Atteggiamento ex dopo separazione
Salve.
Da alcuni mesi mi sono lasciato con la mia ex compagna con la quale abbiamo una bambina di quasi 4 anni.
Lei è tornata dai suoi ma, per fortuna, vedo mia figlia ogni giorno.
Dopo i primi tempi di rabbia e frustrazione (l'ho insultata pesantemente e rischiato che mi denunciasse) non ho più alcun sentimento di rancore verso di lei.
Cerco spesso la via del dialogo per gestire al.
meglio la bambina.
Ho anche proposto un pranzo insieme per fare vedere a nostra figlia che non ci odiamo.
Ma lei è ormai un muro invalicabile.
Inoltre è stata lei a decidere di porre fine al rapporto.
Io vi chiedo davvero come possa funzionare il cervello di una donna perché, confrontandomi con persone che hanno avuto esperienze simili, il comportamento 'di lei' è sempre più o meno quello.
Grazie.
Da alcuni mesi mi sono lasciato con la mia ex compagna con la quale abbiamo una bambina di quasi 4 anni.
Lei è tornata dai suoi ma, per fortuna, vedo mia figlia ogni giorno.
Dopo i primi tempi di rabbia e frustrazione (l'ho insultata pesantemente e rischiato che mi denunciasse) non ho più alcun sentimento di rancore verso di lei.
Cerco spesso la via del dialogo per gestire al.
meglio la bambina.
Ho anche proposto un pranzo insieme per fare vedere a nostra figlia che non ci odiamo.
Ma lei è ormai un muro invalicabile.
Inoltre è stata lei a decidere di porre fine al rapporto.
Io vi chiedo davvero come possa funzionare il cervello di una donna perché, confrontandomi con persone che hanno avuto esperienze simili, il comportamento 'di lei' è sempre più o meno quello.
Grazie.
[#1]
Gentile utente,
ma davvero si stupisce che la sua ex non voglia simulare davanti a vostra figlia la scenetta dei separati in buon accordo, e davvero ci sta chiedendo di spiegarle "come possa funzionare il cervello di una donna"?
La risposta la trova facilmente in ciò che ci ha scritto nelle sue due email.
Nella prima dice: "il nostro rapporto era conflittuale ed io non la sopportavo più da mesi, né provavo stima nei suoi confronti"; poi: "sto male per la rottura del nucleo familiare ma non per lei"; infine: "mi fa paura l'idea di dover avere a che fare con lei per il bene della bambina, davvero preferirei eliminarla dalla mia vita".
In altre parole, disistima, disamore, il desiderio di eliminarla dalla sua vita.
Nella seconda email parla di "rabbia e frustrazione" quando la sua ex esasperata ha messo termine alla relazione.
Ma a quel punto, lei scrive, "l'ho insultata pesantemente e rischiato che mi denunciasse".
Cosa doveva fare, la ragazza? Lasciarsi torturare?
Anziché confrontarsi "con persone che hanno avuto esperienze simili" e scoprire che "il comportamento 'di lei' è sempre più o meno quello" provi a valutare, invece, le esperienze di chi ha scelto con consapevolezza la partner e ha gestito la relazione con il rispetto dovuto agli esseri umani e con l'amore che rende piacevole la vita di tutti i coinvolti, figli compresi.
La serenità di sua figlia passa dalla sincerità, che però non vuol dire liti e offese. Se con la ex non avete piacere di incontrarvi, non lo fate.
Caldeggio anch'io la proposta che ebbe dal mio collega dr De Vincentiis: una serie di colloqui con un consulente di coppia, non al fine di tornare insieme, ma al fine di conoscere meglio voi stessi, le vostre motivazioni, le cause che hanno reso impossibile la vostra relazione.
Ne scaturirà una visione sincera e coerente di quella che è stata la vostra storia, e questa è la cosa più importante che possiate offrire alla bambina.
Ci rifletta.
ma davvero si stupisce che la sua ex non voglia simulare davanti a vostra figlia la scenetta dei separati in buon accordo, e davvero ci sta chiedendo di spiegarle "come possa funzionare il cervello di una donna"?
La risposta la trova facilmente in ciò che ci ha scritto nelle sue due email.
Nella prima dice: "il nostro rapporto era conflittuale ed io non la sopportavo più da mesi, né provavo stima nei suoi confronti"; poi: "sto male per la rottura del nucleo familiare ma non per lei"; infine: "mi fa paura l'idea di dover avere a che fare con lei per il bene della bambina, davvero preferirei eliminarla dalla mia vita".
In altre parole, disistima, disamore, il desiderio di eliminarla dalla sua vita.
Nella seconda email parla di "rabbia e frustrazione" quando la sua ex esasperata ha messo termine alla relazione.
Ma a quel punto, lei scrive, "l'ho insultata pesantemente e rischiato che mi denunciasse".
Cosa doveva fare, la ragazza? Lasciarsi torturare?
