Relazione, dubbi incessanti
Buonasera dottori, circa due mesi fa inizio a parlare con un ragazzo il quale, a primo impatto, mi colpisce per la sua eleganza, compostezza e modi raffinati di fare.
Man mano che conversiamo scopro di aver a che fare, finalmente, con un ragazzo a modo e davvero intelligente ma, rimango, sempre un po' perplessa riguardo l'aspetto fisico, nonostante comunque lo ritenessi un bel ragazzo.
Sembrava, dalle foto sui social, che fosse un po' gay, tanto che ogni qualvolta che uscivamo mi fossilizzavo sui suoi movimenti e modi di parlare e trovavo sempre qualcosa che mi rimandava a quello e cercavo sempre delle tematiche inerenti per capire cosa ne pensasse e riguardo il suo orientamento.
A prescindere con lui inizio a vivere momenti bellissimi, passavamo in ogni uscita dalle 10 alle 15h insieme, mi faceva sentire al sicuro, i suoi abbracci avevano qualcosa di unico, ogni qual volta che mi prendeva la mano mi arrivava un qualcosa nel cuore, mentre stavamo in auto ed ascoltavamo delle canzoni adoravo il gioco di sguardi tra noi,
il suo sorriso.
Tornavo a casa con la voglia di rivederlo.
Insomma, nonostante esteticamente non fosse stato mai il mio genere, mi sentivo serena con lui.
Addirittura in una festa mentre ci guardavamo sentivo quella vocina dentro che mi diceva di dirgli TI AMO ma non provando amore era qualcosa di azzardato e non contestualizzato.
Poi d'improvviso paranoie e sentenze.
Un giorno, in una festa, faccio caso ai suoi movimenti femminei ed inizia il mio interrogatorio interiore:
"Mi piace?
Non mi piace?
Non provo nulla?
Dove sono finite le belle sensazioni?
" Lo vedevo brutto, che non mi piaceva.
Poi magari, andavo a rivedere qualche suo foto e mi tranquillizzavo, infondo non era così male.
Oppure: come sia arrivata a baciarlo allora se proprio non mi piace?
Come ho fatto a provare eccitazione da un suo bacio?
Al contempo ammetto che quando abbiamo avuto l'unico rapporto sessuale provavo eccitazione ma poi guardandolo bene non mi piaceva tantissimo.
Oppure pensavo: però alla fine con la camicia nera o bianca è molto molto bello, per poi smentire il pensiero il giorno dopo.
Alcuni giorni era bellissimo ed altri no.
Lui è un ragazzo perfetto, mi riempe di attenzioni, fondamentale stavo aspettando ciò da una vita e per la prima volta nella vita mi troverei di fronte a una nuova situazione, quella di non dover fare la crocerossina (come appunto mi dissero nelle mie ex sedute in psicoterapia) però se nelle precedenti relazioni l'aspetto fisico veniva meno e mi legavo sul fatto di dover salvare il bello e dannato, qui non ho da salvare nessuno e ho paura che non possa piacermi abbastanza.
Sto vivendo un incubo.
Ogni volta che mi invia foto dico " mh, no, forse è che non mi piace molto" per poi rivalutare il pensiero il giorno dopo. Oppure esco con lui per capire se mi piace davvero e puntualmente mi trovo a dire di no, eppure belle sensazioni le vivo con lui... Ora è partito per lavoro, quando mi chiama la sua voce mi fa stare tranquilla, a tratti mi eccita, quando parliamo di cose romantiche vorrei dirgli tante belle cose ma poi mi arriva qualche sua foto e smonto tutto. Poi vado a vedere le sue foto di nuovo o le nostro foto e diciamo la tensione si allenta.
Cosa ne pensate?
Man mano che conversiamo scopro di aver a che fare, finalmente, con un ragazzo a modo e davvero intelligente ma, rimango, sempre un po' perplessa riguardo l'aspetto fisico, nonostante comunque lo ritenessi un bel ragazzo.
Sembrava, dalle foto sui social, che fosse un po' gay, tanto che ogni qualvolta che uscivamo mi fossilizzavo sui suoi movimenti e modi di parlare e trovavo sempre qualcosa che mi rimandava a quello e cercavo sempre delle tematiche inerenti per capire cosa ne pensasse e riguardo il suo orientamento.
A prescindere con lui inizio a vivere momenti bellissimi, passavamo in ogni uscita dalle 10 alle 15h insieme, mi faceva sentire al sicuro, i suoi abbracci avevano qualcosa di unico, ogni qual volta che mi prendeva la mano mi arrivava un qualcosa nel cuore, mentre stavamo in auto ed ascoltavamo delle canzoni adoravo il gioco di sguardi tra noi,
il suo sorriso.
