Come posso risolvere i miei conflitti interiori e imparare a prendere posizione nella vita ?
Buona sera, sono una ragazza giovane ed é da tempo che credo di avere problemi che non riesco più a risolvere.
Sono fidanzata da diverso tempo con un ragazzo fantastico che non mi fa mancare nulla.
I miei però non lo hanno mai accettato in quanto non ha momentaneamente nessuna posizione economica (é apprendista) e un ulteriore problema si pone nella religione della sua famiglia, motivo per cui i miei non lo vogliono. Lui ha anche un DSA e viene da una famiglia con problemi economici e anche questo si pone come ulteriore problema mettendoci il fatto che, poiché frequento l’università si pone un profondo divario culturale a loro parere e vorrebbero per me un ragazzo non solo stabile economicamente ma anche al mio pari. Purtroppo questo problema l’ho avuto anche nella precedente relazione: il mio ex non andava bene perché non adatto a me. Ho quasi come l’impressione che i miei genitori si ostinino a intromettersi nella mia vita e questo mi ha sempre creato un disagio profondissimo interiore. A volte non capisco se sono io che faccio scelte sbagliate, se sono io sbagliata, e questo mi ha portato più e più volte a rivalutare le mie relazioni. Ciononostante non mi sono mai privata delle mie amicizie, ho diversi amici ma da un paio di anni mi sento con un ragazzo in amicizia, già prima della relazione (che abita nella mia città natale nella quale vado spesso durante l’anno nei periodi di ferie) che studia all’università e anche sotto l’aspetto economico sta bene. Inutile dire che a mia mamma sarebbe piaciuto accanto a me un ragazzo del genere e mi rinfaccia più volte durante il giorno le mie scelte sbagliate. Questo ragazzo ha dimostrato più volte di provare un certo interesse, é un ragazzo molto intelligente, e non nascondo che probabilmente se fossi stata single forse mi sarei lasciata anche andare alle sue avances. Mi ha detto che se non fossi stata fidanzata lui con me avrebbe intrapreso sicuramente qualcosa, ma che aveva paura di legarsi a me essendo io impegnata. Fatto sta che ci ho costruito un bel rapporto di amicizia e mi sono affezionata, mi ha sostenuto per entrare all’università incoraggiandomi più volte. É un ragazzo talmente serio che non intraprende relazioni senza pensarci 10 volte e infatti mi sono un po’ turbata quando mi ha detto di essersi fidanzato. Il punto è che ci sono rimasta male, ho paura di essermi fatta scappare un’occasione, sia per il ragazzo in questione (difficile da trovare in tempi come oggi) ma anche per quanto riguarda i miei, so che è egoista da dire, ma smetterei di avere problemi se avessi un ragazzo così, mettendoci il fatto che poteva essere un mio potenziale interesse. La domanda è, perché ci sono rimasta male? Perché non ho il coraggio di affrontare le mie paure? In tutto questo aggiungo che litigo con i miei ogni giorno, tutto ciò mi sta portando ad aver paura di rimanere sola e a sentirmi schifosamente in colpa verso il mio ragazzo, mi sento egoista e soffro d’ansia per tutte queste pressioni
Sono fidanzata da diverso tempo con un ragazzo fantastico che non mi fa mancare nulla.
