Ho un pensiero fisso che mi tormenta
Salve,
L'anno scorso lavoravo con un collega che ha sempre avuto un atteggiamento che oserei definire ambivalente.
Mi spiego meglio: è una di quelle persone che ha sempre preteso di fare un certo tipo di battute e di osservazioni su altri colleghi (ivi compreso il sottoscritto e una nostra collega molto stretta), che da un lato mi lusingavano e dall'altro mi lasciavano francamente molto confuso sul tipo di rapporto che si stava instaurando.
Inoltre, in almeno due occasioni, a quanto mi risulta, ha anche utilizzato un tono minaccioso e ingiurioso nei confronti di una nostra collega.
Nondimeno, è successo in una occasione che lui mi abbia ripreso per un comportamento nei suoi confronti che non ha giudicato opportuno, comportamento per il quale mi sono naturalmente scusato perché non era mia intenzione ferirlo in alcuna maniera.
Il giorno dopo, il nostro rapporto è ripreso come se nulla fosse accaduto.
Riprende a fare battute di un certo genere (proprio di quel genere), fino a farmi un apprezzamento per nulla equivocabile.
Lo stesso giorno, mi dice che avrei avuto nei suoi confronti un altro atteggiamento inopportuno, comportamento di cui però non conservo alcuna memoria, tant'è vero che all'inizio fui pure stupito da questa sua osservazione, e gli dissi che nulla avevo fatto.
Lui però insistette, e quindi mi convinsi di aver adottato quel comportamento da lui censurato.
Mi ha "perdonato" per l'ennesima volta, e in un'occasione mi ha riferito molto candidamente che a lui "piace far sentire in colpa le persone".
Quando poi ho rassegnato le dimissioni, ha ricominciato a non parlarmi più, per poi riscrivermi un mese dopo sostenendo che gli mancavo.
Ovviamente l'ho bloccato ovunque potessi bloccarlo.
Nonostante i segnali di un carattere non esattamente semplice fossero del tutto presenti, non riesco a non sentirmi in colpa per un episodio che non so con certezza se sia avvenuto.
Com'è possibile tutto ciò?
Possibile che sia frutto di una personalità manipolatrice e, se sì, cosa ne avrebbe mai ricavato?
O magari ha frainteso qualcosa che semplicemente non è mai avvenuto?
E' un tarlo che mi toglie energia e concentrazione in qualsiasi ambito della mia vita.
Non riesco a non sentirmi una brutta persona.
L'anno scorso lavoravo con un collega che ha sempre avuto un atteggiamento che oserei definire ambivalente.
Mi spiego meglio: è una di quelle persone che ha sempre preteso di fare un certo tipo di battute e di osservazioni su altri colleghi (ivi compreso il sottoscritto e una nostra collega molto stretta), che da un lato mi lusingavano e dall'altro mi lasciavano francamente molto confuso sul tipo di rapporto che si stava instaurando.
Inoltre, in almeno due occasioni, a quanto mi risulta, ha anche utilizzato un tono minaccioso e ingiurioso nei confronti di una nostra collega.
Nondimeno, è successo in una occasione che lui mi abbia ripreso per un comportamento nei suoi confronti che non ha giudicato opportuno, comportamento per il quale mi sono naturalmente scusato perché non era mia intenzione ferirlo in alcuna maniera.
Il giorno dopo, il nostro rapporto è ripreso come se nulla fosse accaduto.
Riprende a fare battute di un certo genere (proprio di quel genere), fino a farmi un apprezzamento per nulla equivocabile.
Lo stesso giorno, mi dice che avrei avuto nei suoi confronti un altro atteggiamento inopportuno, comportamento di cui però non conservo alcuna memoria, tant'è vero che all'inizio fui pure stupito da questa sua osservazione, e gli dissi che nulla avevo fatto.
Lui però insistette, e quindi mi convinsi di aver adottato quel comportamento da lui censurato.
Mi ha "perdonato" per l'ennesima volta, e in un'occasione mi ha riferito molto candidamente che a lui "piace far sentire in colpa le persone".
Quando poi ho rassegnato le dimissioni, ha ricominciato a non parlarmi più, per poi riscrivermi un mese dopo sostenendo che gli mancavo.
Ovviamente l'ho bloccato ovunque potessi bloccarlo.
Nonostante i segnali di un carattere non esattamente semplice fossero del tutto presenti, non riesco a non sentirmi in colpa per un episodio che non so con certezza se sia avvenuto.
Com'è possibile tutto ciò?
Possibile che sia frutto di una personalità manipolatrice e, se sì, cosa ne avrebbe mai ricavato?
O magari ha frainteso qualcosa che semplicemente non è mai avvenuto?
E' un tarlo che mi toglie energia e concentrazione in qualsiasi ambito della mia vita.
Non riesco a non sentirmi una brutta persona.
[#1]
È possibile che sia avvenuto un "incastro" su un piano inconscio: la modalità intrusiva, manipolativa, intossicante del collega ha trovato una parte "disponibile" dentro di lei, ripeto a un livello inconscio. Quel che importa a lei è proprio questa eventuale sua parte, che certo non corrisponde al suo benessere. A sua volta, possiamo pensare che si sia insediata a seguito di un adattamento a implicite richieste/condizioni esterne non favorevoli, presumibilmente in età precoce. Un percorso di analisi potrà aiutarla a riconoscere e, nel caso, elaborare e superare.
Dr. DANIELE RONDANINI- Dirig. Psicologo ASL RM 2- Psicoterapeuta - Psicoanalista Junghiano Didatta e Supervisore- Docente - CIPA Roma
3384703937
[#2]
Utente
Buongiorno dottore,
In effetti più di una persona mi ha vivamente suggerito di consultare uno specialista.
Sono riuscito a comprendere la questione dell'incastro, così come quella della personalità del collega.
I punti che non mi sono chiari sono due:
- cosa intende lei per parte "disponibile"?
- cosa intende per "possiamo pensare che si sia insediata a seguito di un adattamento a implicite richieste/condizioni esterne non favorevoli, presumibilmente in età precoce."? Si riferisce ad eventuali episodi traumatici dell'infanzia/adolescenza?
Grazie mille in anticipo e saluti.
In effetti più di una persona mi ha vivamente suggerito di consultare uno specialista.
Sono riuscito a comprendere la questione dell'incastro, così come quella della personalità del collega.
I punti che non mi sono chiari sono due:
- cosa intende lei per parte "disponibile"?
- cosa intende per "possiamo pensare che si sia insediata a seguito di un adattamento a implicite richieste/condizioni esterne non favorevoli, presumibilmente in età precoce."? Si riferisce ad eventuali episodi traumatici dell'infanzia/adolescenza?
Grazie mille in anticipo e saluti.
[#3]
"Disponibile" ad essere utilizzata in quel modo, perché già così "conformata" dall'esperienza.
Il secondo punto è da lei ben centrato, forse una sua buona disposizione è stata presa come ricettacolo o deposito di "agiti" altrui. Ciò non vuol dire che ci riferiamo a qualcosa di grave, bensì a qualcosa di condizionante, qualcosa di "alieno" da cui si può liberare, ed io intuisco che ne ha tutte le possibilità.
Il secondo punto è da lei ben centrato, forse una sua buona disposizione è stata presa come ricettacolo o deposito di "agiti" altrui. Ciò non vuol dire che ci riferiamo a qualcosa di grave, bensì a qualcosa di condizionante, qualcosa di "alieno" da cui si può liberare, ed io intuisco che ne ha tutte le possibilità.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.8k visite dal 09/09/2020.
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