Angoscia esistenziale di morte, esistenza, ci siamo e non ci siamo
Gentili dottori. Ancora una volta chiedo un consulto online. Sento di essere entrato in angoscia. Come ho scritto nell'altro consulto
https: //www. medicitalia. it/consulti/psicologia/793455-pensieri-ossessivi-della-morte-angoscia-esistenziale-fortissima-nostalgia-percezione-della-realta. html
ho 22 anni e tendo sempre ad indagare e ad immedisimarmi con troppa sensibilità a ciò che penso e in questo periodo ho pensato in maniera ansiogena e ossessiva a tutto ciò che riguarda le malattie, la morte, la relatività dell'esistenza, l'idea di essere anime singolari e vite uniche gettate nell'unicità della propria esistenza (coordinate esistenzialistiche), ci siamo e non ci siamo, che senso ha la vita, la solitudine dopo il lutto dei propri familiari, la conduzione di un passato condotto con persone che non saranno nel mio futuro, il disgregarsi di corpi dopo la morte e l'avvertita angoscia di polvere che prima era vita... tutto questo pensato insieme mi ha scaraventato in un cupo e grigio stato di angoscia esistenziale. Rafforzato anche dalle miriadi di ricerche che facevo su internet, i video che guardavo, le notizie che mi informavo. Lo so, sono andato in angoscia. E' angoscia la mia. Ne sono sicuro. Ho ingoiato troppo e ne sono stato risucchiato e ho toccato il fondo. Rimango lucido e cosciente, sono in uno stato cosciente ma il mio animo è stato inondato di disperazione. Per favore, non sono parole vuote, vorrei risuonino con tutta la propria forza. Ieri sera, di sabato, son uscito con un mio amico della mia età e all'inizio della serata io avevo uno stato tendente al depresso, nel mezzo della serata - a causa del chiacchiericico e dell'atmosfera piacevole - mi sono "ripreso" ma potevo sentire che sotto sotto albergava il seme dell'angoscia, verso fine serata, per andare a casa, ecco che in macchina la depressione ritorna, lo stomaco comincia ad essere gonfio e pieno di nuovo, inappetente e depresso, mi confido con lui, mi ero spiegato il giorno prima con lui via Whatsapp ma verso la fine della serata in macchina la prendeva ancora leggera, fino a che non mi sono spiegato e lui mi ha preso sul serio. Collegando forse il mio fatto con esperienze sue vissute in famiglia (sua madre ha sofferto di depressione e l'ha superata, suo padre la sofferenza per il lutto del fratello, etc.. ) mi ha detto cose che mi hanno fatto stare bene, in tono serio, maturo e rassicurante mi diceva cose tipo "è come se tu stia combattendo con il tuo mostro", "sono cose che ti cambiano e non devi più pensare a tornare indietro ma a come sarai dopo" e alla fine se ne esce con cose "ti invidio", "è prematuro che stia accadendo", "non accadono a tutti", "è come se tu fossi un passo più avanti di me". Questo instillò in me il seme di una speranza in quanto mi ha invertito "il nero in bianco" e mi diede manforte a quell'idea che tengo anch'io sotto sotto che la mia situazione fosse superabile e che può essere l'inizio di una radicale trasformazione e per tutta la nottata riuscivo a ridere e a riavere le mie emozioni e mi scivolavano meglio le cose di dosso come pensieri intrusivi. Il giorno dopo, oggi, mi sveglio bene... fino a quando l'umore va sempre a scendere e scendere di pomeriggio e la sera.. uno stato d'animo angoscioso ritorna su di me e piango spesso.. quasi a credere non ci sia via d'uscita perché da dove è venuta là se ne deve andare e quindi dovrò rivalutare l'idea della morte e tutto ciò che ho pensato, che ho assorbito e attraverso la quale ORA filtro la realtà in modo quasi automatica. Mi alterno tra depressione profonda e duratura a momenti (solo 2 per ora, il 1 quello dell'amico) in cui io "esco". La seconda volta è stata quando nel pomeriggio, dietro la macchina mi appoggiavo sul ventre di mia mamma con le lacrime agli occhi, facendo forza con la mia volontà ne uscì in un secondo da quello stato d'animo che più passava il tempo più inspiegabilmente mi