Vivere con persone depresse con attacchi di panico
Salve,
sono la disperata figlia di una mamma che soffre di depressione non curata da 20 anni e di più,attacchi di panico,ha 66 anni. ogni mio tentativo in generale per spingerla a curare la sua depressione(magari sottoponendoci ad una terapia insieme…farei davvero tutto)non sortisce effetto.
Nella vita di tutti i giorni ho perso quasi tutte le speranze e le idee per spronarla.non so proprio come prenderla e magari sono proprio io che la faccio innervosire coi miei tentativi maldestri.Ma in casi di emergenza non posso stare a guardare. Ed è qui che vi chiedo un consiglio per situazioni come la seguente:
domenica sembrava le fosse venuto un infarto.dolore fortissimo al petto, pallore,le è durato una trentina di secondi. con un filo di voce parla come se stesse facendo testamento. Mi si è ghiacciato il sangue nelle vene.la prima cosa che ho pensato: "chiamo l'ambulanza"...no lei mi ferma "stai qui. ora mi passa, ora mi passa...nn è niente". Pian piano le passa. Torna a fare quello che faceva.io mi riprendo dalla paura, ma pensavo che un'occhiata fosse il caso di farsela dare,almeno per sapere se è stato qualcosa di grave oppure no.se fosse stato un lieve infarto,non sarebbe da ignorare ma tenere sotto controllo, no?No,prima si comporta come se davvero mi stesse per morire tra le braccia e poi fa finta di niente, torna alle sue occupazioni come se nulla fosse.Sono sollevata,ma la preoccupazione resta: non si fa visitare da anni,non ho idea di quale sia il suo reale stato di salute fisica e non riesco mai a capire bene quanto sia grave il dolore di circostanza, visto che, essendo una persona ansiosa, ingrandisce tantissimo le cose. E’ in queste situazioni che nn so come fare per convincerla che non può ignorare sempre tutto, è in queste situazioni che non riesco a stare a guardare ma che fare? ovviamente poi io non sono di ghiaccio, sono cmq una figlia che vede la madre buttare la propria vita nel secchio. Mi innervosisco tanto che non capisco più niente, dibattuta tra rabbia, una preoccupazione infinita -perchè mia madre è l'unica persona che ho- e lo sforzo di trattenermi per non sgridarla,come si fa con un bambino che fa i capricci. Per quanto mi sforzi di trattenermi però, le rispostacce mi escono fuori, lei allora si irrigidisce e nn ascolta nulla(non che prima ascoltasse qualcosa) e qualsiasi tentativo di portarla a fare un controllo diviene ancora più vano. Nella fattispecie, solo nel momento in cui mi ha visto esasperata, arresa, piangente in un angolino(perchè davvero nn sapevo più che pesci prendere)si è fatta convincere a farsi portare al pronto soccorso per farsi vedere. Risultato: era solo un fortissimo attacco di ansia.
quello che ho capito da questa esperienza è che nn so gestire queste situazioni. mi chiedo se c'è qualche cosa che posso dire, che posso fare, quale meccanismo usare con una persona con una mente come la sua,per aiutarla e per nn ridurmi all'esasperazione io stessa, che nn serve a nessuno. grazie
sono la disperata figlia di una mamma che soffre di depressione non curata da 20 anni e di più,attacchi di panico,ha 66 anni. ogni mio tentativo in generale per spingerla a curare la sua depressione(magari sottoponendoci ad una terapia insieme…farei davvero tutto)non sortisce effetto.
