato di spiegare a mio fratello la situazione.
Finita li.
Da quel giorno mio fratello odia ancora di più i miei genitori perché dice lo hanno denunciato (non lo hanno assolutamente denunciato, mio padre per disperazione è andato dai carabinieri per un consiglio)
Tornando alla questione, mio fratello è in cura da questa psicologa e da quando è seguito da lei è peggiorato, in casa sta sempre chiuso in camera sua, non parla, mangia in camera
Questo perché la psicologa gli ha detto di fare quello che lo fa stare bene
Mio fratello chiese alla psicologa se poteva incontrare anche i genitori e lei gli ha detto " che sarebbe stato inutile perché ormai loro sono fatti così"
Mio padre 3 giorni fa ha avuto un infarto a causa di questo dolore
Mia madre ha chiamato la psicologa chiedendogli disperata di cercare di ricostruire un rapporto con mio fratello e di aiutarla visto che mio padre aveva avuto un infarto
La psicologa le ha risposto " davvero vuole dare la colpa del infarto di suo marito a sui figlio??
"
(mio padre è in pensione, nessuno stress l unico stress è il rapporto con mio fratello)
Mio fratello non parla non comunica ne con me ne con i miei genitori
Con me non parla perché dice che io sono il riflesso dei miei genitori (quando io ho provato infinite volte ad aiutarlo a parlarci ecc.
Non capisco nemmeno cosa intenda con la frase che io sarei il riflesso dei miei genitori)
Parla solo con mio marito Anche mio marito ha più volte cercato di spiegargli la situazione ma è inutile lui vede solo il suo libro e fa tutto quello che gli dice la psicologa
La psicologa ieri ha detto a mio fratello di chiamare mio marito per fargli capire il suo punto di vista.
Ma perché questa psicologa sta distruggendo un nucleo familiare e non cerca di sanarlo??
Perchè far creare a mio fratello un muro con i suoi familiari?
Sono preoccupata per la salute di mio padre cosa posso fare??
È possibile ricostruire un clima familiare pacifico?
P.
s mio fratello ha 24 anni e io non vivo più in casa con i miei genitori, vivo con mio marito e mia figlia.
[#1]
Gentile signora,
intanto le faccio molti auguri per suo padre e la rassicuro sulla possibilità di ricostruire un clima familiare pacifico; per questo occorre però la volontà e la capacità di cambiamento di tutti i membri della famiglia.
Cara signora, la sua lettera dimostra che nessuno è malato da solo, come dicono infiniti studi, ma lo è in un contesto che produce, fa crescere e alimenta la sua malattia.
Una famiglia disfunzionale produce effetti indesiderabili e spesso uno dei membri diventa il parafulmine del disagio, viene percepito come l'elemento "sbagliato" del gruppo e si comporta di conseguenza.
Di questo sistema disfunzionale fa parte il continuo attribuire la colpa all'esterno.
Lei dice che suo fratello si comporta male e anche la sua psicologa si comporta male, così tutti i disagi che piombano sulla famiglia hanno un'unica causa: sempre la solita pecora nera e mai gli agnelli innocenti, ossia gli altri membri della famiglia.
Ora, qualunque analisi io faccia da qui, lei penserà che non ho capito (in parte è vero: non conosco nessuno di voi, ma ho visto molti casi analoghi); che gli psicologi prendono sempre le difese del deviante (e ci mancherebbe che non prendessero le difese del più debole); che ragionano "al contrario del buon senso", ma il buon senso non è in certe rigide convinzioni familiari.
Tutto serve a non guardare in sé stessi e a non fare lo sforzo di capire che le idee che la famiglia d'origine ha trasmesso, il modo stesso come ha allevato i figli, hanno delle carenze.
Il fatto che una famiglia sia disfunzionale si comprende proprio dall'ostinazione con cui i suoi membri tendono a respingere con foga ogni analisi, ogni ammissione di errore, ogni tentativo di cambiamento.
Le citerò certi punti della sua lettera. Partiamo dal titolo: "La.psicologa di mio fratello sta distruggendo il nostro nucleo familiare".
Un'accusa senza attenuanti. Farebbe pensare che prima il vostro nucleo funzionasse, poi è arrivata la strega cattiva. Sorgono però tre domande: 1) chi paga l'onorario? (non vorrei scoprire che sono i suoi stessi genitori); 2) i suoi hanno mai accolto le indicazioni della dottoressa, cercando di metterle in pratica? 3) Perché lei scrive a noi, anziché denunciare la psicologa al suo ordine professionale, se pensa davvero che stia "distruggendo un nucleo familiare e non cerca di sanarlo"?
