Perchè sono così confusa?
Gentili dottoresse/dottori,
Circa 4 mesi fa è venuto a mancare mio padre, è successo tutto in fretta: da febbraio a giugno e nel mezzo c'è stato anche il lockdown per cui per due mesi circa non ho potuto vederlo in quanto i miei genitori sono separati.
è successo in fretta, ma comunque almeno in parte nel corso degli ultimi due mesi io mi ero preparata al fatto che sarebbe finita così, tutti mi dicevano di sperare ma io sono molto razionale e quindi cercavo di "prepararmi".
Le cose sono peggiorate in pochissimo tempo, due settimane e puff non c'era più.
All'inizio e nel corso di quest'estate ho reagito abbastanza bene, ovviamente avevo dei momenti in cui ero triste e piangevo disperata ma ultimamente è come se mi stessi lasciando andare, è come se stessi lasciando andare tutto il mio "essere forte" dei mesi passati.
Mi capita di essere tranquilla e felice poi ripenso a determinati momenti o mi capita di vedere una sua foto e piango, odio piangere perché vorrei ricordarmi di lui ed essere felice, non piangere disperatamente ogni volta.
Mi da fastidio essere così debole, non avere il controllo delle mie emozioni.
A questo si aggiunge il fatto che quest'estate in un momento in cui stavo particolarmente male ho chiamato il mio ex ragazzo, e da quel momento ci siamo sentiti ogni tanto, lui è una pagina speciale della mia vita e mi sono resa conto che non è ancora conclusa e che non voglio/posso concluderla.
Sono fidanzata da diversi anni, e quindi questo mi ha portato a farmi molte domande ad esempio perchè ho avuto bisogno del mio ex e non del mio ragazzo?
Questa situazione mi confonde e mi ha portata ad interrogarmi anche sul rapporto che ho con il mio attuale ragazzo.
Ho paura però di fare passi sbagliati perchè sento di essere confusa in tutto, di non avere il controllo e questo mi destabilizza, non capisco se devo allontanarmi dal mio attuale ragazzo o meno, non so come fare per pensare a mio padre e sorridere, non so come non prendermela con me stessa ogni volta che piango.
Grazie per l'attenzione, spero che possiate darmi degli spunti su cui riflettere.
Circa 4 mesi fa è venuto a mancare mio padre, è successo tutto in fretta: da febbraio a giugno e nel mezzo c'è stato anche il lockdown per cui per due mesi circa non ho potuto vederlo in quanto i miei genitori sono separati.
è successo in fretta, ma comunque almeno in parte nel corso degli ultimi due mesi io mi ero preparata al fatto che sarebbe finita così, tutti mi dicevano di sperare ma io sono molto razionale e quindi cercavo di "prepararmi".
Le cose sono peggiorate in pochissimo tempo, due settimane e puff non c'era più.
All'inizio e nel corso di quest'estate ho reagito abbastanza bene, ovviamente avevo dei momenti in cui ero triste e piangevo disperata ma ultimamente è come se mi stessi lasciando andare, è come se stessi lasciando andare tutto il mio "essere forte" dei mesi passati.
Mi capita di essere tranquilla e felice poi ripenso a determinati momenti o mi capita di vedere una sua foto e piango, odio piangere perché vorrei ricordarmi di lui ed essere felice, non piangere disperatamente ogni volta.
Mi da fastidio essere così debole, non avere il controllo delle mie emozioni.
A questo si aggiunge il fatto che quest'estate in un momento in cui stavo particolarmente male ho chiamato il mio ex ragazzo, e da quel momento ci siamo sentiti ogni tanto, lui è una pagina speciale della mia vita e mi sono resa conto che non è ancora conclusa e che non voglio/posso concluderla.
Sono fidanzata da diversi anni, e quindi questo mi ha portato a farmi molte domande ad esempio perchè ho avuto bisogno del mio ex e non del mio ragazzo?
Questa situazione mi confonde e mi ha portata ad interrogarmi anche sul rapporto che ho con il mio attuale ragazzo.
Ho paura però di fare passi sbagliati perchè sento di essere confusa in tutto, di non avere il controllo e questo mi destabilizza, non capisco se devo allontanarmi dal mio attuale ragazzo o meno, non so come fare per pensare a mio padre e sorridere, non so come non prendermela con me stessa ogni volta che piango.
Grazie per l'attenzione, spero che possiate darmi degli spunti su cui riflettere.
[#1]
Gentile Utente,
l'esperienza luttuosa richiede tempo per essere "digerita", ed in quel mentre è naturale attraversare parentesi di fragilità che ciascuno spegne recuperando contesti/relazioni che su quella fragilità hanno potere. La figura del suo ex ragazzo sembra possedere significati profondi che ad oggi fatica a comprendere, ma che generano una corrente interna che ciclicamente la riportano a lui. Sta vivendo ciò però con la pressione di una scelta tra lui e il suo attuale ragazzo, ma mi sembra che a muoverla non siano sentimenti amorosi, ma di vicinanza e supporto.
