Ho 30 anni e ho bisogno di aiuto: confusione e blocco se penso al futuro

Buonasera, sono una ragazza di 30 anni in preda ad una lunga crisi esistenziale.

A 18 anni, psicologicamente stremata dagli anni della scuola ho preso il diploma e con le idee confuse mi sono iscritta a giurisprudenza per 2 motivi: la facoltà di giurisprudenza era nella mia città, ed era quello che desiderava mio padre e non avevo la forza di oppormi.


La presenza di mio padre nella mia vita è sempre stata invalidante.
Lo odio con tutta me stessa e ho sempre avuto una paura folle di lui.
È aggressivo, manipolatorio, mi ha sempre creato disagio e terrore, era una continua violenza psicologica, fin da bambina.
Ha distrutto la mia autostima e una volta che mi ha reso apatica, una specie di automa, ha potuto prendere ogni decisione al mio posto.
Dalle scuole medie, alle superiori e non erano mai scelte fatte nel mio interesse, ma palesemente contro.
Mi metteva nelle condizioni di fallire per poi etichettarmi come una fallita.
Ora lo so.
Quante volte mi è stato detto.
Mi ha iscritto a un conservatorio pur essendo io stonata come una campana, mi ha iscritto a un istituto tecnico pur avendo io un’inclinazione per le materie umanistiche e infine, ha deciso che io facessi giurisprudenza pur non avendo un’adeguata preparazione e propensione alle lunghe ore di studio.
Eppure, il primo anno è andato benissimo.
Ho dato tutti gli esami del primo anno in corso e con una buona media.
Il mio percorso piano piano poi è rallentato perché non l’avevo scelto e non sapevo quello che avrei voluto fare in futuro.
Quindi ho mentito, ho avuto disturbi alimentari, momenti di rabbia, vuoto, depressione e poi sono esplosa.
Ho sospeso gli studi e li ho ripresi per 2 volte, pensavo di essermi scrollata di dosso il peso del suo giudizio e del suo disprezzo invece, ogni volta che ho ripreso l’università provando senza più riuscirci a studiare quelle materie, mi rendevo conto che mi ero auto convinta che era la cosa giusta per me, che era una decisione solo mia ed invece lo facevo inconsciamente per compiacere lui, perché è sempre stato più facile accontentarlo per tenerlo buono e sopravvivere.
Anche mia mamma fa così.
Ora sono di nuovo bloccata, non so chi sono, vivo con i miei nella solita aria tossica che pervade la casa, non ho un fidanzato, non ho un lavoro stabile, mi sembra troppo tardi per ogni cosa.
Quello che vorrei sarebbe solo avere una bacchetta magica, tornare ai miei 18 anni, ascoltare i miei desideri e i miei bisogni, dargli importanza e non crederli stupidi, seguire le mie inclinazioni, essere più sicura di me e scegliere un’università diversa in cui avrei potuto eccellere.

Ora mi sembra di non avere più il diritto di farlo.

Ho paura a mollare di nuovo, ma non riesco a finire questa maledetta università.
A furia di sentirmi dare della fallita la sono diventata davvero.

Avrei bisogno di una guida, di qualcuno che mi indichi qual è la strada giusta per me.
Vi prego dottori, aiutatemi.

Io ci sto provando a non andare a fondo ma non è facile.

Grazie, Ross
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Buonasera Rosa,

ci dice poco di sè a confronto di questa lunga descrizione della sua infelicità.
Ma sono certa che le risorse ci sono,
in tutti noi in vari modi ci sono.

Rispondo alla domanda qui di seguito:
"..Avrei bisogno di una guida, di qualcuno che mi indichi qual è la strada giusta per me...".
Nessuno tra noi Psicologi Psicoterapeuti iscritti all'Albo Professionale Le indicherà la "strada giusta",
non ci sostituiamo alle persone, non prendiamo decisioni per loro; nel Suo caso poi diverremmo i replicanti di quella figura paterna di cui Lei dice: "..ha potuto prendere ogni decisione al mio posto...".

In presenza verrà aiutata dalla Psicologa a individuare quelle risorse a cui prima accennavo,
che da qualche parte si sono rincantucciate. In modo che Lei possa tornare proprietaria di quella vita da cui sembra essere stata espropriata. Dico *sembra* perchè abbiamo solo e unicamente il Suo punto di vista.

Si rivolga allo sportello di Psicologia del Suo Ateneo, è gratuito, solitamente di accesso informale. Chieda di essere aiutata e si impegni con tutte le forze.
Al di fuori di un percorso in presenza non rimane che crogiolarsi nell'infelicità. Ed è un vero peccato.

Un caro saluto.
dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Dr. Gianfranco Fabiano Psicologo 99 3
Gentile Ross. Il suo racconto è molto commovente, quando lei dice di volere una bacchetta magica e tornare nel passato per rimettere a posto un qualcosa che si è rotto, mi ha dato un grande senso di impotenza e sofferenza dato che quel tipo di bacchette magiche non esistono. Inoltre dalle sue parole mi è venuta l'immagine di un ring dove all'ennesimo trillo della campanella la lottatrice stremata, debba rialzarsi per continuare a combattere senza potersi sottrarre alla lotta e senza aver avuto nel intervallo un allenatore che la possa motivare, la possa sostenere che possa curare le ferite. Capisco che il potersi sottrarre da questa lotta non sia concepibile Ross, proprio per questo deve farsi sostenere da uno psicologo o psicoterapeuta, e quindi rivolgere a loro la sua richiesta di sostegno a qualcuno che sia a distanza o in presenza che possa vedere se ci sia la possibilità di poterla sostenere in questa situazione è farla riemergere da questo stato. Spero di esserle stato utile. Le sono vicino.

