Infatuazioni virtuali periodiche
Salve a tutti, sono un ragazzo di quasi 30 anni che soffre di disturbi psichici da quando ne aveva 10.
La mia domanda riguarda un fenomeno che tende a manifestarsi periodicamente: l'infatuazione virtuale.
Per farla breve sono in cura per depressione, ansia terrificante immotivata, fobia sociale e disturbi ossessivi-compulsivi.
Sono chiuso in casa da anche più anni.
In pratica, non sono mai riuscito a vivere una vita normale a causa delle patologie di cui sopra.
Ho sempre avuto molte difficoltà a legare con gli altri, difatti sono sempre stato solissimo.
Tornando al punto principale del discorso, guardando programmi televisivi di una certa durata mi capita sempre (involontariamente) di individuare una ragazza e lentamente inizia una specie di legame tra me e la ragazza stessa.
Sia chiaro, non posso farci nulla.
Ovviamente sono cosciente del fatto che l'intera questione non sia "normale", ed è questo aspetto che mi fa soffrire come un dannato.
Sento, appunto, un sentimento che non ha motivo di esistere.
Penso al soggetto giorno e notte, io sono completamente impotente di fronte ad una follia simile.
C'è, però, una particolarità che ha contraddistinto tutte le infatuazioni virtuali che ho subito: non penso alla ragazza in chiave erotica, mai.
Chiaramente non mi dispiacerebbe perché sono sempre state bellissime ragazze, ma non sento la necessità di pensarla masturbandomi per esempio.
È solo un vincolo psicologico, che vorrei poter relazionare alle patologie delle quali ho parlato all'inizio del messaggio.
Non ce la faccio più, ho sopportato 10 anni di malattie e non so spiegarmi come io abbia fatto a conservare lucidità mental da vendere.
Sono ancora "vivo" solo perché non ho mai tentato di togliermi la vita per codardia, se avessi avuto il fegato di farlo mi sarei già suicidato tanti anni fa.
Mi piacerebbe avere un riscontro da parte di esperti in materia, questo è tutto.
Mi scuso per la lunghezza del messaggio, ma ho voluto spiegare nei dettagli quello che mi ha ucciso dentro.
Vi ringrazio per l'attenzione, a presto.
La mia domanda riguarda un fenomeno che tende a manifestarsi periodicamente: l'infatuazione virtuale.
Per farla breve sono in cura per depressione, ansia terrificante immotivata, fobia sociale e disturbi ossessivi-compulsivi.
Sono chiuso in casa da anche più anni.
In pratica, non sono mai riuscito a vivere una vita normale a causa delle patologie di cui sopra.
Ho sempre avuto molte difficoltà a legare con gli altri, difatti sono sempre stato solissimo.
Tornando al punto principale del discorso, guardando programmi televisivi di una certa durata mi capita sempre (involontariamente) di individuare una ragazza e lentamente inizia una specie di legame tra me e la ragazza stessa.
Sia chiaro, non posso farci nulla.
Ovviamente sono cosciente del fatto che l'intera questione non sia "normale", ed è questo aspetto che mi fa soffrire come un dannato.
Sento, appunto, un sentimento che non ha motivo di esistere.
Penso al soggetto giorno e notte, io sono completamente impotente di fronte ad una follia simile.
C'è, però, una particolarità che ha contraddistinto tutte le infatuazioni virtuali che ho subito: non penso alla ragazza in chiave erotica, mai.
Chiaramente non mi dispiacerebbe perché sono sempre state bellissime ragazze, ma non sento la necessità di pensarla masturbandomi per esempio.
È solo un vincolo psicologico, che vorrei poter relazionare alle patologie delle quali ho parlato all'inizio del messaggio.
Non ce la faccio più, ho sopportato 10 anni di malattie e non so spiegarmi come io abbia fatto a conservare lucidità mental da vendere.
Sono ancora "vivo" solo perché non ho mai tentato di togliermi la vita per codardia, se avessi avuto il fegato di farlo mi sarei già suicidato tanti anni fa.
Mi piacerebbe avere un riscontro da parte di esperti in materia, questo è tutto.
Mi scuso per la lunghezza del messaggio, ma ho voluto spiegare nei dettagli quello che mi ha ucciso dentro.
Vi ringrazio per l'attenzione, a presto.
[#1]
Caro utente
Ha descritto una sua situazione molto complessa, dove già da anni è in cura.
Premettendo che sarà in cura da uno psicologo e uno psichiatra e che deve riferire a loro quanto detto che la potranno sostenere a migliorare questa difficoltà. Fatte queste doverose premesse, credo che in qualche modo il fatto che lei è rinchiuso in casa da anni centri qualcosa con il suo bisogno di evadere con fantasie virtuali. Da questo punto di vista forse accoglierei questa sua esigenza di fare un passo avanti nella sua situazione è di farsi supportare (anche con progetti specifici) nel recuperare almeno nel possibile la sua vita e perché no, in un futuro poter vivere anche una sua vita sessuale con un partner reale.
Le auguro tutto il meglio, sarà una strada complessa e a volte dolorosa, ma la porterà verso un qualcosa di più soddisfacente.
Ha descritto una sua situazione molto complessa, dove già da anni è in cura.