Anziché confrontarsi "con persone che hanno avuto esperienze simili" e scoprire che "il comportamento 'di lei' è sempre più o meno quello" provi a valutare, invece, le esperienze di chi ha scelto con consapevolezza la partner e ha gestito la relazione con il rispetto dovuto agli esseri umani e con l'amore che rende piacevole la vita di tutti i coinvolti, figli compresi.
La serenità di sua figlia passa dalla sincerità, che però non vuol dire liti e offese. Se con la ex non avete piacere di incontrarvi, non lo fate.
Caldeggio anch'io la proposta che ebbe dal mio collega dr De Vincentiis: una serie di colloqui con un consulente di coppia, non al fine di tornare insieme, ma al fine di conoscere meglio voi stessi, le vostre motivazioni, le cause che hanno reso impossibile la vostra relazione.
Ne scaturirà una visione sincera e coerente di quella che è stata la vostra storia, e questa è la cosa più importante che possiate offrire alla bambina.
Ci rifletta.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#3]
Utente
Le chiedo anche un altro parere. Io vedo mia figlia ogni giorno e la inondo d'amore, o almeno ci provo. Credo che anche la madre faccia lo stesso. Le abbiamo spiegato quanto successo e lei, a volte, dice di essere dispiaciuta perché vorrebbe i genitori insieme. Ma, comunque, a parte i primi periodi in cui ci siamo lasciati, non assiste a liti, né insulti. Il clima, nelle rispettive case, è sereno. Dedico a lei non meno di due ore al giorno in cui giochiamo, ci inseguiamo, facciamo merenda, più altre due notti la settimana. Io, in ogni caso, la vedo serena e all'asilo mi dicono che è curiosa e socievole. Secondo lei può crescere bene lo stesso la bambina? Davvero questa è la mia più grande 'preoccupazione'. Grazie ancora per le risposte.
[#4]
Gentile utente,
il modo migliore per aiutare la bambina, e forse di convincere la sua ex ad accedere ad una consulenza familiare, è cominciarla lei stesso.
Dovendo gestire da soli, ciascuno di voi, una bambina che ha visto spezzarsi il proprio nucleo familiare, potete consultare -gratuitamente o quasi- gli psicologi del Consultorio o delle ASL.
Sarebbe a vantaggio dei due ex, ma soprattutto della piccola, allo scopo di trovare un senso a quella che è stata la vostra storia.
Un figlio non cresce bene pensando che è nato da una storia "sbagliata", o peggio da due scriteriati che nemmeno sanno perché si sono messi insieme e perché si sono lasciati. Non deve pensare neanche che l'uno o l'altro genitore sia una brutta persona, come sotterraneamente, anche con certi silenzi, si può indurlo a credere.
Lei dice: "Le abbiamo spiegato quanto successo".
Mi permette di non crederci, mostrandole anche il perché?
Le due persone coinvolte in una storia d'amore, specie dopo che è finita male, non sono equanimi nel valutarla. Non sanno cogliere le aspettative deluse, le ferite involontarie, i risentimenti che la vicenda ha comportato; nemmeno se i due sono entrambi psicologi.
Molti ex coniugi feriti ci scrivono. Legga con attenzione, proprio di ieri, la vicenda che si trova al link
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/799746-figlia-di-21-anni-e-sindrome-di-alienazione-parentale-posso-riequilibrare-il-rapporto-e-possibile.html
Ci sono molte altre vicende simili, qui su Medicitalia.
Spesso con l'aiuto di un consulente tanto dolore poteva essere evitato.
Le faccio tanti auguri.
il modo migliore per aiutare la bambina, e forse di convincere la sua ex ad accedere ad una consulenza familiare, è cominciarla lei stesso.
Dovendo gestire da soli, ciascuno di voi, una bambina che ha visto spezzarsi il proprio nucleo familiare, potete consultare -gratuitamente o quasi- gli psicologi del Consultorio o delle ASL.
Sarebbe a vantaggio dei due ex, ma soprattutto della piccola, allo scopo di trovare un senso a quella che è stata la vostra storia.
Un figlio non cresce bene pensando che è nato da una storia "sbagliata", o peggio da due scriteriati che nemmeno sanno perché si sono messi insieme e perché si sono lasciati. Non deve pensare neanche che l'uno o l'altro genitore sia una brutta persona, come sotterraneamente, anche con certi silenzi, si può indurlo a credere.
Lei dice: "Le abbiamo spiegato quanto successo".
Mi permette di non crederci, mostrandole anche il perché?
Le due persone coinvolte in una storia d'amore, specie dopo che è finita male, non sono equanimi nel valutarla. Non sanno cogliere le aspettative deluse, le ferite involontarie, i risentimenti che la vicenda ha comportato; nemmeno se i due sono entrambi psicologi.
Molti ex coniugi feriti ci scrivono. Legga con attenzione, proprio di ieri, la vicenda che si trova al link
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/799746-figlia-di-21-anni-e-sindrome-di-alienazione-parentale-posso-riequilibrare-il-rapporto-e-possibile.html
Ci sono molte altre vicende simili, qui su Medicitalia.
Spesso con l'aiuto di un consulente tanto dolore poteva essere evitato.
Le faccio tanti auguri.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.8k visite dal 20/11/2020.
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