Dubbi sulla sessualità, può essere doc?
Buongiorno dottori,
Scrivo a voi perché ormai disperata.
Ho vent’anni e l’accaduto è avvenuto dopo mesi di sofferenza derivata dalla rottura della relazione (4 anni) con un ragazzo di cui ero follemente innamorata.
Quasi 1 anno e mezzo fa sentii 2 amiche parlare di una ragazza lesbica e improvvisamente mi chiesi se anche io lo fossi.
Premetto di non aver mai avuto nulla contro le persone omosessuali, ho amici che lo sono ma avevo sempre dato il mio orientamento per scontato
Una volta pensato e se lo fossi anche io?
Mi è crollato il mondo addosso: passavo le giornata a piangere, a dirmi che non era possibile perché non mi erano mai piaciute le ragazze, avevo ansia e parecchi attacchi che spesso mi svegliavano anche la notte.
Avevo smesso di uscire con le mie amiche per paura di sentirmi attratta da loro, ogni volta che facevo una passeggiata ero terrorizzata all’idea di poter guardare una donna e trovarla bella/attraente.
Avevo smesso di svolgere qualsiasi tipo di attività, incluso studiare (che risultava impossibile), poiché mi trovavo tormentata da un vortice di pensieri che mi causavano solo ansia.
Dopo 7/8 mesi di angosce decisi di consultare uno psicologo.
Lui dopo un mese di sedute mi diagnosticó una forma di doc omosessuale (non vorrei utilizzare la terminologia sbagliata) sostenendo inoltre che di omosessuale non avessi niente.
Le angosce e le ansie iniziarono a calmarsi e io smisi di andare da questo psicologo (non mi ci trovavo bene).
Qualche settimana dopo conobbi il mio attuale fidanzato, un ragazzo fantastico che mi rende estremamente felice e che mi sta sempre accanto.
Il tutto è ricominciato 5 mesi fa, è sempre lo stesso calvario.
Ansia, paura, non riesco più a distinguere i pensieri dalla realtà, il vero dal falso.
A questo punto credo davvero di essere omosessuale e di non riuscire ad ammetterlo a me stessa ma non voglio esserlo.
Ho sempre sognato di avere un ragazzo al mio fianco, mai una ragazza.
L’ansia generale però è diminuta e quando me ne accorgo ho paura sia perché lo sto accettando ma non voglio.
Contemporaneamente é comparsa anche la paura di non amare il mio ragazzo abbastanza.
Le mie giornate sono quindi un susseguirsi di momenti caratterizzati dalla paura di poter essere lesbica e da momenti in cui sono terrorizzata dalla paura di non amare il mio ragazzo abbastanza, di essermi stancata di lui e, quindi, di doverlo lasciare.
Sono andata da un altro psicologo (da cui attualmente in cura) e lui sostiene che si tratti solo delle conseguenze di una mia ipersensibilità e di un carattere che tende ad analizzare sempre tutto in modo eccessivo, dicendo inoltre che è più che convinto della mia eterosessualità.
Io però sostengo che se non fossi davvero lesbica non avrei questi dubbi, ho paura che le diagnosi fatte siano sbagliate e che lo stia diventando
Non so più cosa pensare e più volte a causa della sofferenza ho pensato al suicidio, sono stremata.
Sono davvero lesbica?
Vi prego aiutatemi...
Scrivo a voi perché ormai disperata.
Ho vent’anni e l’accaduto è avvenuto dopo mesi di sofferenza derivata dalla rottura della relazione (4 anni) con un ragazzo di cui ero follemente innamorata.
Quasi 1 anno e mezzo fa sentii 2 amiche parlare di una ragazza lesbica e improvvisamente mi chiesi se anche io lo fossi.
Premetto di non aver mai avuto nulla contro le persone omosessuali, ho amici che lo sono ma avevo sempre dato il mio orientamento per scontato
Una volta pensato e se lo fossi anche io?
Mi è crollato il mondo addosso: passavo le giornata a piangere, a dirmi che non era possibile perché non mi erano mai piaciute le ragazze, avevo ansia e parecchi attacchi che spesso mi svegliavano anche la notte.
Avevo smesso di uscire con le mie amiche per paura di sentirmi attratta da loro, ogni volta che facevo una passeggiata ero terrorizzata all’idea di poter guardare una donna e trovarla bella/attraente.
Avevo smesso di svolgere qualsiasi tipo di attività, incluso studiare (che risultava impossibile), poiché mi trovavo tormentata da un vortice di pensieri che mi causavano solo ansia.
Dopo 7/8 mesi di angosce decisi di consultare uno psicologo.
Lui dopo un mese di sedute mi diagnosticó una forma di doc omosessuale (non vorrei utilizzare la terminologia sbagliata) sostenendo inoltre che di omosessuale non avessi niente.
Le angosce e le ansie iniziarono a calmarsi e io smisi di andare da questo psicologo (non mi ci trovavo bene).