Vediamo i fatti che espone. Parla dei "soliti problemi tra figlio adolescente e genitore", senonché conclude: "Mio fratello ha tentato anche il suicidio".
Scusi, lei pensa che tutti gli adolescenti tentino il suicidio?
Dice che ha tentato di parlare con suo fratello. Parlare per fargli la predica, o per ascoltare lui?
Segue un esempio della "realtà distorta" di suo fratello:
"La sua macchina è intestata a mia madre quindi anche l assicurazione".
Perché mai? Intanto non è affatto vero che chi è proprietario di un'auto se ne deve intestare anche l'assicurazione. Inoltre, se i suoi intendevano regalare un'auto a suo fratello, perché l'hanno intestata a sua madre? Per tenerlo sempre sotto tutela, o sotto minaccia?
Infatti alla prima multa si è posto il problema: chi paga e chi si dichiara alla guida, rischiando i punti patente?
A questo punto suo padre comincia a pressare suo fratello con
richieste alle quali lui non risponde e non reagisce, lo minaccia di andare dai carabinieri e poi di fatto ci va "per chiedere un consiglio su cosa doveva fare con suo figlio".
I carabinieri hanno modo e tempo per fare gli psicologi? Guarda caso, come dicevo all'inizio, suo padre non si chiede se sta sbagliando qualcosa, ma va a segnalare il comportamento del figlio ai carabinieri.
Intanto a sua madre non è venuto in mente che era lei stessa a dover agire, togliendosi fulmineamente la responsabilità giuridica di un'auto non sua? O invece ha lasciato ancora le cose come stanno, per ricominciare i rimproveri alla prossima multa?
Ma ecco che si scopre che suo fratello a ventiquattro anni vive ancora in casa, e nello stesso giro di frase lei afferma, parlando della psicologa: "da quando è seguito da lei è peggiorato, in casa sta sempre chiuso in camera sua, non parla, mangia in camera".
La conclusione sembra sorprendente:
"Questo perché la psicologa gli ha detto di fare quello che lo fa stare bene".
Mi scusi, a parte il fatto che si tratta di frasi riferite, e il più delle volte non comprese da chi non è del mestiere, a lume di naso lei cosa si aspetta da una psicologa? Non pensa che trattando con qualcuno che ha già tentato il suicidio gli debba suggerire di fare quello che lo fa stare bene? O preferirebbe gli dicesse di fare ciò che lo fa sentire male, e se possibile sempre peggio?
E sempre nell'ottica del benessere di suo fratello, sua madre che gli imputa l'infarto del padre, sta facendogli bene?
A quanto pare ne è convinta anche lei: "mio padre è in pensione, nessuno stress l unico stress è il rapporto con mio fratello".
Ecco fatta la diagnosi, contro le idee della psicologa e senza bisogno di cardiologi, ignorando che la condizione del pensionato espone all'infarto molto più di quella del lavoratore.
Si aprirebbe lo spiraglio del rapporto che suo fratello mantiene con suo marito, ma lei scrive: "mio marito ha più volte cercato di spiegargli la situazione ma è inutile lui vede solo il suo libro e fa tutto quello che gli dice la psicologa".
Spero bene che il paziente di un curante ne segua le indicazioni; ma perché suo marito, anziché ascoltare suo fratello, "ha più volte cercato di spiegargli la situazione"?
Infine due frasi non si comprendono: "La psicologa ieri ha detto a mio fratello di chiamare mio marito per fargli capire il suo punto di vista".
In pratica la dottoressa sembra voler incoraggiare il dialogo, anche se non ho capito chi dovrebbe chiamare chi.
Invece lei conclude: "Ma perché questa psicologa sta distruggendo un nucleo familiare e non cerca di sanarlo??"
Gentile utente, io penso, se avrà voluto seguire il mio ragionamento, che in certi casi è palese che il cambiamento deve avvenire dalle varie parti, e che il metodo non consiste nel dare la colpa sempre agli altri: questo è un modo per peggiorare le cose ingannando sé stessi.
Provi a pensare che suo fratello probabilmente è a sua volta addolorato e preoccupato per la situazione di suo padre. Provi ad incoraggiare il suo dialogo -non le prediche- con suo marito. Provi anche a capire che la psicologa sta facendo il proprio lavoro, a rischio di essere non compresa e di perdere il paziente.
