Come uscire da questa situazione?
Buonasera, gentili specialisti.
Ho scritto un paio di giorni fa in merito ad una situazione che sto vivendo, ricevendo la cortese risposta della Dr.
Brunialti.
Vi scrivo nuovamente per chiedervi: è possibile che io abbia un DOC da relazione?
Espongo: io ho 23 anni, e da un paio di mesi sto con una ragazza di 16.
Lei è innamorata perdutamente di me, mi ripete sempre che ha trovato in me la speranza di una vita migliore e che riconosce in me una sorta di "principe azzurro", diciamo così.
Io sto bene con lei, e quindi sentendo queste cose dovrei toccare il cielo con un dito, ma la verità è che sono terribilmente in ansia e in paranoia.
Da un giorno all'altro, e praticamente senza un motivo valido, ho cominciato a farmi domande su di noi, domande del tipo: mi piace davvero?
La amo?
È quella giusta?
E se la lasciassi la farei soffrire?
Non so più cosa fare, vi chiedo un disperato aiuto.
Non riesco a capire come sia possibile che da un giorno all'altro il mio cervello abbia scatenato questi pensieri.
Da un lato penso che sarebbe meglio interrompere la relazione onde evitare che entrambi soffriamo di più, e dall'altro il pensiero di non vederla più, di non ricevere le sue carezze e i suoi baci mi consuma.
Ma è altrettanto vero che non posso assolutamente continuare così, pena la mia salute mentale e anche fisica, visto che la notte sto dormendo si e no 3 ore.
Vorrei chiedervi: è un disturbo diffuso?
E se volessi parlarne con lei per cercare quantomeno di liberarmi un pochino, come potrei dirle?
Come uscire da questo labirinto?
Resto in attesa di un Vostro riscontro, ne ho un grande, grande bisogno.
Grazie.
Ho scritto un paio di giorni fa in merito ad una situazione che sto vivendo, ricevendo la cortese risposta della Dr.
Brunialti.
Vi scrivo nuovamente per chiedervi: è possibile che io abbia un DOC da relazione?
Espongo: io ho 23 anni, e da un paio di mesi sto con una ragazza di 16.
Lei è innamorata perdutamente di me, mi ripete sempre che ha trovato in me la speranza di una vita migliore e che riconosce in me una sorta di "principe azzurro", diciamo così.
Io sto bene con lei, e quindi sentendo queste cose dovrei toccare il cielo con un dito, ma la verità è che sono terribilmente in ansia e in paranoia.
Da un giorno all'altro, e praticamente senza un motivo valido, ho cominciato a farmi domande su di noi, domande del tipo: mi piace davvero?
La amo?
È quella giusta?
E se la lasciassi la farei soffrire?
Non so più cosa fare, vi chiedo un disperato aiuto.
Non riesco a capire come sia possibile che da un giorno all'altro il mio cervello abbia scatenato questi pensieri.
Da un lato penso che sarebbe meglio interrompere la relazione onde evitare che entrambi soffriamo di più, e dall'altro il pensiero di non vederla più, di non ricevere le sue carezze e i suoi baci mi consuma.
Ma è altrettanto vero che non posso assolutamente continuare così, pena la mia salute mentale e anche fisica, visto che la notte sto dormendo si e no 3 ore.
Vorrei chiedervi: è un disturbo diffuso?
E se volessi parlarne con lei per cercare quantomeno di liberarmi un pochino, come potrei dirle?
Come uscire da questo labirinto?
Resto in attesa di un Vostro riscontro, ne ho un grande, grande bisogno.
Grazie.
[#1]
Gentile utente,
la dottoressa Brunialti le ha già dato una risposta completa, formulando anche delle ipotesi sulle possibili cause del suo disagio. Le ha anche scritto che queste ipotesi, con altre che potrebbero scaturire da una valutazione dei suoi processi emotivo/cognitivi, andrebbero vagliate nel consulto con uno specialista.
La pretesa di molte persone di poter vedere da sole una realtà che invece richiede uno sguardo esterno mi fa sempre pensare al raccontino umoristico del barone di Munchhausen che si salvò da solo dalle sabbie mobili, afferrandosi per i capelli e tirando verso l'alto.
A dimostrare ulteriormente l'impossibilità di risolvere il suo problema senza un consulto diretto, lei stesso accenna due volte, nella precedente email, ad un grave problema familiare dopo il quale si sarebbero prodotti i dubbi e le incertezze tormentose su cui vorrebbe un responso.
