Crisi personale o di coppia?
Salve, sono una ragazza di 24 anni.
Il mio ragazzo ne ha 28 e stiamo insieme da 6 anni.
Siamo sempre stati molto innamorati, qualche discussione per cose banali.
A luglio abbiamo attraversato un periodo di crisi, dovuta al fatto che non sopportavo più alcuni suoi comportamenti, modi di pensare che in realtà ha sempre avuto ma pur facendoglieli notare, da parte sua non è mai cambiato nulla e io ci son sempre passata sopra.
Evidentemente ad un certo punto non son riuscita a tollerare ciò che mi dava fastidio e sono entrata in crisi: non lo sopportavo più, era difficile anche parlarci tranquillamente, non avevo la minima voglia di vederlo.
Ci è voluto del tempo perché la situazione tra noi tornasse a posto, soprattutto da parte mia.
Ad oggi seppur molto presi dai rispettivi impegni di lavoro e universitari, ci vediamo poco ma il rapporto tra noi è sereno.
Il problema è che dentro di me ho una gran confusione.
Sto bene quando sto con lui ma i giorni in cui non lo vedo non sento questa gran necessità di vederlo/sentirlo.
A complicare il tutto c'è il fatto che durante il periodo burrascoso, casualmente e in una situazione quasi da barzelletta, ho conosciuto un ragazzo: l'ho visto di persona una sola volta, abbiamo scambiato qualche parola, mi ha aggiunto sui social e abbiamo iniziato a parlare.
Sono una ragazza aperta, parlo con tutti ma certo era la prima volta che mi capitava di parlare per giorni con una persona che avevo visto una sola volta, per caso.
Dopo qualche tempo mi ha chiesto di prenderci un caffè ma ho subito detto che ero fidanzata e ho rifiutato perché non mi sembrava corretto.
Lui ha capito pienamente, abbiamo comunque continuato a sentirci, ci scambiamo messaggi quasi tutti i giorni.
Il problema è che questo ragazzo non riesco a togliermelo dalla testa: ha dieci anni in più di me, bel lavoro, simpatico, tanti amici, ha una mente aperta, vive da solo.
Penso di aver trovato in lui tutti quegli aspetti che non trovo nel mio ragazzo ovvero anche lui ha un bel lavoro ma ha una mentalità molto chiusa tanto che a volte mi sembra di parlare con mia nonna e per questo spesso ci scontriamo, ha un forte legame con i suoi che a volte sembra quasi morboso e pare non essere in grado di ragionare di testa sua e prendere decisioni in via autonoma, è una persona chiusa, riservata come anche la sua famiglia ed è per questo che ho allontanato anche io tante amicizie, sbagliando, quindi siamo sempre soli.
Non so come uscirne da questa gran confusione che ho.
Mi sento stupida, mai pensavo di metter in discussione questa relazione e mi sento in difetto nei confronti del mio ragazzo.
Non capisco se lo amo ancora o usciamo e stiamo insieme per semplice abitudine, per paura di interrompere tutto e poi pentirmene.
Indipendentemente dall'interesse o sbandata non so come chiamarla verso questo nuovo ragazzo, mi chiedo se ha senso continuare questa relazione o se stiamo portando avanti un qualcosa che è finito.
Vi ringrazio infinitamente.
Il mio ragazzo ne ha 28 e stiamo insieme da 6 anni.
Siamo sempre stati molto innamorati, qualche discussione per cose banali.
A luglio abbiamo attraversato un periodo di crisi, dovuta al fatto che non sopportavo più alcuni suoi comportamenti, modi di pensare che in realtà ha sempre avuto ma pur facendoglieli notare, da parte sua non è mai cambiato nulla e io ci son sempre passata sopra.
Evidentemente ad un certo punto non son riuscita a tollerare ciò che mi dava fastidio e sono entrata in crisi: non lo sopportavo più, era difficile anche parlarci tranquillamente, non avevo la minima voglia di vederlo.
Ci è voluto del tempo perché la situazione tra noi tornasse a posto, soprattutto da parte mia.
Ad oggi seppur molto presi dai rispettivi impegni di lavoro e universitari, ci vediamo poco ma il rapporto tra noi è sereno.
Il problema è che dentro di me ho una gran confusione.
Sto bene quando sto con lui ma i giorni in cui non lo vedo non sento questa gran necessità di vederlo/sentirlo.