Auguri, anche per una pronta ripresa di suo padre.
intanto le faccio molti auguri per suo padre e la rassicuro sulla possibilità di ricostruire un clima familiare pacifico; per questo occorre però la volontà e la capacità di cambiamento di tutti i membri della famiglia.
Cara signora, la sua lettera dimostra che nessuno è malato da solo, come dicono infiniti studi, ma lo è in un contesto che produce, fa crescere e alimenta la sua malattia.
Una famiglia disfunzionale produce effetti indesiderabili e spesso uno dei membri diventa il parafulmine del disagio, viene percepito come l'elemento "sbagliato" del gruppo e si comporta di conseguenza.
Di questo sistema disfunzionale fa parte il continuo attribuire la colpa all'esterno.
Lei dice che suo fratello si comporta male e anche la sua psicologa si comporta male, così tutti i disagi che piombano sulla famiglia hanno un'unica causa: sempre la solita pecora nera e mai gli agnelli innocenti, ossia gli altri membri della famiglia.
Ora, qualunque analisi io faccia da qui, lei penserà che non ho capito (in parte è vero: non conosco nessuno di voi, ma ho visto molti casi analoghi); che gli psicologi prendono sempre le difese del deviante (e ci mancherebbe che non prendessero le difese del più debole); che ragionano "al contrario del buon senso", ma il buon senso non è in certe rigide convinzioni familiari.
Tutto serve a non guardare in sé stessi e a non fare lo sforzo di capire che le idee che la famiglia d'origine ha trasmesso, il modo stesso come ha allevato i figli, hanno delle carenze.
Il fatto che una famiglia sia disfunzionale si comprende proprio dall'ostinazione con cui i suoi membri tendono a respingere con foga ogni analisi, ogni ammissione di errore, ogni tentativo di cambiamento.
Le citerò certi punti della sua lettera. Partiamo dal titolo: "La.psicologa di mio fratello sta distruggendo il nostro nucleo familiare".
Un'accusa senza attenuanti. Farebbe pensare che prima il vostro nucleo funzionasse, poi è arrivata la strega cattiva. Sorgono però tre domande: 1) chi paga l'onorario? (non vorrei scoprire che sono i suoi stessi genitori); 2) i suoi hanno mai accolto le indicazioni della dottoressa, cercando di metterle in pratica? 3) Perché lei scrive a noi, anziché denunciare la psicologa al suo ordine professionale, se pensa davvero che stia "distruggendo un nucleo familiare e non cerca di sanarlo"?
Vediamo i fatti che espone. Parla dei "soliti problemi tra figlio adolescente e genitore", senonché conclude: "Mio fratello ha tentato anche il suicidio".
Scusi, lei pensa che tutti gli adolescenti tentino il suicidio?
Dice che ha tentato di parlare con suo fratello. Parlare per fargli la predica, o per ascoltare lui?
Segue un esempio della "realtà distorta" di suo fratello:
"La sua macchina è intestata a mia madre quindi anche l assicurazione".
Perché mai? Intanto non è affatto vero che chi è proprietario di un'auto se ne deve intestare anche l'assicurazione. Inoltre, se i suoi intendevano regalare un'auto a suo fratello, perché l'hanno intestata a sua madre? Per tenerlo sempre sotto tutela, o sotto minaccia?
Infatti alla prima multa si è posto il problema: chi paga e chi si dichiara alla guida, rischiando i punti patente?
A questo punto suo padre comincia a pressare suo fratello con
richieste alle quali lui non risponde e non reagisce, lo minaccia di andare dai carabinieri e poi di fatto ci va "per chiedere un consiglio su cosa doveva fare con suo figlio".
I carabinieri hanno modo e tempo per fare gli psicologi? Guarda caso, come dicevo all'inizio, suo padre non si chiede se sta sbagliando qualcosa, ma va a segnalare il comportamento del figlio ai carabinieri.
Intanto a sua madre non è venuto in mente che era lei stessa a dover agire, togliendosi fulmineamente la responsabilità giuridica di un'auto non sua? O invece ha lasciato ancora le cose come stanno, per ricominciare i rimproveri alla prossima multa?
Ma ecco che si scopre che suo fratello a ventiquattro anni vive ancora in casa, e nello stesso giro di frase lei afferma, parlando della psicologa: "da quando è seguito da lei è peggiorato, in casa sta sempre chiuso in camera sua, non parla, mangia in camera".
La conclusione sembra sorprendente:
"Questo perché la psicologa gli ha detto di fare quello che lo fa stare bene".