I miei però non lo hanno mai accettato in quanto non ha momentaneamente nessuna posizione economica (é apprendista) e un ulteriore problema si pone nella religione della sua famiglia, motivo per cui i miei non lo vogliono. Lui ha anche un DSA e viene da una famiglia con problemi economici e anche questo si pone come ulteriore problema mettendoci il fatto che, poiché frequento l’università si pone un profondo divario culturale a loro parere e vorrebbero per me un ragazzo non solo stabile economicamente ma anche al mio pari. Purtroppo questo problema l’ho avuto anche nella precedente relazione: il mio ex non andava bene perché non adatto a me. Ho quasi come l’impressione che i miei genitori si ostinino a intromettersi nella mia vita e questo mi ha sempre creato un disagio profondissimo interiore. A volte non capisco se sono io che faccio scelte sbagliate, se sono io sbagliata, e questo mi ha portato più e più volte a rivalutare le mie relazioni. Ciononostante non mi sono mai privata delle mie amicizie, ho diversi amici ma da un paio di anni mi sento con un ragazzo in amicizia, già prima della relazione (che abita nella mia città natale nella quale vado spesso durante l’anno nei periodi di ferie) che studia all’università e anche sotto l’aspetto economico sta bene. Inutile dire che a mia mamma sarebbe piaciuto accanto a me un ragazzo del genere e mi rinfaccia più volte durante il giorno le mie scelte sbagliate. Questo ragazzo ha dimostrato più volte di provare un certo interesse, é un ragazzo molto intelligente, e non nascondo che probabilmente se fossi stata single forse mi sarei lasciata anche andare alle sue avances. Mi ha detto che se non fossi stata fidanzata lui con me avrebbe intrapreso sicuramente qualcosa, ma che aveva paura di legarsi a me essendo io impegnata. Fatto sta che ci ho costruito un bel rapporto di amicizia e mi sono affezionata, mi ha sostenuto per entrare all’università incoraggiandomi più volte. É un ragazzo talmente serio che non intraprende relazioni senza pensarci 10 volte e infatti mi sono un po’ turbata quando mi ha detto di essersi fidanzato. Il punto è che ci sono rimasta male, ho paura di essermi fatta scappare un’occasione, sia per il ragazzo in questione (difficile da trovare in tempi come oggi) ma anche per quanto riguarda i miei, so che è egoista da dire, ma smetterei di avere problemi se avessi un ragazzo così, mettendoci il fatto che poteva essere un mio potenziale interesse. La domanda è, perché ci sono rimasta male? Perché non ho il coraggio di affrontare le mie paure? In tutto questo aggiungo che litigo con i miei ogni giorno, tutto ciò mi sta portando ad aver paura di rimanere sola e a sentirmi schifosamente in colpa verso il mio ragazzo, mi sento egoista e soffro d’ansia per tutte queste pressioni
[#1]
Gentile Utente,
il suo racconto è molto denso e le sue domande andrebbero accolte in uno spazio più adeguato, ma provo ugualmente a darle degli spunti di riflessione. Credo che ci siano due questioni differenti che ci pone all'attenzione ed è bene diversificarle per evitare di fare confusione:
- L'intrusione dei suoi genitori nelle sue scelte di vita
- La sua relazione di coppia
Lei è giovane, ma è in un'età in cui i confini tra sé e i suoi genitori dovrebbero essere più marcati. Forse Lei ha ragione, effettivamente i suoi genitori vogliono farle sentire le proprie opinioni e vorrebbero che lei li accontentasse assecondando i loro pareri. Ma deve domandarsi, è questo che Lei vuole? A parole ci dice di no, ma svincolarsi da rapporti invischiati non è facile, ci vuole molto impegno! E Lei è esattamente nella fase di vita in cui si compie questo complesso compito di sviluppo.
Può provare a mettere Lei dei confini, concreti ed emotivi: può evitare di coinvolgere i suoi genitori, o farlo in misura minore, negli aspetti più personali della sua vita, come le relazioni sentimentali ad esempio. Può provare ad ascoltarsi e chiedersi come mai Lei dà così tanto peso a ciò che i suoi le dicono, al punto da provare questo "profondissimo disagio interiore", come Lei lo chiama?
Non pensa di essere in grado di valutare da sola che persona può farla stare bene? Ha un'età in cui ci si sperimenta molto nelle relazioni di coppia e di amicizia e le ricordo che le relazioni le vive Lei, non i suoi genitori.
La sua paura di rimanere sola mi fa pensare a quanto possa essere difficile per Lei legarsi a qualcuno non ben voluto a casa sua. Quale scelta deve compiere? Sola con i suoi genitori e con un fidanzato scelto da loro oppure sola con il ragazzo da Lei scelto, senza l'approvazione dei genitori? Pare che l'una debba escludere l'altra e ogni scelta la scontenta, ma non è così. Non sarebbe meglio scegliere un fidanzato disinteressandosi di cosa pensano i propri genitori? Può provare a lavorare in questa direzione se Lei lo vuole.
Arriviamo al secondo tema:
Da quanto ci scrive, mi sembra che stia aggrovigliando più del dovuto la questione, anche qui facendo confusione tra ciò che pensa Lei e ciò che le suggerisce sua madre. Provi a domandarsi, cosa vuole Lei? L'interesse verso il suo amico è dovuto ad un voler vivere più serenamente le pressioni familiari andando verso un modello più consono alle aspettative di sua madre? E' dovuto a dei dubbi sulla sua relazione attuale? C'è altro?
Provi a riflettere e ad ascoltarsi e si dia tempo.
