Un uomo ferito da una vecchia relazione potrà monitorare ad amare?
Salve dottori, sono una giovane ragazza sotto i 30 anni.
Vorrei chiedervi un parere per la situazione in cui mi trovo che mi fa soffrire veramente tanto.
Un anno fa ho conosciuto un ragazzo meraviglioso, c'è stata una chimica e intesa fortissima fin da subito.
Lui si è avvicinato a me per primo, veramente tanto preso e con tutte le più buone intenzioni.
Da lì a poco abbiamo iniziato a frequentarci ma quasi fin da subito appena ho iniziato ad avanzare qualche richiesta in più lui ha avuto delle "crisi" superate assieme e continuando la nostra "leggera" frequentazione.
Io più passava il tempo, più mi legavo! I miei sentimenti stavano crescendo a dismisura e sembrava anche lui.
Ma dopo 8 mesi ha iniziato ad essere sfuggente se aveva altri impegni, cene o serate con amici io andavo in secondo piano.
Magari sbagliando (perché so che la libertà è essenziale in una coppia) gli facevo pesare questa cosa, e il nostro non essere ancora "definiti " quindi spesso essere esclusa proprio perché ancora fuori da parte della sua vita.
Fin che dopo 10 mesi lui decide di "chiudere" con me e li si è aperto il vaso di Pandora, è venuto fuori che lui sente ancora dei fastidi inerenti alla sua vecchia relazione, che rapportarsi con me gli ha fatto capire di non essere pronto a impegnarsi di nuovo, ma che a me ci tiene e mi vorrebbe nella sua vita.
Io ho passato tantissime e dolorosissime fasi, non riuscivo a comprendere, pensavo ci fosse un'altra, pensavo di non essere abbastanza, pensavo fossero tutte scuse e che non mi volesse più.
Invece lui effettivamente è sempre rimasto presente, fin da subito.
Sono stata io all'inizio ad allontanarlo.
Ora da circa un mese e mezzo ci stiamo sentendo e vedendo con tranquillità, non tutti i giorni, e senza parlare di nulla.
Ma vedo che lui è ancora bloccato, gli vedo la paura negli occhi.
Una parte di me sente che lui ci tiene veramente tanto, perché dopo la "fine" burrascosa e poco comprensiva da parte mia, lui comunque non riesce a staccarsi da me.
Ma allo stesso tempo non vuole nulla.
Secondo voi questo suo blocco potrà mai andare via?
Rimanere al suo fianco è un vantaggio o uno svantaggio per me?
Io sicuramente rimanendo "vicino" a lui non riuscirò ad andare avanti molto facilmente, ma non è neanche quello che voglio.
Ci tengo troppo e vorrei trovare il modo per evolvere questa nostra situazione, ma con tutte le ferite emotive che lui si porta dentro la vedo sempre più difficile.
Vi ringrazio anticipatamente
Cordiali saluti
Vorrei chiedervi un parere per la situazione in cui mi trovo che mi fa soffrire veramente tanto.
Un anno fa ho conosciuto un ragazzo meraviglioso, c'è stata una chimica e intesa fortissima fin da subito.
Lui si è avvicinato a me per primo, veramente tanto preso e con tutte le più buone intenzioni.
Da lì a poco abbiamo iniziato a frequentarci ma quasi fin da subito appena ho iniziato ad avanzare qualche richiesta in più lui ha avuto delle "crisi" superate assieme e continuando la nostra "leggera" frequentazione.
Io più passava il tempo, più mi legavo! I miei sentimenti stavano crescendo a dismisura e sembrava anche lui.
Ma dopo 8 mesi ha iniziato ad essere sfuggente se aveva altri impegni, cene o serate con amici io andavo in secondo piano.
Magari sbagliando (perché so che la libertà è essenziale in una coppia) gli facevo pesare questa cosa, e il nostro non essere ancora "definiti " quindi spesso essere esclusa proprio perché ancora fuori da parte della sua vita.
Fin che dopo 10 mesi lui decide di "chiudere" con me e li si è aperto il vaso di Pandora, è venuto fuori che lui sente ancora dei fastidi inerenti alla sua vecchia relazione, che rapportarsi con me gli ha fatto capire di non essere pronto a impegnarsi di nuovo, ma che a me ci tiene e mi vorrebbe nella sua vita.