rattristiva (e ogni giorno sta succedendo) ma è stato debole perché dopo 1 oretta l'umore stava già calando di nuovo. Quando ne ero fuori cercavo di "raccattare quanti piu strumenti possibili" per quando rientrerò, perché so bene che quando c'è pioggia è difficilissimo immaginare il sole. Voglio compagnia, forse ne ho bisogno. Voglio stare con mia mamma quando mi angoscio, anche se io sembra non pensare effettivamente alla morte e a nulla, io avverto la tristezza della finitudine e pian piano l'umore cala. Non c'è più un pensiero in testa, forse sensazioni o immagini intrusive, ma il "momento" del pensiero ossessivo è passato. Ora sto esperendo solo questa brutta, bruttissima bestia che a 22 anni mi sta segnando cosi drasticamente. Dottori. Se ne può uscire dall'angoscia esistenziale di morte e di tutte queste cose? Per favore. Devo chiedere un counseling filosofico? Un incontro con uno psichiatra? Una psicoterapia? L'amico mi ha potuto risollevare perché mi ha ribaltato l'idea che io ho della situazione ma non le cause (pensieri ai limiti dell'esistenza) che l'hanno generata, quindi per questo ritorna, vero? Cosa devo fare? Per favore. E' terrificante. So che gli psicofarmaci non mi aiuteranno perché ci sarà comunque un postumo calo, cosi come una buona chiacchierata mi ha fatto riprendere ma non mi ha curato. Devo forse pareggiare i conti con le stesse su cui ragionai quando entrai in angoscia?
https: //www. medicitalia. it/consulti/psicologia/793455-pensieri-ossessivi-della-morte-angoscia-esistenziale-fortissima-nostalgia-percezione-della-realta. html
ho 22 anni e tendo sempre ad indagare e ad immedisimarmi con troppa sensibilità a ciò che penso e in questo periodo ho pensato in maniera ansiogena e ossessiva a tutto ciò che riguarda le malattie, la morte, la relatività dell'esistenza, l'idea di essere anime singolari e vite uniche gettate nell'unicità della propria esistenza (coordinate esistenzialistiche), ci siamo e non ci siamo, che senso ha la vita, la solitudine dopo il lutto dei propri familiari, la conduzione di un passato condotto con persone che non saranno nel mio futuro, il disgregarsi di corpi dopo la morte e l'avvertita angoscia di polvere che prima era vita... tutto questo pensato insieme mi ha scaraventato in un cupo e grigio stato di angoscia esistenziale. Rafforzato anche dalle miriadi di ricerche che facevo su internet, i video che guardavo, le notizie che mi informavo. Lo so, sono andato in angoscia. E' angoscia la mia. Ne sono sicuro. Ho ingoiato troppo e ne sono stato risucchiato e ho toccato il fondo. Rimango lucido e cosciente, sono in uno stato cosciente ma il mio animo è stato inondato di disperazione. Per favore, non sono parole vuote, vorrei risuonino con tutta la propria forza. Ieri sera, di sabato, son uscito con un mio amico della mia età e all'inizio della serata io avevo uno stato tendente al depresso, nel mezzo della serata - a causa del chiacchiericico e dell'atmosfera piacevole - mi sono "ripreso" ma potevo sentire che sotto sotto albergava il seme dell'angoscia, verso fine serata, per andare a casa, ecco che in macchina la depressione ritorna, lo stomaco comincia ad essere gonfio e pieno di nuovo, inappetente e depresso, mi confido con lui, mi ero spiegato il giorno prima con lui via Whatsapp ma verso la fine della serata in macchina la prendeva ancora leggera, fino a che non mi sono spiegato e lui mi ha preso sul serio. Collegando forse il mio fatto con esperienze sue vissute in famiglia (sua madre ha sofferto di depressione e l'ha superata, suo padre la sofferenza per il lutto del fratello, etc.. ) mi ha detto cose che mi hanno fatto stare bene, in tono serio, maturo e rassicurante mi diceva cose tipo "è come se tu stia combattendo con il tuo mostro", "sono cose che ti cambiano e non devi più pensare a tornare indietro ma a come sarai dopo" e alla fine se ne esce con cose "ti invidio", "è prematuro che stia accadendo", "non accadono a tutti", "è come se tu fossi un