Non capisco se ho un vero e proprio disturbo dell'umore
Buonasera dottori, parto dal presupposto che non capisco di che di disturbo soffra.
L'inizio del malessere l'ho provato sui 9/10 anni in cui avevo momenti di tachicardia e disforia mi sentivo vuoto e triste, non ne davo troppo peso perchè non erano episodi che accadevano spesso.
Crescendo non ho piu avuto questi momenti ma comunque avevo un carattere introverso, timido e fragile, piu avanti andando ho iniziato a pensare che non si trattasse solo di timidezza ma proprio di ansia sociale perchè quando stavo in luoghi affollati ma neanche troppo mi irrigidivo, sudavo, i pensieri diventano caotici, arrossivo; detto questo comunque avevo una mia compagnia di amici, uscivo sempre, giocavo a calcio ecc nei contesti nuovo invece mi chiudevo e diventavo ansioso.
All'età di 16 anni ho inziato a fare uso di stupefacenti di tutti i tipi non avendo mai avuto problemi di dipendenza perche erano sostanze che utilizzavo i week end alle feste/rave, queste sostanze mi han da un punto di vista aperto con le persone ma poi con il tempo han peggiorato l'umore, il sonno e sopratutto l'ansia.
Quest'ansia mi ha impedito di fare molte cose che avrei voluto fare ma ho sopportato fino ai 20 anni dopo di chè si è creata una situazione troppo frustrante cioè in famiglia non parlavo piu con mia sorella gemella da 3 anni e questo mi uccideva dentro.
Ad un certo punto sono andato dal medico di base spiegandogli che avevo ansia a fare qualsiasi cosa e che l'umore era molto instabile, lei mi consiglio una psichiatra ma non ci andai e mi prescrisse dell'alprazolam, ne abusai per un periodo di 2 mesi e poi smisi senza scalare stando malissimo, dopo qualche mese son andato di nuovo dalla dottoressa e mi ha dato il numero della psichiatra, ho fatto qualche visita e lei mi indico un ansia generalizzata e timidezza, non soddisfatto dopo poco tempo lasciai ed in qualche modo mi feci prescrivere di nuovo l'alprazolam di cui ne abusai di nuovo ma a quel punto l umore era talmente basso che andai dal medico che mi mando in psichiatria in ospedale dove la psichiatra mi diagnostico "disturbo depressivo" a causa di uso di sostanza psicotrope.
Feci una psicoterapia cognitivo comportamentale per un anno affiancata al cipralex, grossi miracoli non ne fece ma stavo meglio e mi ha aiutato ad aprirmi di piu, dopo un anno interrompei la terapia e le cose andarono bene fino a quest anno in cui durante un lavoro in cucina dove facevo orari illegali iniziai ad abusare di phenibut un farmaco gabanergico comprato online, in tutto ne ho abusato 3 volte l'ultima neanche un mese fa e sono finito in ospedale per intossicazione, l'astinenza fisica è passato, però come prima del phenibut e direi come da anni e anni ho un umore basso, ne ho parlato qualche giorno fa con una nuova psichiatra e mi fa che non so depresso ma potrei essere distimico e ne parleremo ancora per fare una vera e propria diagnosi, per adesso vuole prescrivermi vortioxetina, volevo sapere un vostro parere grazie-
L'inizio del malessere l'ho provato sui 9/10 anni in cui avevo momenti di tachicardia e disforia mi sentivo vuoto e triste, non ne davo troppo peso perchè non erano episodi che accadevano spesso.
Crescendo non ho piu avuto questi momenti ma comunque avevo un carattere introverso, timido e fragile, piu avanti andando ho iniziato a pensare che non si trattasse solo di timidezza ma proprio di ansia sociale perchè quando stavo in luoghi affollati ma neanche troppo mi irrigidivo, sudavo, i pensieri diventano caotici, arrossivo; detto questo comunque avevo una mia compagnia di amici, uscivo sempre, giocavo a calcio ecc nei contesti nuovo invece mi chiudevo e diventavo ansioso.
