Relazione tormentata con un uomo separato in casa
Ho una relazione da due anni e mezzo con un uomo sposato ma separato in casa.
Quando l'ho conosciuto mi ha subito detto che era sposato, ma che il suo matrimonio era finito da molti anni e che sua moglie era spesso via di casa per lavoro e che lui era libero e viveva praticamente da solo.
Ha due figlie quasi trentenni dalla moglie e un bambino di sei anni avuto da quella che lui definisce la sua "ex ragazza", una donna con cui ha avuto una relazione durata 5 anni e che lui ha lasciato quando era incinta perché, nonostante lui avesse sempre messo in chiaro di non volere figli, lei è rimasta incinta a sua insaputa.
Lui si occupa comunque del bambino che tiene circa 2 weekend al mese.
Ho 46 anni, single senza figli.
Lo conosco in una vacanza organizzata dall'organizzazione internazionale per cui lavoriamo entrambi.
Nonostante la sua situazione familiare complicata, sono irresistibilmente attratta da lui e mi butto a capofitto nella relazione.
Siamo entrambi molto innamorati e i primi 6 mesi li vivo in una bolla di felicità, isolata dal resto del mondo.
Lui è molto disponibile, ci vediamo da me tutti i weekend quando non ha il figlio e un giorno alla settimana.
Passiamo le prime vacanze insieme.
Dopo i primi mesi in cui tutto è perfetto, iniziano le prima difficoltà.
Lui ha un carattere difficile, permaloso, suscettibile.
La sua situazione mi pesa e mi rende nervosa e ad ogni mia ciritica o lamentela anche sciocca lui si adombra e reagisce con un silenzio che dura anche alcuni giorni e mi fa molto soffrire.
Io però sono molto innamorata e dopo ogni allontanamento ci riappacifichiamo e la nostra relazione è sempre più intensa e, in qualche modo, totalizzante.
Lui mi dedica tutto il suo tempo libero e vuole che io faccia lo stesso, fa fatica ad accettare che io passi del tempo con amici, soprattutto se maschi, o lo dedichi ai miei hobby.
Io soffro per la sua situazione ma è come se lui facesse finta che sua moglie non esistesse e in un certo senso è così, dato che lui passa tutto il suo tempo con me, a parte quando ha il figlio, e a Pasqua e Natale, che trascorre con le figlie e la moglie nella casa di famiglia.
Lui mi assicura che mi ama, che sono la sua priorità, che la sua situazione non durerà per sempre ma che ora non è il momento migliore per divorziare, che comunque tra un anno sua moglie lascerà la casa per raggiungere una figlia che si è trasferita in un'altra città e che la situazione si risolverà da sola, senza far soffire nessuno.
Io intanto però soffro.
Non sono proprio la sua amante, ma mi sento tale e questo mi svilisce.
Inoltre non abbiamo una vita in comune, io so poco della sua, anche se lui con il tempo inizia a frequentare i miei amici ed è meno geloso.
Io però accetto sempre più difficilmente questa situazione ambigua e continuiamo tra alti e bassi, separazioni e riappacificazioni.
Due settimane fa sono esplosa e l'ho cacciato in malo modo.
Penso di essere arrivata al limite della sopportazione.
Non so più cosa fare.
Quando l'ho conosciuto mi ha subito detto che era sposato, ma che il suo matrimonio era finito da molti anni e che sua moglie era spesso via di casa per lavoro e che lui era libero e viveva praticamente da solo.
Ha due figlie quasi trentenni dalla moglie e un bambino di sei anni avuto da quella che lui definisce la sua "ex ragazza", una donna con cui ha avuto una relazione durata 5 anni e che lui ha lasciato quando era incinta perché, nonostante lui avesse sempre messo in chiaro di non volere figli, lei è rimasta incinta a sua insaputa.
Lui si occupa comunque del bambino che tiene circa 2 weekend al mese.
Ho 46 anni, single senza figli.
Lo conosco in una vacanza organizzata dall'organizzazione internazionale per cui lavoriamo entrambi.
Nonostante la sua situazione familiare complicata, sono irresistibilmente attratta da lui e mi butto a capofitto nella relazione.
Siamo entrambi molto innamorati e i primi 6 mesi li vivo in una bolla di felicità, isolata dal resto del mondo.
Lui è molto disponibile, ci vediamo da me tutti i weekend quando non ha il figlio e un giorno alla settimana.
Passiamo le prime vacanze insieme.
Dopo i primi mesi in cui tutto è perfetto, iniziano le prima difficoltà.
Lui ha un carattere difficile, permaloso, suscettibile.