Ora, non le sembra evidente che senza sapere nulla del trauma che ha subito, non possiamo, da qui, minimamente valutare l'impatto che ha avuto su di lei?
Pretenderebbe da un medico una diagnosi, rifiutando però di farsi visitare e fare analisi?
Ci rifletta.
la dottoressa Brunialti le ha già dato una risposta completa, formulando anche delle ipotesi sulle possibili cause del suo disagio. Le ha anche scritto che queste ipotesi, con altre che potrebbero scaturire da una valutazione dei suoi processi emotivo/cognitivi, andrebbero vagliate nel consulto con uno specialista.
La pretesa di molte persone di poter vedere da sole una realtà che invece richiede uno sguardo esterno mi fa sempre pensare al raccontino umoristico del barone di Munchhausen che si salvò da solo dalle sabbie mobili, afferrandosi per i capelli e tirando verso l'alto.
A dimostrare ulteriormente l'impossibilità di risolvere il suo problema senza un consulto diretto, lei stesso accenna due volte, nella precedente email, ad un grave problema familiare dopo il quale si sarebbero prodotti i dubbi e le incertezze tormentose su cui vorrebbe un responso.
Ora, non le sembra evidente che senza sapere nulla del trauma che ha subito, non possiamo, da qui, minimamente valutare l'impatto che ha avuto su di lei?
Pretenderebbe da un medico una diagnosi, rifiutando però di farsi visitare e fare analisi?
Ci rifletta.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Ex utente
Grazie mille per la risposta, Dottoressa.
Lei ha ragione, forse mi sto ostinando a cercare risposte a domande che non dovrei neanche pormi.
In questo momento non posso permettermi un percorso con un terapeuta, ma appena le cose si sistemeranno comincerò senz'altro a vedere uno specialista. L' unica persona a cui ho parlato di questo disagio è mia madre, anche se ero abbastanza titubante dal momento che non voglio mai farmi vedere sofferente da lei.
E mia madre mi ha detto che mi serve solamente del tempo, che adesso è come se fossi spento, come se avessi sopito tutte le mie emozioni. L' unico pensiero che mi aiuta è quello che mi fa dire "io non voglio perderla" e spero basti a calmare le acque prima di poter vedere uno specialista e fare un bel viaggio dentro me.
Lei ha ragione, forse mi sto ostinando a cercare risposte a domande che non dovrei neanche pormi.
In questo momento non posso permettermi un percorso con un terapeuta, ma appena le cose si sistemeranno comincerò senz'altro a vedere uno specialista. L' unica persona a cui ho parlato di questo disagio è mia madre, anche se ero abbastanza titubante dal momento che non voglio mai farmi vedere sofferente da lei.
E mia madre mi ha detto che mi serve solamente del tempo, che adesso è come se fossi spento, come se avessi sopito tutte le mie emozioni. L' unico pensiero che mi aiuta è quello che mi fa dire "io non voglio perderla" e spero basti a calmare le acque prima di poter vedere uno specialista e fare un bel viaggio dentro me.
[#3]
Gentile utente,
né la dottoressa Brunialti né io abbiamo parlato di "percorso" e di "terapeuta", ma di psicologo (meglio se esperto di coppie) e di consulto. Altrimenti avremmo fatto come chi suggerisse ad una persona coi sintomi del raffreddore di iniziare una chemioterapia da un oncologo.
Come purtroppo spesso avviene, quali siano le competenze e le funzioni dello psicologo è ignoto ai più. Colpa nostra, probabilmente: non spieghiamo abbastanza, lasciando che il pubblico attribuisca una funzione esclusivamente curativa al nostro intervento, e per non pubblicizzare il nostro lavoro lasciamo che gli ingannevoli blog di sedicenti "maestri di vita" o di counselor che non hanno mai fatto studi specialistici prendano il nostro posto.
Nel suo caso, il parere di uno psicologo, forse in un solo consulto, le potrebbe spiegare la causa dei pensieri che la turbano e soprattutto suggerirle una strategia di superamento; ma per fare questo senza scadere nel generico, che oltretutto è fuorviante, un colloquio diretto dovrebbe appurare certi elementi del suo carattere e della sua vicenda che danno un preciso significato alle sensazioni che prova.