Premettendo che sarà in cura da uno psicologo e uno psichiatra e che deve riferire a loro quanto detto che la potranno sostenere a migliorare questa difficoltà. Fatte queste doverose premesse, credo che in qualche modo il fatto che lei è rinchiuso in casa da anni centri qualcosa con il suo bisogno di evadere con fantasie virtuali. Da questo punto di vista forse accoglierei questa sua esigenza di fare un passo avanti nella sua situazione è di farsi supportare (anche con progetti specifici) nel recuperare almeno nel possibile la sua vita e perché no, in un futuro poter vivere anche una sua vita sessuale con un partner reale.
Le auguro tutto il meglio, sarà una strada complessa e a volte dolorosa, ma la porterà verso un qualcosa di più soddisfacente.
Cordialmente
Dr. Gianfranco Fabiano
Specializzando in Psicoterapia Breve strategica
3407617782
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta, sinceramente parlando non credo si possa fare molto considerando il fatto che non sono mai stato "normale". Anche all'idea di un cambiamento radicale (anche se in positivo) mi sento terrorizzato, con una sensazione a livello fisico che si manifesta all'altezza dello stomaco (non so esattamente come spiegarlo, ma credo che abbia capito cosa intendo). Se aggiungiamo il fatto che non ho neanche più la volontà e la voglia di diventare "normale", il quadro è ben indirizzato verso la fine. L'unico rimpianto sarebbe quello di non aver tentato seriamente di fare qualcosa. Terapia con farmaci a parte, l'ansia in particolare mi ha sempre negato di poter essere messo nelle condizioni di affrontare il problema. Ma questo dovrebbe essere lo scopo di uno psichiatra, se non sbaglio (?). Forse cure troppo leggere e situazione presa sottogamba hanno infierito sull'aggravamento di una situazione già disastrosa. Immagino non sia difficile per lei individuare i punti cruciali che mi hanno prosciugato di qualsiasi volontà di cambiamento. In definitiva, non riesco né a vivere né a morire.
[#3]
Mi dispiace per lei leggere che a 30 anni abbia già gettato la spugna. Se io dovessi immaginarmi nella situazione di dover affrontare la prova di scalare l'Everest, se mi immaginassi su una parete rocciosa a 7000 metri di altezza, sarei anche io terrorizzato. Ma per potermi trovare in quella situazione, prima mi devo immaginare tutti i passaggi che mi porterebbe su quella parete rocciosa. Cioè se lei si immagina già "guarito" Lo credo bene che questa scena la possa spaventare, ma deve iniziare a capire nella sua situazione quali potrebbe essere i primi passi da condurre per uscire dalla sua condizione.
Come già ha compreso avendo esperienze, come psicologo di questo tipo, so perfettamente la difficoltà insita in tutto quello che le ho detto. Ma lei nell'arco degli anni si è creato una gabbia, sicuramente rassicurante, ma dentro ad una gabbia, per quanto confortevole possa essere è sempre una gabbia.
Quando deciderà di evolvere, lo comunichi all'equipe che la segue, forse potrete trovare quei piccoli passi che le permettano di uscire dalla gabbia.
Le auguro tutta la forza del mondo per affrontare tutto ciò.
Come già ha compreso avendo esperienze, come psicologo di questo tipo, so perfettamente la difficoltà insita in tutto quello che le ho detto. Ma lei nell'arco degli anni si è creato una gabbia, sicuramente rassicurante, ma dentro ad una gabbia, per quanto confortevole possa essere è sempre una gabbia.
Quando deciderà di evolvere, lo comunichi all'equipe che la segue, forse potrete trovare quei piccoli passi che le permettano di uscire dalla gabbia.
Le auguro tutta la forza del mondo per affrontare tutto ciò.
[#4]
Utente
Sono le esperienze di vita mancate che hanno influito negativamente sulla mia psiche. Voglio dire, 10 anni. 3650 e rotti giorni. Hanno lasciato una voragine talmente ampia che non potrei mai riempire, purtroppo la mente umana non è un computer con il quale si possono individuare i ricordi di situazioni indescrivibili a parole per quanto mi abbiano fatto soffrire, radunarli in una cartella e gettarla nel cestino. Non ho idea di come un essere umano possa lasciarsi alle spalle tutto il periodo e invertire la rotta dopo un arco di tempo così prolungato, ho saltato il decennio che va dai 20 ai 30 anni nel quale una persona getta basi concrete per il proprio futuro (o almeno ci prova). Non essendo poi stato mai "normale" (senza ansie, estroverso, avere degli amici etc... neanche in età scolare elementare per dire), non so neanche come si faccia a diventare qualcuno che è l'esatto opposto. La prego di scusarmi per la lunghezza dei messaggi, ma voglio essere chiarissimo su ogni punto.
Grazie infinite per la risposta e per gli auguri.
Grazie infinite per la risposta e per gli auguri.
[#7]
Caro utente, provi a confrontarsi con chi la sta seguendo per questo suo aggravarsi, così da definire possibili cambi di terapie o di modalità di affrontare il problema nella psicoterapia.
Le sono vicino nella sua sofferenza.
Le auguro tanta forza per ritirarsi su.
Le sono vicino nella sua sofferenza.
Le auguro tanta forza per ritirarsi su.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 1.4k visite dal 13/10/2020.
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