Mamma con sensi di colpa
buona sera io ho una spendida bambina di 15 mesi che adoro piu' di qualsiasi cosa al mondo.ho lasciato il mio lavoro per non farle mancare il mio affetto e di questo ne sono fiera.sono una madre molto affettuosa e giocherellona e mi rendo conto che non è facile accudire una bimba in tutto e per tutto (ecco perchè molte preferiscono lavorare vi assicuro che stanca molto meno) ma io lo faccio con tutto il cuore e sono felice.premetto che la mia bimba adora andare al parco o comunque uscire in generale da casa...il "problema" è che ogni volta che o fa cattivo tempo o ho da fare in casa e non usciamo io mi sento in colpa anche se lei non mostra nessun segno di insofferenza io ho sempre questo senso di colpa non sopporto vederla annoiarsi.......mi rendo conto che è una stupidaggine ma non riesco a capire perchè mi succede questo rendendomi perfettamente conto che sono una madre esemplare o quasi............
[#1]
Gentile utente,
premesso che sentirsi in colpa per una ragione difficile da comprendersi non è una stupidaggine...La sofferenza che lei prova è autentica!!! E non mi pare affatto che sia di poco conto, mi pare anzi che sia causa di sofferenza sufficiente da ritenere opportuno rivolgersi qui per un consulto.
Spesso può succedere che sensazioni che per noi sono state in un particolare momento dolorose tendiamo a riveverle nei in chi ci sta vicino specie in un figlio.
Lei parla di non "sopportare che sua figlia si annoi" e credo che questo sia il punto da cui partire, capire perchè se l'idea di annoiarsi sia così insopportabile dal momento che come lei stessa riconosce è un qualcosa che sembra non turbare minimamente sua figlia.
Un collega nella sua zona potrebbe aiutarla a fare chiarezza.
Cordialmente
premesso che sentirsi in colpa per una ragione difficile da comprendersi non è una stupidaggine...La sofferenza che lei prova è autentica!!! E non mi pare affatto che sia di poco conto, mi pare anzi che sia causa di sofferenza sufficiente da ritenere opportuno rivolgersi qui per un consulto.
Spesso può succedere che sensazioni che per noi sono state in un particolare momento dolorose tendiamo a riveverle nei in chi ci sta vicino specie in un figlio.
Lei parla di non "sopportare che sua figlia si annoi" e credo che questo sia il punto da cui partire, capire perchè se l'idea di annoiarsi sia così insopportabile dal momento che come lei stessa riconosce è un qualcosa che sembra non turbare minimamente sua figlia.
Un collega nella sua zona potrebbe aiutarla a fare chiarezza.
Cordialmente
Dr.ssa Sara Daniela Elettra Pezzola
Ordine psicologi Lombardia n° 10817
[#2]
Gentile utente,
si coglie dal suo racconto, quanta cura e dedizione lei investa nell’accudire la sua splendida bambina. E le scelte da lei effettuate, come quella di abbandonare il lavoro lo testimoniano. Così tanto da renderla una madre esemplare.
Probabilmente il non soddisfare i desideri e le attitudini della sua bambina, seppur per rari episodi, motivati da reali motivi quali il mal tempo, le fa temere di non riuscire a trasmettere a sua figlia quell’amore che è capace di farle sentire abitualmente.
Credo questo sia un aspetto importante sul quale fare chiarezza con l’aiuto di un collega.
Cordialmente
si coglie dal suo racconto, quanta cura e dedizione lei investa nell’accudire la sua splendida bambina. E le scelte da lei effettuate, come quella di abbandonare il lavoro lo testimoniano. Così tanto da renderla una madre esemplare.
Probabilmente il non soddisfare i desideri e le attitudini della sua bambina, seppur per rari episodi, motivati da reali motivi quali il mal tempo, le fa temere di non riuscire a trasmettere a sua figlia quell’amore che è capace di farle sentire abitualmente.
Credo questo sia un aspetto importante sul quale fare chiarezza con l’aiuto di un collega.
Cordialmente
Dr.ssa Cinzia Valentini
[#3]
Gentile sig.ra, nella società attuale le soddifazioni possono nascere dai molteplici contesti di vita non solo dalla vita familiare come invece era in passato. Il senso di colpa potrebbe essere collegato al fatto che lei ha lasciato il lavoro per dedicarsi a sua figlia interamente, ma non è detto che le soddisfazioni possano derivare solo da questo rapporto, per quanto splendido, ecco perchè anche così "stancante".