Io ho passato tantissime e dolorosissime fasi, non riuscivo a comprendere, pensavo ci fosse un'altra, pensavo di non essere abbastanza, pensavo fossero tutte scuse e che non mi volesse più.
Invece lui effettivamente è sempre rimasto presente, fin da subito.
Sono stata io all'inizio ad allontanarlo.
Ora da circa un mese e mezzo ci stiamo sentendo e vedendo con tranquillità, non tutti i giorni, e senza parlare di nulla.
Ma vedo che lui è ancora bloccato, gli vedo la paura negli occhi.
Una parte di me sente che lui ci tiene veramente tanto, perché dopo la "fine" burrascosa e poco comprensiva da parte mia, lui comunque non riesce a staccarsi da me.
Ma allo stesso tempo non vuole nulla.
Secondo voi questo suo blocco potrà mai andare via?
Rimanere al suo fianco è un vantaggio o uno svantaggio per me?
Io sicuramente rimanendo "vicino" a lui non riuscirò ad andare avanti molto facilmente, ma non è neanche quello che voglio.
Ci tengo troppo e vorrei trovare il modo per evolvere questa nostra situazione, ma con tutte le ferite emotive che lui si porta dentro la vedo sempre più difficile.
Vi ringrazio anticipatamente
Cordiali saluti
[#1]
Gentile utente,
due elementi richiedono maggiore chiarezza.
Il primo è quanto tempo è trascorso tra la fine della precedente relazione del suo ragazzo e il vostro mettervi insieme, perché ovviamente c'è differenza tra il non metabolizzare una storia conclusa da cinque anni o una recente, tra il cominciare una relazione chiodo-scaccia-chiodo o volere invece intraprendere una nuova storia, pur con la cautela di chi è stato ferito.
Il secondo elemento è la sua reale disponibilità verso quest'uomo. Se non c'è, inutile porsi domande sul possibile superamento del precedente rapporto: che lui ritorni in grado di amare oppure no, comunque non sarebbe lei nella opportuna disposizione d'animo. Da quello che ci scrive non sembra che in questi mesi lei abbia fatto gesti idonei a farlo sentire rispettato, compreso, amato.
Se invece è innamorata di lui, se desidera capirlo e aiutarlo in questo passaggio della sua vita, cosa le impedisce di farlo?
Si sta ponendo delle tappe, come se in amore ci fossero scadenze obbligate? Riflette in termini di una transazione d'affari, valutando se la "merce" merita il prezzo necessario per averla? Ci chiede, infatti: "Rimanere al suo fianco è un vantaggio o uno svantaggio per me?"
Sui suoi sentimenti deve fare chiarezza, prima di tutto. Se per questa persona ha un affetto tiepido, mentre è forte la sua esigenza di avere una relazione stabile, passi oltre. Questo non le assicura di trovare la relazione che vuole -dobbiamo essere capaci di dare, se speriamo di avere in cambio qualcosa- ma almeno risparmierà al ragazzo in questione una seconda delusione.
Ci rifletta.
due elementi richiedono maggiore chiarezza.
Il primo è quanto tempo è trascorso tra la fine della precedente relazione del suo ragazzo e il vostro mettervi insieme, perché ovviamente c'è differenza tra il non metabolizzare una storia conclusa da cinque anni o una recente, tra il cominciare una relazione chiodo-scaccia-chiodo o volere invece intraprendere una nuova storia, pur con la cautela di chi è stato ferito.
Il secondo elemento è la sua reale disponibilità verso quest'uomo. Se non c'è, inutile porsi domande sul possibile superamento del precedente rapporto: che lui ritorni in grado di amare oppure no, comunque non sarebbe lei nella opportuna disposizione d'animo. Da quello che ci scrive non sembra che in questi mesi lei abbia fatto gesti idonei a farlo sentire rispettato, compreso, amato.
Se invece è innamorata di lui, se desidera capirlo e aiutarlo in questo passaggio della sua vita, cosa le impedisce di farlo?
Si sta ponendo delle tappe, come se in amore ci fossero scadenze obbligate? Riflette in termini di una transazione d'affari, valutando se la "merce" merita il prezzo necessario per averla? Ci chiede, infatti: "Rimanere al suo fianco è un vantaggio o uno svantaggio per me?"
Sui suoi sentimenti deve fare chiarezza, prima di tutto. Se per questa persona ha un affetto tiepido, mentre è forte la sua esigenza di avere una relazione stabile, passi oltre. Questo non le assicura di trovare la relazione che vuole -dobbiamo essere capaci di dare, se speriamo di avere in cambio qualcosa- ma almeno risparmierà al ragazzo in questione una seconda delusione.
