Ricatti mentali

Buongiorno
Sono una mamma di un bimbo di 11 anni, ho 45 anni e sto con il mio compagno da 10 anni.

Questo rapporto con il mio compagno e’ stato sempre abbastanza carente, essendo un tipo abbastanza all’antica e ignorante su molti aspetti di un rapporto di coppia sano.

Non mi sono mai sentita una donna capita e amata e soprattuto rispettata.

Venendo al dunque, ho deciso di allontanarmi da da lui sia emotivamente che fisicamente.

Sentendosi evitato in questo modo da oltre un anno ha assunto nei miei confronti un comportamento disastroso, facendomi perdere il lavoro, avendone potere aziendale perché lavoravamo nella stessa azienda e varie violenze mentali che non sto qui ad elencare.

Mio figlio e’ il fulcro della sua situazione.

Da oltre un anno il mio compagno esprime al figlio e lo mette al corrente dei suoi malesseri.

Racconta al figlio che quando esco quelle poche volte per fare spesa, vado con altri uomini e faccio atti sessuali con più uomini, o fa delle telefonate in viva voce con i suoi amici mentre piange e racconta che io l’ho lasciato, o gli dice che si licenzierà dal lavoro per la sua situazione sentimentale.

Mio figlio inizia a soffrire di crisi di ansia, e da settembre non vuole andare a scuola, perché ha paura che mi succede qualcosa di brutto.

Ha ansia da separazione per la mia figura.

Attualmente sono corsa subito da una psicologa che lo sta aiutando a superare la fase.

Mi chiedo come può un uomo e padre avere questo comportamento in riserbo per un figlio?

Esiste un comportamento specifico per la quale un uomo si possa comportare in questo modo?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
parole e comportamenti del suo partner possono danneggiare un preadolescente. Per questo si avvalga delle indicazioni della psicologa a cui lo ha affidato.
Il papà biologico è un altro, a quel che vedo delle date. Questa persona è presente nella vita del figlio?
La psicologa le avrà detto che per crescere sereno, suo figlio deve sentirsi il più possibile protetto da almeno un genitore che però sia padrone della propria vita.
Su questo punto lei scrive cose non rassicuranti: "Non mi sono mai sentita una donna capita e amata e soprattutto rispettata" (non ha mai pensato ad una terapia di coppia?); inoltre "ho deciso di allontanarmi da lui sia emotivamente che fisicamente" (in pratica, ha negato al partner l'affetto e i contatti sessuali, tuttavia ha continuato a conviverci?); infine: "ha assunto nei miei confronti un comportamento disastroso, facendomi perdere il lavoro".
Mi pare ce ne sia abbastanza per decidere un allontanamento vero e la ricerca di un lavoro, signora. Altrimenti le "violenze mentali" di cui scrive, e quello che subisce suo figlio, non potranno che nuocere a tutto il nucleo familiare.
Non si tratta qui di capire se il suo partner soffra di uno specifico disturbo; questo lo avreste verificato in terapia di coppia, se aveste avuto l'accortezza di servirvene.
Occorre ora sottrarsi alla rassegnazione (o si tratta di altro?) per la quale, giovane e in grado di badare a sé stessa e a suo figlio, lei vive ancora con un partner con il quale condivide solo malevolenza.
Rifletta bene sulla situazione, e se crede ci scriva ancora. Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Grazie dottoressa, si lui è il padre biologico.
Diciamo per tutti questi anni e’ stato presente poco e niente, parlo sia a livello scolastico che affettivo.
Ma la situazione è degenerata da quando ho deciso di lasciarlo e lui si è rivalso con tutto questo.
Per ora non ho un lavoro e un bambino a casa e mantenere un equilibrio sano con il mio compagno e’ pressoché impossibile, visto che ad ogni mio rifiuto lui si avvale del bambino comportandosi come non deve.