Ma questo è solo uno spunto iniziale di riflessione.
Cordialmente
Ma questo è solo uno spunto iniziale di riflessione.
Cordialmente
Dr. Cristina Finocchiaro
Dottore in Psicologia Clinica, Specializzata in Psicoterapia sistemica e relazionale e psicodiagnostica - Roma
[#4]
Gentile Signora, no, non è una stupidaggine!! Il senso di colpa è uno stato affettivo molto penoso che puo'andare dal rimprovero per ritenersi responsabili di un avvenimento qualsiasi, anche banale, ma spiacevole per la persona, alla percezione diffusa di non essere adeguati rispetto al compito,fino ad avvertire sentimenti di indegnità, autoaccusa, autodenigrazione. Cosa puo' fare una madre per essere perfetta, eliminare quel "quasi" e riuscire ad offrire alla propria bimba tutta la serenita' e felicità possibile? Combattere la noia, non essere succube del capriccio delle stagioni, eliminare il male del mondo con le sue contraddizioni, essere continuamente presente, annullarsi..Leggendo anche il precedente post inviato, si intuisce che lei ha attraversato un momento delicato ed ha fatto di recente scelte importanti per il suo futuro; come le hanno suggerito le colleghe, credo sia importante che lei si possa rivolgere ad uno psicoterapeuta per un consulto e possa chiarire quello che le sta succedendo, penso che la sua bambina possa desiderare piu' di ogni altra cosa, sentirla serena.
Ci scriva ancora se crede che le possa servire.
Cordialmente.
Dott.ssa M. Caruso
www.mirellacaruso.it
Ci scriva ancora se crede che le possa servire.
Cordialmente.
Dott.ssa M. Caruso
www.mirellacaruso.it
Dr.ssa Mirella Caruso www.mirellacaruso.it
Milano: via A. Stradivari, 6.
Bologna: via Malvolta, 3.
[#5]
Gentile Signora, dalle sue parole emerge l' estrema dedizione ed amore che ha verso sua figlia.
IL senso di colpa che lei prova potrebbe essere sintomo di un disagio, magari dovuto proprio al fatto che si è dedicata solo alla bambina tralasciando tutti i suoi interessi.
Potrebbe essere utile per lei affrontare tale problematica con l'aiuto di un collega.
Cordialmente
IL senso di colpa che lei prova potrebbe essere sintomo di un disagio, magari dovuto proprio al fatto che si è dedicata solo alla bambina tralasciando tutti i suoi interessi.
Potrebbe essere utile per lei affrontare tale problematica con l'aiuto di un collega.
Cordialmente
Dr.ssa valentina bimbi
[#6]
Gentile signora, che lei sia preda di sensi di colpa lo si intuisce fin dalle primissime righe del suo racconto, dato che si sente di doversi giustificare e di far presente che è orgogliosa di aver lasciato il lavoro per sua figlia, che per lei conta più di qualsiasi altra cosa al mondo. Ma negli esseri umani, tutto ciò che è assoluto rischia di trasformarsi in rigidità e provocare dolore. I figli sono una bellissima cosa, forse la più bella, ma non sono tutto. Nella vita di ciascuno di noi è opportuno crearsi più di un settore dove riuscire a sentirsi capaci e appagati, per renderla più equilibrata.
Così come rischia di irrigidirsi chi sacrifica tutto al lavoro, o a un hobby o anche a un amore, anche lei sta correndo lo stesso rischio. Se ne sente il bisogno, ne parli con un collega, ma di persona.
Cordiali saluti
Così come rischia di irrigidirsi chi sacrifica tutto al lavoro, o a un hobby o anche a un amore, anche lei sta correndo lo stesso rischio. Se ne sente il bisogno, ne parli con un collega, ma di persona.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#7]
Psicologo, Psicoterapeuta
Salve,
il senso di colpa nei confronti dei figli sembra essere sempre di più il sistema di azione genitoriale utilizzato nella nostra epoca. In un'idealizzazione del genitore perfetto, dedicato anima e corpo alla protezione dei figli, si consuma spesso un processo di relazione assurdo dove nessuno deve commettere errori, e dove non sono ammessi, neanche fantasticamente, il contrasto, la rabbia, la noia e la frustrazione. Qui vediamo l'incapacità, tutta epocale, di essere genitori efficaci, il che invece comporta la partecipazione delle istanze negative, quali la sofferenza e il peso di doversi occupare di un bambino, che spesso, soprattutto per i genitori alla prima esperienza, non è solo un evento straordinario piacevole, ma anche il limite della propria libertà e il segnale della giovinezza deresponsabilizzata perduta. Ammettere questi elementi negativi è il primo passo per vivere l'esperienza genitoriale in modo più sereno e completo. Fantasticare ed ammettere la propria aggressività nei confronti del figlio, che occupa inevitabilmente spazi personali e crea problemi nuovi, è necessario, anche per prevenire comportamenti violenti improvvisi e non previsti.