Tornavo a casa con la voglia di rivederlo.
Insomma, nonostante esteticamente non fosse stato mai il mio genere, mi sentivo serena con lui.
Addirittura in una festa mentre ci guardavamo sentivo quella vocina dentro che mi diceva di dirgli TI AMO ma non provando amore era qualcosa di azzardato e non contestualizzato.
Poi d'improvviso paranoie e sentenze.
Un giorno, in una festa, faccio caso ai suoi movimenti femminei ed inizia il mio interrogatorio interiore:
"Mi piace?
Non mi piace?
Non provo nulla?
Dove sono finite le belle sensazioni?
" Lo vedevo brutto, che non mi piaceva.
Poi magari, andavo a rivedere qualche suo foto e mi tranquillizzavo, infondo non era così male.
Oppure: come sia arrivata a baciarlo allora se proprio non mi piace?
Come ho fatto a provare eccitazione da un suo bacio?
Al contempo ammetto che quando abbiamo avuto l'unico rapporto sessuale provavo eccitazione ma poi guardandolo bene non mi piaceva tantissimo.
Oppure pensavo: però alla fine con la camicia nera o bianca è molto molto bello, per poi smentire il pensiero il giorno dopo.
Alcuni giorni era bellissimo ed altri no.
Lui è un ragazzo perfetto, mi riempe di attenzioni, fondamentale stavo aspettando ciò da una vita e per la prima volta nella vita mi troverei di fronte a una nuova situazione, quella di non dover fare la crocerossina (come appunto mi dissero nelle mie ex sedute in psicoterapia) però se nelle precedenti relazioni l'aspetto fisico veniva meno e mi legavo sul fatto di dover salvare il bello e dannato, qui non ho da salvare nessuno e ho paura che non possa piacermi abbastanza.
Sto vivendo un incubo.
Ogni volta che mi invia foto dico " mh, no, forse è che non mi piace molto" per poi rivalutare il pensiero il giorno dopo. Oppure esco con lui per capire se mi piace davvero e puntualmente mi trovo a dire di no, eppure belle sensazioni le vivo con lui... Ora è partito per lavoro, quando mi chiama la sua voce mi fa stare tranquilla, a tratti mi eccita, quando parliamo di cose romantiche vorrei dirgli tante belle cose ma poi mi arriva qualche sua foto e smonto tutto. Poi vado a vedere le sue foto di nuovo o le nostro foto e diciamo la tensione si allenta.
Cosa ne pensate?
[#1]
Gentile utente,
dal momento che la sua email s'intitola "Dubbi incessanti" e la sua domanda è "Cosa ne pensate?", mi chiedo se di questi "dubbi", per usare le sue parole, o di qualche altro analogo rimuginio, lei abbia già parlato durante la sua psicoterapia.
Sarebbe utile, per poterla aiutare, conoscere la diagnosi fatta nel corso della psicoterapia, e anche se ha assunto e assume ancora dei farmaci.
Anche sapere se lavora, studia, vive sola o in famiglia, se è globalmente soddisfatta di sé e della sua vita ci fornirebbe maggiori elementi di riflessione.
Per il resto, la sua email è indubbiamente ricca di contraddizioni: il ragazzo non le piace, poi però scrive che è bellissimo; vorrebbe dirgli parole d'amore, ma non lo ama; non si capisce nemmeno se avete una relazione definita, ma ha rapporti sessuali con lui.
Chiarisca l'ambito in cui si iscrive l'attuale "incertezza" e potremo aiutarla meglio.
Cordialmente.
dal momento che la sua email s'intitola "Dubbi incessanti" e la sua domanda è "Cosa ne pensate?", mi chiedo se di questi "dubbi", per usare le sue parole, o di qualche altro analogo rimuginio, lei abbia già parlato durante la sua psicoterapia.
Sarebbe utile, per poterla aiutare, conoscere la diagnosi fatta nel corso della psicoterapia, e anche se ha assunto e assume ancora dei farmaci.
Anche sapere se lavora, studia, vive sola o in famiglia, se è globalmente soddisfatta di sé e della sua vita ci fornirebbe maggiori elementi di riflessione.
Per il resto, la sua email è indubbiamente ricca di contraddizioni: il ragazzo non le piace, poi però scrive che è bellissimo; vorrebbe dirgli parole d'amore, ma non lo ama; non si capisce nemmeno se avete una relazione definita, ma ha rapporti sessuali con lui.
Chiarisca l'ambito in cui si iscrive l'attuale "incertezza" e potremo aiutarla meglio.
Cordialmente.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Nelle nostre sedute parlavamo dei miei comportamenti disfunzionali quali il "controllo" durante le relazioni di coppia.
