Ricaduta ansia o verità?
Gentili dottori, ho 25 anni, e sono fidanzata da 7 anni e mezzo.
Sono stata in terapia da una psicologa per colpa del disturbo d'ansia che mi affligge da un po' che mi prende con pensieri ossessivi sulla mia relazione.
Grazie alla terapia ne sono uscita e ho vissuto la mia relazione senza ansia.
Ho avuto una ricaduta due anni fa, a seguito di un litigio dove ci eravamo lasciati e dove lui aveva esternato dubbi sulla nostra relazione.
Dopo aver chiarito però ansia e paura mi hanno colpita: mi chiedevo di continuo se lo amavo, se mi piaceva.
Forti sensi di colpa perchè ero convinta che fosse tutto realtà, che lo stessi prendendo in giro.
Non sentivo più amore, ne di essere innamorata, nè la mancanza.
A causa del suo lavoro, abbiamo una relazione a distanza.
Sono riuscita a superare anche questa fase, col sostegno della psicologa e della terapia.
Ora vorrei capire se sono incappata nuovamente nel loop: qualche mese fa abbiamo litigato, era un periodo teso tra noi a causa delle incomprensioni di litigi precedenti.
Lui mi ha lasciata, esternando nuovamente dubbi su di noi e il nostro futuro e io come si suol dire ' gli sono corsa dietro' perché non volevo perderlo.
Ero disperata e distrutta al pensiero di perderlo.
Alla fine lui è ritornato, siamo tornati insieme ed ero molto contenta di ciò, ma poi mi sono chiusa in me stessa.
Forse la paura e l'ansia scatenati da quel gesto ma sentivo solo vuoto, non sentivo più l'amore ne mancanza.
Lo guardavo e mi chiedevo se mi piacesse, se lo amassi...sentendo solo vuoto.
Mi sono spenta totalmente.
Rispetto alle altre volte dove passavo il tempo a piangere e disperarmi ora sono più passiva, sento un blocco al petto, a volte lo guardo e mi viene da piangere perché ho paura di prenderlo in giro, che non lo amo, che non accetto che proprio io lo lascio.
Quando torna giù dal lavoro stiamo sempre insieme, continuo a cercarlo, lo accarezzo e lo abbraccio istintivamente sentendo sempre vuoto però.
Se penso a lui mi viene ansia, se guardo le nostre foto anche, se penso al mio passato cn lui sembra che non lo ricordo più, a volte sembra che non lo riconosco.
Non riesco a dirgli che lo amo senza avere ansia o dire 'lo stai prendendo in giro'; non riesco a fare progetti senza sentire la vocina che dice 'tanto lo lasci'.
Non vedo più il positivo, ma solo il negativo: noto i difetti fisici.
Un'ansia continua, da quando mi sveglio a quando vado a letto.
Mi sento totalmente bloccata.
Avevamo deciso di andare a vivere insieme dopo tanto tempo e quanto l'ho desiderato ma ora sono convinta che sia tutto vero, che probabilmente non lo amo più, non ne sono più innamorata e lo prendo in giro per vigliaccheria.
Vorrei sapere se tutto questo è colpa della mia ansia e dei meccanismi di difesa o sto soffrendo perchè non accetto.
Se assecondo i pensieri vado giù di morale, se non li assecondo e non gli credo l'ansia aumenta dicendo che mi sto autingannando, sento sensazioni contrastanti.
Sono stata in terapia da una psicologa per colpa del disturbo d'ansia che mi affligge da un po' che mi prende con pensieri ossessivi sulla mia relazione.
Grazie alla terapia ne sono uscita e ho vissuto la mia relazione senza ansia.
Ho avuto una ricaduta due anni fa, a seguito di un litigio dove ci eravamo lasciati e dove lui aveva esternato dubbi sulla nostra relazione.
Dopo aver chiarito però ansia e paura mi hanno colpita: mi chiedevo di continuo se lo amavo, se mi piaceva.
Forti sensi di colpa perchè ero convinta che fosse tutto realtà, che lo stessi prendendo in giro.
Non sentivo più amore, ne di essere innamorata, nè la mancanza.
A causa del suo lavoro, abbiamo una relazione a distanza.
Sono riuscita a superare anche questa fase, col sostegno della psicologa e della terapia.
Ora vorrei capire se sono incappata nuovamente nel loop: qualche mese fa abbiamo litigato, era un periodo teso tra noi a causa delle incomprensioni di litigi precedenti.
Lui mi ha lasciata, esternando nuovamente dubbi su di noi e il nostro futuro e io come si suol dire ' gli sono corsa dietro' perché non volevo perderlo.
Ero disperata e distrutta al pensiero di perderlo.
Alla fine lui è ritornato, siamo tornati insieme ed ero molto contenta di ciò, ma poi mi sono chiusa in me stessa.
Forse la paura e l'ansia scatenati da quel gesto ma sentivo solo vuoto, non sentivo più l'amore ne mancanza.
Lo guardavo e mi chiedevo se mi piacesse, se lo amassi...sentendo solo vuoto.
Mi sono spenta totalmente.
Rispetto alle altre volte dove passavo il tempo a piangere e disperarmi ora sono più passiva, sento un blocco al petto, a volte lo guardo e mi viene da piangere perché ho paura di prenderlo in giro, che non lo amo, che non accetto che proprio io lo lascio.
Quando torna giù dal lavoro stiamo sempre insieme, continuo a cercarlo, lo accarezzo e lo abbraccio istintivamente sentendo sempre vuoto però.
Se penso a lui mi viene ansia, se guardo le nostre foto anche, se penso al mio passato cn lui sembra che non lo ricordo più, a volte sembra che non lo riconosco.
Non riesco a dirgli che lo amo senza avere ansia o dire 'lo stai prendendo in giro'; non riesco a fare progetti senza sentire la vocina che dice 'tanto lo lasci'.
Non vedo più il positivo, ma solo il negativo: noto i difetti fisici.
Un'ansia continua, da quando mi sveglio a quando vado a letto.
Mi sento totalmente bloccata.
Avevamo deciso di andare a vivere insieme dopo tanto tempo e quanto l'ho desiderato ma ora sono convinta che sia tutto vero, che probabilmente non lo amo più, non ne sono più innamorata e lo prendo in giro per vigliaccheria.
Vorrei sapere se tutto questo è colpa della mia ansia e dei meccanismi di difesa o sto soffrendo perchè non accetto.
Se assecondo i pensieri vado giù di morale, se non li assecondo e non gli credo l'ansia aumenta dicendo che mi sto autingannando, sento sensazioni contrastanti.
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Direi , dal resoconto che lei riporta, che nonostante il lavoro svolto in psicoterapia non si è risolto il nucleo del Sè ossessivo che comporta lo sviluppo di pensieri intrusivi quando aumenta lo stress legato a vicissitudini di vita e alla necessità di prendere decisioni. Per mia esperienza è frequente, se non la norma, che il coinvolgimento emotivo, e le pressioni emozionali che ne derivano, possano determinare un conflitto tra il desiderio di lasciarsi andare a esperienze piacevoli e la necessità di controllo e il terrore di "sbagliare" scelta.
Le consigli odi considerare una ripresa della terapia con una focalizzazione più attenta alla componente emozionale dei suoi vissuti.
Le consigli odi considerare una ripresa della terapia con una focalizzazione più attenta alla componente emozionale dei suoi vissuti.
Dr. gino aldi
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 984 visite dal 02/09/2020.
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Approfondimento su Ansia
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