Bambina di 7 anni pensa sempre alla morte

Salve dottori sono qui x chiedere un parere ho la mia bambina di 7 anni che mi lamenta un immensa paura di morire.

Non abbiamo avuti traumi nella vita o perdite di persone care ma lei già da qualche anno mi ha manifestato questa paura...io gli ho spiegato che è una cosa normale... credevo l'avesse superato ma oggi mi ha confidato che ci pensa sempre che un giorno morirà e non vivrà mai più.
Chiuderà x sempre gli occhi...come posso aiutarla ho paura che questa cosa la faccia ammalare nel futuro
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Gentile utente,
lei risulta avere un doppio account, e questo è vietato come è vietato porre lo stesso quesito più volte.
Povvediamo ad eliminare il suo account doppio e lasciare attivo solo questo, e la invitiamo a rispettare le linee guida del servizio onde evitare di intasare con richieste doppie il sito.

Grazie

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.4k 597
Gentile utente,

due gli elementi di riflessione.

1.
Nella vita psichica del bambino compare attorno ai 5-7 anni la fase dell'interesse verso la morte
e relativo timore e preoccupazione per sè e per i famigliari.
Come tutte le fasi evolutive, dura qualche mese.
Il genitore la accoglie, rasserenando senza minimizzare o banalizzare.

2.
Le fasi evolutive possono "fissarsi" (cioè non evolvere, non essere superate) se in famiglia incontrano un clima sfavorevole oppure non facilitante.
A questo proposito fa pensare la mole impressionante di consulti che Lei ha inviato qui nel corso del tempo e che si riferiscono spessissimo al Suo timore di malattie mortali e alla Sua "..paura di morire, di non poter vivere a pieno la mia vita..." (17.2).
Ha poi continuato a curarsi presso lo Psichiatra?
Lo chiedo esplicitamente dato che il migliore aiuto che può dare a Sua figlia è di superare *Lei* tale problematica. Si crede - errando - che i bambini non se ne accorgano; che si possa (a fin di bene, naturalmente) mettere in scena con loro la recita di quella serenità che non si ha;
ma essi assorbono inconsapevolmente gli atteggiamenti e le problematiche dei genitori.
Quanto detto non ha nulla a che fare con la colpevolizzazione materna,
bensì con la consapevolezza della profonda responsabilità genitoriale.

Dott. Brunialti