La sua situazione mi pesa e mi rende nervosa e ad ogni mia ciritica o lamentela anche sciocca lui si adombra e reagisce con un silenzio che dura anche alcuni giorni e mi fa molto soffrire.
Io però sono molto innamorata e dopo ogni allontanamento ci riappacifichiamo e la nostra relazione è sempre più intensa e, in qualche modo, totalizzante.
Lui mi dedica tutto il suo tempo libero e vuole che io faccia lo stesso, fa fatica ad accettare che io passi del tempo con amici, soprattutto se maschi, o lo dedichi ai miei hobby.
Io soffro per la sua situazione ma è come se lui facesse finta che sua moglie non esistesse e in un certo senso è così, dato che lui passa tutto il suo tempo con me, a parte quando ha il figlio, e a Pasqua e Natale, che trascorre con le figlie e la moglie nella casa di famiglia.
Lui mi assicura che mi ama, che sono la sua priorità, che la sua situazione non durerà per sempre ma che ora non è il momento migliore per divorziare, che comunque tra un anno sua moglie lascerà la casa per raggiungere una figlia che si è trasferita in un'altra città e che la situazione si risolverà da sola, senza far soffire nessuno.
Io intanto però soffro.
Non sono proprio la sua amante, ma mi sento tale e questo mi svilisce.
Inoltre non abbiamo una vita in comune, io so poco della sua, anche se lui con il tempo inizia a frequentare i miei amici ed è meno geloso.
Io però accetto sempre più difficilmente questa situazione ambigua e continuiamo tra alti e bassi, separazioni e riappacificazioni.
Due settimane fa sono esplosa e l'ho cacciato in malo modo.
Penso di essere arrivata al limite della sopportazione.
Non so più cosa fare.
[#1]
Gentile signora,
mi dispiace davvero tanto per la vicenda che sta vivendo, soprattutto perché Lei è sinceramente innamorata di quest'uomo, ma queste storie non hanno mai un lieto fine.
Mi pare di capire che quest'uomo ha l'abitudine di frequentare diverse donne contemporaneamente, prova è il figlio nato da un'altra relazione extraconiugale e per la quale NON ha mica lasciato la moglie.
Se quest'uomo non vede mai la moglie, che senso ha trascorrere il Natale e la Pasqua con lei? Perché non si organizza per stare davvero con Lei? Perché non ha ancora lasciato la moglie, ma Le fa credere che prima o poi (quando la moglie si trasferirà?) lo farà? Se davvero la relazione sentimentale è terminata, perché non lasciare la moglie?
Mi dispiace molto, ma uomini del genere non lasciano le moglie per le amanti, soltanto che Lei deve riacquisire lucidità nel vedere e valutare tutta la situazione.
E, a mio avviso, dovrebbe anche capire che cos'è quel bisogno di questo rapporto particolare vissuto una "bolla" isolata dal mondo, che certamente Le avrà regalato qualche attimo di felicità e qualche brivido, ma adesso ne vale la pena?
Cordiali saluti,
mi dispiace davvero tanto per la vicenda che sta vivendo, soprattutto perché Lei è sinceramente innamorata di quest'uomo, ma queste storie non hanno mai un lieto fine.
Mi pare di capire che quest'uomo ha l'abitudine di frequentare diverse donne contemporaneamente, prova è il figlio nato da un'altra relazione extraconiugale e per la quale NON ha mica lasciato la moglie.
Se quest'uomo non vede mai la moglie, che senso ha trascorrere il Natale e la Pasqua con lei? Perché non si organizza per stare davvero con Lei? Perché non ha ancora lasciato la moglie, ma Le fa credere che prima o poi (quando la moglie si trasferirà?) lo farà? Se davvero la relazione sentimentale è terminata, perché non lasciare la moglie?
Mi dispiace molto, ma uomini del genere non lasciano le moglie per le amanti, soltanto che Lei deve riacquisire lucidità nel vedere e valutare tutta la situazione.
E, a mio avviso, dovrebbe anche capire che cos'è quel bisogno di questo rapporto particolare vissuto una "bolla" isolata dal mondo, che certamente Le avrà regalato qualche attimo di felicità e qualche brivido, ma adesso ne vale la pena?
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Cara Dr.ssa Pileci, la ringrazio molto per la sua risposta.
Penso che con sua moglie lui non abbia più una relazione sentimentale, ma che lei gli faccia quasi da "mamma" e abbia accettato il bambino e, quando lui lo tiene, creano una sorta di famiglia allargata in questa grande casa che per lui rappresenta una "tana", un porto sicuro.