Cordialmente
Dr. Gianfranco Fabiano
Specializzando in Psicoterapia Breve strategica
3407617782

[#3]
Utente
Utente
Grazie di cuore ad entrambi per avermi risposto.
Dottoressa Brunialti ha ragione, non avevo riflettuto sul fatto che, chiedendo a qualcuno di indicarmi quale sia la strada giusta per me, è stato come chiedere a qualcun altro di sostituirsi a mio padre nel prendere le decisioni per me.

Mi viene da pensare che forse non sono in grado di prendere una decisione perché non l’ho mai fatto. Ho sempre lasciato fare a lui. E ora non so chi sono ne cosa voglio davvero. O forse ho solo paura di sbagliare per poi sentirmi dire che sono un’incapace e che in autonomia non combino nulla di buono.

Mi sono già rivolta ad uno psicologo, ho fatto 4 incontri da 50 minuti in presenza presso un consultorio della mia città, ma per ora la questione università è stata toccata solo in modo marginale.

Ci sto davvero provando a star meglio, a risolvere i miei problemi e i traumi che so di avere, ma il pensiero di quel che mi succederà qualora nessuno riuscisse ad aggiustarmi mi getta davvero nello sconforto.

Grazie ancora per avermi risposto, davvero.
[#4]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile Rosa,

sono proprio contenta che Lei abbia già iniziato un percorso di persona.
Non si preoccupi se l'argomento "Università" ancora non è stato ancora toccato;
può darsi esso rappresenti unicamente la punta dell'iceberg,
mentre ora vi starete forse occupando della parte sommersa, la più corposa e ingombrante.

In ogni caso faccia presente questa Sua esigenza al Suo curante:
la relazione terapeutica è basata sulla trasparenza, per quanto è possibile.
Riuscire a chiedere, manifestare i propri bisogni rappresenta un importante passo di fiducia.


"..qualora nessuno riuscisse ad aggiustarmi..", Lei aggiunge preoccupata parlando di sè.
Non deleghi ad altri. Sarà Lei stessa a prendersi cura di sè, con l'aiuto competente del Suo Psy. Aiuto che comprende non solo il sostegno, ma anche l'individuazione dei nodi critici, la rilettura della propria storia, l'elaborazione di strategie e tanto altro. Costruire una importante alleanza terapeutica è una delle chiavi del successo del percorso. Percorso non breve, nel quale impegnarsi come già dichiara di fare.

A questo proposito mi incuriosisce il fatto che
- nonostante Lei sia seguita di persona -
abbia scritto anche a noi, presenze unicamente online.
Come mai? desiderava un secondo parere? o altro?

Un caro saluto.
Dott. Brunialti
[#5]
Utente
Utente
Gentile dottoressa ho scritto a Voi perché il mio psicologo lo vedo una volta ogni due settimane e in alcuni momenti ho l’impressione che non mi basti. Ho sentito l’urgenza di contattare anche Voi in un momento di sconforto in cui lui non può ascoltarmi e l’ho fatto d’impulso, ma non perché non mi fidi del parere del mio psicologo.
È che sono impaziente, avrei voglia di avere risposte immediate che so di non poter avere.
Ho perso un sacco di tempo e mi sembra che ancora mi stia scappando di mano, vorrei poter fare di più per me stessa, ma non so da che parte cominciare e sono in preda alla confusione più totale.
Ci ho pensato un sacco se andare o no dallo psicologo, i miei genitori non lo sanno nemmeno perché sono sempre stati contrari, mio padre lo vede come un segno di debolezza, una cosa inutile, che fa chi ha qualcosa che non va. Beh, è evidente che ho qualcosa che non va altrimenti non sarei in questa situazione ma avrei una laurea, un lavoro per quanto precario, un compagno, un’auto mia (ho avuto il coraggio di prendere la patente a 28 anni perché per mio padre non era una cosa indispensabile, salvo poi in banali discussioni, rinfacciarmi, tra le altre cose, di essere così insulsa da non avere nemmeno la patente alla mia età e di vergognarmi), un appartamento mio e tutti quei traguardi che le persone normali raggiungono. Io invece sono impantanata e più mi muovo più affondo. Questa sensazione l’ho sempre avuta e infatti per tanto tempo sono rimasta immobile. E ora mi ritrovo a 30 anni grande anagraficamente ma incapace di essere autonoma, nelle cose pratiche ma più che mai emotivamente.

A parte la terapia che finalmente ho intrapreso e ho ovviamente intenzione di portare avanti, cosa potrei fare per mettere un po’ d’ordine in questo caos dottoressa?
[#6]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
"...cosa potrei fare per mettere un po’ d’ordine in questo caos dottoressa?.."

Ponga queste domande al Suo Psy,
questa è la strada appropriata.

Non disperda in rivoli la Sua attenzione
cercando consigli a destra e a manca;
"sprema" al massimo le sedute, sia nell'aprirsi sia nell'ascoltare, sia nel chiedere.
Chieda anche come bastare a se stessa tra una seduta e l'altra.

Dott. Brunialti
[#7]
Utente
Utente
Lo farò. Grazie per avermi dedicato un po’ del suo tempo. Non era affatto scontato che qualcuno lo facesse e lo apprezzo molto. Buona serata dottoressa!
Ross
[#8]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Ricambio di cuore,
ed aggiungo: buon percorso!

Dott. Brunialti
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