Altra evenienza spesso presente nell'azione genitoriale tipica dei nostri tempi, sempre generata dal senso di colpa depressivo, è la protezione eccessiva, dove la negazione dell'evento drammatico, sempre possibile nella realtà della vita, crea un mancato sviluppo nel figlio del senso di efficacia e di autonomia.
In sostanza provi a vivere con minor ansia di perfezione il suo rapporto con sua figlia, si conceda errori e pensieri negativi. Si conceda soprattutto spazi personali, e conceda alla bambina, man mano che cresce, di fare errori, di rischiare, di non essere un oggetto ideale e salvifico della sua vita.
E se questo non basta, ovviamente, può chiedere supporto ad un collega della sua zona.
Buone cose.
il senso di colpa nei confronti dei figli sembra essere sempre di più il sistema di azione genitoriale utilizzato nella nostra epoca. In un'idealizzazione del genitore perfetto, dedicato anima e corpo alla protezione dei figli, si consuma spesso un processo di relazione assurdo dove nessuno deve commettere errori, e dove non sono ammessi, neanche fantasticamente, il contrasto, la rabbia, la noia e la frustrazione. Qui vediamo l'incapacità, tutta epocale, di essere genitori efficaci, il che invece comporta la partecipazione delle istanze negative, quali la sofferenza e il peso di doversi occupare di un bambino, che spesso, soprattutto per i genitori alla prima esperienza, non è solo un evento straordinario piacevole, ma anche il limite della propria libertà e il segnale della giovinezza deresponsabilizzata perduta. Ammettere questi elementi negativi è il primo passo per vivere l'esperienza genitoriale in modo più sereno e completo. Fantasticare ed ammettere la propria aggressività nei confronti del figlio, che occupa inevitabilmente spazi personali e crea problemi nuovi, è necessario, anche per prevenire comportamenti violenti improvvisi e non previsti.
Altra evenienza spesso presente nell'azione genitoriale tipica dei nostri tempi, sempre generata dal senso di colpa depressivo, è la protezione eccessiva, dove la negazione dell'evento drammatico, sempre possibile nella realtà della vita, crea un mancato sviluppo nel figlio del senso di efficacia e di autonomia.
In sostanza provi a vivere con minor ansia di perfezione il suo rapporto con sua figlia, si conceda errori e pensieri negativi. Si conceda soprattutto spazi personali, e conceda alla bambina, man mano che cresce, di fare errori, di rischiare, di non essere un oggetto ideale e salvifico della sua vita.
E se questo non basta, ovviamente, può chiedere supporto ad un collega della sua zona.
Buone cose.
[#8]
Gentile signora, Le confermo quanto hanno scritto i colleghi che mi hanno preceduto e Le consiglio di prendere in considerazione alcune sue sensazioni.
Le consiglierei di prendere maggiore consapevolezza sul senso di ciò che Lei fa durante il suo percorso di vita. Spesso la ricerca di senso della nostra esistenza è velata dai rapporti con gli altri. Tendiamo a rimandare i nostri bisogni che confondiamo con una percezione alterata del senso del dovere. Il senso del dovere di fare la mamma rimanda non solo al volere ricoprire il ruolo di mamma ma soprattutto al potere che è insito nel dono del valore della maternità. Spesso, prendere consapevolezza di questo potere ci consente di riappropriarci della nostra esistenza e permettere a noi stessi di vedere emergere bisogni precedentemente latenti che sono fortemente collegati con la nostra persona e aspettano di essere soddisfatti. Tali bisogni a volte emergono come campanelli di allarme e ci esortano a prenderne consapevolezza. Parlare di persona con un collega Le permetterà di chiarire alcuni suoi dubbi. Un augurio perchè queste festività pasquali siano per Lei, segno di cambiamento e serenità.
