Aiuto nella comprensione delle dinamiche tra i miei genitori
Salve,
ho 25 anni, sono uno studente fuori sede da ormai 6 anni, e rientro a casa per qualche giorno almeno una volta ogni mese e per le feste, perciò non vivo nella quotidianità la mia famiglia, composta dai miei genitori e da mia sorella di 17 anni.
Quando torno, percepisco sempre una forte tensione che si viene a creare tra mia madre e mio padre nello svolgere le attività quotidiane, dal cucinare, all'organizzare un'uscita tutti insieme, al prendere una decisione per acquistare qualcosa.
Mia madre è una donna molto decisa, proattiva, improntata al lavoro e alla famiglia che con il tempo ha sviluppato una forte ossessione per le pulizie; improntata al tema della "perfezione", ipercritica verso se stessa per ciò che fa e in generale con una struttura di personalità piuttosto rigida.
Per fare un esempio, quando io rientro a casa e lei decide di preparare il riso per me, utilizza 10 cucchiaini diversi per accertarsi che il riso sia "perfetto" di sale, e rivendica appunto che lei deve essere sicura e quindi deve assaggiare continuamente durante la preparazione.
Di contro mio padre è un uomo che difficilmente prende una posizione, dal mio punto di vista è come se eseguisse passivamente tutto ciò che mia madre può chiedergli pur di non creare un contrasto con lei, anche se non condivide ciò che gli viene chiesto; lui nel corso della vita non è riuscito a trovare lavoro a mio avviso per una mancanza di proattività; si è sempre occupato di me e mia sorella e di parte della gestione della casa.
Per fare un esempio, essendo mia madre fissata con la pulizia, esiste un rituale per cui ogni volta che lei rientra in casa, lui deve scuotere il cappotto che lei aveva addosso per eliminare (secondo lei) della sporcizia che potrebbe esserci andata sopra.
Lui ormai accetta passivamente questo compito, anche se ciò significa ad esempio interrompere ciò che lui sta facendo (es.
cucinare, guardare la tv, etc) e attendere dei minuti in piedi mia madre che magari nel mentre si sta levando le scarpe.
Un'altra dinamica che noto è quella del senso di colpa che mia madre cerca di innescare in lui o in noi nel momento in cui lei rinuncia a fare qualcosa per sé in quanto troppo impegnata a fare qualcosa per noi (es.
lavare i capi); di contro se le viene detto che possiamo essere autonomi nella gestione dei nostri capi, lei risponde che non è così e che senza di lei la casa non andrebbe avanti.
Inoltre qualsiasi commento, ad esempio sulla quantità di cibo preparata o sul sapore che ha, viene vissuto in maniera ipercritica, giudicante, e comporta quindi lo sviluppo di una tensione tangibile, che porta ad esempio momenti di silenzio a tavola.
Scrivo questo perché vorrei capire se posso fare qualcosa per smorzare queste situazioni, dato che penso di avere la fortuna di esser cresciuto in una famiglia senza dei grossi problemi, definita spesso dai miei amici "la famiglia del Mulino Bianco", ma che poi arriva a perdersi nei piccoli gesti quotidiani.
Grazie.
ho 25 anni, sono uno studente fuori sede da ormai 6 anni, e rientro a casa per qualche giorno almeno una volta ogni mese e per le feste, perciò non vivo nella quotidianità la mia famiglia, composta dai miei genitori e da mia sorella di 17 anni.
Quando torno, percepisco sempre una forte tensione che si viene a creare tra mia madre e mio padre nello svolgere le attività quotidiane, dal cucinare, all'organizzare un'uscita tutti insieme, al prendere una decisione per acquistare qualcosa.
Mia madre è una donna molto decisa, proattiva, improntata al lavoro e alla famiglia che con il tempo ha sviluppato una forte ossessione per le pulizie; improntata al tema della "perfezione", ipercritica verso se stessa per ciò che fa e in generale con una struttura di personalità piuttosto rigida.
Per fare un esempio, quando io rientro a casa e lei decide di preparare il riso per me, utilizza 10 cucchiaini diversi per accertarsi che il riso sia "perfetto" di sale, e rivendica appunto che lei deve essere sicura e quindi deve assaggiare continuamente durante la preparazione.
Di contro mio padre è un uomo che difficilmente prende una posizione, dal mio punto di vista è come se eseguisse passivamente tutto ciò che mia madre può chiedergli pur di non creare un contrasto con lei, anche se non condivide ciò che gli viene chiesto; lui nel corso della vita non è riuscito a trovare lavoro a mio avviso per una mancanza di proattività; si è sempre occupato di me e mia sorella e di parte della gestione della casa.
Per fare un esempio, essendo mia madre fissata con la pulizia, esiste un rituale per cui ogni volta che lei rientra in casa, lui deve scuotere il cappotto che lei aveva addosso per eliminare (secondo lei) della sporcizia che potrebbe esserci andata sopra.
Lui ormai accetta passivamente questo compito, anche se ciò significa ad esempio interrompere ciò che lui sta facendo (es.
cucinare, guardare la tv, etc) e attendere dei minuti in piedi mia madre che magari nel mentre si sta levando le scarpe.
Un'altra dinamica che noto è quella del senso di colpa che mia madre cerca di innescare in lui o in noi nel momento in cui lei rinuncia a fare qualcosa per sé in quanto troppo impegnata a fare qualcosa per noi (es.
lavare i capi); di contro se le viene detto che possiamo essere autonomi nella gestione dei nostri capi, lei risponde che non è così e che senza di lei la casa non andrebbe avanti.