Mettevo in atto rituali/trappole per testare la fiducia del partner e non riuscivo a sganciarmi da quei partner sfuggenti o che mi trattavano con indifferenza. Più non ricevevo, più mi legavo a loro. In particolare mi affezionavo a quei partner problematici, bisognosi di aiuto, che mi sottovalutavano, con l'intento il mio, di fargli cambiare idea, di salvarli dai problemi e di farli innamorare.
Erano relazioni dannose, mi annullavo quasi completamente. In un occasione sono arrivata a perdere 10kg per la sofferenza, in un'altra a tagliarmi i capelli per piacere o un'altra accettare i tradimenti pensando che alla fine quel partner comunque mi volesse bene.
Prima di questo ho avuto paura di essere lesbica.
Ricordo durante l'adolescenza di aver avuto dei dubbi, qualche volta la mia attenzione veniva catturata da ragazzine ma tutto ciò di colpo spariva per poi ripresentarsi mesi e mesi dopo. Al fine che iniziavo a mettermi alla prova oppure evitare situazioni che potessero mettermi in difficoltà. Forse in età adolescenziale ho avuto qualche contatto con lo stesso sesso, ho un vago ricordo. Ad ogni caso qualche volta capita di essere attratta dal corpo femminile, o meglio, se questo risulta essere provocante, quasi ad avere delle pulsioni ma non ho mai avuto desiderio di concretizzare con le donne o costruire qualcosa con loro. L'idea di essere toccata dal mio stesso sesso nemmeno mi sfiora.
I miei rapporti sessuali con gli uomini sono stati sempre soddisfacenti.
E' come se in dei periodi mi tornassero queste paranoie.
Ho 25 anni e sono una commessa.
La mia vita da commessa non mi soddisfa, piuttosto monotona, vivo con la mia famiglia. I miei sono stati sempre particolarmente apprensivi, esageratamente, e piuttosto, con mentalità retrograda. Sembra che spesso mi vada a cercare proprio quello che a loro deluderebbe: ricordo di un mio ex straniero, (detestano gli stranieri)
il dubbio di essere Bisex, o un ex partner con tatuaggi e nullafacente, oppure l'attuale ragazzo napoletano (hanno un'idea bizzarra del Sud Italia).
In quanto all'attuale situazione mi trovo confusa. Ho paura che non mi piaccia e vado sempre a cercare la conferma tramite le foto o chiedo di vedermi con lui per capire prima ancora che godermi le uscite e puntualmente le uscite sono disastrose. Lui è un ragazzo perfetto, ha tutte le caratteristiche che prima ricercavo in quei partner dannosi ed ora che ce l'ho mi sto fossilizzando sull'aspetto estetico. È normale che una persona piaccia in base al tipo di abbagliamento o colore?
Che si baci e con il solo bacio provare una grande attrazione sessuale per poi considerare l'idea che forse non mi piace? Non so cosa devo fare, non voglio perderlo.
Mettevo in atto rituali/trappole per testare la fiducia del partner e non riuscivo a sganciarmi da quei partner sfuggenti o che mi trattavano con indifferenza. Più non ricevevo, più mi legavo a loro. In particolare mi affezionavo a quei partner problematici, bisognosi di aiuto, che mi sottovalutavano, con l'intento il mio, di fargli cambiare idea, di salvarli dai problemi e di farli innamorare.
Erano relazioni dannose, mi annullavo quasi completamente. In un occasione sono arrivata a perdere 10kg per la sofferenza, in un'altra a tagliarmi i capelli per piacere o un'altra accettare i tradimenti pensando che alla fine quel partner comunque mi volesse bene.
Prima di questo ho avuto paura di essere lesbica.
Ricordo durante l'adolescenza di aver avuto dei dubbi, qualche volta la mia attenzione veniva catturata da ragazzine ma tutto ciò di colpo spariva per poi ripresentarsi mesi e mesi dopo. Al fine che iniziavo a mettermi alla prova oppure evitare situazioni che potessero mettermi in difficoltà. Forse in età adolescenziale ho avuto qualche contatto con lo stesso sesso, ho un vago ricordo. Ad ogni caso qualche volta capita di essere attratta dal corpo femminile, o meglio, se questo risulta essere provocante, quasi ad avere delle pulsioni ma non ho mai avuto desiderio di concretizzare con le donne o costruire qualcosa con loro. L'idea di essere toccata dal mio stesso sesso nemmeno mi sfiora.
I miei rapporti sessuali con gli uomini sono stati sempre soddisfacenti.
E' come se in dei periodi mi tornassero queste paranoie.
Ho 25 anni e sono una commessa.
