Ansie, pensieri incontrollati, paure e disturbi anche fisici

Gentili dottori, vi scrivo perchè mi è impossibile andare da uno psicologo, sia per motivi economici, sia per l' emergenza sanitaria che stiamo tutti vivendo.

Sono una ragazza di 25 anni, in sovrappeso, e sono molto preoccupata per la mia salute.
Sono sempre stata un po' ansiosa per natura, forse a cause delle sofferenze che ho avuto in amore per molto tempo, e sono sempre stata una tipa un po' ipocondriaca.

Da quando c' è stato il primo lockdown però la mia ansia è peggiorata, fino ad avere degli attacchi di panico.
All' inizio, non avendoli mai avuti, la mancanza di respiro mi sembrava dovuta al covid, poi mi dissero che era un attacco di panico, e ne ho avuti circa 3 in quel periodo.
Comunque mi prescrissero un integrarore (sedarel) e dopo un po' la cosa migliorò, anche perchè con l' estate di mezzo, il pericolo sembrava quasi finito.
Adesso con l' esplosione di casi nel mio paese e in tutto il mondo, e avendo avuto in famiglia dei cai e un decesso, la mia ansia è tornata, ma stavolta ci sono solo pensieri ossessivi e ricorrenti.
Non ho solo paura del virus, ma essendo in sovrappeso ho anche paura di tutte le altre patologie e il fatto di avere dei sintomi anche fisici (caviglie gonfie, edemi, ecc...) mi fa pensare sempre al peggio.

A volte mi viene la tachicardia, a volte il formicolio agli arti e io subito penso che sto per morire, che mi sta per succedere qualcosa, che ho qualcosa che nn va al cuore e che se fossi così sarò condannata ad un esistenza infelice.
Al contempo i pensieri negativi che ho un po' avuto sempre, sono peggiorati.
Sin da piccola ho sempre saputo cosa fosse la morte di una persona, ma mi ripetevo, quando ad esempio avevo 6-7 anni, che io ancora avevo tanto tempo davanti, e che quindi nn dovevo preoccuparmene.
Adesso, se penso a quanti anni sono passati da allora, si sono ancora giovane, ma mi sembra che ho molti meno anni davanti a me, e soprattutto non so quanti... ho paura che siano meno di quelli che penso, che non invecchierò bene, o che non invecchierò affatto.
E inoltre penso sempre che ho paura di una morte che faccia soffrire... di agonizzare e nn poter fare nulla.
Non riesco a fare nulla, nessuna attività interessante o stimolante perchè penso che sia tutto inutile perchè prima o poi si va via e nn si lascia più alcuna traccia ed il mondo continua senza di noi come se non fossimo mai esistiti.
Cosa posso fare?
Come faccio a stare più serena e a concentrarmi su cose più belle?
Perchè sono diventata così ossessiva?
Penso di aver sempre avuto questi pensieri, ma nell' ultimo anno si sono aggravati parecchio.

Per favore, datemi un consiglio, perchè la sto vivendo male la mia vita e non so come uscirne.
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Dr.ssa Elisabetta Molteni Psicologo, Psicoterapeuta 113 3
Gentile Utente, ho letto attentamente il Suo messaggio: come sta capitando, purtroppo, frequentemente in questo periodo, la pandemia da Covid sta inasprendo alcune fragilità che, forse, erano già presenti in Lei ad un livello più tollerabile.

Non solo l'ansia dovuta al lockdown e il tema della morte che ci attraversa sempre come esseri umani... ma il considerarsi una persona ansiosa, avere sintomi fisici come la tachicardia e il formicolio, il sovrappeso e le questioni relazionali sono tematiche che necessitano di essere affrontate in un percorso psicologico. Certamente alla Sua età questo non solo è possibile ma è auspicabile!

Si faccia coraggio: prenda questo periodo come occasione per farci qualcosa con queste paure, invece di sorvolarle come sempre e andare avanti nello stesso modo, trascinando le difficoltà con sè. Mi sono soffermata sulle prime due righe: tramite un messaggio scritto qui non avrà la soluzione a queste Sue considerazioni. Per quanto io possa vedere che lei vorrebbe orientarsi su pensieri più sereni e più positivi, (punto di forza questa Sua consapevolezza), se si vuole ottenere qualcosa bisogna anche fare qualcosa. Molti psicologi sono a disposizione per percorsi di sostegno, talvolta on line; ciascuno può verificare nella propria zona le opportunità a disposizione. Se la difficoltà è quella economica, potrebbe verificare se nella sua Azienda Sanitaria Territoriale vengono proposti colloqui psicologici a tariffa agevolata. Solitamente in quest'ultimo caso il medico di medicina generale è il primo interlocutore, che sa indirizzare sul territorio.
Cordialmente

Dr.ssa Elisabetta Molteni
Psicologa Psicoterapeuta - In studio e Online
www.elisabettamolteni.it

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