Ci rifletta.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Buongiorno dottoressa, la ringrazio tantissimo per la risposta e per i suoi spunti di riflessione. Lui aveva chiuso la sua relazione da 4 mesi quando ci siamo conosciuti. Ma si è procastinata ancora la chiusura in termini "burocratici" fino luglio. Ha avuto contatti con lei per chiudere tutto quello che avevano assieme. Io a lui ci tengo veramente tanto, la paura e i sentimenti mi hanno offuscata molto, e mi rendo conto (essendo molto riflessiva e autocritica) di aver fatto un sacco di errori. Per questo lui è arrivato al punto di "chiudere". Ma entrambi ci teniamo molto, entrambi non riusciamo a stare lontani per più di una settimana. Sono certa che lui mi abbia allontana perché stava sentendo fastidi e sofferenze magari simili alla sua precedente storia, ma tutto quello che ho fatto a mia discolpa l'ho fatto veramente con i sentimenti, per la "paura" di perderlo. Che purtroppo in parte mi ha portato proprio a questo.
So che non devo etichettare o aver fretta di creare un qualcosa, per questo tenendoci molto vorrei chiedere a voi che strumenti potrei usare, per vivere un pò più tranquilla io e trasmettere tranquillità a lui.
Buona giornata
So che non devo etichettare o aver fretta di creare un qualcosa, per questo tenendoci molto vorrei chiedere a voi che strumenti potrei usare, per vivere un pò più tranquilla io e trasmettere tranquillità a lui.
Buona giornata
[#3]
Gentile utente,
che strumenti potrebbe usare lo dice lei stessa: deve vivere un po' più tranquilla per trasmettere tranquillità, ma ancora più importante sarebbe provare un sincero rispetto per i sentimenti del partner, entrare in risonanza empatica con lui, anziché pensare solo a sé, alle sue paure, alle sue esigenze.
Invece di rimproverare sé stessa dopo aver sbagliato, prenda l'abitudine di chiedersi, prima di parlare, se quello che intende dire sarà gentile e affettuoso oppure se limiterà la libertà, l'autostima, il benessere dell'altro.
Lei ammette di avergli creato "fastidi e sofferenze". Che siano o non siano "simili alla sua precedente storia", come può credere che una storia d'amore si costruisca così?
Pericolosa la sua affermazione: "tutto quello che ho fatto a mia discolpa l'ho fatto veramente con i sentimenti, per la "paura" di perderlo".
E questo le sembra una giustificazione per opprimere e offendere qualcuno? Ricorda i tempi in cui il femminicidio veniva giustificato perfino in tribunale, oltre che nelle canzoni e nelle poesie, con le parole: "l'amavo troppo". Bell'amore! La vittima ne avrebbe volentieri fatto a meno.
Non le viene in mente che a queste forme d'amore si sente il bisogno di sottrarsi con la fuga?
Se ci tiene, rispetti e trattenga vicino a sé il suo uomo rendendogli la vita facile e piacevole, non infliggendogli "fastidi e sofferenze".
Auguri.
che strumenti potrebbe usare lo dice lei stessa: deve vivere un po' più tranquilla per trasmettere tranquillità, ma ancora più importante sarebbe provare un sincero rispetto per i sentimenti del partner, entrare in risonanza empatica con lui, anziché pensare solo a sé, alle sue paure, alle sue esigenze.
Invece di rimproverare sé stessa dopo aver sbagliato, prenda l'abitudine di chiedersi, prima di parlare, se quello che intende dire sarà gentile e affettuoso oppure se limiterà la libertà, l'autostima, il benessere dell'altro.
Lei ammette di avergli creato "fastidi e sofferenze". Che siano o non siano "simili alla sua precedente storia", come può credere che una storia d'amore si costruisca così?
Pericolosa la sua affermazione: "tutto quello che ho fatto a mia discolpa l'ho fatto veramente con i sentimenti, per la "paura" di perderlo".
E questo le sembra una giustificazione per opprimere e offendere qualcuno? Ricorda i tempi in cui il femminicidio veniva giustificato perfino in tribunale, oltre che nelle canzoni e nelle poesie, con le parole: "l'amavo troppo". Bell'amore! La vittima ne avrebbe volentieri fatto a meno.
