Pensare cose che non si pensano
Buongiorno.
Sono una ragazza di diciotto anni.
È da un po' che non riesco ad interpretare la natura dei miei pensieri, e ne sono seriamente spaventata.
Capita infatti che in momenti in cui mi sento mentalmente ed emotivamente scossa (rabbia, ansia, panico, tristezza), di confusione mentale, nella mia mente affiorino pensieri che non mi appartengono.
Ed esattamente nell'istante in cui attaversano la mia mente, ne percepisco l'intrusività e la falsità.
In realtà, pur non avendone la certezza, credo di avere il disturbo ossessivo-compulsivo sin dall'infanzia, non so se c'entri.
Pensieri ossessivi che non se ne vanno ("e se uccidessi mia madre?
" o ancora "e se aggredissi sessualmente qualcuno?
", pur non volendo affatto che accada, autorassicurazioni che si ripetono, compulsioni di varia natura).
Detto ciò, una volta, non sentendomi capita dal mio ragazzo, senza alcuna previsione e razionalità, per un istante mi attraversò la mente il pensiero che non fosse giusto che soffrissi solo io, come se volessi che soffrisse pure lui.
Nel medesimo istante, mi resi anche conto che non lo desideravo affatto.
Mi sentii in colpa, pur sapendo di non desiderarlo veramente.
Mi chiesi come avesse potuto sfiorarmi la mente, dal momento che non era così.
È come se la mia mente lo avesse pensato di proposito per poi farmi sentire in colpa.
È come se la mia mente ancora prima di pensare a determinate cose percepisse che non sono vere.
Come se le pensasse proprio perché non sono vere.
O ancora, una volta è capitato che in un momento di sconforto, in cui mi sentivo anche in ansia, per un microsecondo nella mia mente sia affiorato il pensiero che magari volessi che morisse, e sempre nel medesimo istante, pensai che non fosse affatto così, che lo amavo più di ogni altra cosa al mondo.
Che se lo perdessi per me sarebbe la fine, è la persona più importante della mia vita.
Prima che quel pensiero si creasse, o comunque simultaneamente al pensiero, la mia mente mi ripeteva "No Alice, non lo pensare perché non lo pensi veramente, è la tua mente".
Infatti poche ore prima venni a conoscenza che ancora non aveva smesso di fumare, e ci rimasi parecchio male, perché quella roba uccide.
Sono pensieri che non fanno parte di me, ed è davvero come se la mia mente li creasse di proposito.
Questi momenti di ansia e di sconforto con il mio ragazzo sono dovuti proprio a questo comunque.
Lui è a conoscenza dei miei pensieri intrusivi, e non è semplice farmi capire.
Non sa bene nemmeno lui come comportarsi, mi sta affianco, però io mi sento perennemente in colpa.
Mi sento sbagliata.
Quei pensieri non sono davvero parte di me, ma allora, perché mi sfiorano la mente, anche se per solo un istante, anche se mi accorgo che non li penso e non li voglio pensare?
Sono una ragazza di diciotto anni.
È da un po' che non riesco ad interpretare la natura dei miei pensieri, e ne sono seriamente spaventata.
Capita infatti che in momenti in cui mi sento mentalmente ed emotivamente scossa (rabbia, ansia, panico, tristezza), di confusione mentale, nella mia mente affiorino pensieri che non mi appartengono.
Ed esattamente nell'istante in cui attaversano la mia mente, ne percepisco l'intrusività e la falsità.
In realtà, pur non avendone la certezza, credo di avere il disturbo ossessivo-compulsivo sin dall'infanzia, non so se c'entri.
Pensieri ossessivi che non se ne vanno ("e se uccidessi mia madre?
" o ancora "e se aggredissi sessualmente qualcuno?
", pur non volendo affatto che accada, autorassicurazioni che si ripetono, compulsioni di varia natura).