Le consiglierei di prendere maggiore consapevolezza sul senso di ciò che Lei fa durante il suo percorso di vita. Spesso la ricerca di senso della nostra esistenza è velata dai rapporti con gli altri. Tendiamo a rimandare i nostri bisogni che confondiamo con una percezione alterata del senso del dovere. Il senso del dovere di fare la mamma rimanda non solo al volere ricoprire il ruolo di mamma ma soprattutto al potere che è insito nel dono del valore della maternità. Spesso, prendere consapevolezza di questo potere ci consente di riappropriarci della nostra esistenza e permettere a noi stessi di vedere emergere bisogni precedentemente latenti che sono fortemente collegati con la nostra persona e aspettano di essere soddisfatti. Tali bisogni a volte emergono come campanelli di allarme e ci esortano a prenderne consapevolezza. Parlare di persona con un collega Le permetterà di chiarire alcuni suoi dubbi. Un augurio perchè queste festività pasquali siano per Lei, segno di cambiamento e serenità.
Dr. Sergio Murgia
[#9]
Gentile Utente,
Lei può al massimo leggere le previsioni del tempo, non può predisporre, per sé e per la sua bambina, il tempo che vuole, sereno, variabile, tempesta, alta pressione etc.
Quindi deve accettare il tempo che madre natura le offre e agire di conseguenza. Tutti i mortali sono così, hanno cioè queste limitazioni.
Ma il tempo cattivo fa male più a lei che non alla sua bambina?
La sua bambina potrebbe stare bene anche a casa. Annoiarsi poi fa parte del gioco e della dialettica: quando ci annoiamo, significa che ci sono momenti più giocosi e più amati, quelli che spendiamo al parco o altrove quando il tempo ce lo permette.
Piuttosto: è la bambina che gode della sua vicinanza o è lei che si diverte ad avere una bambina con cui giocare? Scusi la franchezza, ma se così fosse, allora va detto che noi possiamo anche giocare con i nostri bambini, ma che non li abbiamo messi al mondo perché siano soprattutto i nostri giocattoli.
Può darsi che lei abbia sensi di colpa, ma che essi affondino nella sua psiche per altri motivi a lei e a me sconosciuti. Guardi bene in se stessa e trovi cos'è che cerca e cosa le manca.
Cordiali saluti e a risentirci.
[#10]
Gentile utente,
se posso aggiungere un paio di ulteriori riflessioni a quanto suggerito dai colleghi:
1. il ruolo del padre: in genere è opportuno soffermarsi a pensare che è buon genitore colui (o colei) che sa confermare e valorizzare anche il ruolo dell'altra (o altro) perchè i figli hanno veramente bisogno di due genitori, complementari, in un rapporto affettivo e dialettico reciproco. Insomma, dove non arriva uno...
2. l'importanza delle frustrazioni, del saper attendere, del saper rinunciare: sua figlia crescerà, e se lei non riesce a permettersi di rinunciare (e di farla rinunciare) ad una passeggiata al parco per una causa di forza maggiore quale il maltempo (pena provare un senso di colpa piuttosto notevole), come potrà sostenere la frustrazione di comminare a sua figlia frustrazioni più importanti, più dolorose?
Essere mamma significa veramente tante cose, sicuramente non vuol dire solo soddisfare quelli che Lei pensa essere i bisogni di sua figlia PRIMA ancora che sua figlia li avverta. Il rischio potrebbe essere, come vuole senso comune, quello di viziare la piccola, mentre i NO, quando sono ben detti, motivati opportunamente, insomma i NO giusti, aiutano a crescere.
Le auguro di trovare gratificazioni e serenità nella sua vita, nella sua femminilità, nella sua coppia, ecc. ecc. ecc. per ridimensionare una "maternità totalitaria" che Le toglierebbe libertà (di azione con sua figlia, di agire nel "giusto" per paura di possibili sensi di colpa, e così via).
Tantissimi auguri e ci contatti ancora se necessario,
se posso aggiungere un paio di ulteriori riflessioni a quanto suggerito dai colleghi:
1. il ruolo del padre: in genere è opportuno soffermarsi a pensare che è buon genitore colui (o colei) che sa confermare e valorizzare anche il ruolo dell'altra (o altro) perchè i figli hanno veramente bisogno di due genitori, complementari, in un rapporto affettivo e dialettico reciproco. Insomma, dove non arriva uno...