Mi scusi, a parte il fatto che si tratta di frasi riferite, e il più delle volte non comprese da chi non è del mestiere, a lume di naso lei cosa si aspetta da una psicologa? Non pensa che trattando con qualcuno che ha già tentato il suicidio gli debba suggerire di fare quello che lo fa stare bene? O preferirebbe gli dicesse di fare ciò che lo fa sentire male, e se possibile sempre peggio?
E sempre nell'ottica del benessere di suo fratello, sua madre che gli imputa l'infarto del padre, sta facendogli bene?
A quanto pare ne è convinta anche lei: "mio padre è in pensione, nessuno stress l unico stress è il rapporto con mio fratello".
Ecco fatta la diagnosi, contro le idee della psicologa e senza bisogno di cardiologi, ignorando che la condizione del pensionato espone all'infarto molto più di quella del lavoratore.
Si aprirebbe lo spiraglio del rapporto che suo fratello mantiene con suo marito, ma lei scrive: "mio marito ha più volte cercato di spiegargli la situazione ma è inutile lui vede solo il suo libro e fa tutto quello che gli dice la psicologa".
Spero bene che il paziente di un curante ne segua le indicazioni; ma perché suo marito, anziché ascoltare suo fratello, "ha più volte cercato di spiegargli la situazione"?
Infine due frasi non si comprendono: "La psicologa ieri ha detto a mio fratello di chiamare mio marito per fargli capire il suo punto di vista".
In pratica la dottoressa sembra voler incoraggiare il dialogo, anche se non ho capito chi dovrebbe chiamare chi.
Invece lei conclude: "Ma perché questa psicologa sta distruggendo un nucleo familiare e non cerca di sanarlo??"
Gentile utente, io penso, se avrà voluto seguire il mio ragionamento, che in certi casi è palese che il cambiamento deve avvenire dalle varie parti, e che il metodo non consiste nel dare la colpa sempre agli altri: questo è un modo per peggiorare le cose ingannando sé stessi.
Provi a pensare che suo fratello probabilmente è a sua volta addolorato e preoccupato per la situazione di suo padre. Provi ad incoraggiare il suo dialogo -non le prediche- con suo marito. Provi anche a capire che la psicologa sta facendo il proprio lavoro, a rischio di essere non compresa e di perdere il paziente.
Auguri, anche per una pronta ripresa di suo padre.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta.
Cerco di spiegarmi meglio.
Quando mio fratello aveva 6 anni abbiamo scoperto che era dislessico, mia mamma ha vissuto la dislessia come se fosse un handicap grave. Quindi ha fatto vivere mio fratello in un mondo ovattato ed essendo io più grande di 4 anni, ha accudito lui "trascurando me".
Ha sbagliato mia mamma e io quando ero più piccola gli dicevo che un giorno si sarebbe trovata male con mio fratello perché lo privava della libertà. Per lei la priorità assoluta era lo studio, aveva il terrore che suo figlio potesse essere bocciato quindi lo faceva studiare da mattina a sera senza farlo uscire con i suoi amici. Mio fratello è caduto in depressione ed ha preso anche gli psicofarmaci, erano seguiti sia i mia che mio fratello da una psicologa.
Mia mamma riteneva gli psicofarmaci eccessivi quindi invece di dargli la pasticca intera decise di sua spontanea volontà di dargliela solo mezza.
Mio fratello lo disse alla psicologa che riproverò mia mamma. Quindi è stata costretta a dargli la dose di psicofarmaci prescritta a mio fratello. Però Oggi mio fratello accusa mia mamma di avergli dato gli psicofarmaci che non facevano provare lui nessuna emozione. Ma lui non si ricorda che è stato proprio lui a fare la spia sulla questione degli psicofarmaci??
Diciamo che il rapporto con mio fratello non è mai stato perfetto ma prima riuscivamo a parlarci a mangiare insieme ad avere giornate felici. Io non penso lui sia la pecora nera, perché ha sofferto come ho sofferto io.
Mia mamma non ha saputo gestire la sua dislessia ed ha dato troppo a lui e poco a me. Io ho cercato di stargli vicino perché mi rispecchio in lui, entrambi abbiamo sofferto. Ma io sono riuscita a capire l amore con cui mia madre ha fatto questa dura scelta di dedicare tutto il suo tempo a lui, anche io ho odiato mio padre perché non comprendevo il suo metodo educativo, ma poi ho cercato di capirlo.
