Un'esperienza particolare a 10 anni

Buonasera gentili psicologi
Vi chiedo un parere in merito ad una esperienza avuta tra i 10/11 anni (non mi ricordo bene).

A quell'età ero solito andare ai campetti a giocare a pallone con i miei amici coetanei e alcune volte frequentavamo un gruppo di ragazzi tra i 13, 14 e 15 anni con cui stringemmo una forte amicizia e con i quali organizzavamo tornei.

Mi ricordo di un evento che un pochino mi preoccupa, ovvero c'è stato un momento in estate in cui io e uno di questi ragazzi che aveva forse tra i 14/15 anni, ci eravamo appartati dopo aver concluso la partita a bere coca-cola e ad un tratto abbiamo cominciato a sperimentare delle cose che tempo fa credevo fossero normali per quell'età, ovvero abbiamo cominciato a toccarci, poi ci siamo (masturbati?) prima separatamente e poi reciprocamente.

Io all'epoca non ci feci assolutamente caso di questa situazione e ho vissuto tranquillamente i miei anni fino ad oggi senza pensarci, ma ho davvero paura che possa trattarsi di un abuso e non di un gioco proprio di quell'età come credo.
Accadde una sola volta e crescendo rimasi in buoni rapporti con questo ragazzo fino a quando ebbi 16 anni (perché poi si trasferì a Bologna.
)
Come fatto è normale oppure si è tratto di qualcosa di ben più grave come un abuso sessuale?


Per me raccontarlo è molto imbarazzante e non ci ho dato peso in questi anni, mi sono posto il problema solo ora che ne ho 22.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

chissà come mai a distanza di anni
improvvisamente emerge questo ricordo ..

Lei ha qualche ipotesi al riguardo?

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Non saprei gentile dottoressa, è una settimana che ci penso e ad un certo punto mi ha suscitato questo timore che non era mai emerso prima, avevo dimenticato completamente l'accaduto. Molto spesso penso al passato (ho sofferto a causa di episodi di bullismo i cui effetti si ripercuotono ancora oggi), ma ad un certo punto ho riesumato assieme ad altri ricordi della mia infanzia questo ricordo, il quale ripensando all'evento ha suscitato in me questa reazione. Le dico anche che ultimamente non sto passando un periodo sereno per via della chiusura di una relazione tossica con una ragazza finita da pochi mesi, per il peso che sta avendo lo studio universitario e l'isolamento a cui siamo tutti costretti per via dell'emergenza sanitaria. Mi chiedo perché sto guardando questo ricordo secondo una prospettiva negativa, quando in realtà avevo quasi del tutto dimenticato il fatto e l'ho catalogato come semplice esperienza pre-adolescenziale che negli anni successivi ho avuto anche con i miei amici coetanei, ovvero fino ai 12 anni. Quindi ho pensato che, avendo avuto questo tipo di esperienza con un ragazzo più grande (non ricordo se avesse avuto o meno 14/15 anni) e per la distanza di età si potesse trattare di un abuso.
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Utente
Utente
Come dovrei affrontare la questione? Si è trattato di un gioco normale a quell'età anche con un ragazzino più grande, oppure è stato un abuso?
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
E' una semplice domanda
oppure riflette un pensiero ossessivo, a Suo parere?

La risposta cosa cambierebbe nella Sua vita?

Dott. Brunialti
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Utente
Utente
Credo entrambe le cose gentile dottoressa. Gioco o abuso? Questo mi chiedo in continuazione. Non so cosa cambierebbe nella mia vita, forse poco considerando il tempo trascorso e l'unicità di tale avvenimento. Da una parte posso vivere con il sollievo che si sia trattato di un gioco, dall'altra invece la cosa mi dà un po' fastidio ora che guardo le cose da adulto.
Lei invece cosa pensa secondo la sua esperienza in merito a questo evento? È normale? Può fare parte della crescita sessuale? Può trattarsi di un abuso oppure dovrebbe essere un qualcosa a cui non dare peso, un gioco tra ragazzini e nient'altro?
La ringrazio per la sua disponibilità, per me significa molto.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Lei cerca rassicurazioni,
e - en passant - gliele darò: il fatto *può* essere collocato nelle esperienze dell'età.
Consideri che l'effetto delle rassicurazioni dura assai poco.
Consideri anche che la mia risposta "PUò" non dice nulla sul singolo caso concreto, il Suo.

Ma dove non la rassicuro affatto riguarda la spirale ossessiva nella quale sembrerebbe essersi infilato:
"..Gioco o abuso? Questo mi chiedo in continuazione."

E infatti al termine di ogni replica ripropone la stessa domanda.
Pur essendo consapevole che qualsiasi risposta non modifica nulla nella Sua vita ("..Non so cosa cambierebbe nella mia vita, forse poco ..).
A cosa Le serve quindi chiederselo "in continuazione"?
E' che forse non riesce a farne a meno: se così fosse, questo sarebbe il vero problema.

Dott. Brunialti
[#7]
Utente
Utente
Dottoressa lei ha ragione, lei è stata molto gentile e disponibile su una questione molto delicata. In effetti, tendo ad ossessionarmi sulle cose e questo accade in molti ambiti, dall'ipocondria al non sapere nulla prima di un esame universitario. Su questa cosa devo cercare di lavorare e trovare rimedio. Per quanto riguarda il ricordo forse è il caso di ridimensionarlo e lasciarlo lì dov'era come esperienza adolescenziale, senza farsi ulteriori ossessioni che possano rovinarmi il presente e ciò che c'è di buono nella mia vita. Detto questo le auguro la buonanotte e la ringrazio nuovamente per la sua gentilezza e disponibilità.

Arrivederci.
[#8]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Le Sue conclusioni sono corrette.

Lei dice: ".. Per quanto riguarda il ricordo forse è il caso di ridimensionarlo e lasciarlo lì dov'era.. ". Ma se non dovesse farcela da solo chieda aiuto ad uno Psicoterapeuta. Considerato che Lei - per usare parole Sue - "tende ad ossessionarsi sulle cose", potrebbe accaderLe di "lasciar andare" il pensiero in oggetto e farne subentrare un altro.
Non è il contenuto su cui occorre lavorare, bensì il meccanismo.

Dott. Brunialti