Io penso che lui mi ami, ma che non abbia la forza né il coraggio di stravolgere la sua vita per me (come del resto non aveva fatto per la sua precedente relazione extraconiugale).
E io vivo in una sorta di limbo in cui rimango come bloccata senza poter fare veri progetti di vita con lui.
Ha ragione, devo cercare di essere lucida, ma da dentro è difficile.
Io penso che quella "bolla", la nostra relazione, sia per lui una via di fuga dal suo matrimonio appiattito.
Grazie
Penso che con sua moglie lui non abbia più una relazione sentimentale, ma che lei gli faccia quasi da "mamma" e abbia accettato il bambino e, quando lui lo tiene, creano una sorta di famiglia allargata in questa grande casa che per lui rappresenta una "tana", un porto sicuro.
Io penso che lui mi ami, ma che non abbia la forza né il coraggio di stravolgere la sua vita per me (come del resto non aveva fatto per la sua precedente relazione extraconiugale).
E io vivo in una sorta di limbo in cui rimango come bloccata senza poter fare veri progetti di vita con lui.
Ha ragione, devo cercare di essere lucida, ma da dentro è difficile.
Io penso che quella "bolla", la nostra relazione, sia per lui una via di fuga dal suo matrimonio appiattito.
Grazie
[#3]
D'accordo, ma se rilegge questo post con maggior distacco, si renderà conto che Lei si occupa solo di lui, lui, lui
Inoltre, se per lui la vostra relazione è solo una via di fuga per medicare i problemi che ha a casa (cosa anche probabile), Le chiedo come mai Lei si sta prestando ad essere quella "medicina" o sfogo per lui?
Ma non pensa di valere di più? Non pensa di meritare qualcosa di meglio?
Io immagino che sia molto difficile per Lei, perché Lei davvero si sente legata a quest'uomo, ma persone del genere, che purtroppo amano vivere nella doppiezza infischiandosene dei sentimenti altrui, non sanno amare, né la moglie, né le amanti.
Rifletta sulle opportunità che sta perdendo e, comunque, se da sola non riesce a tirarsi fuori da questa relazione tossica, si faccia aiutare da uno psicologo.
Cordiali saluti,
Inoltre, se per lui la vostra relazione è solo una via di fuga per medicare i problemi che ha a casa (cosa anche probabile), Le chiedo come mai Lei si sta prestando ad essere quella "medicina" o sfogo per lui?
Ma non pensa di valere di più? Non pensa di meritare qualcosa di meglio?
Io immagino che sia molto difficile per Lei, perché Lei davvero si sente legata a quest'uomo, ma persone del genere, che purtroppo amano vivere nella doppiezza infischiandosene dei sentimenti altrui, non sanno amare, né la moglie, né le amanti.
Rifletta sulle opportunità che sta perdendo e, comunque, se da sola non riesce a tirarsi fuori da questa relazione tossica, si faccia aiutare da uno psicologo.
Cordiali saluti,
[#4]
Utente
Gentile Dott.ssa, grazie per le sue parole dure ma vere, mi hanno dato un po' una scossa.
è vero parlo sempre di lui, infatti nella nostra relazione mi sono sempre sentita impotente, nel senso che ha sempre deciso lui se farla andare bene o male.
Non so perché accetto tutto questo, forse perché avevo sempre la speranza che cambiasse, e, innamorata, credevo alle sue promesse.
Ultimamente però mi sto ribellando e mi dico che merito qualcosa di meglio, se non altro vorrei una relazione paritaria e fondata sull'onestà e la sincerità.
Uno psicologo mi sta aiutando, e credo di iniziare a vedere la mia situazione in modo più lucido. Ho un po' paura che se lui tornerà, riuscirà di nuovo a blandirmi con le sue vuote promesse e io ricadrò in una situazione senza via di uscita.
Grazie mille.
è vero parlo sempre di lui, infatti nella nostra relazione mi sono sempre sentita impotente, nel senso che ha sempre deciso lui se farla andare bene o male.
Non so perché accetto tutto questo, forse perché avevo sempre la speranza che cambiasse, e, innamorata, credevo alle sue promesse.
Ultimamente però mi sto ribellando e mi dico che merito qualcosa di meglio, se non altro vorrei una relazione paritaria e fondata sull'onestà e la sincerità.
Uno psicologo mi sta aiutando, e credo di iniziare a vedere la mia situazione in modo più lucido. Ho un po' paura che se lui tornerà, riuscirà di nuovo a blandirmi con le sue vuote promesse e io ricadrò in una situazione senza via di uscita.
Grazie mille.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 20.6k visite dal 09/11/2020.
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