passo più avanti di me". Questo instillò in me il seme di una speranza in quanto mi ha invertito "il nero in bianco" e mi diede manforte a quell'idea che tengo anch'io sotto sotto che la mia situazione fosse superabile e che può essere l'inizio di una radicale trasformazione e per tutta la nottata riuscivo a ridere e a riavere le mie emozioni e mi scivolavano meglio le cose di dosso come pensieri intrusivi. Il giorno dopo, oggi, mi sveglio bene... fino a quando l'umore va sempre a scendere e scendere di pomeriggio e la sera.. uno stato d'animo angoscioso ritorna su di me e piango spesso.. quasi a credere non ci sia via d'uscita perché da dove è venuta là se ne deve andare e quindi dovrò rivalutare l'idea della morte e tutto ciò che ho pensato, che ho assorbito e attraverso la quale ORA filtro la realtà in modo quasi automatica. Mi alterno tra depressione profonda e duratura a momenti (solo 2 per ora, il 1 quello dell'amico) in cui io "esco". La seconda volta è stata quando nel pomeriggio, dietro la macchina mi appoggiavo sul ventre di mia mamma con le lacrime agli occhi, facendo forza con la mia volontà ne uscì in un secondo da quello stato d'animo che più passava il tempo più inspiegabilmente mi rattristiva (e ogni giorno sta succedendo) ma è stato debole perché dopo 1 oretta l'umore stava già calando di nuovo. Quando ne ero fuori cercavo di "raccattare quanti piu strumenti possibili" per quando rientrerò, perché so bene che quando c'è pioggia è difficilissimo immaginare il sole. Voglio compagnia, forse ne ho bisogno. Voglio stare con mia mamma quando mi angoscio, anche se io sembra non pensare effettivamente alla morte e a nulla, io avverto la tristezza della finitudine e pian piano l'umore cala. Non c'è più un pensiero in testa, forse sensazioni o immagini intrusive, ma il "momento" del pensiero ossessivo è passato. Ora sto esperendo solo questa brutta, bruttissima bestia che a 22 anni mi sta segnando cosi drasticamente. Dottori. Se ne può uscire dall'angoscia esistenziale di morte e di tutte queste cose? Per favore. Devo chiedere un counseling filosofico? Un incontro con uno psichiatra? Una psicoterapia? L'amico mi ha potuto risollevare perché mi ha ribaltato l'idea che io ho della situazione ma non le cause (pensieri ai limiti dell'esistenza) che l'hanno generata, quindi per questo ritorna, vero? Cosa devo fare? Per favore. E' terrificante. So che gli psicofarmaci non mi aiuteranno perché ci sarà comunque un postumo calo, cosi come una buona chiacchierata mi ha fatto riprendere ma non mi ha curato. Devo forse pareggiare i conti con le stesse su cui ragionai quando entrai in angoscia?
[#1]
Gentile utente,
solo ieri Lei ha scritto lo stesso Consulto,
e ha ricevuto una risposta ricca e articolata dalla Collega;
E tre giorni prima in area Psichiatria.
Come vede l'effetto della rassicurazione e/o dell'online dura poco.
Accetti l'invito ricevuto ripetutamente a chiedere aiuto psicologico di persona.
Ha gà prenotato la visita psichiatrica, ponga alla Specialista tutte le domande che ha rivolto a noi: di persona è meglio.
Avremmo potuto attendere che il suo consulto venisse respinto in quanto ripetitivo,
ma ho voluto nuovamente farLe presente le regole e la logica che guidano questo Blog.
Dott. Brunialti
solo ieri Lei ha scritto lo stesso Consulto,
e ha ricevuto una risposta ricca e articolata dalla Collega;
E tre giorni prima in area Psichiatria.
Come vede l'effetto della rassicurazione e/o dell'online dura poco.
Accetti l'invito ricevuto ripetutamente a chiedere aiuto psicologico di persona.
Ha gà prenotato la visita psichiatrica, ponga alla Specialista tutte le domande che ha rivolto a noi: di persona è meglio.
Avremmo potuto attendere che il suo consulto venisse respinto in quanto ripetitivo,
ma ho voluto nuovamente farLe presente le regole e la logica che guidano questo Blog.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.5k visite dal 18/10/2020.
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