Mio padre è stato cacciato di casa quando era in fasce e fatto accudire da sua zia. Non ha mai avuto un padre, nonostante tutto il suo passato e la paura che avesse nel essere padre ( paura mai espressa direttamente a me, ma che poco fa ho scoperto tramite mia madre che prima che io nascessi aveva paura di non essere in grado di essere padre) ha avuto la forza di cercare di essere un buon padre presente.
Spesso nel voler fare del bene purtroppo si fa del male.
Facendo un brevissimo riassunto della mia famiglia emerge che tutti hanno le loro colpe.
Ma io non capisco perché questa psicologa quando mia madre disperata gli ha chiesto di provare a recuperare un rapporto con mio fratello gli ha detto di no.
Perché mio fratello quando ha detto a questa psicologa se poteva fare degli incontro con i miei genitori gli ha detto " che sarebbe inutile perché loro sono fatti così?"
I miei genitori chiedono disperatamente aiuto per recuperare il rapporto con un figlio ma questa psicologa lo nega perché??
Ps la macchina e l assicurazione sono intestati a mia madre per la legge Bersani in modo da acquisire la classe di merito di mia madre e pagare di conseguenza meno di assicurazione ( facendo così risparmiare soldi a mio fratello) inoltre visto il problema emerso i miei hanno deciso di far intestare la macchina a mio fratello ma lui non ha intenzione di andare alla motorizzazione con mia madre per fare il cambio di proprietà.
Cerco di spiegarmi meglio.
Quando mio fratello aveva 6 anni abbiamo scoperto che era dislessico, mia mamma ha vissuto la dislessia come se fosse un handicap grave. Quindi ha fatto vivere mio fratello in un mondo ovattato ed essendo io più grande di 4 anni, ha accudito lui "trascurando me".
Ha sbagliato mia mamma e io quando ero più piccola gli dicevo che un giorno si sarebbe trovata male con mio fratello perché lo privava della libertà. Per lei la priorità assoluta era lo studio, aveva il terrore che suo figlio potesse essere bocciato quindi lo faceva studiare da mattina a sera senza farlo uscire con i suoi amici. Mio fratello è caduto in depressione ed ha preso anche gli psicofarmaci, erano seguiti sia i mia che mio fratello da una psicologa.
Mia mamma riteneva gli psicofarmaci eccessivi quindi invece di dargli la pasticca intera decise di sua spontanea volontà di dargliela solo mezza.
Mio fratello lo disse alla psicologa che riproverò mia mamma. Quindi è stata costretta a dargli la dose di psicofarmaci prescritta a mio fratello. Però Oggi mio fratello accusa mia mamma di avergli dato gli psicofarmaci che non facevano provare lui nessuna emozione. Ma lui non si ricorda che è stato proprio lui a fare la spia sulla questione degli psicofarmaci??
Diciamo che il rapporto con mio fratello non è mai stato perfetto ma prima riuscivamo a parlarci a mangiare insieme ad avere giornate felici. Io non penso lui sia la pecora nera, perché ha sofferto come ho sofferto io.
Mia mamma non ha saputo gestire la sua dislessia ed ha dato troppo a lui e poco a me. Io ho cercato di stargli vicino perché mi rispecchio in lui, entrambi abbiamo sofferto. Ma io sono riuscita a capire l amore con cui mia madre ha fatto questa dura scelta di dedicare tutto il suo tempo a lui, anche io ho odiato mio padre perché non comprendevo il suo metodo educativo, ma poi ho cercato di capirlo.
Mio padre è stato cacciato di casa quando era in fasce e fatto accudire da sua zia. Non ha mai avuto un padre, nonostante tutto il suo passato e la paura che avesse nel essere padre ( paura mai espressa direttamente a me, ma che poco fa ho scoperto tramite mia madre che prima che io nascessi aveva paura di non essere in grado di essere padre) ha avuto la forza di cercare di essere un buon padre presente.
Spesso nel voler fare del bene purtroppo si fa del male.
Facendo un brevissimo riassunto della mia famiglia emerge che tutti hanno le loro colpe.
Ma io non capisco perché questa psicologa quando mia madre disperata gli ha chiesto di provare a recuperare un rapporto con mio fratello gli ha detto di no.
Perché mio fratello quando ha detto a questa psicologa se poteva fare degli incontro con i miei genitori gli ha detto " che sarebbe inutile perché loro sono fatti così?"
I miei genitori chiedono disperatamente aiuto per recuperare il rapporto con un figlio ma questa psicologa lo nega perché??
