Non riesco più a essere felice di nulla

Buongiorno, sono un ragazzo di 20 anni, da qualche settimana a mi sento davvero giù, come se non fossi più un grado di godermi nulla, sento che i giorni passano tutti uguali ed alla terribile noia che è andata ad intensificarsi durante gli ultimi 6 mesi a casa per il lock down e la chiusura dell'università si è aggiunta ultimamente una forma di apatia, di mancanza di voglia di fare le cose, anche di vedere le persone.
A questo si aggiunge una angoscia che a volte mi prende, forse anche per il troppo pensare.
Immagino che la causa principale del mio malessere siano i 6 mesi a casa, con ben pochi stimoli, troppo tempo libero, senza una routine consolidata.
Le mie giornate passano le une uguali alle altre mi alzo studio un poco faccio delle passeggiate mangio sto al cellulare e basta.
Il fatto è che ora non ho nemmeno molta voglia di fare altro.
Se prima cercavo delle evasioni ed ero contento di poter di tanto in tanto ad esempio vedere i miei amici, ora nemmeno queste cose mi fanno sentire appagato.
A questo si aggiunge il fatto che da 6 mesi ormai sto con una ragazza, che conosco da 4 anni e con cui sono stato prima amico e di cui mi sono innamorato circa 1 anno fa.
Lei inizialmente era incerta sui suoi sentimenti ad abbiamo avuto un po' di tira e molla.
Tolto questo comunque 6 mesi fa abbiamo capito finalmente di amarci entrambi ed abbiamo iniziato una relazione seria, io ero contentissimo e pure lei.
Eravamo entrambi sereni e convinti.
Io la adoro e la amo tantissimo e sapere che finalmente il nostro rapporto era culminato in una relazione tra di noi mi aveva reso felicissimo.
Da circa due mesi è però iniziato il mio stato di malessere legato prima soprattutto alla noia.
In quel periodo tendevo a cercarla tanto, a chiederle di uscire sovente e a volte stavo male se lei non poteva avendo avuto fino a fino luglio parecchi impegni.
Nulla però di grave e poi quando potevamo vederci ero molto felice e soddisfatto Nell'ultimo periodo però data anche la mia apatia crescente e la mia mancanza di voglia di fare le cose mi pare di perdere anche interesse in lei, ultimamente mi vengono parecchi dubbi pure sui miei sentimenti, che mi fanno sentire ancora peggio.
Io so di volerle molto bene e che è importantissima per me, ma ci siamo visti due giorni fa e mi sono reso conto che non stavo bene nemmeno in quella situazione e ciò mi ha fatto sentire in colpa ed ancora peggio perché sentivo il mio malessere invadere la mia relazione con lei.
Inoltre questo ha intensificato i miei dubbi, ho paura di non amarla più e anche di rovinare il nostro rapporto a cui tengo immensamente.
Ho parlato con lei del mio malessere ed è stata molto gentile, mi ha scolato e cercato di consolare.
Ora io aspetto di riniziare l'università e voglio iniziare a fare sport nella speranza di poter riprendere un giro avendo le giornate più piene e più stimoli, ma ho comunque il timore di non riuscire più a godere delle cose e soprattutto della mia relazione.

Vi ringrazio in anticipo!
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Dr.ssa Raffaella Gonella Psicologo, Psicoterapeuta 4 1
Buongiorno,
leggo le sue parole e mi vengono in mente i malesseri di cui sono stata testimone in questi mesi difficili, la pandemia ha messo a dura prova le nostre emozioni, la nostra mente, i progetti e la vitalità. Non posso dire che la pandemia sia la causa esclusiva del suo malessere ma, come lei afferma, pare abbia contribuito. In questo stato emotivo è comprensibile la fatica e la difficoltà ad apprezzare ciò che la circonda, anche se razionalmente sa che sono elementi di un certo valore (la relazione, il suo percorso di studi, ...). Mi permetto di consigliarle di occuparsi delle sue emozioni e delle sue fatiche, come si fa quando siamo malati, in modo da capire a fondo cosa non sta funzionando nella sua vita e senza pretendere di tornare in tempi brevi a "prima della crisi". Capendo qualcosa di più potrà utilizzare la sua crisi in modo utile e evolutivo per lei. Lo sport è certamente una buona strategia. Proverei a pensare anche a uno spazio di ascolto e a un approfondimento della sua situazione clinica.
Cari saluti

Dr.ssa Raffaella Gonella