Nella vita di tutti i giorni ho perso quasi tutte le speranze e le idee per spronarla.non so proprio come prenderla e magari sono proprio io che la faccio innervosire coi miei tentativi maldestri.Ma in casi di emergenza non posso stare a guardare. Ed è qui che vi chiedo un consiglio per situazioni come la seguente:
domenica sembrava le fosse venuto un infarto.dolore fortissimo al petto, pallore,le è durato una trentina di secondi. con un filo di voce parla come se stesse facendo testamento. Mi si è ghiacciato il sangue nelle vene.la prima cosa che ho pensato: "chiamo l'ambulanza"...no lei mi ferma "stai qui. ora mi passa, ora mi passa...nn è niente". Pian piano le passa. Torna a fare quello che faceva.io mi riprendo dalla paura, ma pensavo che un'occhiata fosse il caso di farsela dare,almeno per sapere se è stato qualcosa di grave oppure no.se fosse stato un lieve infarto,non sarebbe da ignorare ma tenere sotto controllo, no?No,prima si comporta come se davvero mi stesse per morire tra le braccia e poi fa finta di niente, torna alle sue occupazioni come se nulla fosse.Sono sollevata,ma la preoccupazione resta: non si fa visitare da anni,non ho idea di quale sia il suo reale stato di salute fisica e non riesco mai a capire bene quanto sia grave il dolore di circostanza, visto che, essendo una persona ansiosa, ingrandisce tantissimo le cose. E’ in queste situazioni che nn so come fare per convincerla che non può ignorare sempre tutto, è in queste situazioni che non riesco a stare a guardare ma che fare? ovviamente poi io non sono di ghiaccio, sono cmq una figlia che vede la madre buttare la propria vita nel secchio. Mi innervosisco tanto che non capisco più niente, dibattuta tra rabbia, una preoccupazione infinita -perchè mia madre è l'unica persona che ho- e lo sforzo di trattenermi per non sgridarla,come si fa con un bambino che fa i capricci. Per quanto mi sforzi di trattenermi però, le rispostacce mi escono fuori, lei allora si irrigidisce e nn ascolta nulla(non che prima ascoltasse qualcosa) e qualsiasi tentativo di portarla a fare un controllo diviene ancora più vano. Nella fattispecie, solo nel momento in cui mi ha visto esasperata, arresa, piangente in un angolino(perchè davvero nn sapevo più che pesci prendere)si è fatta convincere a farsi portare al pronto soccorso per farsi vedere. Risultato: era solo un fortissimo attacco di ansia.
quello che ho capito da questa esperienza è che nn so gestire queste situazioni. mi chiedo se c'è qualche cosa che posso dire, che posso fare, quale meccanismo usare con una persona con una mente come la sua,per aiutarla e per nn ridurmi all'esasperazione io stessa, che nn serve a nessuno. grazie
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Gentile utente, mi sembra che, tutto sommato e per motivi diversi, anche lei stia soffrendo insieme a sua madre. Quindi, se sua madre non vuole farsi curare, potrebbe essere un ottimo inizio cominciare col recarsi lei (che ci scrive) da uno psicologo/psicoterapeuta per un parere. Stando meglio lei, riuscirà ad aiutare meglio anche sua madre.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Gentile Utente,
mi rendo conto che, messa in questo modo, la vostra situazione sembra insormontabile.
Intanto verosimilmente la mamma ha una sindrome ansioso depressiva,ma non possiamo capire a cosa sia dovuta da qui. A 66 anni questi quadri potrebbero essere legati anche ad un disturbo neurologico, per questo motivo la mamma andrebbe visitata.
Essendo depressa, per definizione, non è motivata a curarsi o a farsi visitare, poichè il depresso non nutre molte speranze circa il futuro. Perciò convincerla sarà difficile, aspettare una sua decisione autonoma sarà impossibile. Ma siete solo voi due in famiglia? Cosa pensano gli altri parenti?
Il fatto che, davanti alla Sua sofferenza la mamma si sia lasciata convincere ad andare al PS ci dice che, con le maniere "forti" possiamo convincerla. Se Lei è davvero preoccupata per la salute della mamma deve diventare irremovibile. Provi a parlarne col medico curante, cercate insieme una strategia.
Potrebbe anche stamparsi questi articoli sull'ansia https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html e sulla depressione https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/
e leggerli con sua madre.
In sintesi: lei può convincere la mamma a farsi visitare anche senza bisogno di rannicchiarsi in un angolino, mi spiego? E potrebbe farsi aiutare da qualche vostro parente intimo.
Mi raccomando: almeno lei non si abbatta!
mi rendo conto che, messa in questo modo, la vostra situazione sembra insormontabile.
Intanto verosimilmente la mamma ha una sindrome ansioso depressiva,ma non possiamo capire a cosa sia dovuta da qui. A 66 anni questi quadri potrebbero essere legati anche ad un disturbo neurologico, per questo motivo la mamma andrebbe visitata.
Essendo depressa, per definizione, non è motivata a curarsi o a farsi visitare, poichè il depresso non nutre molte speranze circa il futuro. Perciò convincerla sarà difficile, aspettare una sua decisione autonoma sarà impossibile. Ma siete solo voi due in famiglia? Cosa pensano gli altri parenti?
Il fatto che, davanti alla Sua sofferenza la mamma si sia lasciata convincere ad andare al PS ci dice che, con le maniere "forti" possiamo convincerla. Se Lei è davvero preoccupata per la salute della mamma deve diventare irremovibile. Provi a parlarne col medico curante, cercate insieme una strategia.