Detto ciò, una volta, non sentendomi capita dal mio ragazzo, senza alcuna previsione e razionalità, per un istante mi attraversò la mente il pensiero che non fosse giusto che soffrissi solo io, come se volessi che soffrisse pure lui.
Nel medesimo istante, mi resi anche conto che non lo desideravo affatto.
Mi sentii in colpa, pur sapendo di non desiderarlo veramente.
Mi chiesi come avesse potuto sfiorarmi la mente, dal momento che non era così.
È come se la mia mente lo avesse pensato di proposito per poi farmi sentire in colpa.
È come se la mia mente ancora prima di pensare a determinate cose percepisse che non sono vere.
Come se le pensasse proprio perché non sono vere.
O ancora, una volta è capitato che in un momento di sconforto, in cui mi sentivo anche in ansia, per un microsecondo nella mia mente sia affiorato il pensiero che magari volessi che morisse, e sempre nel medesimo istante, pensai che non fosse affatto così, che lo amavo più di ogni altra cosa al mondo.
Che se lo perdessi per me sarebbe la fine, è la persona più importante della mia vita.
Prima che quel pensiero si creasse, o comunque simultaneamente al pensiero, la mia mente mi ripeteva "No Alice, non lo pensare perché non lo pensi veramente, è la tua mente".
Infatti poche ore prima venni a conoscenza che ancora non aveva smesso di fumare, e ci rimasi parecchio male, perché quella roba uccide.
Sono pensieri che non fanno parte di me, ed è davvero come se la mia mente li creasse di proposito.
Questi momenti di ansia e di sconforto con il mio ragazzo sono dovuti proprio a questo comunque.
Lui è a conoscenza dei miei pensieri intrusivi, e non è semplice farmi capire.
Non sa bene nemmeno lui come comportarsi, mi sta affianco, però io mi sento perennemente in colpa.
Mi sento sbagliata.
Quei pensieri non sono davvero parte di me, ma allora, perché mi sfiorano la mente, anche se per solo un istante, anche se mi accorgo che non li penso e non li voglio pensare?
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<<< Quei pensieri non sono davvero parte di me, ma allora, perché mi sfiorano la mente, anche se per solo un istante, anche se mi accorgo che non li penso e non li voglio pensare?>>>
Perché, nelle sindromi ossessive (come verosimilmente la tua ma servirebbe una diagnosi dal vivo) il problema nasce proprio dal <<<peso>>>, dal valore, che NOI, diamo a determinati pensieri.
Va da sé che se ad un pensiero comune a tutti come: <<< e se aggredissi sessualmente qualcuno?>>>, diamo importanza chiedendoci ad esempio: <<<ma perché penso sta cosa?>>>, <<<non voglio pensarla>>>, altro non facciamo che permettere a quel pensiero di diventare ossessivo, ripetitivo, intrusivo e di rovinarci letteralmente giornate e relazioni.
Il senso di colpa, la tristezza e il <<<sentirsi sbagliati>>> sono conseguenze emotive naturali del problema ossessivo.
Direi che prendere appuntamento con un/una Collega non sarebbe male
In bocca al lupo
Perché, nelle sindromi ossessive (come verosimilmente la tua ma servirebbe una diagnosi dal vivo) il problema nasce proprio dal <<<peso>>>, dal valore, che NOI, diamo a determinati pensieri.
Va da sé che se ad un pensiero comune a tutti come: <<< e se aggredissi sessualmente qualcuno?>>>, diamo importanza chiedendoci ad esempio: <<<ma perché penso sta cosa?>>>, <<<non voglio pensarla>>>, altro non facciamo che permettere a quel pensiero di diventare ossessivo, ripetitivo, intrusivo e di rovinarci letteralmente giornate e relazioni.
Il senso di colpa, la tristezza e il <<<sentirsi sbagliati>>> sono conseguenze emotive naturali del problema ossessivo.
Direi che prendere appuntamento con un/una Collega non sarebbe male
In bocca al lupo
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 14.2k visite dal 31/08/2020.
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