La mia vita da commessa non mi soddisfa, piuttosto monotona, vivo con la mia famiglia. I miei sono stati sempre particolarmente apprensivi, esageratamente, e piuttosto, con mentalità retrograda. Sembra che spesso mi vada a cercare proprio quello che a loro deluderebbe: ricordo di un mio ex straniero, (detestano gli stranieri)
il dubbio di essere Bisex, o un ex partner con tatuaggi e nullafacente, oppure l'attuale ragazzo napoletano (hanno un'idea bizzarra del Sud Italia).
In quanto all'attuale situazione mi trovo confusa. Ho paura che non mi piaccia e vado sempre a cercare la conferma tramite le foto o chiedo di vedermi con lui per capire prima ancora che godermi le uscite e puntualmente le uscite sono disastrose. Lui è un ragazzo perfetto, ha tutte le caratteristiche che prima ricercavo in quei partner dannosi ed ora che ce l'ho mi sto fossilizzando sull'aspetto estetico. È normale che una persona piaccia in base al tipo di abbagliamento o colore?
Che si baci e con il solo bacio provare una grande attrazione sessuale per poi considerare l'idea che forse non mi piace? Non so cosa devo fare, non voglio perderlo.
[#3]
Gentile utente,
se a conclusione della sua lettera scrive che non vuole perdere questo ragazzo, la sua sfera emotiva parla abbastanza chiaro.
Purtroppo, però, sembra remarle contro qualcosa che in sede di psicoterapia, mediante l'osservazione e i test, sarebbe stato opportuno diagnosticare.
Non ha risposto alle mie due domande: ha avuto una diagnosi? Prende o ha preso psicofarmaci?
A queste ne aggiungo una terza: perché ha interrotto la psicoterapia?
A me sembrerebbe opportuno esporre l'attuale situazione ad uno specialista, quella da cui è già stata oppure altri.
In sede terapeutica potrebbe capire meglio il suo stato d'animo e anche imparare come agire con questo ragazzo in modo da non compromettere il futuro.
Auguri, e ci faccia sapere.
se a conclusione della sua lettera scrive che non vuole perdere questo ragazzo, la sua sfera emotiva parla abbastanza chiaro.
Purtroppo, però, sembra remarle contro qualcosa che in sede di psicoterapia, mediante l'osservazione e i test, sarebbe stato opportuno diagnosticare.
Non ha risposto alle mie due domande: ha avuto una diagnosi? Prende o ha preso psicofarmaci?
A queste ne aggiungo una terza: perché ha interrotto la psicoterapia?
A me sembrerebbe opportuno esporre l'attuale situazione ad uno specialista, quella da cui è già stata oppure altri.
In sede terapeutica potrebbe capire meglio il suo stato d'animo e anche imparare come agire con questo ragazzo in modo da non compromettere il futuro.
Auguri, e ci faccia sapere.
[#4]
Utente
Dottoressa, la ringrazio per la sua celere risposta. L'ultima seduta è avvenuta 3 settimane fa e sto valutando l'idea di rivolgermi a un nuovo psicoterapeuta.
Fermo restando che online è impossibile effettuare una diagnosi, si sente di esprimere una sua prima considerazione rispetto al mio caso?
Attualmente non prendo farmaci (ho preso Xanax anni fa per attacchi di panico, che mi "causai" quasi volontariamente come risposta che " se mi fosse venuta tanta paura sicuramente sarei stata bisex"
Grazie.
Grazie ancora.
Fermo restando che online è impossibile effettuare una diagnosi, si sente di esprimere una sua prima considerazione rispetto al mio caso?
Attualmente non prendo farmaci (ho preso Xanax anni fa per attacchi di panico, che mi "causai" quasi volontariamente come risposta che " se mi fosse venuta tanta paura sicuramente sarei stata bisex"
Grazie.
Grazie ancora.
[#5]
Gentile utente,
la considerazione rispetto al suo caso l'ho espressa quando le ho chiesto quale diagnosi è stata formulata nella sede idonea, quella delle sedute psicoterapeutiche, e l'ho anche invitata ad accedervi nuovamente.
Seppure vuole cambiare terapeuta dovrebbe chiedere al curante, che l'ha osservata nel colloquio clinico e valutata forse anche mediante i test, qual è la diagnosi.
Buone cose.
la considerazione rispetto al suo caso l'ho espressa quando le ho chiesto quale diagnosi è stata formulata nella sede idonea, quella delle sedute psicoterapeutiche, e l'ho anche invitata ad accedervi nuovamente.
Seppure vuole cambiare terapeuta dovrebbe chiedere al curante, che l'ha osservata nel colloquio clinico e valutata forse anche mediante i test, qual è la diagnosi.
Buone cose.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.1k visite dal 26/08/2020.
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