All'età di 16 anni ho inziato a fare uso di stupefacenti di tutti i tipi non avendo mai avuto problemi di dipendenza perche erano sostanze che utilizzavo i week end alle feste/rave, queste sostanze mi han da un punto di vista aperto con le persone ma poi con il tempo han peggiorato l'umore, il sonno e sopratutto l'ansia.
Quest'ansia mi ha impedito di fare molte cose che avrei voluto fare ma ho sopportato fino ai 20 anni dopo di chè si è creata una situazione troppo frustrante cioè in famiglia non parlavo piu con mia sorella gemella da 3 anni e questo mi uccideva dentro.
Ad un certo punto sono andato dal medico di base spiegandogli che avevo ansia a fare qualsiasi cosa e che l'umore era molto instabile, lei mi consiglio una psichiatra ma non ci andai e mi prescrisse dell'alprazolam, ne abusai per un periodo di 2 mesi e poi smisi senza scalare stando malissimo, dopo qualche mese son andato di nuovo dalla dottoressa e mi ha dato il numero della psichiatra, ho fatto qualche visita e lei mi indico un ansia generalizzata e timidezza, non soddisfatto dopo poco tempo lasciai ed in qualche modo mi feci prescrivere di nuovo l'alprazolam di cui ne abusai di nuovo ma a quel punto l umore era talmente basso che andai dal medico che mi mando in psichiatria in ospedale dove la psichiatra mi diagnostico "disturbo depressivo" a causa di uso di sostanza psicotrope.
Feci una psicoterapia cognitivo comportamentale per un anno affiancata al cipralex, grossi miracoli non ne fece ma stavo meglio e mi ha aiutato ad aprirmi di piu, dopo un anno interrompei la terapia e le cose andarono bene fino a quest anno in cui durante un lavoro in cucina dove facevo orari illegali iniziai ad abusare di phenibut un farmaco gabanergico comprato online, in tutto ne ho abusato 3 volte l'ultima neanche un mese fa e sono finito in ospedale per intossicazione, l'astinenza fisica è passato, però come prima del phenibut e direi come da anni e anni ho un umore basso, ne ho parlato qualche giorno fa con una nuova psichiatra e mi fa che non so depresso ma potrei essere distimico e ne parleremo ancora per fare una vera e propria diagnosi, per adesso vuole prescrivermi vortioxetina, volevo sapere un vostro parere grazie-
[#1]
Il primo problema che risalta evidente dalle sue parole è che nonostante abbia tentato vari consulti ed autoterapie non ha per niente chiaro quale sia il suo disturbo e i possibili percorsi per risolverlo.
Questo sta a significare che i percorsi terapeutici intrapresi fino ad oggi, probabilmente a causa della loro frammentarietà non hanno contribuito a creare nella sua mente una diagnosi chiara e una via da seguire.
Consiglio di individuare anzitutto con chiarezza la sua diagnosi rivolgendosi ad un medico che non ha fretta di dare farmaci quanto di capire cosa le sta accadendo. Fare diagnosi di disturbo distimico, differenziare tale disturbo dal disturbo di ansia o da disturbi di personalità non è cosa semplice e può richiedere diversi incontri e approfondimenti con test psicologici e scale di valutazione. Tuttavia questa pazienza eviterà di continuare a curarsi in modo officinale, provando qua e là farmaci in cerca di un risultato che non arriva.
Sicuramente le farebbe bene un supporto psicologico, per giunta previsto largamente dalle linee guida condivise sia che si tratti di un disturbo di ansia che di un disturbo dell'umore.
SI preoccupi d giungere ad una diagnosi chiara facendo molte domande ai medici cui si rivolge e a cui deve rivolgersi evitando il dannosissimo fai da te. Faccia domande su come sono giunti alla diagnosi, sulla loro preparazione professionale ed esperienza, sui metodi utilizzati. Potrà così distinguere i professionisti che hanno metodo da quelli che improvvisano.
Una buona diagnosi è già una buona cura.
Questo sta a significare che i percorsi terapeutici intrapresi fino ad oggi, probabilmente a causa della loro frammentarietà non hanno contribuito a creare nella sua mente una diagnosi chiara e una via da seguire.
