Consulto psicologico per sottostante problema di ipogonadismo
Gentili dottori psicologi sono un uomo di 44 anni affetto da problemi di ipogonadismo.
Praticamente in pubertà i testicoli non hanno sviluppato, conservando una volumetria preadolescenziale pari a meno della metà di quelli di un uomo adulto.
Il pene poi si trova ai limiti inferiori di normalità con un un estensione di 13 cm.
Questo in sintesi il mio quadro clinico che chiaramente non ha soluzione in campo andrologico.
Psicologicamente questo mi ha creato e mi sta creando una considerevole sofferenza: sono un quarantenne "non uomo", inferiore come sviluppo sessuale ad un ragazzino delle scuole medie.
Il confronto negli spogliatoi della piscina anche con un quattordicenne è schiacciante.
E poi viene chiaramente il capitolo donne: il rischio di essere scartati dopo il primo incontro sessuale è più che concreto.
Chiedo quali linee guida potrei adottare per alleviare la mia sofferenza e per prepararmi magari ad un futuro di solitudine relazionale.
Praticamente in pubertà i testicoli non hanno sviluppato, conservando una volumetria preadolescenziale pari a meno della metà di quelli di un uomo adulto.
Il pene poi si trova ai limiti inferiori di normalità con un un estensione di 13 cm.
Questo in sintesi il mio quadro clinico che chiaramente non ha soluzione in campo andrologico.
Psicologicamente questo mi ha creato e mi sta creando una considerevole sofferenza: sono un quarantenne "non uomo", inferiore come sviluppo sessuale ad un ragazzino delle scuole medie.
Il confronto negli spogliatoi della piscina anche con un quattordicenne è schiacciante.
E poi viene chiaramente il capitolo donne: il rischio di essere scartati dopo il primo incontro sessuale è più che concreto.
Chiedo quali linee guida potrei adottare per alleviare la mia sofferenza e per prepararmi magari ad un futuro di solitudine relazionale.
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Gentile utente,
conosco bene la situazione.
Sono numerosi i ragazzi e uomini che fortunatamente giungono a farsi aiutare al fine di accettare tale problematica del corpo e tutto quanto ne consegue psicologicamente.
Per la verità, ho conosciuto anche uomini con ipogonadismo regolarmente coniugati; coppie nelle quali evidentemente il sesso "a centimetri" non era al primo posto, ma c'era una buona sintonia sessuale.
Mi riferisco a situazioni concrete per introdurre la risposta.
Lei ha glà interpellato gli Specialisti di area medica e ne ha ricevuto alcuni suggerimenti da mettere in pratica.
Noi Psicologi ci occupiamo di aiutare ad accettare un limite rilevante, la cui rilevanza però è anche in relazione con la sicurezza di sè e sugli altri aspetti che caratterizzano la propria persona.
Intendo dire che Lei non si caratterizza per le misure del Suo pene, ma per un insieme di fattori fisici, mentali, affettivi, relazionale che sarebbe riduttivo ricondurre ai 13 cm.
Pur tuttavia occorre farci i conti, riflettere su come adattarsi (non rassegnarsi) a tale limite, su come gestirlo nei rapporti con le altre persone che possono suscitare interesse.
Perchè poi c'è la faccenda della sterilità, presumo.
La incoraggio a chiedere aiuto, a farsi seguire in un percorso da uno Psicoterapeuta esperto in questa tematica, ad es. perfezionato in sessuologia clinica (FISSonline.it, uno degli Albi). Ne potrebbe trarre molto giovamento.
Dott. Brunialti
conosco bene la situazione.
Sono numerosi i ragazzi e uomini che fortunatamente giungono a farsi aiutare al fine di accettare tale problematica del corpo e tutto quanto ne consegue psicologicamente.
Per la verità, ho conosciuto anche uomini con ipogonadismo regolarmente coniugati; coppie nelle quali evidentemente il sesso "a centimetri" non era al primo posto, ma c'era una buona sintonia sessuale.
Mi riferisco a situazioni concrete per introdurre la risposta.
Lei ha glà interpellato gli Specialisti di area medica e ne ha ricevuto alcuni suggerimenti da mettere in pratica.
Noi Psicologi ci occupiamo di aiutare ad accettare un limite rilevante, la cui rilevanza però è anche in relazione con la sicurezza di sè e sugli altri aspetti che caratterizzano la propria persona.
Intendo dire che Lei non si caratterizza per le misure del Suo pene, ma per un insieme di fattori fisici, mentali, affettivi, relazionale che sarebbe riduttivo ricondurre ai 13 cm.
Pur tuttavia occorre farci i conti, riflettere su come adattarsi (non rassegnarsi) a tale limite, su come gestirlo nei rapporti con le altre persone che possono suscitare interesse.
Perchè poi c'è la faccenda della sterilità, presumo.
La incoraggio a chiedere aiuto, a farsi seguire in un percorso da uno Psicoterapeuta esperto in questa tematica, ad es. perfezionato in sessuologia clinica (FISSonline.it, uno degli Albi). Ne potrebbe trarre molto giovamento.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.2k visite dal 11/11/2020.
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