Posso farcela?
Salve dottori, sono una ragazza di 27 anni, fortemente ipocondriaca.
Ho un’estrema paura di tutte le malattie e ad ogni minimo sintomo anche insignificante corro a fare tutte le visite specialistiche del caso, il risultato è una collezione vastissima di visite negative.
In generale sono una persona molto razionale in tutti gli ambiti nella mia vita, ma quando di parla di malattie è come se il mio cervello si staccasse e perdesse ogni tipo di razionalità, passo le giornate a cercare sintomi su internet e fare autodiagnosi che mi gettano in un vortice di sconforto enorme, tutto ciò mi genera ansia che a sua volta scatena tutta la serie di sintomi somatici che ben conoscete, che a loro volta rafforzano le mie convinzioni di malattia.
Io sono ben cosciente di avere un problema di ansia, sono anche ben cosciente di NON avere problemi di salute, ma allora perché non riesco a spezzare questo circolo vizioso andando totalmente in tilt?
Ovviamente il pensiero fisso alle malattie ha come conseguenza il fatto di stare sempre in tensione, tutti i giorni, tensione che ovviamente genera somatizzazioni e uno stato d’ansia e di allerta costante.
Sono stata in cura con un antidepressivo per 3 anni, non ho mai fatto psicoterapia e per due anni, dopo aver smesso il farmaco, sono stata bene.
Il tutto è tornato dopo aver scoperto recentemente la malattia di mio nonno.
Vi chiedo: è possibile uscirne senza farmaci?
È possibile abbassare questo stato d’ansia e di tensione costante che mi crea fastidiose somatizzazioni?
Ma soprattutto, è possibile smettere di pensare ossessivamente al mio corpo, ai suoi segnali e alle malattie?
Vi ringrazio.
Ho un’estrema paura di tutte le malattie e ad ogni minimo sintomo anche insignificante corro a fare tutte le visite specialistiche del caso, il risultato è una collezione vastissima di visite negative.
In generale sono una persona molto razionale in tutti gli ambiti nella mia vita, ma quando di parla di malattie è come se il mio cervello si staccasse e perdesse ogni tipo di razionalità, passo le giornate a cercare sintomi su internet e fare autodiagnosi che mi gettano in un vortice di sconforto enorme, tutto ciò mi genera ansia che a sua volta scatena tutta la serie di sintomi somatici che ben conoscete, che a loro volta rafforzano le mie convinzioni di malattia.
Io sono ben cosciente di avere un problema di ansia, sono anche ben cosciente di NON avere problemi di salute, ma allora perché non riesco a spezzare questo circolo vizioso andando totalmente in tilt?
Ovviamente il pensiero fisso alle malattie ha come conseguenza il fatto di stare sempre in tensione, tutti i giorni, tensione che ovviamente genera somatizzazioni e uno stato d’ansia e di allerta costante.
Sono stata in cura con un antidepressivo per 3 anni, non ho mai fatto psicoterapia e per due anni, dopo aver smesso il farmaco, sono stata bene.
Il tutto è tornato dopo aver scoperto recentemente la malattia di mio nonno.
Vi chiedo: è possibile uscirne senza farmaci?
È possibile abbassare questo stato d’ansia e di tensione costante che mi crea fastidiose somatizzazioni?
Ma soprattutto, è possibile smettere di pensare ossessivamente al mio corpo, ai suoi segnali e alle malattie?
Vi ringrazio.
[#1]
Gentile utente
Dalla sua storia emerge una sua tendenza a fare da sola: ricerche internet, prenotazioni visite... La domanda che mi sorge spontanea è: come mai se lei è così informata, ci sta chiedendo se può farcela? In che senso se può farcela da sola? Le chiedo questo perché è importante chiarire questo punto.
Altra domanda, come mai se lei è stata seguita farmacologicamente per anni, non le è mai stato proposto un percorso alternativo, anche parallelo a quello farmacologico?
La ringrazio per le risposte.
