Come posso migliorare la sicurezza in me stesso?

Salve, gentili dottori! volevo raccontare un po' la mia storia.
Sono nato, a detta dei miei genitori, con un distacco di placenta e stress respiratorio e per questo sono stato in incubatrice per 20 giorni.
Quindi, appena nato, non ho potuto godere del contatto materno.
Era mio padre che prendeva il latte di mia madre e me lo portava in incubatrice.
Alla scuola dell'infanzia sono stato spesso isolato da un compagno, che si comportava da leader nei confronti di tutti e mio padre è intervenuto parlando con le maestre e la situazione si è risolta.
Dalle elementari fino alle medie ho avuto il supporto di un docente di sostegno: alle elementari perchè ho avuto un ritardo del linguaggio semplice e i compagni spesso mi isolavano, alle medie per l'insicurezza che ha iniziato a prendere il sopravvento su di me, ma dalla terza media le ore di sostegno si sono risolte nell'ambito logico matematico, dove ho tutt'ora problemi.
Dalle superiori ho iniziato ad andare avanti da solo e ho fatto il pedagogico e qui ho avuto compagne che mi hanno voluto bene.
Non sono mai stato bocciato e sono uscito con 83.
Poi mi sono laureato in scienze della formazione primaria con 109.
Ma adesso passo a raccontare quella che secondo me sia la causa del mio vedermi brutto.
Dall'età di 21 fino a 22 nel mio gruppo di amici si sono inseriti due **** che hanno iniziato a giocare con le mie insicurezze, dicendomi che fossi brutto e che non avrei mai avuto una ragazza.
Sono andato da 4 chirurghi e tutti mi hanno detto che io nel viso non abbia nulla che non vada, diagnosticandomi la dismorfofobia.
Adesso sto meglio grazie alla psicoterapia e alla cura farmacologica, che consiste in Depakin, control, cipralex, olanzapina e Anafranil.
La collaboratrice del precedente psicologo mi ha fatto un test di personalità, dal quale è emerso un pensiero rigido, bassa soglia di stress, depressione e dismorfofobia.
Per il mio vedermi brutto, il mio psicologo, che adotta una terapia cognitivo comportamentale, mi ha fatto fare la disconferma, ma il fatto è che non riesco a credere quando mi dicono che io non sia brutto.
Poi la mia esperienza di insegnamento è andata male e il preside mi ha rimproverato due volte, perché non ho saputo gestire la classe.
Infatti mi ricordo che l'ultima volta che dovetti fare una sos, andai in ansia e andai a piangere per l'ansia da una maestra.
Il preside capi che io soffrissi d'ansia e mi ha fatto mettere in malattia.
La mia autostima è peggiorata dopo la prima esperienza di insegnamento.
Mio padre adesso vuole che io stia bene e con un suo amico mi sta aiutando a trovare un altro lavoro.
Vi chiedo: come si può superare i pensiero rigido?
Grazie
[#1]
Dr. Gianfranco Fabiano Psicologo 99 3
Gentile utente. Come mai queste domande non le rivolge al suo psichiatra e psicoterapeuta che attualmente la stanno seguendo?

Cordialmente
Dr. Gianfranco Fabiano
Specializzando in Psicoterapia Breve strategica
3407617782

[#2]
Dr. Gino Aldi Psicoterapeuta, Neurologo 11 2
Carissimo utente, nel suo racconto colgo angoscia e confusione, elementi che certo non contribuiscono alla sua serenità. Lei non ha trovato soluzione a questioni che porta da tempo dentro di sè nonostante la terapia farmacologica e la psicoterapia che sta seguendo. Credo che il primo punto da risolvere è proprio la possibilità di discutere con i suoi curanti della sua stasi e dei problemi che ancora l'affliggono. Purtroppo non abbiamo altri mezzi di cura che vadano oltre l'intervento farmacologico e psicoterapico e quindi le consiglio di aggrapparsi ad essi per trovare conforto e risoluzione. La psicoterapia e la farmacoterapia non sono panacee miracolose ma a loro volta richiedono adattamenti, cambiamenti di prospettiva e approcci per tentativi ed errori. Navighiamo in una scienza incerta quale è la clinica, sebbene essa possa davvero risolvere i problemi di tante persone. Quindi affronti con il suo terapeuta le questioni che non ha ancora risolto e cercate insieme una soluzione. Valutate insieme l'efficacia e i limiti del trattamento e se proprio non funziona valutate un approccio differente, che non starebbe a significare che il suo lavoro sia stato fallimentare e che il suo medico non sia stato capace, quanto il fatto che forse le possa servire un diverso tipo di stimolazione e di presa in carico. Soprattutto lavori ad accettare le sue difficoltà, che non sono una colpa ma una circostanza che la vita le ha drammaticamente imposto. Se non riesce a fare l'insegnante a causa delle sue difficoltà non significa che lei perda il valore di umanità che certamente possiede ma solo che versa in gran difficoltà e merita tutto l'aiuto che le può essere concesso dalla nostra scienza. Essere fragili non è una colpa ma quanto un fatto che appartiene alla nostra natura profonda. Per guarire dalla fragilità occorre anzitutto accettarla come parte di noi alla quale dedicare amore e cura e non vergogna e astio. Questo è quanto le auguro

Dr. gino aldi

[#3]
Utente
Utente
Ho appena finito di fare online la seduta col mio psicoterapeuta. Mi ha detto che chiedere rassicurazioni sulla faccia peggiora l'ansia, perchè le rassicurazioni hanno un effetto temporaneo. Vi spiego meglio: chiedo se sono bello o brutto? Vengo rassicurato e si abbassa l'ansia, poi le ossessioni si ripresentano. Mi ha detto di fare esercizi di respirazione, quando sto in ansia per la mia faccia e di pensare che il mio sia solo un sintomo della dismorfofobia. Per il lavoro, ora non si è posto il problema è ha detto che posso continuare ad andare a letto alle 4 e alzarmi alle 14, poi si vedrà. Mi ha anche detto che l'insegnamento sia un lavoro stressante, perchè i bambini sono irrequieti e bisogna saper tollerare lo stress. Mi ha consigliato un lavoro come collaboratore scolastico. 
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