Qualche settimana dopo conobbi il mio attuale fidanzato, un ragazzo fantastico che mi rende estremamente felice e che mi sta sempre accanto.
Il tutto è ricominciato 5 mesi fa, è sempre lo stesso calvario.
Ansia, paura, non riesco più a distinguere i pensieri dalla realtà, il vero dal falso.
A questo punto credo davvero di essere omosessuale e di non riuscire ad ammetterlo a me stessa ma non voglio esserlo.
Ho sempre sognato di avere un ragazzo al mio fianco, mai una ragazza.
L’ansia generale però è diminuta e quando me ne accorgo ho paura sia perché lo sto accettando ma non voglio.
Contemporaneamente é comparsa anche la paura di non amare il mio ragazzo abbastanza.
Le mie giornate sono quindi un susseguirsi di momenti caratterizzati dalla paura di poter essere lesbica e da momenti in cui sono terrorizzata dalla paura di non amare il mio ragazzo abbastanza, di essermi stancata di lui e, quindi, di doverlo lasciare.
Sono andata da un altro psicologo (da cui attualmente in cura) e lui sostiene che si tratti solo delle conseguenze di una mia ipersensibilità e di un carattere che tende ad analizzare sempre tutto in modo eccessivo, dicendo inoltre che è più che convinto della mia eterosessualità.
Io però sostengo che se non fossi davvero lesbica non avrei questi dubbi, ho paura che le diagnosi fatte siano sbagliate e che lo stia diventando
Non so più cosa pensare e più volte a causa della sofferenza ho pensato al suicidio, sono stremata.
Sono davvero lesbica?
Vi prego aiutatemi...
[#1]
Salve, grazie per aver scritto.
Premettendo che la domanda che lei pone non può e non deve essere affrontata in questo spazio in quanto molto delicata, in primo luogo le consiglio di affidarsi al suo terapeuta.
In secondo luogo ciò che sembra esporre è: ''o sono lesbica oppure non amo abbastanza il mio ragazzo''. Mi sembra un out out bello e buono. Come a voler dire: ''se non amo abbastanza il mio ragazzo significa che sono lesbica?''. Lei non espone una certezza sulla sua sessualità ma un dubbio (tra l'altro abbastanza frequente ad un certo punto della vita di un soggetto), e su questo dubbio lei canalizza la sua paura. Non è spaventata del fatto di esserlo ma del fatto che POTREBBE esserlo il che rende il suo pensiero ancora più leggibile come una forma sintomatica di difesa da un problema che dovrebbe cercare di affrontare assieme al suo terapeuta.
Un caro saluto,
Premettendo che la domanda che lei pone non può e non deve essere affrontata in questo spazio in quanto molto delicata, in primo luogo le consiglio di affidarsi al suo terapeuta.
In secondo luogo ciò che sembra esporre è: ''o sono lesbica oppure non amo abbastanza il mio ragazzo''. Mi sembra un out out bello e buono. Come a voler dire: ''se non amo abbastanza il mio ragazzo significa che sono lesbica?''. Lei non espone una certezza sulla sua sessualità ma un dubbio (tra l'altro abbastanza frequente ad un certo punto della vita di un soggetto), e su questo dubbio lei canalizza la sua paura. Non è spaventata del fatto di esserlo ma del fatto che POTREBBE esserlo il che rende il suo pensiero ancora più leggibile come una forma sintomatica di difesa da un problema che dovrebbe cercare di affrontare assieme al suo terapeuta.
Un caro saluto,
Dr Rivera Garcia Andrès,
San Benedetto del Tronto
Psicologo clinico, Psicoterapeuta
[#3]
Se è o meno omosessuale, questo può saperlo solo lei. Ribadisco (ma prenda le mie parole con le pinze in quanto stiamo ragionando con pochissimi elementi) che qui è in gioco la paura dell'essere omosessuale come conseguenza di un amore non troppo amato di un uomo. Il punto in cui si interseca il suo sintomo è qui.
Buon lavoro e in bocca al lupo,
Buon lavoro e in bocca al lupo,
[#4]
Ex utente
Penso di essermi espressa male.
Questa paura non deriva dalla paura che io possa non amare abbastanza il mio fidanzato (ansia che comparsa ben dopo e che ormai è sparita) ma è iniziata in seguito a un racconto di alcune amiche. Prima di quel momento non mi ero mai posta domande riguardanti il mio orientamento, che avevo sempre dato per scontato avendo avuto sempre e solo un interesse verso gli uomini.
Questa paura non deriva dalla paura che io possa non amare abbastanza il mio fidanzato (ansia che comparsa ben dopo e che ormai è sparita) ma è iniziata in seguito a un racconto di alcune amiche. Prima di quel momento non mi ero mai posta domande riguardanti il mio orientamento, che avevo sempre dato per scontato avendo avuto sempre e solo un interesse verso gli uomini.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.7k visite dal 01/12/2020.
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