Uscire da una crisi

Salve,
volevo chiedervi quali sono i migliori metodi per uscire da una crisi.
Ovvero la crisi è passata, ma ancora adesso mi è difficile concentrarmi, fare compiti, studiare.
Non mi viene la voglia di andare fuori all'aria aperta o parlare con un amico.
Non avevo mai voglia di fare sport.
Premetto che negli ultimi anni ho fatto un uso eccessivo del cellulare, TV, tablet ecc.
Questo mi ha estraniato ancora di più dalla realtà e credo che avevo, e in qualche modo ancora adesso ho, una dipendenza dal cellulare.
Ho smesso di usarlo se non per cose urgenti già due mesi fa.
Attualmente l'unica cosa che va a sostituire l'uso intrattenente del cellulare è il pc, che uso principalmente per la DAD, anche se a volte guardo qualche video su youtube.
cerco di allacciarmi alla realtà ma non ci riesco e sinceramente non mi importa un granché.
Non perché è un capriccio o una forma di ribellione, ma proprio non mi importa stare nella realtà.
Avevo sempre una fervida immaginazione e ho sempre creato come dei mondi fantascientifici nella mia testa e credevo che per questo diventerà uno scienziato o ricercatore.
Però a me piace solo l'immagine di tutto questo.
Giacché mi mamma è super supportante e ne ha passate tante non vorrei che mi vedesse diventare un persona inutile che vive solo nella fantasia.
Con questo mi riferisco a persone come cosplayer, drag queen, artisti che non proiettano la loro arte fuori da loro ma su di loro o ogni altra persona che non capisce che la differenza tra realtà e immaginazione.
Persone che sono pur sempre persone, magari anche gentilissime e per bene, ma che di fatto sono inutili.

La cosa che vorrei chiedere è, se una persona vuole razionalmente qualcosa e sa che è bene così, può cambiare o si sentirà sempre infelice?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Caro utente,
in vario modo le è stato detto che:
1) non le fa bene fissarsi su sé stesso in maniera ossessiva senza confrontarsi con l'aiuto di un professionista;
2) questo sito non ha lo scopo di rispondere a domande generiche, ma di aiutare chi ci espone un suo problema specifico.
Ora, la sua domanda, dopo che parla di "crisi" ma sembra riferirsi alla tendenza a fantasticare, che entro certi limiti fa parte dell'adolescenza, è questa:
"se una persona vuole razionalmente qualcosa e sa che è bene così, può cambiare o si sentirà sempre infelice?".
Le sembra una domanda chiara, correttamente riferita a sé stesso, comprensibile?
Provo a scinderla nelle domande che al riguardo le rivolgerebbe uno psicologo nel colloquio che più volte le è stato suggerito:
1) Chi è la persona di cui parliamo?
2) Cosa esattamente vuole, cosa intende qui con l'avverbio "razionalmente" e in che senso "sa che è bene così"?
3) In che senso "può cambiare"? Nel non volere più la cosa che voleva, o invece nell'ottenerla?
4) Perché mai e in quale ipotesi dovrebbe sentirsi "sempre infelice"?
L'elucubrare incessantemente non la porterà lontano, caro utente, perché è un girare a vuoto su sé stesso al fine di eludere e nascondere le sue paure e i suoi tabù.
Se l'età che ci dichiara è vera, lei è in una fase di crescita. Non pensi a mutilare le sue tendenze, ma ad osservarsi con serenità e benevolenza. Metta via il timore paralizzante di deludere sua madre ed esca dal pregiudizio che esistano "persone inutili".
Le faccio molti auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Grazie. Ho fatto diverse sedute da una psicologa, oramai solo alla mia ottava seduta, ma non mi da grandi risultati(sempre meglio di niente). Non perché non è brava, ma perché il problema si pone quando devo esporle il mio problema. So che è da qualche parte nella mia testa, ma io sopratutto per via della confusione, non riesco a centrare il bersaglio. Come ha detto lei, anche se non lo vorrei, inizio a elucubrare incessantemente.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Caro utente,
può provare intanto a rispondere per scritto alle domande che ho elencato sopra, dopo essersele stampate.
Avere davanti un elenco e dover rispondere punto per punto aiuta. Meglio se lo fa manualmente, anziché al computer.
Di seguito può portare il suo scritto alla terapeuta, la quale immagino le faccia delle domande per aiutarla a parlare e l'abbia sottoposta a qualche test.
Le ripeto qui le domande. Lei poneva l'oscuro quesito: "se una persona vuole razionalmente qualcosa e sa che è bene così, può cambiare o si sentirà sempre infelice?".
Le domande specifiche in cui scioglievo il suo quesito erano:
1) Chi è la persona di cui parliamo?
2) Cosa esattamente vuole, cosa intende qui con l'avverbio "razionalmente" e in che senso "sa che è bene così"?
3) In che senso "può cambiare"? Nel non volere più la cosa che voleva, o invece nell'ottenerla?
4) Perché mai e in quale ipotesi dovrebbe sentirsi "sempre infelice"?
Cominci con questo esercizio. Auguri.
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Utente
Utente
ok grazie