Mio figlio incel gioca con i giocattoli delle bambine
Salve, avevo già scritto riguardo alla situazione di mio figlio incel (si chiudeva in casa, non lavorava e nell'autunno scorso aveva iniziato a vedersi con brutte compagnie, presumo altri incel e misogini, e fingeva di essere Joker, il clown di batman) , che era migliorata grazia alla psicologa da cui l'avevamo portato:aveva deciso di iniziare a lavorare (solo che a causa del covid ha perso il lavoro), sembra molto più positivo e ha smesso di uscire con quelle brutte persone (ora è solo, ma meglio soli che mal accompagnati secondo me).
Il problema è che da qualche tempo ha iniziato a comprare da internet giochi per bambine tipo le barbie e pupazzi a forma di pony (my little poni credo si chiamino).
Ne ho parlato con la psicologa che lo teneva in cura (all'insaputa di mio figlio ovviamente) e mi ha detto che non c'era nulla di cui preoccuparsi, che lei aveva iniziato con lui un percorso di "demolizione della mascolinità tossica" che lo aveva fatto diventare misogino e che finalmente mio figlio si stava liberando dagli stereotipi di genere che lo opprimevano.
Io sono felice che mio figlio non sia più un maschilista e sia più libero, però ciò mi preoccupa e preoccupa sopratutto il papà che ha il timore che nostro figlio voglia diventare un trans.
La psicologa dice che è una cosa normale e di cui non c'è da preoccuparsi, ma secondo me non lo è, anche perchè ha 21 anni! Già non dovrebbe essere normale che un 21enne si metta a giocare con giochi per bambini, figuriamoci se sono giochi da femmina!
Voi cosa ne pensate?
Dovremmo portarlo da un'altra psicologa?
ho letto tutte le sue lettere e comprendo la sua preoccupazione. A questo punto però mi sembra che le cose vadano molto meglio: suo figlio ha finalmente accettato una psicologa e sta facendo con lei un percorso.
Più di quello che la psicologa le ha detto, e che dovrebbe tranquillizzarla, non è lecito dire ad altri che non siano il paziente stesso, nemmeno se è minorenne. La psicologa le ha perfino spiegato che sta tentando di liberare suo figlio dagli stereotipi di genere che avevano creato in lui una "mascolinità tossica".
A questo punto, volete essere voi genitori a impedire il suo lavoro, creando nuove ansie a vostro figlio proprio quando le cose vanno meglio?
Alcuni genitori fanno questo, perché non sanno tagliare il cordone ombelicale e vorrebbero il figlio secondo un loro preciso modello. L'idea che sia un altro a ottenere la sua fiducia, uno specialista che lo liberi dai condizionamenti che lo hanno fatto ammalare, ma che lo tengono sempre bambino e sottomesso alle credenze familiari, per questi genitori è insopportabile.
Non è un caso che le mie colleghe nei precedenti consulti le abbiano suggerito di accedere voi stessi ai servizi psicologici che si occupano dell'intera famiglia, che è sempre globalmente partecipe del disagio. Lei parla di un padre che non c'è mai, ma poi si risveglia improvvisamente con la paura che il figlio "voglia diventare un trans"!
Ma davvero?
Lasci che suo figlio cresca, signora. Vedrà che il risultato finale sarà preferibile per tutti.
Auguri infiniti.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Mi sembra che stiamo passando da un estremo (odiare le donne) all'altro (femminilizzarsi) e vorrei evitare di giungere a quest'altro estremo...
Per quanto riguarda il padre,lui lavora full time e spesso è fuori per lavoro (ora è più presente a causa del covid),ma penso che sia normale che si stia preoccupando per i nuovi interessi di mio figlio!!
lei chiede: "Quindi lei ritiene normale che un ragazzo di 20 anni inizi a giocare con giochi per bambine??!", rivolgendo ad una specialista che sta cercando di aiutarla una domanda che vorrebbe essere sarcastica.
Ci sono una serie di esercizi che ogni terapeuta compie con gli strumenti più idonei.
La curante di suo figlio le ha spiegato fin troppo in dettaglio quello che sta facendo, e io le ho già scritto che il nostro codice deontologico non permette di parlare con altri della terapia che si svolge con un paziente, meno che mai se è maggiorenne.
Perché continua ad interferire con un lavoro che non è il suo?
La prima conseguenza è inevitabilmente il fatto di dire delle sciocchezze, infatti lei è arrivata a scrivere: "Io sono felice che mio figlio non sia più un maschilista e sia più libero, però ciò mi preoccupa e preoccupa sopratutto il papà che ha il timore che nostro figlio voglia diventare un trans".
Ma crede davvero che transessuale si diventi per propria scelta, e col semplice sistema di giocare con le bambole? E se si possiede il fenotipo femminile, basterebbe giocare coi fuciletti e le automobiline?
C'è poi l'altro aspetto: le cose che scrive fanno capire in quale clima è cresciuto suo figlio, e quindi da dove arriva il disagio mentale che rischia di travolgerlo.
Tra le altre cose indicative di un atteggiamento che non lo lascia crescere, lei ha scritto: "Già non dovrebbe essere normale che un 21enne si metta a giocare con giochi per bambini, figuriamoci se sono giochi da femmina!".
Giochi "da femmina!". In questa espressione c'è la misoginia tossica che la psicologa di suo figlio sta cercando di curare in lui.
Vede bene, signora, che è meglio lasciar lavorare chi ne sa più di lei, se vuol bene a suo figlio, se lo rispetta come essere umano, e anche se pensa ad un futuro in cui non vorrà avere in casa un malato inasprito dal desiderio di vendetta, ma un uomo libero e sano, che si realizzi fuori dalla casa genitoriale, come è naturale che sia.
Cerchi di rileggere e di comprendere anche la mia prima email.
Auguri.
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