Consiglio di individuare anzitutto con chiarezza la sua diagnosi rivolgendosi ad un medico che non ha fretta di dare farmaci quanto di capire cosa le sta accadendo. Fare diagnosi di disturbo distimico, differenziare tale disturbo dal disturbo di ansia o da disturbi di personalità non è cosa semplice e può richiedere diversi incontri e approfondimenti con test psicologici e scale di valutazione. Tuttavia questa pazienza eviterà di continuare a curarsi in modo officinale, provando qua e là farmaci in cerca di un risultato che non arriva.
Sicuramente le farebbe bene un supporto psicologico, per giunta previsto largamente dalle linee guida condivise sia che si tratti di un disturbo di ansia che di un disturbo dell'umore.
SI preoccupi d giungere ad una diagnosi chiara facendo molte domande ai medici cui si rivolge e a cui deve rivolgersi evitando il dannosissimo fai da te. Faccia domande su come sono giunti alla diagnosi, sulla loro preparazione professionale ed esperienza, sui metodi utilizzati. Potrà così distinguere i professionisti che hanno metodo da quelli che improvvisano.
Una buona diagnosi è già una buona cura.
Dr. gino aldi
[#2]
Utente
Grazie dottore per la risposta tempestiva, concordo pienamente su quanto ha detto inoltre vorrei aggiungere che per adesso l'ansia non è un problema nel senso che posso abbastanza tranquillamente fare le varie attività della vita quali lavorare, uscire ecc poi in alcuni momenti posso essere ansioso e questo è normale, attraverso esperienze ed anche viaggi ho superato la timidezza, non ho piu arrossamenti, sudorazioni o altri sintomi ansiosi, parlo tranquillamente con le persone. Il problema diciamo appunto è un umore basso permanente con sintomi somatici quali pesantezza di stomaco, stanchezza e a volte nodo alla gola, non so cosa fare nella vita, so di aver sbagliato indirizzo scolastico, ho una cronofobia cioè sento di sprecare il tempo, mi manca motivazione ma non mi sento depresso, a volte penso che l'uso delle droghe specialmente l'ecstasy mi abbia rovinato il funzionamento del cervello anche se son molti anni che non ne assumo. Però questa malinconia/tristezza ce l'avevo anche da bambino pur avendo avuto una bella infanzia, sono sempre stato introspettivo e riflessivo sulla vita, in famiglia siamo tutti un po complessati, mia madre ha sofferto di depressione, mio fratello d'ansia, mia sorella di depressione da bambina, mio padre è un tipo chiuso ma anche lui avrà qualcosa. Alle scuole elementari e medie avevo momenti di dissociazione in cui mi sentivo fuori dal corpo, sentivo odori, le luci si amplificavano e nella mia testa vedevo immagini che non ricordo molto bene ma mi sentivo bene, crescendo poi fino ad ora che ho 23 anni non è mai piu successo. Il cipralex avrei continuato a prenderlo se non per i disturbi sulla sfera sessuale. Infine mi hanno fatto tante diagnosi e sono molto confuso, se si tratta solo di un fatto caratteriale con sbalzi d'umore ed ansia o un disturbo dell'adattamento, ho spesso voglia di assumere sostanze psicotrope per stabilizzare l'umore, non ho alcuna dipendenza ma sono seguito al momento al sert da psichiatra e psicologo, ma anche la psichiatra non mi ha fatto una vera e propria diagnosi e capisco benissimo quanto sia difficile farla, gia depressione e distimia sembrano la stessa cosa. Ultima cosa mi è stata prescritta Vortioxetina 5mg per 10 giorno per poi passare a 10mg, mi è stato detto che non ha effetti collaterali sulla sfera sessuale e dovrebbe agire in 2 settimane, riguardo agli effetti collaterali iniziali non sono preoccupato anche perchè il cipralex non me ne aveva dati piu di tanto pero aveva fatto effetto in circa 3 mesi ma parliamo di 2/3 anni fa in cui ero molto ansioso e chiuso, ora invece sono molto aperto,dall' esterno per quanto mi han detto non sembra che abbia problemi,sono abbastanza fiducioso per la vortioxetina l'unica cosa che mi preme è una vera e propria diagnosi ne parlero ancora con la psichiatra, grazie ancora.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.2k visite dal 29/09/2020.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.