Potrebbe anche stamparsi questi articoli sull'ansia https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html e sulla depressione https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/
e leggerli con sua madre.
In sintesi: lei può convincere la mamma a farsi visitare anche senza bisogno di rannicchiarsi in un angolino, mi spiego? E potrebbe farsi aiutare da qualche vostro parente intimo.
Mi raccomando: almeno lei non si abbatta!
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#3]
Ex utente
Grazie per le vostre osservazioni e scusate la non prontissima risposta.
Dr. Santonocito, ho intrapreso e concluso un ciclo, seppur brevissimo, di sedute con uno psicologo. Sono state utili come sfogo, ma il punto è che io non sto male in generale(Per quanto riguarda me, sono riuscita a fare in modo che questi problemi non influissero troppo sulla mia vita. Anzi a volte mi stupisco di come ci sia riuscita!) , io sto male perché mia madre non riesce a vedere il positivo che c’è nella sua vita e non riesce a tirarsi su e io non ho i mezzi per farglielo vedere. Che il problema lo capisca io, senza la partecipazione di mia madre, non mi ha aiutato fin’ora.
Io devo trovare un modo per comunicare con mia madre, alternativo a pianti urli e strepiti. Da qui la mia lettera a voi, perché sono sicura che in tutta questa faccenda c’è qualche cosa che mi sfugge: io ragiono come se mia madre fosse ostinata, ma sbaglio perché lei è malata. Le dinamiche di un malato forse sono più facili da individuare per un medico, ma visto che non ce la posso portare non mi rimane che scrivere…
Dr. Bulla, non so se mia madre abbia una predisposizione neurologica, posso solo affermare che da sempre si distingue per la sua sensibilità. Talvolta è molto fragile, talvolta tira fuori una forza da leoni…proprio questa forza l’ha portata a raggiungere obiettivi che non sono facili per una donna sola con a carico una figlia. Infatti siamo solo in due in famiglia, io e lei. Non abbiamo altri parenti di riferimento. Pertanto la faccenda ce la vediamo io e lei.
Quanto alla sua vita, ha dovuto ingoiare molti rospi, la sua giovinezza è costellata di sorelle molto invidiose e un padre che lei adorava e che le ha sempre risposto a “pesci in faccia”, come si dice colloquialmente.
Il medico di famiglia…se ne frega. L’unica volta che sono riuscita a trascinarci mia madre, ci ha liquidate con un tranquillante. E non ha aggiunto sillabe(in generale non vede l’ora di liquidarti, come se ti stesse facendo un favore, anziché il suo lavoro).
Io vorrei aiutare mia madre a cercare di vedere tutte le cose positive che ci sono nella sua vita, perché lei si ricorda solo di tutte le bastonate che la vita le ha dato. Io le dico sempre che se guardasse dentro le mura di casa sua(invece di guardare fuori), dovrebbe essere soddisfatta.
E in effetti lo è, ma è come se lo dimenticasse dopo trenta secondi. Non si scrolla nessun masso di dosso e si porta dietro tutti i mostri del passato. Io non voglio minimizzare, ma ci sono persone che sono riuscite a uscire da cose ben più gravi, no?
Dr. Santonocito, ho intrapreso e concluso un ciclo, seppur brevissimo, di sedute con uno psicologo. Sono state utili come sfogo, ma il punto è che io non sto male in generale(Per quanto riguarda me, sono riuscita a fare in modo che questi problemi non influissero troppo sulla mia vita. Anzi a volte mi stupisco di come ci sia riuscita!) , io sto male perché mia madre non riesce a vedere il positivo che c’è nella sua vita e non riesce a tirarsi su e io non ho i mezzi per farglielo vedere. Che il problema lo capisca io, senza la partecipazione di mia madre, non mi ha aiutato fin’ora.
Io devo trovare un modo per comunicare con mia madre, alternativo a pianti urli e strepiti. Da qui la mia lettera a voi, perché sono sicura che in tutta questa faccenda c’è qualche cosa che mi sfugge: io ragiono come se mia madre fosse ostinata, ma sbaglio perché lei è malata. Le dinamiche di un malato forse sono più facili da individuare per un medico, ma visto che non ce la posso portare non mi rimane che scrivere…
Dr. Bulla, non so se mia madre abbia una predisposizione neurologica, posso solo affermare che da sempre si distingue per la sua sensibilità. Talvolta è molto fragile, talvolta tira fuori una forza da leoni…proprio questa forza l’ha portata a raggiungere obiettivi che non sono facili per una donna sola con a carico una figlia. Infatti siamo solo in due in famiglia, io e lei. Non abbiamo altri parenti di riferimento. Pertanto la faccenda ce la vediamo io e lei.