Io resto a disposizione qualora ne avesse bisogno
Cordialmente
il suo racconto è molto denso e le sue domande andrebbero accolte in uno spazio più adeguato, ma provo ugualmente a darle degli spunti di riflessione. Credo che ci siano due questioni differenti che ci pone all'attenzione ed è bene diversificarle per evitare di fare confusione:
- L'intrusione dei suoi genitori nelle sue scelte di vita
- La sua relazione di coppia
Lei è giovane, ma è in un'età in cui i confini tra sé e i suoi genitori dovrebbero essere più marcati. Forse Lei ha ragione, effettivamente i suoi genitori vogliono farle sentire le proprie opinioni e vorrebbero che lei li accontentasse assecondando i loro pareri. Ma deve domandarsi, è questo che Lei vuole? A parole ci dice di no, ma svincolarsi da rapporti invischiati non è facile, ci vuole molto impegno! E Lei è esattamente nella fase di vita in cui si compie questo complesso compito di sviluppo.
Può provare a mettere Lei dei confini, concreti ed emotivi: può evitare di coinvolgere i suoi genitori, o farlo in misura minore, negli aspetti più personali della sua vita, come le relazioni sentimentali ad esempio. Può provare ad ascoltarsi e chiedersi come mai Lei dà così tanto peso a ciò che i suoi le dicono, al punto da provare questo "profondissimo disagio interiore", come Lei lo chiama?
Non pensa di essere in grado di valutare da sola che persona può farla stare bene? Ha un'età in cui ci si sperimenta molto nelle relazioni di coppia e di amicizia e le ricordo che le relazioni le vive Lei, non i suoi genitori.
La sua paura di rimanere sola mi fa pensare a quanto possa essere difficile per Lei legarsi a qualcuno non ben voluto a casa sua. Quale scelta deve compiere? Sola con i suoi genitori e con un fidanzato scelto da loro oppure sola con il ragazzo da Lei scelto, senza l'approvazione dei genitori? Pare che l'una debba escludere l'altra e ogni scelta la scontenta, ma non è così. Non sarebbe meglio scegliere un fidanzato disinteressandosi di cosa pensano i propri genitori? Può provare a lavorare in questa direzione se Lei lo vuole.
Arriviamo al secondo tema:
Da quanto ci scrive, mi sembra che stia aggrovigliando più del dovuto la questione, anche qui facendo confusione tra ciò che pensa Lei e ciò che le suggerisce sua madre. Provi a domandarsi, cosa vuole Lei? L'interesse verso il suo amico è dovuto ad un voler vivere più serenamente le pressioni familiari andando verso un modello più consono alle aspettative di sua madre? E' dovuto a dei dubbi sulla sua relazione attuale? C'è altro?
Provi a riflettere e ad ascoltarsi e si dia tempo.
Io resto a disposizione qualora ne avesse bisogno
Cordialmente
Dr.ssa Valeria Mazzilli
Psicologa Clinica
Via San Giacomo, 15 Napoli
cel. 3895404108
[#2]
Utente
Salve dottoressa, gentilissima ad avermi risposto in un lasso di tempo così breve..ecco, il problema è esattamente questo. Da un lato vivo questo disagio interiore perché le dico con franchezza che casa mia è diventata invivibile,si parla ogni giorno di questa situazione. L’unica soluzione sarebbe andare via di casa ma non ho la posizione economica per poterlo fare momentaneamente e quindi vivo male tutto. Da un lato quindi mia madre e dall’altro sicuramente le preoccupazioni per il mio futuro dal momento che, seppure con questo ragazzo vivo una favola , ho paura di un futuro dove potrei avere problemi di vario genere, come più e più volte mi fa notare mia madre, in primis a livello economico e purtroppo anche se mi duole ammetterlo nella precedente relazione mia mamma ha avuto un po’ di ragione , ma ovviamente l’Io interrotta per problemi interni della coppia, non sicuramente per mia madre. A volte ho i miei dubbi anche sulla coppia proprio per questo aspetti del rapporto , ma non al punto di mandare a monte la relazione perché nonostante tutto io penso di amare davvero il mio ragazzo. Io alla fine anche se a volte anche lui è un po’ immaturo, ci sto bene . I miei lo giudicano oltre che per i vari problemi che le ho citato anche per l’aspetto fisico. Si figuri che persino una conoscenza tempo fa si permise di intromettersi dicendo che in pratica secondo lei io dovevo lasciarlo perché meriterei di meglio essendo più brava più bella ecc, mettono bocca nella mia vita persone che a mio vedere dovrebbero solo tacere ..ciononostante anche i pareri esterni a volte mi destabilizzano e mi mettono a pensare, e già io sono di natura una ragazza insicura in più ricevo pressioni esterne che non aiutano per nulla! Paure.. soprattutto per il fattore religione, continuano a volermi inculcare l’idea secondo cui stando con lui io diventerò come lui (che tra l’altro neanche si preoccupa della religione della sua famiglia) e continuano a ripetermi che non lo accetteranno mai in casa..per quanto riguarda il mio amico beh, certamente non è scattato un qualcosa di sentimentale vero e proprio però penso che è un ragazzo molto in gamba e anche se da amico ho paura di perderlo perché ragazzi così maturi se ne trovano davvero pochi, glie lo posso assicurare .. è davvero intelligente e riflessivo,un tratto della sua personalità sicuramente affascinante e che quasi oserei dire che ricercherei nel mio prototipo di ragazzo ideale. Ma ovviamente a livello emotivo non ho mai intrapreso nulla con lui, quindi sotto quell’aspetto rimane un po’ un interrogativo. Forse la mia è solo curiosità nei suoi confronti, non saprei..
