Crescita e orientamento sessuale

Mi presento, sono una ragazza di ventitré anni con un passato non proprio lineare; Episodi di bullismo alle scuole secondarie, minacce, continue percosse ed un leggero sovrappeso che mi ha portato ad inficiare la mia persona, considerandola " inutile e non degna di amore";
Mia madre ha sempre cercato di proteggermi, facendomi crescere in una campana di vetro; Essendo figlia unica i miei genitori non mi hanno mai fatto mancare nulla, sebbene per lavoro io sia cresciuta con i nonni materni fino all'età di sei anni.

Non ho mai avvertito carenze d'amore; al contrario, io e mia madre abbiamo costruito un rapporto " simbiotico " di vera e propria dipendenza, sebbene ci leghi tutt'oggi una meravigliosa complicità.

Crescendo, ho iniziato a pormi sempre più domande su di me.

Nell'estate del 2017 incontro una bellissima ragazza, me ne innamoro.

Ho sempre avuto relazioni con il sesso opposto, sebbene siano state relazioni " infelici " dove il ruolo che mi toccava era quello di vittima e per fortuna non di carnefice; ho sempre cercato di non fare del male agli altri, anche facendone a me.

Con questa ragazza era diverso.
Io accetto la cosa senza troppe domande; mia madre no.

Il dolore e il male iniziano a crescere dentro di me, giorno dopo giorno; io e mia madre da un bellissimo rapporto passiamo al non parlarci per mesi.

Questa ragazza mi lascia ed io incontro quello che è stato " il mio angelo " per due anni, il mio ex fidanzato, con cui è finita da circa un anno, per incompatibilità caratteriale.

In quei due anni ho attraversato le fasi più brutte dei disturbi alimentari che mi porto dietro da piccolina, anoressia bulimia e binge; mi sono resa conto di essere estremamente vulnerabile e bisognosa di amore.

Ciò mi porta, ad oggi, ad accontentarmi di relazioni " clandestine " o di andare a letto con persone, molto lontane dalla mia persona;
Questo genera grande confusione e frustrazione, a volte senso di colpa.

Recentemente conosco una ragazza, ex di una mia conoscente (divenuta poi amica) ed una sera ci baciamo, dopo aver bevuto decisamente troppo.

Oltre al senso di colpa per questa mia amica, mi è parso di rivivere il trauma vissuto con mia madre; ho deciso di andare fino " in fondo " per capire.

Ho scelto di rivedere questa persona e dopo averla baciata sono ancora più confusa; non facevo che agitarmi, guardarmi intorno; lei continuava a " chiedere" ma io non riesco neanche a rispondere di me stessa, adesso.

So di aver sbagliato, mi sento responsabile nei confronti di me stessa, della mia amica e di mia madre.

Mi sento più serena perché sentivo di dover " chiudere " un cerchio della mia vita rimasto aperto.

Ma ora mi sento inerme, in colpa e soprattutto molto confusa.
Non capisco più chi sono e non vorrei che mi stessi comportando così per dimostrare qualcosa a mia madre, a me stessa o a qualcuno.

Mi sento " estranea " a me stessa e non vorrei ricadere in meccanismi malsani.

Confido nella vostra professionalità e nel vostro aiuto, vi ringrazio.
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Dr.ssa Valeria Mazzilli Psicologo 286 13
Gentile Utente, la ringrazio per aver raccontato così tanto della sua storia. Ci ha aperto tante finestre sulla sua vita, ma in uno spazio così ridotto è difficile dare la giusta attenzione ai tanti elementi che ci ha mostrato.
La sua sofferenza e il suo bisogno di essere amata sono ciò che mi è risaltato di più in queste righe che ha scritto. Mi sembra come se Lei si stesse sperimentando molto nella relazione di coppia: con partner del suo stesso sesso o del sesso opposto, con chi ritiene sia il suo carnefice o il suo salvatore "il suo angelo", relazioni che lei definisce "clandestine e molto lontane dalla sua persona". Sta provando a conoscersi attraverso gli altri, forse?
Lei definisce il rapporto con sua madre "simbiotico, di vera e propria dipendenza". Penso che sia davvero molto difficile per Lei riuscire a trovare un partner adeguato, è difficile trovare spazio per qualcuno nella sua vita laddove sua madre sembra essere una figura così ingombrante. I rapporti di dipendenza sono strettamente vincolanti e il suo senso di colpa sembra proprio provenire dal mancato compiacimento di ciò che sua madre ritiene più giusto per lei. Ha provato a parlare a sua madre di come si sente Lei quando il vostro rapporto peggiora e quando sente i giudizi di sua madre troppo severi e dolorosi?
Le chiedo, ci sono altri componenti della sua famiglia con cui ha un buon rapporto? Suo padre, i suoi nonni materni o paterni? Oppure il rapporto esclusivo con sua madre prevale su tutti gli altri?
La domanda che ci pone è di aiutarla a capire chi è Lei, così da non sentirsi "estranea a sé stessa", come ci racconta. Per farlo, per imparare a conoscere sé stessa, occorre prima svincolarsi da rapporti di dipendenza. Non è facile, mi sembra di capire che lei è una persona molto introspettiva capace di farsi molte domande importanti, ma il rischio di ricadere nei disturbi alimentari è forte. Non è facile gestire da soli tutta questa sofferenza. Può valutare di chiedere aiuto ad uno psicologo e non portare da sola il peso di tutto questo dolore.
Resto a sua disposizione se ne avesse ancora bisogno

Dr.ssa Valeria Mazzilli
Psicologa Clinica
Via San Giacomo, 15 Napoli
cel. 3895404108

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