Ps la macchina e l assicurazione sono intestati a mia madre per la legge Bersani in modo da acquisire la classe di merito di mia madre e pagare di conseguenza meno di assicurazione ( facendo così risparmiare soldi a mio fratello) inoltre visto il problema emerso i miei hanno deciso di far intestare la macchina a mio fratello ma lui non ha intenzione di andare alla motorizzazione con mia madre per fare il cambio di proprietà.
[#3]
Gentile utente,
vede bene che lei stessa ha capito molti degli errori fatti dalla sua famiglia.
Questo consapevolezza può aiutarla ad andare avanti nella comprensione verso suo fratello e nella tutela di sé stessa.
Quanto ai due rifiuti della psicologa che riferisce, non sono stati pronunciati davanti a lei, quindi non può sapere se siano stati motivati, e in che termini.
Lei scrive: "mia madre disperata gli ha chiesto di provare a recuperare un rapporto con mio fratello gli ha detto di no".
Poi si scopre che sua madre può aver detto alla psicologa: "Dottoressa, la prego, convinca mio figlio a parlare con il padre" o una frase analoga.
Uno psicologo non "convince" nessuno. Non va contro il benessere del paziente per nessuna ragione, meno che mai per compiacere una terza persona. In più, sappiamo dalla sua precedente email che nello stesso colloquio sua madre ha detto alla dottoressa qualcosa come: "Mio marito ha avuto un infarto per il dispiacere che gli dà questo figlio".
E la dottoressa avrebbe dovuto trasmettere questa accusa, col relativo senso di colpa, alla persona che sta curando?
Vede che non è vero che i suoi genitori "chiedono disperatamente aiuto per recuperare il rapporto con un figlio ma questa psicologa lo nega".
Anche per il rifiuto opposto a suo fratello vale la stessa cosa: "Perché mio fratello quando ha detto a questa psicologa se poteva fare degli incontro con i miei genitori gli ha detto " che sarebbe inutile perché loro sono fatti così?"
Lei non sa se il colloquio è andato proprio in questi termini, e comunque non è opportuno coinvolgere in una terapia a rischio, con un paziente che ha già tentato il suicidio, le persone che hanno creato il clima malato e che non hanno alcuna intenzione di mettersi in discussione e cambiare davvero. La dottoressa quindi ha detto la cosa giusta, non le pare? Avrebbe potuto fare diversamente?
Ancora auguri.
vede bene che lei stessa ha capito molti degli errori fatti dalla sua famiglia.
Questo consapevolezza può aiutarla ad andare avanti nella comprensione verso suo fratello e nella tutela di sé stessa.
Quanto ai due rifiuti della psicologa che riferisce, non sono stati pronunciati davanti a lei, quindi non può sapere se siano stati motivati, e in che termini.
Lei scrive: "mia madre disperata gli ha chiesto di provare a recuperare un rapporto con mio fratello gli ha detto di no".
Poi si scopre che sua madre può aver detto alla psicologa: "Dottoressa, la prego, convinca mio figlio a parlare con il padre" o una frase analoga.
Uno psicologo non "convince" nessuno. Non va contro il benessere del paziente per nessuna ragione, meno che mai per compiacere una terza persona. In più, sappiamo dalla sua precedente email che nello stesso colloquio sua madre ha detto alla dottoressa qualcosa come: "Mio marito ha avuto un infarto per il dispiacere che gli dà questo figlio".
E la dottoressa avrebbe dovuto trasmettere questa accusa, col relativo senso di colpa, alla persona che sta curando?
Vede che non è vero che i suoi genitori "chiedono disperatamente aiuto per recuperare il rapporto con un figlio ma questa psicologa lo nega".
Anche per il rifiuto opposto a suo fratello vale la stessa cosa: "Perché mio fratello quando ha detto a questa psicologa se poteva fare degli incontro con i miei genitori gli ha detto " che sarebbe inutile perché loro sono fatti così?"
Lei non sa se il colloquio è andato proprio in questi termini, e comunque non è opportuno coinvolgere in una terapia a rischio, con un paziente che ha già tentato il suicidio, le persone che hanno creato il clima malato e che non hanno alcuna intenzione di mettersi in discussione e cambiare davvero. La dottoressa quindi ha detto la cosa giusta, non le pare? Avrebbe potuto fare diversamente?
Ancora auguri.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 8.5k visite dal 12/12/2020.
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Approfondimento su Suicidio
I dati del suicidio in Italia e nel mondo, i soggetti a rischio, i fattori che spingono a comportamenti suicidari, cosa fare e come prevenire il gesto estremo.