[#3]
Gentile Utente,
mi scuso per il ritardo con il quale le rispondo. Avendo avuto un po' di tempo in più per pensare a ciò che le dava pensiero, ne approfitto però per chiederle: come va la situazione a casa sua, le liti continuano ad esserci, così come il suo malessere?
Ripropongo la divisione delle due questioni come le avevo già posto precedentemente:
-Per quanto riguarda la relazione con il suo ragazzo, mi sembra che Lei abbia già bene in mente quali sono i punti di forza e quali invece sono i limiti della vostra relazione. Le suggerirei la cosa più naturale da fare: viversi la sua storia secondo il suo sentire, senza troppi condizionamenti da parte di terzi, chissà, poi con il tempo potrebbe pentirsene se li seguisse ciecamente. Lei è giovane, il pensiero ed il timore per un eventuale progetto di vita futuro c'è e lo capisco, ma se lascia che questa prevalga è come se avesse già effettuato una scelta, pur non scegliendo, non le pare? Si viva la favola, se c'è, se prevale altro si faccia qualche domanda in più.
-Rispetto alla relazione con sua madre, invece, le ripeto la parola chiave: confini. Lei è una giovane adulta e non più una ragazzina, è importante che senta che ci siano dei confini tra lei e sua madre, sia per ciò che concerne informazioni della sua vita privata, ma soprattutto per arginare il forte invischiamento emotivo che sente quando percepisce sua madre come intrusiva. Facile a dirsi, molto meno a farsi.
Io le suggerisco di valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo, qualora sentisse il bisogno di uno spazio per esprimere il suo disagio e il suo malessere. Se ha sentito importanti queste questioni di cui le ho parlato, potrebbe valutare di iniziare un percorso psicologico nella direzione della separazione dai suoi genitori, verso una maggiore individualità propria.
Ci pensi e si prenda tempo per pensare
Le faccio i migliori auguri e resto a disposizione qualora ne avesse bisogno
Cordialmente
mi scuso per il ritardo con il quale le rispondo. Avendo avuto un po' di tempo in più per pensare a ciò che le dava pensiero, ne approfitto però per chiederle: come va la situazione a casa sua, le liti continuano ad esserci, così come il suo malessere?
Ripropongo la divisione delle due questioni come le avevo già posto precedentemente:
-Per quanto riguarda la relazione con il suo ragazzo, mi sembra che Lei abbia già bene in mente quali sono i punti di forza e quali invece sono i limiti della vostra relazione. Le suggerirei la cosa più naturale da fare: viversi la sua storia secondo il suo sentire, senza troppi condizionamenti da parte di terzi, chissà, poi con il tempo potrebbe pentirsene se li seguisse ciecamente. Lei è giovane, il pensiero ed il timore per un eventuale progetto di vita futuro c'è e lo capisco, ma se lascia che questa prevalga è come se avesse già effettuato una scelta, pur non scegliendo, non le pare? Si viva la favola, se c'è, se prevale altro si faccia qualche domanda in più.
-Rispetto alla relazione con sua madre, invece, le ripeto la parola chiave: confini. Lei è una giovane adulta e non più una ragazzina, è importante che senta che ci siano dei confini tra lei e sua madre, sia per ciò che concerne informazioni della sua vita privata, ma soprattutto per arginare il forte invischiamento emotivo che sente quando percepisce sua madre come intrusiva. Facile a dirsi, molto meno a farsi.
