Come aiutare un amico apparentemente depresso?
Buonasera e grazie per lo spazio che concedete.
Sono molto preoccupato per un caro amico, mio coetaneo, che da diverse settimane appare oltremodo triste e pensieroso.
Lo chiamerò G (iniziale di fantasia).
G è la persona più introspettiva che io conosca: ciò che dice è la punta di un iceberg e vive ogni scelta o cambiamento con una certa ansia.
G ha affrontato la primavera - in lockdown, come tutti - con una certa tensione, legata al fatto che la sua relazione (convive) era un po' in crisi e la famiglia di origine lontana e colpita, seppur "di striscio" e senza gravi conseguenze, da alcuni casi di COVID.
Quando la situazione è migliorata e tutti abbiamo potuto riprenderci un po' della nostra libertà, G ha invece dovuto affrontare un intervento chirurgico (programmato da tempo), che gli ha imposto diverse settimane di riabilitazione, tutt'ora in corso, e che gli ha regalato dolore fisico e ulteriori pensieri e preoccupazioni: avrò fatto bene a scegliere di operarmi?
Riuscirò a riprendere a lavorare?
Messo alle strette dalla compagna, stanca di vederlo così abbattuto, G ha confessato di "vedere tutto nero" e di "vivere in una negatività perenne di cui non riconosce più la causa": lavoro poco gratificante?
Dubbi sulla sua relazione di coppia?
Abbattimento dovuto al difficile periodo post-operatorio e alla lunga ripresa?
Un insieme di tutti i fattori?
Purtroppo, da sempre, G tende a "subire" le cose e a nascondere la propria insoddisfazione senza reagire: qualcosa lo rende insoddisfatto e lui continua a soffrirne e a pensarci in modo inconcludente, senza trovare una soluzione al suo problema.
La compagna mi ha chiesto un parere, che non ho saputo darle: non mi ero accorto della gravità della situazione e apprendere le parole dure con cui G ha esternato il proprio malessere mi ha profondamente ferito... mi sono sentito disattento e insensibile alla sofferenza di un amico, che ritenevo solo un po' abbattuto (comprensibilmente!) per la lenta e complicata ripresa dall'intervento!
La ragazza mi ha anche confessato di aver dovuto insistere più volte, ultimamente, affinché G uscisse con noi amici, in quanto spesso intenzionato a rifiutare gli inviti e a restare a casa.
Non è da lui: G ha sempre tenuto molto a mantenere una frequentazione costante con la compagnia, che ha sempre frequentato con entusiasmo e spirito di iniziativa (ora assenti).
Vorrei parlare con G, ma temo che, se gli chiedessi in modo diretto spiegazioni sul suo cattivo umore, otterrei l'effetto inverso: forse si infastidirebbe per il mio tentativo di invadere la sua riservatezza e si chiuderebbe ancora di più.
La fidanzata gli ha suggerito di rivolgersi a uno psicologo e G non ha reagito bene, sostenendo di trovarla un'idea eccessiva ("non sono matto").
Vorrei poterlo aiutare, ma la delicatezza della situazione e la personalità introversa di G non mi consentono di trovare un modo convincente per affrontarlo.
Da parte Vostra vorrei, se possibile, qualche suggerimento in merito.
Grazie!
Sono molto preoccupato per un caro amico, mio coetaneo, che da diverse settimane appare oltremodo triste e pensieroso.
Lo chiamerò G (iniziale di fantasia).
G è la persona più introspettiva che io conosca: ciò che dice è la punta di un iceberg e vive ogni scelta o cambiamento con una certa ansia.
G ha affrontato la primavera - in lockdown, come tutti - con una certa tensione, legata al fatto che la sua relazione (convive) era un po' in crisi e la famiglia di origine lontana e colpita, seppur "di striscio" e senza gravi conseguenze, da alcuni casi di COVID.
Quando la situazione è migliorata e tutti abbiamo potuto riprenderci un po' della nostra libertà, G ha invece dovuto affrontare un intervento chirurgico (programmato da tempo), che gli ha imposto diverse settimane di riabilitazione, tutt'ora in corso, e che gli ha regalato dolore fisico e ulteriori pensieri e preoccupazioni: avrò fatto bene a scegliere di operarmi?
Riuscirò a riprendere a lavorare?
Messo alle strette dalla compagna, stanca di vederlo così abbattuto, G ha confessato di "vedere tutto nero" e di "vivere in una negatività perenne di cui non riconosce più la causa": lavoro poco gratificante?
Dubbi sulla sua relazione di coppia?
Abbattimento dovuto al difficile periodo post-operatorio e alla lunga ripresa?
Un insieme di tutti i fattori?
Purtroppo, da sempre, G tende a "subire" le cose e a nascondere la propria insoddisfazione senza reagire: qualcosa lo rende insoddisfatto e lui continua a soffrirne e a pensarci in modo inconcludente, senza trovare una soluzione al suo problema.
La compagna mi ha chiesto un parere, che non ho saputo darle: non mi ero accorto della gravità della situazione e apprendere le parole dure con cui G ha esternato il proprio malessere mi ha profondamente ferito... mi sono sentito disattento e insensibile alla sofferenza di un amico, che ritenevo solo un po' abbattuto (comprensibilmente!) per la lenta e complicata ripresa dall'intervento!
La ragazza mi ha anche confessato di aver dovuto insistere più volte, ultimamente, affinché G uscisse con noi amici, in quanto spesso intenzionato a rifiutare gli inviti e a restare a casa.
Non è da lui: G ha sempre tenuto molto a mantenere una frequentazione costante con la compagnia, che ha sempre frequentato con entusiasmo e spirito di iniziativa (ora assenti).
Vorrei parlare con G, ma temo che, se gli chiedessi in modo diretto spiegazioni sul suo cattivo umore, otterrei l'effetto inverso: forse si infastidirebbe per il mio tentativo di invadere la sua riservatezza e si chiuderebbe ancora di più.
La fidanzata gli ha suggerito di rivolgersi a uno psicologo e G non ha reagito bene, sostenendo di trovarla un'idea eccessiva ("non sono matto").
Vorrei poterlo aiutare, ma la delicatezza della situazione e la personalità introversa di G non mi consentono di trovare un modo convincente per affrontarlo.
Da parte Vostra vorrei, se possibile, qualche suggerimento in merito.
Grazie!
[#1]
Lei cosa vorrebba da un amico se fosse al posto di G? Non è un metodo sicuro, ma un buon punto di partenza. Far comprendere a un amico che lo si pensa, lo si "vede" si è preoccupati per lui non dovrebbe essere troppo difficile, anche se a volte si è imbarazzati. Starà poi a G decidere come vuole essere aiutato e ciascuno ha il diritto di essere rispettato nelle sue scelte. Ma "far finta di niente" non è mai una buona cosa
Dr.ssa Eleonora Arduino
psicologa-psicoterapeuta
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 681 visite dal 23/08/2020.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Covid-19
Il Covid-19 è la malattia infettiva respiratoria che deriva dal SARS-CoV-2, un nuovo coronavirus scoperto nel 2019: sintomi, cura, prevenzione e complicanze.