Quanto alla sua vita, ha dovuto ingoiare molti rospi, la sua giovinezza è costellata di sorelle molto invidiose e un padre che lei adorava e che le ha sempre risposto a “pesci in faccia”, come si dice colloquialmente.
Il medico di famiglia…se ne frega. L’unica volta che sono riuscita a trascinarci mia madre, ci ha liquidate con un tranquillante. E non ha aggiunto sillabe(in generale non vede l’ora di liquidarti, come se ti stesse facendo un favore, anziché il suo lavoro).
Io vorrei aiutare mia madre a cercare di vedere tutte le cose positive che ci sono nella sua vita, perché lei si ricorda solo di tutte le bastonate che la vita le ha dato. Io le dico sempre che se guardasse dentro le mura di casa sua(invece di guardare fuori), dovrebbe essere soddisfatta.
E in effetti lo è, ma è come se lo dimenticasse dopo trenta secondi. Non si scrolla nessun masso di dosso e si porta dietro tutti i mostri del passato. Io non voglio minimizzare, ma ci sono persone che sono riuscite a uscire da cose ben più gravi, no?
[#4]
Ex utente
Dr. Bulla, dimenticavo: gli articoli che mi ha indicato li abbiamo letti. Il risultato è sempre lo stesso: mia madre li legge, probabilmente si riconosce, ma finisce lì. Anzi, al più riutilizza le informazioni per dare ottimi consigli ad altre persone, in questo eccelle! inutile ogni mio tentativo di esortarla a fare qualcosa:non c’è nessuno più bravo dell’ansioso depresso ad essere elusivo o a minimizzare la cosa. Dimostrano un’abilità nello sfuggire, così fantasiosa e ben architettata, da essere disarmante. Al tempo stesso mi dico che se mia madre usasse metà di questa energia per tutto il resto, starebbe benissimo.
Cmq se le può essere d’aiuto per farsi un'idea, tra i sintomi(seguendo l'ordine dell'articolo) ci sono senza dubbio
- disforia
- sentimenti negativi verso sé stessi.
- sentimenti di colpa (credo soprattutto verso di me)
- perdita di attaccamenti emotivi. Credo solo parziale però: non si fida e non ha interesse per persone esterne. È contenta però di vedere le persone che io stimo/ amo, di invitare le persone che fanno parte della mia vita. Se qualche vicina la cerca, lei magari si fa convincere a fare qualcosa, ma poi si lamenta sempre dell’altra persona (è ignorante, si approfitta etc etc)
- indecisione. Perenne e su qualsiasi cosa
- distorsione dell’immagine corporea.
- difficoltà di concentrazione e di memoria. Se siamo a tavola e mangiamo insieme, dopo qualche ora viene da me e dice “ma tu non hai mangiato…mangia qualcosa”. Non c’è nulla di più avvilente di questo per me.
Quanto all’attività fisica non saprei se rientra del tutto nella definizione “motivazione di natura regressiva”. Ha degli hobbies, anche molto faticosi… il giardinaggio, cucire e creare vestiti e borse, le piace moltissimo il fai da te casalingo(ridipingere pareti, spostare/aggiustare mobili), ma assolutamente rifugge da tutte quelle attività che non siano individuali.
Talvolta è insonne perché è in ansia.
Ha molti tic nel volto(non riesce a tenere gli occhi aperti) e se fa due passi, in talune situazioni respira come se avesse l’asma o avesse corso.(in altre occasioni è perfettamente in grado di muoversi, ad esempio quando sposta vasi).
grazie per l'attenzione
Cmq se le può essere d’aiuto per farsi un'idea, tra i sintomi(seguendo l'ordine dell'articolo) ci sono senza dubbio
- disforia
- sentimenti negativi verso sé stessi.
- sentimenti di colpa (credo soprattutto verso di me)
- perdita di attaccamenti emotivi. Credo solo parziale però: non si fida e non ha interesse per persone esterne. È contenta però di vedere le persone che io stimo/ amo, di invitare le persone che fanno parte della mia vita. Se qualche vicina la cerca, lei magari si fa convincere a fare qualcosa, ma poi si lamenta sempre dell’altra persona (è ignorante, si approfitta etc etc)
- indecisione. Perenne e su qualsiasi cosa
- distorsione dell’immagine corporea.