Io le suggerisco di valutare la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo, qualora sentisse il bisogno di uno spazio per esprimere il suo disagio e il suo malessere. Se ha sentito importanti queste questioni di cui le ho parlato, potrebbe valutare di iniziare un percorso psicologico nella direzione della separazione dai suoi genitori, verso una maggiore individualità propria.
Ci pensi e si prenda tempo per pensare
Le faccio i migliori auguri e resto a disposizione qualora ne avesse bisogno
Cordialmente
[#4]
Utente
Gentile dottoressa, grazie è molto gentile non si preoccupi per il ritardo. Si forse è questo il problema, che mia madre non ha mai rispettato le mie decisioni e detto sinceramente sono 4 anni che vivo in perenne guerra con lei, dato che anche prima di questo povero ragazzo ne avevo un altro con cui ho passato gli stessi guai. Io da sola non ho la minima idea di come si mettano i confini, anche perché appena mi sento oppressa e insultata tendo più che altro a rispondere male, mettermi sulla difensiva e non so stare zitta o ignorare, siccome parlare civilmente non va bene perché mia mamma si chiude le orecchie, allora l’unica cosa spontanea che mi viene è aggredire verbalmente allo stesso modo in cui lei lo fa con me . So che è sbagliato..Poi lei mi vede ancora bambina, spesso si mette nelle orecchie e non la finisce più , mi offende continuamente anche se so che non lo fa con cattiveria ma probabilmente per spronarmi a far scelte che LEI reputa giuste per me, senza minimamente preoccuparsi di come sto io . Io penso che mia madre si sia pentita delle sue scelte di vita e queste sue frustrazioni le sta proiettando su di me che sono la figlia. È un circolo vizioso e non ho idea di come si faccia ad uscirne. Più sto in casa e più mi sento opprimere e mancare l’aria , mi deve credere io sto bene solo quando sono fuori casa. Quando sono in casa mi metto a pensare, sto male, e infatti tante volte mi martellano sull’orario. Non solo il fidanzato ma anche gli orari. Io non ho la minima idea di cosa sia giusto e cosa no, se mi comporti male come dicono i miei o bene come dicono le persone al di fuori. Non ne parlo con nessuno e se ci provo non mi sento realmente capita. Mia mamma è veramente pesante dottoressa, secondo me lei in primis avrebbe bisogno di un aiuto. Oltre il fatto che ce l’ha con la famiglia del mio ragazzo e spesso si comporta male pure con loro, facendo capire la sua ignoranza a 360 gradi. Lei non accetta il rapporto è intanto ci finisco io di mezzo alle discussioni per colpa sua, la mamma del mio ragazzo mi ha accolta come una figlia e giustamente si sente a disagio con i comportamenti ostili di mia madre, io davanti a questo non posso difendere mia madre , perché purtroppo spesso e volentieri non ha ragione e si comporta male pure con loro, rende evidente ciò, poi però è colpa mia perché se non stessi con lui questi problemi per lei non ci sarebbero, ecco perché mi pesa tutto. Capisce che mi ritrovo sempre con i genitori del mio ragazzo che mi chiedono perché nonostante siano passati degli anni mia madre ancora non accetti la situazione e io non so cosa dirgli? Come si può difendere una persona che si fa passare per maleducata? E mi dispiace dirlo, nonostante si tratti di mia madre, ma è vero. Quando vede il mio ragazzo o la sua famiglia gli gira la faccia e non saluta nessuno anche se il mio ragazzo la saluta, poi si stupisce se non la sopportano, dopodiché si può dire che mia mamma gli rivolge la parola solo se deve lamentarsi di me e del figlio, degli orari , del covid, che dobbiamo vederci meno ecc. ma mai rivolgersi a loro per creare un rapporto quantomeno civile. Si stupisce se il mio ragazzo poi nei suoi confronti (giustamente) si difende , sostenendo che preferiva il ragazzo precedente (dopo che lo criticava quanto questo attuale) poiché quello precedente stava zitto davanti alle mancanze di rispetto di mia madre, per rigor di logica dovrebbe fare altrettanto l’attuale ragazzo secondo lei, in quanto i suoceri e i genitori vanno rispettati a prescindere, si rende conto di che situazione vivo? . Io mi ritrovo ad invidiare quelle mie amiche che hanno un rapporto da amiche con le mamme, sinceramente non ho idea di cosa significhi, mia mamma neanche mi chiede come sto e io per orgoglio mi comporto allo stesso modo con lei. Non ho mai ricevuto una carezza negli ultimi anni o una parola di conforto, se si tratta di successi scolastici magari si, per il resto sempre a buttar fango sulle mie scelte e sulla mia vita in generale paragonandola a quella di altre persone. Poi per l’appunto questo covid non aiuta per nulla mi deve credere. Mi sta massacrando psicologicamente la situazione con mia mamma e pure la storia del covid, tra mia mamma che è paranoica e io. In casa si discute per il nulla, mia mamma sempre contro e mio padre non prende mai una reale posizione. Sono stufa ,mollerei tutto e me ne andrei chissà dove, mollerei il mio ragazzo solo perché così vivrebbe anche lui in pace una volta per tutte, sarebbe sicuramente più felice con un’altra famiglia che lo apprezzi anziché la mia. Va avanti da anni questa cosa delle disapprovazioni da parte dei miei genitori. Non so come uscirne, io vorrei anche andare dalla psicologa , mi dica lei, un consultorio della mia città potrebbe essere utile ? Solo che con la storia del covid non so neanche se si possa andare, io sinceramente le dico la verità , preferirei un consultorio perché lo psicologo privato non so se me lo posso permettere, anche perché non so quante sedute ci vorrebbero nel mio caso. Lei cosa mi consiglia di fare dunque ?