2. l'importanza delle frustrazioni, del saper attendere, del saper rinunciare: sua figlia crescerà, e se lei non riesce a permettersi di rinunciare (e di farla rinunciare) ad una passeggiata al parco per una causa di forza maggiore quale il maltempo (pena provare un senso di colpa piuttosto notevole), come potrà sostenere la frustrazione di comminare a sua figlia frustrazioni più importanti, più dolorose?
Essere mamma significa veramente tante cose, sicuramente non vuol dire solo soddisfare quelli che Lei pensa essere i bisogni di sua figlia PRIMA ancora che sua figlia li avverta. Il rischio potrebbe essere, come vuole senso comune, quello di viziare la piccola, mentre i NO, quando sono ben detti, motivati opportunamente, insomma i NO giusti, aiutano a crescere.
Le auguro di trovare gratificazioni e serenità nella sua vita, nella sua femminilità, nella sua coppia, ecc. ecc. ecc. per ridimensionare una "maternità totalitaria" che Le toglierebbe libertà (di azione con sua figlia, di agire nel "giusto" per paura di possibili sensi di colpa, e così via).
Tantissimi auguri e ci contatti ancora se necessario,
Dott.ssa Marisa Nicolini, psicologa-psicoterapeuta
m_nicolini@virgilio.it
riceve a Roma e a Viterbo
[#11]
Ex utente
grazie molte per l'interessamento,direi che avete colto nel segno è proprio vero che mi sono annullata con la nascita della mia bimba...ormai non ho piu'(o non voglio piu')un momento per me.la cosa assurda è che ho due nonne che si prenderebbero cura di mia figlia nel migliore dei modi ma non la lascio quasi mai da loro.non ce la faccio il problema è che mi manca anche se sono in un negozio senza di lei non vedo l'ora di tornare a casa e riprendermela e quindi per questo motivo la tengo sempre vicino.figuriamoci andare a lavorare...lo vorrei tanto anzi invidio chi ci va con disinvoltura io non credo di riuscirci.....e poi se devo dirla tutta ho il terrore che mia figlia voglia piu'bene alle sue nonne che a me...se succedesse una cosa del genere credo che morirei dentro...sono gelosa marcia!!! la voglio tutta per me!!!sono cosciente che sbaglio e che dovrei evere con mia figlia un rapporto normale ma non riesco a staccarmi da lei...lei è la mia vita.........ultimamente i rapporti con mio marito sono migliorati molto,i primi mesi ero completamente assente verso di lui credevo di non amarlo piu'.ma adesso siamo molto piu'vicini e ho ricominciato ad amarlo...anche se non come prima in un modo credo piu'maturo...........è assurdo che io scriva a voi cose che a stento riesco a dire a me stessa...........................vorrei tanto riuscire a cambiare questa mia testa dura!!!!!! sono a dir poco patetica...........grazie......
[#12]
Gentile Signora,
faccia le sue valutazioni, ed ascolti le sue emozioni profonde, tenendo presente che la nascita di un figlio è un "potenziatore": se abbiamo delle doti, queste vengono fuori al meglio e se abbiamo dei problemi latenti, beh, anche questi vengono amplificati! In un caso e nell'altro, si tratta di un modo meraviglioso che Madre-Natura ci ha dato per migliorare, generazione dopo generazione. Ben venga la sua sofferenza (ma già che ne parla, è un po' meno dolorosa, vero?) se tra qualche mese avrà fatto dei passi in avanti nella sua personalissima, profonda, presa di coscienza: e allora Lei sarà più libera e sicura di se stessa e di conseguenza potrà crescere una figlia più libera e più sicura!
Vada avanti con coraggio e fiducia: Sua figlia ha rimesso in moto la Sua evoluzione, e quella della vostra coppia!
Ancora auguri
faccia le sue valutazioni, ed ascolti le sue emozioni profonde, tenendo presente che la nascita di un figlio è un "potenziatore": se abbiamo delle doti, queste vengono fuori al meglio e se abbiamo dei problemi latenti, beh, anche questi vengono amplificati! In un caso e nell'altro, si tratta di un modo meraviglioso che Madre-Natura ci ha dato per migliorare, generazione dopo generazione. Ben venga la sua sofferenza (ma già che ne parla, è un po' meno dolorosa, vero?) se tra qualche mese avrà fatto dei passi in avanti nella sua personalissima, profonda, presa di coscienza: e allora Lei sarà più libera e sicura di se stessa e di conseguenza potrà crescere una figlia più libera e più sicura!
