Madre invasiva e ansiosa, padre assente e autoritario
Salve, volevo chiedervi un parere a riguardo della situazione che il mio ragazzo sta vivendo, e, che in realtà, ha da sempre vissuto.
Sua mamma è una donna ansiosa, l'ha sempre tenuto nella sua gabbia.
L'ha sempre riempito di domande assillanti e ansiose e preoccupazioni inutili, tanto che per lui era persino difficile entrare nella stessa stanza dove vi era lei per paura che gli dicesse con qualcosa.
Ha iniziato ad uscire con i suoi amici a 16 anni, e da lì sua mamma ha iniziato a scrivergli sempre, ininterrottamente, e a chiamarlo in continuazione.
Era così intensa ed assillante la cosa, sia in casa che fuori, che non voleva più uscire di casa e dalla camera per non doversela subire.
Suo papà è un uomo molto autoritario di cui lui ha sempre avuto molta soggezione, tant'è che le opinioni del padre se pure sbagliate, hanno influenzato completamente i pensieri del figlio, facendogli fare non quello che era il suo volere ma anzi, tutto il contrario, solo per il potere psicologico che il padre ha su di lui.
Il papà si dimostra disinteressato dal figlio, e vedo che lui cerca sempre l'approvazione, uno sguardo, una considerazione, che difficilmente gli viene concessa.
Lui ad oggi, a 19 anni, si rende conto che non vuole più essere trattato così, arrivando a diversi scontri con la madre, nei quali le dice di smetterla di assillarlo e che gli sta rovinando la vita, e in tutta risposta lei, in accordo col padre, l'hanno sbattuto fuori di casa per alcuni giorni, per poi riprenderlo a condizione che egli stesse ancora al loro trattamento.
Ci tengo a precisare che da piccolino lui era un bimbo molto timido e chiuso, non è mai andato da nessuna parte, che i suoi genitori non fanno altro che sminuire ciò che fa, la scelta di vita lavorativa, disprezzarlo, non ho mai sentito un complimento e di fatti lui ammette di non averne mai ricevuti...e che suo padre inizialmente era daccordo con il figlio sul fatto che la madre fosse troppo, ma ad oggi ha cambiato completamente orientamento difendendo le ragioni della madre.
Lui vorrebbe tanto cambiare per fregarsene e poter condurre una vita per lo più autonoma, da persona normale, ma quando richiede la libertà, poi, di fronte ai loro capricci, torna indietro e si fa trattare di nuovo come prima, ma lui mi confida che non conosce il motivo e che il suo volere è proprio quello di liberarsi di loro, ma quando si accorge di essere tornato indietro e di permettergli di avere ancora pieno controllo e potere sulla sua vita, è troppo tardi.
Sua mamma è una donna ansiosa, l'ha sempre tenuto nella sua gabbia.
L'ha sempre riempito di domande assillanti e ansiose e preoccupazioni inutili, tanto che per lui era persino difficile entrare nella stessa stanza dove vi era lei per paura che gli dicesse con qualcosa.
Ha iniziato ad uscire con i suoi amici a 16 anni, e da lì sua mamma ha iniziato a scrivergli sempre, ininterrottamente, e a chiamarlo in continuazione.
Era così intensa ed assillante la cosa, sia in casa che fuori, che non voleva più uscire di casa e dalla camera per non doversela subire.
Suo papà è un uomo molto autoritario di cui lui ha sempre avuto molta soggezione, tant'è che le opinioni del padre se pure sbagliate, hanno influenzato completamente i pensieri del figlio, facendogli fare non quello che era il suo volere ma anzi, tutto il contrario, solo per il potere psicologico che il padre ha su di lui.
Il papà si dimostra disinteressato dal figlio, e vedo che lui cerca sempre l'approvazione, uno sguardo, una considerazione, che difficilmente gli viene concessa.
Lui ad oggi, a 19 anni, si rende conto che non vuole più essere trattato così, arrivando a diversi scontri con la madre, nei quali le dice di smetterla di assillarlo e che gli sta rovinando la vita, e in tutta risposta lei, in accordo col padre, l'hanno sbattuto fuori di casa per alcuni giorni, per poi riprenderlo a condizione che egli stesse ancora al loro trattamento.
Ci tengo a precisare che da piccolino lui era un bimbo molto timido e chiuso, non è mai andato da nessuna parte, che i suoi genitori non fanno altro che sminuire ciò che fa, la scelta di vita lavorativa, disprezzarlo, non ho mai sentito un complimento e di fatti lui ammette di non averne mai ricevuti...e che suo padre inizialmente era daccordo con il figlio sul fatto che la madre fosse troppo, ma ad oggi ha cambiato completamente orientamento difendendo le ragioni della madre.
Lui vorrebbe tanto cambiare per fregarsene e poter condurre una vita per lo più autonoma, da persona normale, ma quando richiede la libertà, poi, di fronte ai loro capricci, torna indietro e si fa trattare di nuovo come prima, ma lui mi confida che non conosce il motivo e che il suo volere è proprio quello di liberarsi di loro, ma quando si accorge di essere tornato indietro e di permettergli di avere ancora pieno controllo e potere sulla sua vita, è troppo tardi.
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Gent.ma lettrice,
certamente lei vorrebbe aiutarlo ad affrontare questa situazione familiare ed è ammirevole l'interesse e l'affetto che prova verso di lui. Riterrei che il migliore e più funzionale aiuto che lei possa offrirgli in questo momento è convincerlo a cercare un aiuto professionale presso il consultorio familiare della città dove abitate. Un collega psicologo può aiutarlo a cambiare e a "condurre una vita per lo più autonoma".
Mille auguri e moltissimi auguri..
certamente lei vorrebbe aiutarlo ad affrontare questa situazione familiare ed è ammirevole l'interesse e l'affetto che prova verso di lui. Riterrei che il migliore e più funzionale aiuto che lei possa offrirgli in questo momento è convincerlo a cercare un aiuto professionale presso il consultorio familiare della città dove abitate. Un collega psicologo può aiutarlo a cambiare e a "condurre una vita per lo più autonoma".
Mille auguri e moltissimi auguri..
Dr.ssa Patrizia Pezzella
psicologa, psicoterapeuta
perfezionata in sessuologia clinica
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 7.8k visite dal 23/10/2020.
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