Depressione cronica e attacamento genitori

bungiorno, scrivo a voi per chiedere un aiuto che spero possa indicarmi la via per la soluzione ad un problema che sta coinvolgendo ormai tutta la mia famiglia.
Un mio parente, quasi di 40 anni, figlio unico, vive una forte depressione da ormai piu di 15 anni.
tutto comincio a memoria mia da un futile eleggero litigio giovanile con il gruppo di amici con cui passava il tempo libero fin dalla prima infanzia.

Da allora si chiuse in famiglia e non ebbe piu modo di avere quelle esperienze che ogni ragazzo fà dall'adolescenza all'età adulta..
Non una fidanzata, mai in discoteca, non una vacanza con gli amici, mai amici...
Anche l'attivita lavorativa è stata interrotta per crisi depressive... pianti e sofferenza verso le relazioni, se non con i parenti stretti(zii e cugini)..

Il tutto è sempre stato sottolineato (e giustificato da lui) dalla fobia x l'eventuale morte dei genitori..

Ricordo bene che nel passato sia io che i miei coetanei abbiamo provato a coinvolgerlo diverse volte in attivita ludiche, con lo scopo di introdurlo a nuovi amici (svegliarlo).. ma il risultato era sempre negativo.. (e vero che anche madre e padre cercavano di tenerlo a casa con scuse tipo "lui non vuole uscire, ecc")

situazione attuale:
- è in cura da 12 anni da un medico psichiatra e negli ultimi 3 anni è peggiorato tantissimo:
(il peggioramento è avvenuto dopo la morte del padre avvenuta nel 2006 per arresto cardiaco all' eta di 80 anni. è deceduto proprio tra sue braccia con un suo tentativo diperato di rianimarlo).

non vuole piu abitare in quella casa.. vi è stato per piu di 2 anni dopo il fatto tragico, ma nell ultimo periodo (6 mesi) piange tutta la notte e gli innumerevoli farmaci che gli danno non aiutano se non a renderlo come un vecchio che si trascina durante il giorno...

Sta rendendo la vita impossibile ai miei genitori perchè si è trasferito da loro con la madre in pianta stabile, e non lascia dormire nessuno urlando e piangendo tutta la notte dicendo che non vuole atornare a casa sua... (la cosa non sarebbe un problema se ci fosse da parte sua la volonta o l'intezione di farsi aiutare "o seguire le indicazioni del medico, che consistono ora nel fare sport" per poi tornare a casa sua e poter far tutti una vita normale)

ora le mie domande sono:

1- é normale che una patologia del genere si possa trascinare per tutti questi anni?

2- se ancora non si vedono miglioramenti, non esistono oggi alternative valide di ogni genere che possano esse prese in considerazione, al posto di somministrare a rotazione calmanti sempre diversi e + forti aumentandone costantemente le dosi?

3- esiste un ospedale specifico per questa situazione o un organo di assistenza qualif?

vi prego di mettervi una mano sul cuore e darmi un consiglio che possa aiutarci, la madre ha 70 anni e lotta quotid. tra istinto di protezione e la consapevolez. di doverlo abbandonare.
noi vogliamo aiutarlo ma non sappiamo come.

grazie e scusate x il tempo rubato.
[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
Gentile utente, ha detto che è già in cura con uno psichiatra, avete ponderato l'idea di cominciare, in associazione alle cure farmacologiche, un percorso di psicoterapia se non è già in atto? Forse un confronto diretto e puntuale con uno specialista psicoterapeuta potrebbe aiutare in una situazione del genere. Tuttavia mi permetto di consigliare un approccio terapeutico non analitico ma più direttivo come quello cognitivo-comportamentale, strategico o relazionale. A Milano c'è il prestigioso centro di terapia sistemica della professoressa Selvini Palazzoli.
http://www.scuolamaraselvini.it/web/index.php?option=com_content&task=view&id=51&Itemid=98
cordialmente

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
intanto se volete aiutarlo potreste iniziare facendovi un'idea sulla depressione, ad esempio potreste leggere questo articolo https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/

Detto questo, dalla sua descrizione potrebbe darsi che questa persona soffra di un disturbo cronico non perfettamente compensato: il fatto che perduri nel tempo non significa che per forza la persona debba stare così male. Ma le mie sono solo ipotesi.

A questo punto mi sembrerebbe sensato proporre a questo vostro parente una nuova consulenza psichiatrica: un secondo parere, e magari una diversa terapia, a volte possono sbloccare la situazione.

E' molto nobile da parte vostra supportare la madre anziana in questo percorso: d'accordo con lei potreste eventualmente andarci insieme la prima volta dall'eventuale secondo psichiatra.
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