- difficoltà di concentrazione e di memoria. Se siamo a tavola e mangiamo insieme, dopo qualche ora viene da me e dice “ma tu non hai mangiato…mangia qualcosa”. Non c’è nulla di più avvilente di questo per me.
Quanto all’attività fisica non saprei se rientra del tutto nella definizione “motivazione di natura regressiva”. Ha degli hobbies, anche molto faticosi… il giardinaggio, cucire e creare vestiti e borse, le piace moltissimo il fai da te casalingo(ridipingere pareti, spostare/aggiustare mobili), ma assolutamente rifugge da tutte quelle attività che non siano individuali.
Talvolta è insonne perché è in ansia.
Ha molti tic nel volto(non riesce a tenere gli occhi aperti) e se fa due passi, in talune situazioni respira come se avesse l’asma o avesse corso.(in altre occasioni è perfettamente in grado di muoversi, ad esempio quando sposta vasi).
grazie per l'attenzione
[#5]
> essendo una persona ansiosa, ingrandisce tantissimo le
> cose
...
> non c’è nessuno più bravo dell’ansioso depresso ad essere
> elusivo o a minimizzare la cosa
Gentile utente, sembra che lei abbia delle convinzioni molto forti riguardo all'ansia e alla depressione, solo che forse sono sbagliate. In realtà è possibile che sua madre non sia né depressa né ansiosa, oppure che abbia qualcos'altro. Il punto è che da qui non è possibile dirlo.
> magari sono proprio io che la faccio innervosire coi miei
> tentativi maldestri
...
> Per quanto mi sforzi di trattenermi però, le rispostacce
> mi escono fuori, lei allora si irrigidisce e nn ascolta
> nulla
...
> solo nel momento in cui mi ha visto esasperata, arresa,
> piangente in un angolino
...
> il punto è che io non sto male in generale
Quando le suggerivo di rivolgersi a un terapeuta, era l'impressione di una certa incongruenza nelle sue dichiarazioni a farmelo suggerire. Non sto dicendo che sia LEI la persona da curare, ma quanto meno da aiutare ad aiutare sua madre. Ho l'impressione che il brevissimo ciclo di sedute che ha avuto con lo psicologo non solo non sia servito a niente in nessun senso, ma che non sia riuscito nemmeno a creare in lei la disposizione d'animo adatta per essere ricettivi nei confronti di una reale forma d'aiuto.
In altre parole, dovrebbe cercare un altro professionista che riesca a "barcamenarsi" in questa situazione, che appare tutt'altro che semplice e definita. Può leggere questi articoli per ulteriori informazioni:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/374-sull-efficacia-della-psicoterapia-parte-ii.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/
Cordiali saluti
> cose
...
> non c’è nessuno più bravo dell’ansioso depresso ad essere
> elusivo o a minimizzare la cosa
Gentile utente, sembra che lei abbia delle convinzioni molto forti riguardo all'ansia e alla depressione, solo che forse sono sbagliate. In realtà è possibile che sua madre non sia né depressa né ansiosa, oppure che abbia qualcos'altro. Il punto è che da qui non è possibile dirlo.
> magari sono proprio io che la faccio innervosire coi miei
> tentativi maldestri
...
> Per quanto mi sforzi di trattenermi però, le rispostacce
> mi escono fuori, lei allora si irrigidisce e nn ascolta
> nulla
...
> solo nel momento in cui mi ha visto esasperata, arresa,
> piangente in un angolino
...
> il punto è che io non sto male in generale
Quando le suggerivo di rivolgersi a un terapeuta, era l'impressione di una certa incongruenza nelle sue dichiarazioni a farmelo suggerire. Non sto dicendo che sia LEI la persona da curare, ma quanto meno da aiutare ad aiutare sua madre. Ho l'impressione che il brevissimo ciclo di sedute che ha avuto con lo psicologo non solo non sia servito a niente in nessun senso, ma che non sia riuscito nemmeno a creare in lei la disposizione d'animo adatta per essere ricettivi nei confronti di una reale forma d'aiuto.
In altre parole, dovrebbe cercare un altro professionista che riesca a "barcamenarsi" in questa situazione, che appare tutt'altro che semplice e definita. Può leggere questi articoli per ulteriori informazioni:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/374-sull-efficacia-della-psicoterapia-parte-ii.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 8.2k visite dal 22/04/2009.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.