Mi ha lasciato in piena pandemia, non riesco ad andare avanti e ho paura del futuro

Sono stata lasciata dopo due anni di una relazione che reputavo bellissima ma che col tempo mi sono resa conto non fosse affatto perfetta.
Ero molto diversa da lui.

La motivazione principale è che io programmo troppo il futuro, si sentiva un po' oppresso dal mio programmare, mentre lui non ha ancora le idee chiare sulla sua vita e su cosa vuole fare; inoltre abbiamo desideri diversi, ad esempio io penso - non ne sono certa - ma almeno ho il desiderio di sposarmi e avere dei figli, lui no.

Io ho quasi 25 anni e sto frequentando il secondo anno di un corso di laurea magistrale, poi vorrei cercare lavoro in Francia (e lui non era sicuro di volermi seguire), lui ne ha 24 e frequenta la triennale, gli mancano ancora alcuni esami.

Non spiegherò qui le altre motivazioni per cui è finita, sarebbe troppo lunga, spiegherò piuttosto come mi sento perché mi sento crollare il mondo addosso.

Ero, e sono tuttora, innamoratissima, e ora mi sento una sfigata che vede fallire a soli 25 anni la sua terza relazione lunga (la prima dai 15 ai 16 anni, la seconda dai 18 ai 20, la terza appunto dai 23 ai 25).

Ma il problema principale non è questo: ho sempre trovato modo di reagire e riprendermi; lavorerò su ciò che non è andato e su me stessa.

Ma come distrarmi?

Voglio davvero laurearmi e inseguire i miei sogni, ma le lezioni online mi distraggono facilmente.

Quasi sempre chiusa in casa, ogni tanto esco, vedo qualche amico, non posso neanche rifugiarmi in un abbraccio che se no si rischia il contagio.

Ho paura del futuro, della crisi economica imminente, dei cambiamenti climatici (è giusto mettere al mondo un bambino in questa situazione?) , di non riuscire a realizzare i miei sogni, trovare un lavoro che mi piace, fruttuoso, trovare l'uomo della vita, costruirmi una famiglia.

Ho paura che questo mondo stia indissolubilmente crollando lentamente e che il futuro che attende la mia generazione è tutto fuorché roseo, probabilmente la nostra vita sarà breve.

Forse dovrei vivere più nel presente, ma non ho stimoli se non studiare, a fatica, e sperare di realizzare i miei sogni.

Col nuovo DPCM non posso neanche festeggiare il mio compleanno tra 17 giorni.

Mi sento vuota, vedo il presente completamente nero, senza possibilità di reagire, di sfogo o divertimento.
Il futuro lo vedo ancora più nero.
Ho paura di andare in depressione.
Come posso fare?
[#1]
Dr.ssa Valeria Mazzilli Psicologo 286 13
Gentile Utente,
posso comprendere che effetto abbiano avuto e hanno su di lei questi mesi. Il Covid ci sta facendo vivere una situazione del tutto nuova, in cui risulta complicato programmare a lunga scadenza e per Lei così orientata al futuro può essere davvero difficile da sostenere. Le paure di cui parla sono tutte connesse all'incertezza, all'ignoto, al non sapere come guardare al proprio futuro e non poter conoscere cosa ci sarà domani. Purtroppo dobbiamo fare i conti con il fatto che non riusciamo ad avere tutto sotto controllo.
Mi racconti com'è il suo presente. Cosa studia? Come passa le sue giornate? Riesce a raccontare ai suoi amici o alla sua famiglia come si sente?
Per quanto riguarda la sua relazione finita, mi colpiscono diverse cose: perché pensa di essere una "sfigata" se la sua relazione di coppia, in cui sapevate di essere diversi e avere desideri diversi, è finita? E poi, da cosa deve distrarsi? Dalla delusione d'amore, dal non avere più una persona accanto? Dallo studio?
La sua richiesta porta in sé molte domande e il suo malessere e le sue emozioni meriterebbero uno spazio adeguato per essere ascoltati. Valuti se è il caso di parlare con uno psicologo delle sue difficoltà.
Resto a sua disposizione se ne avesse ancora bisogno

Dr.ssa Valeria Mazzilli
Psicologa Clinica
Via San Giacomo, 15 Napoli
cel. 3895404108