Dalla sua storia emerge una sua tendenza a fare da sola: ricerche internet, prenotazioni visite... La domanda che mi sorge spontanea è: come mai se lei è così informata, ci sta chiedendo se può farcela? In che senso se può farcela da sola? Le chiedo questo perché è importante chiarire questo punto.
Altra domanda, come mai se lei è stata seguita farmacologicamente per anni, non le è mai stato proposto un percorso alternativo, anche parallelo a quello farmacologico?
La ringrazio per le risposte.
Cordialmente
Dr. Gianfranco Fabiano
Specializzando in Psicoterapia Breve strategica
3407617782
[#2]
Utente
Gentile Dr Fabiano, la mia tendenza a fare da sola è dettata dal fatto che tendo a fidarmi più delle mie sensazioni che delle rassicurazioni delle varie visite mediche ed annessi esami negativi, vede in me c’è una ferma consapevolezza del mio problema di ansia da malattia (e delle sue conseguenze) ma in qualche modo c’è quella parte di me che mette costantemente in dubbio il fatto che io possa essere semplicemente sana come un pesce. Parte di me, o meglio, del mio disturbo, che tento in ogni modo di reprimere ed evidentemente non riesco a farlo, per questo ho scritto a voi, e per questo motivo ho deciso di intraprendere un percorso di psicoterapia.
Il percorso alternativo non mi è mai stato proposto, la cura farmacologica mi è stata proposta come risolutrice e non come stampella , stavo male e penso di aver accettato la via più facile , tutto qui.
La mia determinazione è tanta, come anche la voglia di star bene.
La ringrazio per aver risposto al mio sfogo
Il percorso alternativo non mi è mai stato proposto, la cura farmacologica mi è stata proposta come risolutrice e non come stampella , stavo male e penso di aver accettato la via più facile , tutto qui.
La mia determinazione è tanta, come anche la voglia di star bene.
La ringrazio per aver risposto al mio sfogo
[#3]
Gentile utente
grazie per la risposta.
Leggendo, mi dispiace molto che il precedente psichiatra non le ha fatto comprendere che il farmaco fosse una "stampella" e non le ha proposto parallelamente una psicoterapia. Mi fa piacere che ha compreso come le sue strategie stanno aggravando la situazione e quindi ha deciso di rivolgersi a dei professionisti.
A questo punto la domanda: Posso farcela? Beh le sue difficoltà sono sicuramente difficili da superare, ma non impossibili. Il primo step è aver capito quanto lei ha scritto. Il secondo step è rivolgersi ad uno psicologo o psicoterapeuta che utilizzino l'approccio Cognitivo Comportamentale o di Psicoterapia Breve Strategica. A mio parere meglio il secondo approccio, dato che vengono utilizzate anche tecniche corporee attraverso l'ipnosi. Le tecniche psicocorporee sono molto utili per i sintomi da lei descritti, se il professionista riterrà che si possa lavorare in tal direzione.
Spero di averle dato un po' di luce in questa fase buia che sta attraversando
grazie per la risposta.
Leggendo, mi dispiace molto che il precedente psichiatra non le ha fatto comprendere che il farmaco fosse una "stampella" e non le ha proposto parallelamente una psicoterapia. Mi fa piacere che ha compreso come le sue strategie stanno aggravando la situazione e quindi ha deciso di rivolgersi a dei professionisti.
A questo punto la domanda: Posso farcela? Beh le sue difficoltà sono sicuramente difficili da superare, ma non impossibili. Il primo step è aver capito quanto lei ha scritto. Il secondo step è rivolgersi ad uno psicologo o psicoterapeuta che utilizzino l'approccio Cognitivo Comportamentale o di Psicoterapia Breve Strategica. A mio parere meglio il secondo approccio, dato che vengono utilizzate anche tecniche corporee attraverso l'ipnosi. Le tecniche psicocorporee sono molto utili per i sintomi da lei descritti, se il professionista riterrà che si possa lavorare in tal direzione.
Spero di averle dato un po' di luce in questa fase buia che sta attraversando
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 636 visite dal 09/12/2020.
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