Nervosismo, confusione
Sono un ragazzo di quasi 20 anni, da quando ero piccolo ho sempre avuto problemi perchè mi sentivo "diverso" prese in giro alle elementari, poi alle medie, poi alle superiori, insomma un'adolescenza non proprio bella dato che mi sono reso conto di essere omosessuale e purtroppo venivo preso in giro per questo nonostate i miei camuffamenti con fidanzate varie e atteggiamenti da macho, da 3 anni ho conosciuto un ragazzo non siamo fidanzati ma nemmeno amici ma comunque ci comportiamo e stiamo insieme come se fossimo sposati, i miei problemi iniziano quando il mio migliore amico d'infanzia mi incomincia a trascurare, si vede con un'altro ragazzo e diventano più le volte che mi da buca che quelle che ci vediamo, io ci rimango malissimo perchè purtroppo tengo molto alle persone mi ci affeziono e non riesco a dimenticarle, da li mi faccio altri amici, ma succede lo stesso, uno di loro è bugiardo molto bugiardo, l'altro si fidanza e non mi calcola più, insomma fortuna zero, mi lego moltissimo ad una persona perchè mi attrae fisicamente, diventiamo amici, io interpreto alcuni suoi comportamente e vedo che forse non è proprio etero come sembra ed infatti ho ragione, nasce una relazione ma entrambi nonostante siano passati 3 anni non ci dichiariamo omossessuali anche perchè penso che siamo entrambi bisessuali, lui è confuso sulla sua sessualità e mi fa passare dei momentacci, il più brutto quest'estate, infatti dopo avermi giurato in lacrime su Dio di amarmi, mi dice che con me non vuole starci più, da li il disastro, non mi fido più nonostante gesti e porole che fa per me, odio il fatto di rinfacciarglielo sempre quello che ha fatto ma è così, mi ha ferito e ho paura che tutto questo finisca, nonostante io lo ami alla follia, sono nervosissimo, ogni sua parola sbagliata ogni suo comportamento errato scatta in me un meccanismo strano, divento acido e nervoso, forse perchè io vorrei che lui si comportasse in maniera diversa, ma non riesco proprio a capire che ogni essere umano è diverso e non si può comportare come voglio io, a lungo andare lui si stancherà di questo mio comportamento infantile ma non ce la faccio, e tipo un comportamento inconscio, il problema penso sia che non vedo la relazione in modo duraturo, vedo sempre che finisce e io mi sento morire, mi domando, ma noi due insieme per sempre? tutti ci prenderanno per gay e vivremo derisi da tutti, forse non lo voglio nemmeno io più starci insieme e infatti questa sera l'ho lascio, ma poi mi sento male senza di lui, infatti adesso mi gira la testa e mi sento un'angoscia incredibile, non so più che fare voglio starci insieme, ma non voglio passare la vita ad essere deriso dagli altri! per non parlare poi sul mio futuro, non so se lavorare, se andare all'università, io purtroppo non ho soldi e sicuramente la risposta sarà "rivolgiti ad uno specialista" io vi chiedo solo se possibile un consiglio, un'aiuto, una risposta che mi chiarisca le idee mi affido alla vostra bontà, almeno voi non lasciatemi così
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(..)mi sento male senza di lui(..)non so più che fare voglio starci insieme, ma non voglio passare la vita ad essere deriso dagli altri(..) gentile ragazzo, credo che il punto focale della situazione possa essere inquadrato in questa frase. Il conflitto tra te e l'amico potrebbe essere un conflitto che parte innanzitutto dentro te stesso. Da un lato la voglia di vivere la tua dimensione sessuale seguendo le tue spinte emotive e dall'altro il timore di un'etichetta sociale che potrebbe disturbarti fortemente. La conflittualità nella tua relazione, universale come in tutte le coppie, è nel tuo caso, senza falsi utopismi, aggravata dalla dimensione sociale che fa sentire fortemente il suo peso che in alcuni è più pressante che in altri. Ritengo che bisognerebbe innanzitutto risolvere un eventuale conflitto con sé stessi e con il proprio rapporto con l'ambiente in generale per poi vivere meglio la propria dimensione relazionale. E se da solo non ci riesci, purtroppo, il consiglio di rivolgerti ad uno psicologo, anche presso un centro pubblico, appare quasi d'obbligo.
cordialmente
cordialmente
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Gentile Utente,
intanto vorrei sottolineare che non scriviamo sempre e solo "rivolgiti allo specialista", ma è molto frequente questo consiglio, perchè le persone che si rivolgono a noi di solito lo fanno quando stanno davvero molto male.
Inoltre non è semplice da qui inquadrare perfettamente un caso (ma anche se fosse più semplice io mi rifiuterei di farlo in ogni caso).
Per quanto ti riguarda: intanto vorrei ribadire un concetto, ovvero che a mio avviso l'omosessualità NON è una malattia, ma spesso comporta altre malattie psicologiche, proprio perchè, come dici tu, gli eterosessuali faticano ad accettare persone "diverse" da sé.
Dover vivere in modo clandestino è davvero molto stressante, per questo motivo un omosessuale spesso sviluppa problemi psicologici come ansia, nervosismo, insicurezza, ecc.
La soluzione sembrerebbe quindi: smettere di vivere in modo clandestino. Ma starai di certo pensando che èpiù facile a dirsi che non a farsi.
Però credo che la soluzione sia proprio lì: se tu diventassi cieco rispetto alle derisioni degli altri, come cambierebbe il tuo modo di vivere una storia gay? Pensi che ti sentiresti più o meno sicuro?
Già, perchè credo che se tu riuscissi ad essere meno insicuro riusciresti a lasciarti andare un po' di più. E' solo questo che ti manca, la fiducia nel prossimo, etero o omo che sia. E' chiaro quindi che una storia la vivi in modo nervoso, acido, arrabbiato
intanto vorrei sottolineare che non scriviamo sempre e solo "rivolgiti allo specialista", ma è molto frequente questo consiglio, perchè le persone che si rivolgono a noi di solito lo fanno quando stanno davvero molto male.
Inoltre non è semplice da qui inquadrare perfettamente un caso (ma anche se fosse più semplice io mi rifiuterei di farlo in ogni caso).
Per quanto ti riguarda: intanto vorrei ribadire un concetto, ovvero che a mio avviso l'omosessualità NON è una malattia, ma spesso comporta altre malattie psicologiche, proprio perchè, come dici tu, gli eterosessuali faticano ad accettare persone "diverse" da sé.
Dover vivere in modo clandestino è davvero molto stressante, per questo motivo un omosessuale spesso sviluppa problemi psicologici come ansia, nervosismo, insicurezza, ecc.
La soluzione sembrerebbe quindi: smettere di vivere in modo clandestino. Ma starai di certo pensando che èpiù facile a dirsi che non a farsi.
Però credo che la soluzione sia proprio lì: se tu diventassi cieco rispetto alle derisioni degli altri, come cambierebbe il tuo modo di vivere una storia gay? Pensi che ti sentiresti più o meno sicuro?
Già, perchè credo che se tu riuscissi ad essere meno insicuro riusciresti a lasciarti andare un po' di più. E' solo questo che ti manca, la fiducia nel prossimo, etero o omo che sia. E' chiaro quindi che una storia la vivi in modo nervoso, acido, arrabbiato
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.1k visite dal 15/04/2009.
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