[#2]
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Gent.ma Dottoressa,
Innanzitutto la ringrazio perché mi sono un po' su col morale da questa Sua risposta. Purtroppo questi giorni sono stati molto duri, ho anche la tendenza a essere ipercritica con me stessa e oltre alla normale tristezza derivante dalla relazione finita con una persona che ritenevo "l'uomo della mia vita" ma che ho probabilmente idealizzato, si sono messe anche delle paure di aver sbagliato troppe cose, di ripetere errori che facevo in passato. Ho con chi parlare (amici e familiari, specialmente con mia madre e mio fratello con cui vivo e ho un bellissimo rapporto) talvolta mi consolano, altre sono un po' più duri e lo so che lo fanno per il mio bene, però purtroppo spesso riesco a prendere solo il negativo dalle loro parole e tendo a incolparmi di cose che ho fatto che reputo abbastanza normali se si è innamorati ma che non vorrei aver avuto fatto (non credo che i problemi riescano a vedersi con lucidità da subito). Per due anni mi sono molto chiusa perché ritenevo la relazione perfetta e ogni problema tendevo a nasconderlo e a non raccontarlo a nessuno per paura potessero criticare il mio ormai ex ragazzo. Però lui mi ha sempre rispettata, non era violento con me né psicologicamente né fisicamente con me anzi, era molto dolce e mi trattava bene ma eravamo molto diversi su alcuni aspetti importanti e su alcune idee e questo spesso portava a incomprensioni serie.
Tornando alle Sue domande.

Penso di essere una sfigata perché vedo che molte persone della mia età hanno meno relazioni e durano invece è la terza mia relazione lunga che fallisce... So che è irrazionale e tante persone restano nelle relazioni per abitudine e magari sono infelici ma ho paura di non trovare mai davvero qualcuno con cui duri ed essere felice. I miei genitori hanno un rapporto stupendo che ho sempre sognato e vorrei un rapporto come il loro. Ovviamente anche loro hanno i loro problemi ma li riescono sempre a superare e ci hanno cresciuti benissimo a me e mio fratello. Ho sempre sognato di avere anche io questo, un domani.

Per quanto riguarda le mie giornate... Sto frequentando il corso di laurea magistrale in Traduzione letteraria Francese, tutto online. Passo le giornate tra lo schermo del pc e del cellulare tra lezioni online, chat, serie tv o film e leggo un po' i libri per i prossimi esami che farò (non imminenti, la prossima sessione è a febbraio). Ogni tanto esco con degli amici. Vorrei reagire, iscrivermi in palestra o cercarmi un lavoretto ma dove vivo, in Campania, l'ultimissima ordinanza vieta qualsiasi cosa, praticamente. E' dura reagire stando quasi sempre chiusi in casa. Io poi tendo a praticare "l'overthinking" e se passo troppo tempo da sola e inattiva, si amplifica. Vorrei distrarmi dalla delusione d'amore... Non dallo studio, assolutamente. Anzi è una spinta per andare avanti, anche se per ora è ancora dura concentrarsi.

Vorrei tanto andare da uno psicologo ma non posso permettermelo economicamente. Magari posso attivarmi per cercare uno psicologo dell'ASL che è un percorso più economico da affrontare. Ma è possibile in questo periodo? Anche in Campania? Se un nuovo lockdown chiude tutto da un momento all'altro?