Nel precedente consulto che ha richiesto si è descritta come persona razionale, e forse proprio sulla scorta di questa razionalità fatica a comprendere emozioni tanto complesse come quelle che sta attraversando, e che la portano a chiedersi già oggi di sorridere al pensiero di papà, o di etichettare come "amore insufficiente" la ricerca di conforto (non di amore/sessualità) con una figura importante del suo passato, e reputata incompatibile con il presente.
In altri termini, mi chiederei: ho altro modo di avere questo conforto?
Questi sono temi che potrebbe affrontare in una psicoterapia, e potrebbero restituire piena consapevolezza al suo agire.
Un caro saluto
l'esperienza luttuosa richiede tempo per essere "digerita", ed in quel mentre è naturale attraversare parentesi di fragilità che ciascuno spegne recuperando contesti/relazioni che su quella fragilità hanno potere. La figura del suo ex ragazzo sembra possedere significati profondi che ad oggi fatica a comprendere, ma che generano una corrente interna che ciclicamente la riportano a lui. Sta vivendo ciò però con la pressione di una scelta tra lui e il suo attuale ragazzo, ma mi sembra che a muoverla non siano sentimenti amorosi, ma di vicinanza e supporto.
Nel precedente consulto che ha richiesto si è descritta come persona razionale, e forse proprio sulla scorta di questa razionalità fatica a comprendere emozioni tanto complesse come quelle che sta attraversando, e che la portano a chiedersi già oggi di sorridere al pensiero di papà, o di etichettare come "amore insufficiente" la ricerca di conforto (non di amore/sessualità) con una figura importante del suo passato, e reputata incompatibile con il presente.
In altri termini, mi chiederei: ho altro modo di avere questo conforto?
Questi sono temi che potrebbe affrontare in una psicoterapia, e potrebbero restituire piena consapevolezza al suo agire.
Un caro saluto
Dr. Alessio Vellucci
www.miodottore.it/alessio-vellucci/psicologo-psicoterapeuta-psicologo-clinico/roma
[#2]
Utente
Grazie dottore per la sua pronta risposta,
Lei ha detto che la mia razionalità mi porta non riuscire a comprendere bene le emozioni che sto provando, e in questo sono totalmente d'accordo, inoltre come esempio ha portato: "etichettare come un amore insufficiente la ricerca di conforto con una figura importante del suo passato, incompatibile con il presente".
Le volevo chiedere cosa intende proprio con l'etichettare "amore insufficiente" la ricerca di conforto.
Grazie ancora!
Lei ha detto che la mia razionalità mi porta non riuscire a comprendere bene le emozioni che sto provando, e in questo sono totalmente d'accordo, inoltre come esempio ha portato: "etichettare come un amore insufficiente la ricerca di conforto con una figura importante del suo passato, incompatibile con il presente".
Le volevo chiedere cosa intende proprio con l'etichettare "amore insufficiente" la ricerca di conforto.
Grazie ancora!
[#3]
Gentile Utente,
E' un piacere.
Intendevo che, da ciò che racconta, la ricerca del suo ex ragazzo nasce per trovare conforto alla fragilità che la recente scomparsa di papà genera, ma lei sembra viverlo come un "amore risvegliato", e ciò le fa dubitare di amare realmente il suo attuale ragazzo. In altre parole si è generato un dualismo automatico che sembra imporle una scelta, ma leggendo le sue parole l'impressione è che i due ragazzi abitino dimensioni differenti. La sua razionalità potrebbe al momento impedirle di comprendere le sfumature di questi bisogni che prova, e cedere alla pressione di mettere l'etichetta di "fidanzato" ad uno solo dei due, mentre uno è un amante, l'altro sembra solo incarnare il conforto di una persona cara.
Se poi in realtà lei sente che i sentimenti verso il suo ex ragazzo sono anche di amore/attrazione allora le domande da porsi sono altre ed in questo lei stessa ha già avviato una riflessione molto utile al riguardo.
E' un piacere.
Intendevo che, da ciò che racconta, la ricerca del suo ex ragazzo nasce per trovare conforto alla fragilità che la recente scomparsa di papà genera, ma lei sembra viverlo come un "amore risvegliato", e ciò le fa dubitare di amare realmente il suo attuale ragazzo. In altre parole si è generato un dualismo automatico che sembra imporle una scelta, ma leggendo le sue parole l'impressione è che i due ragazzi abitino dimensioni differenti. La sua razionalità potrebbe al momento impedirle di comprendere le sfumature di questi bisogni che prova, e cedere alla pressione di mettere l'etichetta di "fidanzato" ad uno solo dei due, mentre uno è un amante, l'altro sembra solo incarnare il conforto di una persona cara.
Se poi in realtà lei sente che i sentimenti verso il suo ex ragazzo sono anche di amore/attrazione allora le domande da porsi sono altre ed in questo lei stessa ha già avviato una riflessione molto utile al riguardo.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 817 visite dal 18/10/2020.
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