Non le viene in mente che a queste forme d'amore si sente il bisogno di sottrarsi con la fuga?
Se ci tiene, rispetti e trattenga vicino a sé il suo uomo rendendogli la vita facile e piacevole, non infliggendogli "fastidi e sofferenze".
Auguri.
[#4]
Utente
La ringrazio molto per i suoi spunti di riflessione. E ne farò veramente tesoro vorrei solo precisare che da parte mia non ci sono mai state offese o brutte azioni. Erano richieste di "attenzione" o arrabbiature temporanee se non mi dava quello che io desideravo. E sì so che è sbagliatissimo, alla base di ogni relazione umana questo non deve Avvenire. Avendo notato i miei errori, e lui anche se più marginalmente è ancora al mio fianco volevo un vostro consiglio. E la ringrazio ancora molto.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
[#5]
Gentile utente,
spero veramente di esserle stata utile, e per esserlo ancora di più penso di dover specificare il significato di certe mie parole.
Lei scrive: "vorrei solo precisare che da parte mia non ci sono mai state offese o brutte azioni".
Ottima precisazione, la quale mi fa capire che una mia espressione ambigua va chiarita. Lei probabilmente sta pensando alla mia domanda: "[La paura di perderlo] le sembra una giustificazione per opprimere e offendere qualcuno?".
La frase era volutamente forte. Voleva infatti sottolineare, non che lei abbia aggredito con insulti o maltrattamenti pubblici il suo uomo, ma che lo ha fatto ignorando i suoi sentimenti.
Non sottovaluti la ferita che si produce in qualcuno quando non comprendiamo il suo stato d'animo: è questa l'offesa di cui parlavo.
Mentre lui poteva sentire nostalgia, rabbia, confusione verso la precedente relazione, lei anziché entrare in sintonia col suo stato emotivo lo rimproverava di trascurare la nuova relazione e lo incitava a pensare a voi due.
Chiederebbe ad un atleta ferito di riprendere gli allenamenti, rimproverandogli la sua "pigrizia"? Imporrebbe a qualcuno un suo regalo perché piace a lei, mentre lui lo detesta?
Ha offeso i sentimenti del partner mancando di empatia, ecco tutto: anziché guardare dentro di lui, guardava in sé stessa.
Per fortuna la vita permette aggiustamenti continui, se ci sono la volontà e la motivazione per stare insieme, e le migliori relazioni non sono quelle nate subito da un "accordo miracoloso" che s'infrange al primo scoglio, ma quelle costruite con amore giorno per giorno, intessute anche di piccoli errori.
Auguri ancora.
spero veramente di esserle stata utile, e per esserlo ancora di più penso di dover specificare il significato di certe mie parole.
Lei scrive: "vorrei solo precisare che da parte mia non ci sono mai state offese o brutte azioni".
Ottima precisazione, la quale mi fa capire che una mia espressione ambigua va chiarita. Lei probabilmente sta pensando alla mia domanda: "[La paura di perderlo] le sembra una giustificazione per opprimere e offendere qualcuno?".
La frase era volutamente forte. Voleva infatti sottolineare, non che lei abbia aggredito con insulti o maltrattamenti pubblici il suo uomo, ma che lo ha fatto ignorando i suoi sentimenti.
Non sottovaluti la ferita che si produce in qualcuno quando non comprendiamo il suo stato d'animo: è questa l'offesa di cui parlavo.
Mentre lui poteva sentire nostalgia, rabbia, confusione verso la precedente relazione, lei anziché entrare in sintonia col suo stato emotivo lo rimproverava di trascurare la nuova relazione e lo incitava a pensare a voi due.
Chiederebbe ad un atleta ferito di riprendere gli allenamenti, rimproverandogli la sua "pigrizia"? Imporrebbe a qualcuno un suo regalo perché piace a lei, mentre lui lo detesta?
Ha offeso i sentimenti del partner mancando di empatia, ecco tutto: anziché guardare dentro di lui, guardava in sé stessa.
Per fortuna la vita permette aggiustamenti continui, se ci sono la volontà e la motivazione per stare insieme, e le migliori relazioni non sono quelle nate subito da un "accordo miracoloso" che s'infrange al primo scoglio, ma quelle costruite con amore giorno per giorno, intessute anche di piccoli errori.
Auguri ancora.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 16.3k visite dal 06/12/2020.
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