Vada avanti con coraggio e fiducia: Sua figlia ha rimesso in moto la Sua evoluzione, e quella della vostra coppia!
Ancora auguri
[#13]
Gentile signora , ciò che lei descrive è molto signoficativo, a volte accade che con la nascita di un figlio la neomamma si trovi ad isolarsi socialmente, ad avere un calo del desiderio verso il compagno e a modificare tutte le abitudini che aveva precedentemente.
Adesso è arrivato il momento di riprendere la propria vita in mano e di ricominciare a fare ciò che faceva prima, in questo può farsi aiutare da un collega che la guidi e la aiuti a ritrovare se stessa.
Adesso è arrivato il momento di riprendere la propria vita in mano e di ricominciare a fare ciò che faceva prima, in questo può farsi aiutare da un collega che la guidi e la aiuti a ritrovare se stessa.
[#14]
gentile signora,
avrà già trovato valido aiuto nelle parole dei miei colleghi, che l'hanno infatti spinta ad aprirsi ancora un pochino di più.
leggendo il suo consulto in merito alla perdita di peso mi sono chiesta quanto lei possa essere stanca, se dorme, si riposa, se si concede brevi momenti per se stessa oltre la cura della bambina e, forse, della casa.
quando i bambini sono così piccoli, anche se non più neonati, molte madri li vivono come estensioni, proiezioni di sè; per questo è difficile l'allontanamento fisico; la noia che lei cita, sembra più una sua noia nello stare in casa.
capita anche che,vivendo con bambini così piccoli,molte madri si ricordino dei propri genitori, delle proprie esperienze di vita da piccole, a volte dolorose. Allora vogliono proteggere i bambini dalla sofferenza che hanno provato , tentando di essere sempre più perfette, come i genitori non sono stati.
Ma un genitore perfetto non esiste,così come non esiste quella donna perfetta che oggi la società vuole farci essere.
un figlio è una splendida occasione per riprendere in mano la propria vita e continuare ad andare avanti nel migliore dei modi. Ammettere dubbi e incertezze, avere lacapacità di confrontarsi è segnale di crescita; continui a guardarsi dentro e non si neghi uno spazio solo per sè, anche con un collega nella sua zona,
cordialmente
avrà già trovato valido aiuto nelle parole dei miei colleghi, che l'hanno infatti spinta ad aprirsi ancora un pochino di più.
leggendo il suo consulto in merito alla perdita di peso mi sono chiesta quanto lei possa essere stanca, se dorme, si riposa, se si concede brevi momenti per se stessa oltre la cura della bambina e, forse, della casa.
quando i bambini sono così piccoli, anche se non più neonati, molte madri li vivono come estensioni, proiezioni di sè; per questo è difficile l'allontanamento fisico; la noia che lei cita, sembra più una sua noia nello stare in casa.
capita anche che,vivendo con bambini così piccoli,molte madri si ricordino dei propri genitori, delle proprie esperienze di vita da piccole, a volte dolorose. Allora vogliono proteggere i bambini dalla sofferenza che hanno provato , tentando di essere sempre più perfette, come i genitori non sono stati.
Ma un genitore perfetto non esiste,così come non esiste quella donna perfetta che oggi la società vuole farci essere.
un figlio è una splendida occasione per riprendere in mano la propria vita e continuare ad andare avanti nel migliore dei modi. Ammettere dubbi e incertezze, avere lacapacità di confrontarsi è segnale di crescita; continui a guardarsi dentro e non si neghi uno spazio solo per sè, anche con un collega nella sua zona,
cordialmente
Dr. Laura MICCICHE
psicologo-psicoterapeuta
[#15]
Gentile signora,
la descrizione che lei ci ha fornito del suo attuale stato, è qualcosa di ben lontano dall’essere patetici.
In qualsiasi forma di sofferenza non c’è mai nulla di patetico.
Ci sono ragioni che possono essere comprese. Ci sono equilibri che si strutturano a partire da determinate esperienze, e che irrigidendosi rischiano di diventare una prigione.
Lei ha le giuste risorse per affrontare e superare questo momento di crisi; le consiglio di rivolgersi a uno specialista che la possa aiutare a spezzare il circolo vizioso che si è instaurato e ad individuare, facendone esperienza, nuove modalità di comportamento che rendano lei, ed i suoi rapporti significativi, più sereni.