[#5]
Gentile Utente,
comprendo la rabbia, il senso di frustrazione e il bisogno di essere riconosciuta come persona autonoma nei pensieri, nelle scelte e nelle decisioni che Lei prende per sé stessa. Mi sembra che sia stremata da questa situazione che va avanti da tanto.
Quello che posso dirle è di non aspettarsi un cambiamento da parte di sua madre, non è in suo potere riuscire a farla diventare la madre che vorrebbe che fosse, in questo modo farebbe solo lo stesso gioco di sua mamma, cercare invano di sperare che quella persona si trasformi in ciò che non è.
Quello che può fare però è lavorare su di sé, affinché queste situazioni le facciano meno male possibile e riesca a viverle più serenamente.
Data la sua giovane età immagino sia difficile sostenere le spese di un percorso psicologico da sola, le consiglio di cercare consultori psicologici territoriali che generalmente o sono gratuiti o hanno dei costi estremamente contenuti, alla portata di tutti. Google sicuramente può illuminarla su questo, o in alternativa si rivolga al suo medico di base dicendogli che vorrebbe effettuare dei colloqui con uno psicologo, sono sicura che riuscirà a trovare l'aiuto di cui ha bisogno. Nonostante il momento di grande emergenza sanitaria le sedute psicologiche in presenza continuano ad esserci, non si preoccupi di questo
Le auguro di star bene, si prenda cura di sé e del proprio benessere.
Ci faccia sapere e se ne avesse ancora bisogno può scriverci.
Cordialmente
comprendo la rabbia, il senso di frustrazione e il bisogno di essere riconosciuta come persona autonoma nei pensieri, nelle scelte e nelle decisioni che Lei prende per sé stessa. Mi sembra che sia stremata da questa situazione che va avanti da tanto.
Quello che posso dirle è di non aspettarsi un cambiamento da parte di sua madre, non è in suo potere riuscire a farla diventare la madre che vorrebbe che fosse, in questo modo farebbe solo lo stesso gioco di sua mamma, cercare invano di sperare che quella persona si trasformi in ciò che non è.
Quello che può fare però è lavorare su di sé, affinché queste situazioni le facciano meno male possibile e riesca a viverle più serenamente.
Data la sua giovane età immagino sia difficile sostenere le spese di un percorso psicologico da sola, le consiglio di cercare consultori psicologici territoriali che generalmente o sono gratuiti o hanno dei costi estremamente contenuti, alla portata di tutti. Google sicuramente può illuminarla su questo, o in alternativa si rivolga al suo medico di base dicendogli che vorrebbe effettuare dei colloqui con uno psicologo, sono sicura che riuscirà a trovare l'aiuto di cui ha bisogno. Nonostante il momento di grande emergenza sanitaria le sedute psicologiche in presenza continuano ad esserci, non si preoccupi di questo
Le auguro di star bene, si prenda cura di sé e del proprio benessere.
Ci faccia sapere e se ne avesse ancora bisogno può scriverci.
Cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.7k visite dal 20/10/2020.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su DSA: Disturbi Specifici dell'Apprendimento
DSA (Disturbi Specifici dell'Apprendimento): come si riconoscono e come attivare i BES (Bisogni Educativi Speciali) secondo la Legge 107/2010.