A complicare il tutto c'è il fatto che durante il periodo burrascoso, casualmente e in una situazione quasi da barzelletta, ho conosciuto un ragazzo: l'ho visto di persona una sola volta, abbiamo scambiato qualche parola, mi ha aggiunto sui social e abbiamo iniziato a parlare.
Sono una ragazza aperta, parlo con tutti ma certo era la prima volta che mi capitava di parlare per giorni con una persona che avevo visto una sola volta, per caso.
Dopo qualche tempo mi ha chiesto di prenderci un caffè ma ho subito detto che ero fidanzata e ho rifiutato perché non mi sembrava corretto.
Lui ha capito pienamente, abbiamo comunque continuato a sentirci, ci scambiamo messaggi quasi tutti i giorni.
Il problema è che questo ragazzo non riesco a togliermelo dalla testa: ha dieci anni in più di me, bel lavoro, simpatico, tanti amici, ha una mente aperta, vive da solo.
Penso di aver trovato in lui tutti quegli aspetti che non trovo nel mio ragazzo ovvero anche lui ha un bel lavoro ma ha una mentalità molto chiusa tanto che a volte mi sembra di parlare con mia nonna e per questo spesso ci scontriamo, ha un forte legame con i suoi che a volte sembra quasi morboso e pare non essere in grado di ragionare di testa sua e prendere decisioni in via autonoma, è una persona chiusa, riservata come anche la sua famiglia ed è per questo che ho allontanato anche io tante amicizie, sbagliando, quindi siamo sempre soli.
Non so come uscirne da questa gran confusione che ho.
Mi sento stupida, mai pensavo di metter in discussione questa relazione e mi sento in difetto nei confronti del mio ragazzo.
Non capisco se lo amo ancora o usciamo e stiamo insieme per semplice abitudine, per paura di interrompere tutto e poi pentirmene.
Indipendentemente dall'interesse o sbandata non so come chiamarla verso questo nuovo ragazzo, mi chiedo se ha senso continuare questa relazione o se stiamo portando avanti un qualcosa che è finito.
Vi ringrazio infinitamente.
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Gentile utente,
quello che sta vivendo è sicuramente un importante momento di passaggio e riflessione non solo su quella che è la sua relazione, ma anche su se stessa e quello che sente. Il momento di crisi che ha vissuto le ha permesso di mettere in luce degli aspetti del suo carattere e di quello del suo compagno che prima non notava. Quello che posso suggerirle di fare è di prestare attenzione a quello che la fa stare bene e a quelli che sono i suoi desideri. Spesso nelle relazioni lunghe si instaurano degli automatismi e delle routine che distolgono dalla possibilità di cambiamento. Comunicare con il partner è assolutamente importante e la crisi può portare ad una crescita per entrambi. Se tuttavia nel corso del tempo i propri bisogni e desideri sono stati soffocati si rischia di perdere il senso del "noi" come coppia e ricercare all'esterno il soddisfacimento di questi ultimi. I sensi di colpa che prova sono normali in questo momento, perchè non è abituata a dare valore a quello che prova. La invito quindi a riflettere su questo "sentirsi un noi" in termini di progetto comune ed eventualmente rivolgersi ad un professionista.
della sua zona per un supporto nel tempo.
A disposizione per ulteriori domande o chiarimenti
quello che sta vivendo è sicuramente un importante momento di passaggio e riflessione non solo su quella che è la sua relazione, ma anche su se stessa e quello che sente. Il momento di crisi che ha vissuto le ha permesso di mettere in luce degli aspetti del suo carattere e di quello del suo compagno che prima non notava. Quello che posso suggerirle di fare è di prestare attenzione a quello che la fa stare bene e a quelli che sono i suoi desideri. Spesso nelle relazioni lunghe si instaurano degli automatismi e delle routine che distolgono dalla possibilità di cambiamento. Comunicare con il partner è assolutamente importante e la crisi può portare ad una crescita per entrambi. Se tuttavia nel corso del tempo i propri bisogni e desideri sono stati soffocati si rischia di perdere il senso del "noi" come coppia e ricercare all'esterno il soddisfacimento di questi ultimi. I sensi di colpa che prova sono normali in questo momento, perchè non è abituata a dare valore a quello che prova. La invito quindi a riflettere su questo "sentirsi un noi" in termini di progetto comune ed eventualmente rivolgersi ad un professionista.
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Dott.ssa Giulia Baldini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 784 visite dal 24/09/2020.
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