Cordialmente
la descrizione che lei ci ha fornito del suo attuale stato, è qualcosa di ben lontano dall’essere patetici.
In qualsiasi forma di sofferenza non c’è mai nulla di patetico.
Ci sono ragioni che possono essere comprese. Ci sono equilibri che si strutturano a partire da determinate esperienze, e che irrigidendosi rischiano di diventare una prigione.
Lei ha le giuste risorse per affrontare e superare questo momento di crisi; le consiglio di rivolgersi a uno specialista che la possa aiutare a spezzare il circolo vizioso che si è instaurato e ad individuare, facendone esperienza, nuove modalità di comportamento che rendano lei, ed i suoi rapporti significativi, più sereni.
Cordialmente
[#16]
Gentile Utente,
ha visto quanti Colleghi si sono interessati al Suo caso? Forse sarà il titolo della sua richiesta (Mamma con sensi di colpa), forse sarà il fatto che una mamma molto premurosa, come sembra essere lei, suscita una certa simpatia, ecc.
Ho seguito un caso molto simile al Suo: la mia paziente, temendo che i bimbi (2) si innamorassero eccessivamente dei nonni, si faceva in 4 pur di tenerli sempre vicini a sé, lasciandoli ai nonni solo quando strettamente necessario.
Dopo sei anni di sofferenza quasi disumana, e dopo numerosi attacchi d'ansia, si è decisa a farsi curare. Oggi, dopo aver accettato il proprio "senso di inferiorità" nei confronti delle cure dei nonni, la sua bassa autostima come madre (che la portava ad avere sensi di colpa continui) e dopo aver imparato a delegare il più possibile, sta davvero molto bene.
Magari non sarà il Suo caso, ma più passa il tempo più mi rendo conto che le storie degli esseri umani si assomigliano sempre in qualcosa.
Per quanto la riguarda, il dato di fatto è che più lei si disfa per la bimba più si sente in colpa, e tutto questo è strano, no?
Prima di richiedere una consulenza provi da sola a delegare un po' di più i nonni, non impoverisca l'esperienza a cui la sua bimba potrebbe esporsi stando del tempo con le altre persone.
E soprattutto si confronti con il fatto che non siamo onnipotenti e nemmeno onnipresenti.
ha visto quanti Colleghi si sono interessati al Suo caso? Forse sarà il titolo della sua richiesta (Mamma con sensi di colpa), forse sarà il fatto che una mamma molto premurosa, come sembra essere lei, suscita una certa simpatia, ecc.
Ho seguito un caso molto simile al Suo: la mia paziente, temendo che i bimbi (2) si innamorassero eccessivamente dei nonni, si faceva in 4 pur di tenerli sempre vicini a sé, lasciandoli ai nonni solo quando strettamente necessario.
Dopo sei anni di sofferenza quasi disumana, e dopo numerosi attacchi d'ansia, si è decisa a farsi curare. Oggi, dopo aver accettato il proprio "senso di inferiorità" nei confronti delle cure dei nonni, la sua bassa autostima come madre (che la portava ad avere sensi di colpa continui) e dopo aver imparato a delegare il più possibile, sta davvero molto bene.
Magari non sarà il Suo caso, ma più passa il tempo più mi rendo conto che le storie degli esseri umani si assomigliano sempre in qualcosa.
Per quanto la riguarda, il dato di fatto è che più lei si disfa per la bimba più si sente in colpa, e tutto questo è strano, no?
Prima di richiedere una consulenza provi da sola a delegare un po' di più i nonni, non impoverisca l'esperienza a cui la sua bimba potrebbe esporsi stando del tempo con le altre persone.
E soprattutto si confronti con il fatto che non siamo onnipotenti e nemmeno onnipresenti.
[#17]
Ex utente
grazie mille per i preziosi consigli...in questi giorni ho lasciato un po'la mia bimba alle nonne, sono uscita con mio marito e direi che mi sono sentita meglio certo un po' di "mal di stomaco" all'inizio ma dopo mi è passato anche perchè sapevo che mia figlia stava in ottime mani...domani vado a iscrivermi in palestra lo volevo fare da mesi e solo al pensiero di preparare il borsone non sto nella pelle.....mi sento finalmente viva...e con tanta voglia di fare...vi saro'per sempre riconoscente.....baci
Questo consulto ha ricevuto 17 risposte e 4.1k visite dal 14/04/2009.
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