Inoltre qualsiasi commento, ad esempio sulla quantità di cibo preparata o sul sapore che ha, viene vissuto in maniera ipercritica, giudicante, e comporta quindi lo sviluppo di una tensione tangibile, che porta ad esempio momenti di silenzio a tavola.
Scrivo questo perché vorrei capire se posso fare qualcosa per smorzare queste situazioni, dato che penso di avere la fortuna di esser cresciuto in una famiglia senza dei grossi problemi, definita spesso dai miei amici "la famiglia del Mulino Bianco", ma che poi arriva a perdersi nei piccoli gesti quotidiani.
Grazie.
[#1]
Gentile Utente,
mi sembra davvero un attento osservatore, talmente tanto attento e accorto che da 6 anni vive lontano da casa. Non mi sembra un caso che, immagino, appena ha potuto è uscito fuori dal nido familiare.
I suoi genitori sono prima di tutto una coppia e in quanto tale sta a loro decidere di sé stessi. Se ci pensa, almeno da quel che ci racconta, sua madre e suo padre sono una coppia complementare ("Mia madre è una donna molto decisa, proattiva; mio padre è un uomo che difficilmente prende una posizione, è come se eseguisse passivamente tutto ciò che mia madre può chiedergli pur di non creare un contrasto con lei"). Funzionano come coppia proprio per questo, se fossero più simili di certo nascerebbe un bel conflitto. Ogni coppia si consolida sulla base di ruoli e di modalità di comunicazione ben precise e, anche se in maniera implicita, lo decidono insieme. Anche se le sembra assurdo probabilmente a suo padre sta bene fare certe cose per sua madre e viceversa. Altrimenti avrebbero deciso diversamente.
Io la invito a cercare di trovare dell'umanità in quella che sente come "perfezione" di sua madre. La famiglia del mulino bianco lo sappiamo bene, è finta, non esiste!
Cosa succederebbe a sua madre se perdesse il controllo della casa? Da cosa si protegge per essere così ipercritica e giudicante? Forse anche sua mamma è umana e fragile, ma negli anni forse avrà imparato a farsi scudo con una buona dose di rigidità.
Forse suo padre pagherebbe un prezzo troppo alto se decidesse di essere troppo proattivo, forse preferisce accudire ed essere accudito per poter star bene.
Queste sono solo ipotesi e non è detto che siano fondate, il mio invito è cercare di guardare le cose da un'altra prospettiva per poter allargare la sua visuale. Glielo dico proprio perché la immagino un buon osservatore.
Se proprio si sente di voler far qualcosa provi a capire sua sorella di 17 anni come vive la situazione a casa. Lei si è allontanato e ha trovato la sua dimensione e sua sorella invece come vive tutto questo?
Penso sia più produttivo puntare all'alleanza tra fratelli che ad una triangolazione tra lei e i suoi genitori
Cosa ne pensa?
Spero di averle fato qualche spunto utile di riflessione
Cordialmente
mi sembra davvero un attento osservatore, talmente tanto attento e accorto che da 6 anni vive lontano da casa. Non mi sembra un caso che, immagino, appena ha potuto è uscito fuori dal nido familiare.
I suoi genitori sono prima di tutto una coppia e in quanto tale sta a loro decidere di sé stessi. Se ci pensa, almeno da quel che ci racconta, sua madre e suo padre sono una coppia complementare ("Mia madre è una donna molto decisa, proattiva; mio padre è un uomo che difficilmente prende una posizione, è come se eseguisse passivamente tutto ciò che mia madre può chiedergli pur di non creare un contrasto con lei"). Funzionano come coppia proprio per questo, se fossero più simili di certo nascerebbe un bel conflitto. Ogni coppia si consolida sulla base di ruoli e di modalità di comunicazione ben precise e, anche se in maniera implicita, lo decidono insieme. Anche se le sembra assurdo probabilmente a suo padre sta bene fare certe cose per sua madre e viceversa. Altrimenti avrebbero deciso diversamente.
Io la invito a cercare di trovare dell'umanità in quella che sente come "perfezione" di sua madre. La famiglia del mulino bianco lo sappiamo bene, è finta, non esiste!
Cosa succederebbe a sua madre se perdesse il controllo della casa? Da cosa si protegge per essere così ipercritica e giudicante? Forse anche sua mamma è umana e fragile, ma negli anni forse avrà imparato a farsi scudo con una buona dose di rigidità.
Forse suo padre pagherebbe un prezzo troppo alto se decidesse di essere troppo proattivo, forse preferisce accudire ed essere accudito per poter star bene.
Queste sono solo ipotesi e non è detto che siano fondate, il mio invito è cercare di guardare le cose da un'altra prospettiva per poter allargare la sua visuale. Glielo dico proprio perché la immagino un buon osservatore.
Se proprio si sente di voler far qualcosa provi a capire sua sorella di 17 anni come vive la situazione a casa. Lei si è allontanato e ha trovato la sua dimensione e sua sorella invece come vive tutto questo?
Penso sia più produttivo puntare all'alleanza tra fratelli che ad una triangolazione tra lei e i suoi genitori
Cosa ne pensa?
Spero di averle fato qualche spunto utile di riflessione
Cordialmente
Dr.ssa Valeria Mazzilli
Psicologa Clinica
Via San Giacomo, 15 Napoli
cel. 3895404108
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 972 visite dal 08/12/2020.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.