In assenza di un contatto diretto, posso dirle che in generale una storia d'amore cominciata da pochi mesi, e per di più con una giovanissima, è lieve come una bolla di sapone e certamente non può fare da supporto ad eventuali sofferenze e traumi dei partner.
Del resto il legame tra partner, se è valido, si approfondisce col tempo, andando oltre l'iniziale euforia e il piacere di sentirsi amati. Ma il tempo bisogna appunto lasciarglielo: un tempo fatto di rispetto e attenzione alla situazione e alle rispettive età, come del resto la legge prescrive quando uno dei due è minorenne, e come prescrive anche il senso di responsabilità.
Auguri.
né la dottoressa Brunialti né io abbiamo parlato di "percorso" e di "terapeuta", ma di psicologo (meglio se esperto di coppie) e di consulto. Altrimenti avremmo fatto come chi suggerisse ad una persona coi sintomi del raffreddore di iniziare una chemioterapia da un oncologo.
Come purtroppo spesso avviene, quali siano le competenze e le funzioni dello psicologo è ignoto ai più. Colpa nostra, probabilmente: non spieghiamo abbastanza, lasciando che il pubblico attribuisca una funzione esclusivamente curativa al nostro intervento, e per non pubblicizzare il nostro lavoro lasciamo che gli ingannevoli blog di sedicenti "maestri di vita" o di counselor che non hanno mai fatto studi specialistici prendano il nostro posto.
Nel suo caso, il parere di uno psicologo, forse in un solo consulto, le potrebbe spiegare la causa dei pensieri che la turbano e soprattutto suggerirle una strategia di superamento; ma per fare questo senza scadere nel generico, che oltretutto è fuorviante, un colloquio diretto dovrebbe appurare certi elementi del suo carattere e della sua vicenda che danno un preciso significato alle sensazioni che prova.
In assenza di un contatto diretto, posso dirle che in generale una storia d'amore cominciata da pochi mesi, e per di più con una giovanissima, è lieve come una bolla di sapone e certamente non può fare da supporto ad eventuali sofferenze e traumi dei partner.
Del resto il legame tra partner, se è valido, si approfondisce col tempo, andando oltre l'iniziale euforia e il piacere di sentirsi amati. Ma il tempo bisogna appunto lasciarglielo: un tempo fatto di rispetto e attenzione alla situazione e alle rispettive età, come del resto la legge prescrive quando uno dei due è minorenne, e come prescrive anche il senso di responsabilità.
Auguri.
[#4]
Ex utente
La ringrazio nuovamente per il tempo dedicatomi.
Ho approfittato del tempo libero quest'oggi per fare una lunga chiacchierata con la mia ragazza.
Inizialmente lei non l'ha presa bene, e ha detto che se la amassi davvero non avrei questi dubbi.
Fortunatamente in seguito poi ha detto di volermi aiutare in qualsivoglia maniera, perché tiene a me prima come persona e poi come fidanzato.
Ha anche proposto di allontanarci per un po', il tempo di fare pace con me stesso, ma le ho risposto che secondo me non è la soluzione migliore, anzi, io vorrei passare più tempo possibile con lei proprio per cercare di far sparire questa maledetta confusione che mi sta rendendo la vita terribilmente complicata.
Credo che già il fatto di voler superare tutto questo per tornare a godermi a pieno la vita con lei sia indice del fatto che la considero la persona giusta.
In ogni caso, conto di uscirne quanto prima, e anche approfittarne per diventare una persona meno fragile.
Ho approfittato del tempo libero quest'oggi per fare una lunga chiacchierata con la mia ragazza.
Inizialmente lei non l'ha presa bene, e ha detto che se la amassi davvero non avrei questi dubbi.
Fortunatamente in seguito poi ha detto di volermi aiutare in qualsivoglia maniera, perché tiene a me prima come persona e poi come fidanzato.
Ha anche proposto di allontanarci per un po', il tempo di fare pace con me stesso, ma le ho risposto che secondo me non è la soluzione migliore, anzi, io vorrei passare più tempo possibile con lei proprio per cercare di far sparire questa maledetta confusione che mi sta rendendo la vita terribilmente complicata.
Credo che già il fatto di voler superare tutto questo per tornare a godermi a pieno la vita con lei sia indice del fatto che la considero la persona giusta.
In ogni caso, conto di uscirne quanto prima, e anche approfittarne per diventare una persona meno fragile.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.1k visite dal 08/11/2020.
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