Ansia ed ipocondria
Buongiorno, racconto brevemente la mia storia:dal mese di Giugno in seguito ad un problema intestinale ho iniziato ad ansiarmi per la mia salute credendo di avere un cancro al colon facendo diversi esami, eco addome, esami del sangue, tac con liquido di contrasto, sangue occulto nelle feci (vissuto con vere crisi di panico perché primo screening per il tumore intesinale), esame completo delle feci, tutti negativi o nella norma e diverse visite dal medico di fiducia che dopo avermi appunto visitato accuratamente sostiene che la mia è solo colite e mi prescrive una cura per l'intestino aggiungendo ad essa una compressa di deniban per l'ansia.
Da luglio sono in terapia da una psicologa ma nonostante tutto questo, esami negativi, rassicurazioni mediche, deniban e terapia psicologica l'ansia rimane in particolare al mattino appena sveglio e la paura per un brutto male torna a tormentarmi quotidianamente.
Quello che vi chiedo riguarda la mia terapia.
La psicologa dice che faccio giusti ragionamenti, che mi rendo conto di essere ipocondriaco individuando le cause che hanno portato a questo mio stato ma che se non mi apro emotivamente non farò passi avanti, questo è il mio problema, non capisco come posso fare! La terapista in oltre dice che porto sempre la nostra discussione su un piano razionale e cerco di risolvere un problema emotivo con la ragione quando invece dovrei "liberarmi" dei miei sospesi...3 anni fa mi sono separato, ora vivo da solo e sento molto la mancaza della quotidianità con le mie figlie questo potrebbe essere la causa di tutto?
In passato ho già avuto molti episodi d'ipocondria che ho superato solo grazie alla vicinanza della mia famiglia che ora oggettivamente non esiste più...Mi sento molto solo, le persone si allontanano da me perché parlo solo di quello che succede al mio corpo e io stesso passo le giornate ad ascoltare ogni singolo "rumore" proveniente dal mio intestino, ogni battito di cuore o più in generale qualsiasi possibile sintomo, consulto continuamente il Dr Google per cercare corrispondenze tra una patologia e i miei sintomi che ammetto aver più volte pensato essere solo somatizzazioni.
Come posso "liberarmi"?
La mia terapista dice che solo io posso saperlo ma che devo smettere di essere razionale a tutti i costi e cominciare a togliere piccoli pesi poco alla volta, il fatto è che non so nemmeno da dove cominciare.
Grazie per le risposte
Da luglio sono in terapia da una psicologa ma nonostante tutto questo, esami negativi, rassicurazioni mediche, deniban e terapia psicologica l'ansia rimane in particolare al mattino appena sveglio e la paura per un brutto male torna a tormentarmi quotidianamente.
Quello che vi chiedo riguarda la mia terapia.
La psicologa dice che faccio giusti ragionamenti, che mi rendo conto di essere ipocondriaco individuando le cause che hanno portato a questo mio stato ma che se non mi apro emotivamente non farò passi avanti, questo è il mio problema, non capisco come posso fare! La terapista in oltre dice che porto sempre la nostra discussione su un piano razionale e cerco di risolvere un problema emotivo con la ragione quando invece dovrei "liberarmi" dei miei sospesi...3 anni fa mi sono separato, ora vivo da solo e sento molto la mancaza della quotidianità con le mie figlie questo potrebbe essere la causa di tutto?
In passato ho già avuto molti episodi d'ipocondria che ho superato solo grazie alla vicinanza della mia famiglia che ora oggettivamente non esiste più...Mi sento molto solo, le persone si allontanano da me perché parlo solo di quello che succede al mio corpo e io stesso passo le giornate ad ascoltare ogni singolo "rumore" proveniente dal mio intestino, ogni battito di cuore o più in generale qualsiasi possibile sintomo, consulto continuamente il Dr Google per cercare corrispondenze tra una patologia e i miei sintomi che ammetto aver più volte pensato essere solo somatizzazioni.
Come posso "liberarmi"?
La mia terapista dice che solo io posso saperlo ma che devo smettere di essere razionale a tutti i costi e cominciare a togliere piccoli pesi poco alla volta, il fatto è che non so nemmeno da dove cominciare.
Grazie per le risposte
[#1]
Gentilissimo
Da quello che ci riferisce sta già seguendo un percorso psicoterapeutico e questo é già positivo. Non so quale approccio segua la collega ma giustamente le sta indicando una strada. Le chieda di aiutarla a dare ascolto alle emozioni e alle sensazioni a partire dal corpo. Questo é l’ABC per uscire da pensieri razionali, come dice la collega, che sono troppo invasivi
Si faccia aiutare a recuperare un maggior senso di fiducia nei confronti del suo corpo abbandonando la mente, in maniera pratica con tecniche e metodologie che sono molto efficaci.
Cominci da queste piccole cose e vedrà che riuscirà a vivere una vita diversa.