La ringrazio ancora.
Cordialmente
[#3]
Dr.ssa Valeria Mazzilli Psicologo 286 13
Mi dispiace sapere che sono stati giorni difficili e sono lieta di sapere che parlare con qualcuno le ha dato un seppur minimo sollievo.
E' interessante questo overthinking di cui parla, sarebbe interessante capire che pensieri ricorrenti ha, su cosa pone più spesso la sua attenzione e soprattutto che sensazioni le provoca.
Per quanto riguarda la sua relazione finita, il rischio di idealizzare troppo il partner e appunto, la relazione di coppia, è quello di non riuscire a vedere nell'altro l'esistenza di piccoli e grandi difetti di umana imperfezione e accusarne poi improvvisamente la delusione, vivendola in maniera più amplificata. Mi pare che così sia stato per lei. Sarebbe interessante esplorare anche le altre 2 relazioni finite di cui parla e vedere le motivazioni per le quali sono terminate.
Concludo mostrandole un ultimo aspetto: il suo essere "ipercritica" come si definisce, può da un lato aiutarla a migliorare, mi sembra di capire che ritorna molto sulle questioni per capire cosa non è andato per il verso giusto e in più la sento una persona molto determinata negli obiettivi che si prefigge di raggiungere, come i successi universitari. D'altra parte però, può essere l'altra faccia di quella che lei ha giustamente chiamato idealizzazione. O vede tutto perfetto o, appunto, vede e sente di "aver sbagliato troppe cose", come Lei dice, e si critica, forse, troppo ingiustamente.
Rispetto alla possibilità di iniziare un percorso psicologico, sì, ci sono le ASL, Consultori di enti e associazioni territoriali, Centri clinici a prezzi convenzionati e, infine, Scuole di Specializzazione in Psicoterapia che offrono la possibilità di iniziare un percorso in maniera totalmente gratuita. Noi psicologi non abbiamo mai interrotto la nostra attività, nel caso di impossibilità a recarsi fisicamente ai colloqui esiste la modalità in remoto, con colloqui online. Cambia il setting ma la finalità e la validità resta la stessa.
Le auguro una buona serata
Cordialmente
[#4]
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Salve di nuovo,
La ringrazio ancora perché dai Suoi messaggi sto iniziando un po' a vedere "il lato positivo", la ringrazio per aver detto che sono una persona determinata, infatti è una virtù che mi riconosco, inoltre il mio essere molto critica con me stessa, il fatto di analizzare il passato e ciò che non è andato, se non mi abbatte può solo migliorarmi. Credo di aver capito già da un bel po', indipendentemente da questa storia finita, quali sono i lati del mio carattere su cui dover lavorare molto: il perfezionismo (inteso non solo in ambito di studio/lavoro, ma anche nelle relazioni interpersonali, soprattutto sentimentali, e nel mio modo di approcciarmi alle cose... va bene migliorarsi, ma bisogna anche perdonarsi i propri errori, siamo umani...) e la paura del giudizio degli altri (in fondo solo io so che cosa è meglio per me stessa e devo smettere di interpretare male messaggi detti per il mio bene ma che da persone care a volte interpreto come un "non cresci mai"). I problemi li conosco... E so anche che sono irrazionali... Ma mi risulta sempre molto difficile trovare un modo per affrontarli.
Per quanto riguarda le relazioni passate, non so se è il caso di parlarne in questa sede, soprattutto la prima mi ha lasciato traumi non indifferenti e sono riuscita a parlare con persone care di cose che mi sono successe durante quella relazione solo dopo molto tempo e ho anche omesso delle cose che mi tengo ancora dentro. In questi otto anni da quando è finita sento di essere cresciuta su tante cose, su tante altre mi sembra di non farlo mai. E odio dirmi "sono fatta così". Vorrei sempre migliorarmi e provare ad essere felice, o almeno soddisfatta della mia vita, un giorno.
Del resto il mio ultimo ragazzo mi ha sempre trattata bene quindi non sono incappata in una relazione con una persona che mi trattava male (facendo un super riassunto della mia prima relazione...) come mi succedeva in passato. Sento che relazione dopo relazione ho imparato qualcosa. Eppure "la volta buona" sembra non arrivare mai. Tra l'altro col mio ultimo ragazzo pensavo davvero di essere felice, mi ha regalato momenti bellissimi. Mi rispettava, mi amava, era dolce con me, affettuoso, credeva in me, mi spronava in tutto quello che facevo, avevamo interessi comuni, insieme ci divertivamo. Ma ha presente quando si vogliono cose troppo diverse della vita, quando ci si mettono elementi esterni a ostacolare la relazione, o ci sono difetti dell'altro che proviamo a tollerare ma proprio non ci riusciamo? Ecco. E succedeva da entrambe le parti. Questo ha portato a svariati litigi, spesso anche pesanti in cui ha provato a lasciarmi senza mai riuscirci. Dopo l'ultimo pesante litigio di novembre scorso sembravamo cresciuti su tante cose, poi la vita si è messa in mezzo, lui non voleva la stessa vita che volevo io, e insomma non è andata. Mi risulta ancora difficile accettarlo.
Mi scusi ancora se ne approfitto scrivendo molto qui, valuterò la possibilità di iniziare un percorso psicologico ma mi crede, data la pandemia la voglia di attivarmi per cercare uno psicologo in maniera gratuita o quasi non c'è per niente (so che è più difficile rispetto a prenotare un appuntamento con uno psicologo privato, per cui basta una telefonata). Potrei iniziare un percorso a pagamento, ma dovrei attingere a risparmi che potrebbero servirmi per il mio futuro, al momento non sto lavorando (ho fatto lavoretti in passato che ora non posso fare più per via della pandemia) e la mia situazione economica familiare non è delle migliori...

La ringrazio ancora
Buona serata
[#5]
Dr.ssa Valeria Mazzilli Psicologo 286 13
Si eserciti ad avere una visione delle cose più ampia, non si focalizzi solo su un unico aspetto, generalmente negativo.
Le auguro di riuscire a trovare, in sé o con l'aiuto di qualcuno, gli strumenti giusti per fronteggiare questa situazione di difficoltà.

Cordialmente