Da quello che ci riferisce sta già seguendo un percorso psicoterapeutico e questo é già positivo. Non so quale approccio segua la collega ma giustamente le sta indicando una strada. Le chieda di aiutarla a dare ascolto alle emozioni e alle sensazioni a partire dal corpo. Questo é l’ABC per uscire da pensieri razionali, come dice la collega, che sono troppo invasivi
Si faccia aiutare a recuperare un maggior senso di fiducia nei confronti del suo corpo abbandonando la mente, in maniera pratica con tecniche e metodologie che sono molto efficaci.
Cominci da queste piccole cose e vedrà che riuscirà a vivere una vita diversa.
Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)
[#2]
Aggiungo che le troppe rassicurazioni non servono, anzi....(a parte quelle cliniche riferite ad una diagnosi).
Un bellissimo proverbiò orientale recita: Non bisogna dare un pesce quotidianamente ma insegnare a pescare .
Il pesce va bene ma solo fin quando l’altro non ha imparato a pescare.
Un bellissimo proverbiò orientale recita: Non bisogna dare un pesce quotidianamente ma insegnare a pescare .
Il pesce va bene ma solo fin quando l’altro non ha imparato a pescare.
[#3]
Utente
Grazie per le risposte.Il mio problema è proprio legato al fatto che ascolto davvero tanto il mio corpo prendendo ogni piccolo "segno" come il sintomo di qualcosa di grave come succede ad esempio coi gorgoglii intestinali,più ci faccio caso e più li sento,oppure se qualcuno mi parla dei sintomi avvertiti da un conoscente o da chiunque altro io automaticamente mi fisso ed inizio a sentirli.Sono sensazioni reali,io li sento davvero!La mia mente si focalizza solo su quello e in testa gira una sola domanda :" E se davvero ho qualcosa di grave?",iniziano così telefonate al medico dove spesso sono io a consigliare terapie o esami da eseguire perché magari l'ho letto su internet,dovrei lasciar perdere il famigerato Dr Google e affidarmi al parere del mio medico ma è più forte di me
[#4]
Gentilissimo
Lei pensa di ascoltare il corpo, in realtà ascolta la mente. Le faccio un esempio. Certe volte pensiamo di avere fame perché percepiamo un disagio, ma è veramente fame o é la nostra abitudine che ci porta a compensare i momenti negativi con il cibo?
E quando i muscoli ci fanno male come fare a comprendere se il dolore nasce da una fatica sana o se si presenta perché siamo giunti al nostro limite e il corpo o sta dicendo di fermarci?
Certe volte il corpo ci parla e ci manda segnali che la mente decodifica poi a suo modo creando supposizioni che si allontanano dai bisogni reali. Nella nostra cultura veniamo abituati a dare molta più importanza alla mente tanto da trascurare le capacità istintive del corpo e appena percepiamo un dolore cerchiamo subito nella mente la risposta. Un esempio importante lo si trova nelle reazioni del corpo allo stress: malesseri di vario tipo: dai dolori gastrici, alla tachicardia, fino a problemi intestinali. La mente decodifica tutti questi sintomi come malattie in realtà sono risposte ad uno stato di stress che necessita di essere affrontato.
Se tutti gli esami medici sono a posto le consiglio ancora un sostegno psicologico proprio per imparare ad ascoltare il corpo nel giusto modo e vedrà che non le mancano né le capacità né l’intelligenza per farlo. Sarà come aprire una nuova porta a quello che già sa di sé.
Lei pensa di ascoltare il corpo, in realtà ascolta la mente. Le faccio un esempio. Certe volte pensiamo di avere fame perché percepiamo un disagio, ma è veramente fame o é la nostra abitudine che ci porta a compensare i momenti negativi con il cibo?
E quando i muscoli ci fanno male come fare a comprendere se il dolore nasce da una fatica sana o se si presenta perché siamo giunti al nostro limite e il corpo o sta dicendo di fermarci?
Certe volte il corpo ci parla e ci manda segnali che la mente decodifica poi a suo modo creando supposizioni che si allontanano dai bisogni reali. Nella nostra cultura veniamo abituati a dare molta più importanza alla mente tanto da trascurare le capacità istintive del corpo e appena percepiamo un dolore cerchiamo subito nella mente la risposta. Un esempio importante lo si trova nelle reazioni del corpo allo stress: malesseri di vario tipo: dai dolori gastrici, alla tachicardia, fino a problemi intestinali. La mente decodifica tutti questi sintomi come malattie in realtà sono risposte ad uno stato di stress che necessita di essere affrontato.
Se tutti gli esami medici sono a posto le consiglio ancora un sostegno psicologico proprio per imparare ad ascoltare il corpo nel giusto modo e vedrà che non le mancano né le capacità né l’intelligenza per farlo. Sarà come aprire una nuova porta a quello che già sa di sé.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 4.2k visite dal 10/10/2020.
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