Ansia da lavoro e con le persone
Ciao a tutti se sono qui per chiedere aiuto sono arrivato davvero agli sgoccioli della mia situazione.
Ho 19 anni e ho vissuto un infanzia buona, da quando è iniziata la mia adolescenza soffro di ansia.
Al secondo anno della scuola media ricordo che tutti incolpavano me su una cosa che non avevo fatto, tornavo a casa piangendo perché nessuno mi credeva, questa ovviamente è una sciocchezza ma non so se è davvero una della cause della mia ansia.
Al primo anno di liceo volevo abbandonare perché non riuscivo ad abiturami, poi negli anni è andato tutto bene e mi sono diplomato con 100, passiamo a me... sono un ragazzo molto sensibile, ho un buon rapport con i miei genitori ma da anni non parlo con mia sorella (piu piccola di me), forse ler gelosia non lo so.
La mia ansia è dovuta da una paura del giudizio degli altri e di tante paure messe insieme.
Ho paura di andare a lavoro , vedo il lavoro come una gabbia sociale.
Sono 4 mesi che lavoro nella ristorazione e le ore e lo stress è tanto, sbaglio ogni cosa, ho difficolta a concentrarmi e gli altri mi urlano sempre, mi sento inetto, inutile e provo una rabbia all interno di me perché sono una persona timida e sensibile, a volte torno a casa e inizio a piangere, non capita sempre però.
Premetto che l anno scorso andai dallo psicologo e disse che ho un distrubo d ansia generalizzato e una leggera nevrosi, abbandonai la psicoterapia perché l ansia andò via (non lavoravo).
Oggi giorno dopo 6 mesi che ho abbandonato la psicoterapia durata 10 giorni, L ansia è cosi forte sul lavoro che a volte non riesco a svolgere il mio compito, la fame va via infatti negli ultimi mesi ho perso tanti chili, non sono mai felice e mi sento solo.
Ho pochissimi amici e premetto che nessuno nemmeno i miej genitori sanno che sono bisex, non so se sono bisex o gay.
Non ho mai avuto relazioni.
Quando sono a casa e torno da lavoro l ansia va via però la sera e la mattina prima di andare a lavoro ritorna, l appetito va via e infatti salto sempre la colazione.
Sul lavoro evito alcune cose e sono sempre agitato anche perché se sbaglio mi rimproverano, loro sanno che sono ansioso infatti dicono di calmarmi ma non ci riesco.
Non vedo un futuro e non sono mai sereno con me stesso, eccetto il mio giorno di riposo.
Ho l ansia per il lavoro e ho paura che mi venga l ansia al lavoro.
Ho paura che mi venga paura, non so se mi sono spiegato bene.
Dovrò riprendere la mia terapia?
Tutto questo secondo me è incurabile perché chi nasce tondo non muore quadro.
Io sinceramente voglio ritornare ad essere felice ma lavorando sono sempre sotto stress e pressione e non riesco a gestire nulla.
Faccio casa-lavoro, e quando ho tempo libero perdo interesse nell uscire con amici o andarmi a comprare un paio di scarpe, penso che il giorno dopo ho il lavoro e vado a dormire sempre presto, voglio riprendere la vita in mano, per favore aiutatemi, cosa posso fare, non ne posso più sto soffrendo nell anima.
Ho 19 anni e ho vissuto un infanzia buona, da quando è iniziata la mia adolescenza soffro di ansia.
Al secondo anno della scuola media ricordo che tutti incolpavano me su una cosa che non avevo fatto, tornavo a casa piangendo perché nessuno mi credeva, questa ovviamente è una sciocchezza ma non so se è davvero una della cause della mia ansia.
Al primo anno di liceo volevo abbandonare perché non riuscivo ad abiturami, poi negli anni è andato tutto bene e mi sono diplomato con 100, passiamo a me... sono un ragazzo molto sensibile, ho un buon rapport con i miei genitori ma da anni non parlo con mia sorella (piu piccola di me), forse ler gelosia non lo so.
La mia ansia è dovuta da una paura del giudizio degli altri e di tante paure messe insieme.
Ho paura di andare a lavoro , vedo il lavoro come una gabbia sociale.
Sono 4 mesi che lavoro nella ristorazione e le ore e lo stress è tanto, sbaglio ogni cosa, ho difficolta a concentrarmi e gli altri mi urlano sempre, mi sento inetto, inutile e provo una rabbia all interno di me perché sono una persona timida e sensibile, a volte torno a casa e inizio a piangere, non capita sempre però.
Premetto che l anno scorso andai dallo psicologo e disse che ho un distrubo d ansia generalizzato e una leggera nevrosi, abbandonai la psicoterapia perché l ansia andò via (non lavoravo).
Oggi giorno dopo 6 mesi che ho abbandonato la psicoterapia durata 10 giorni, L ansia è cosi forte sul lavoro che a volte non riesco a svolgere il mio compito, la fame va via infatti negli ultimi mesi ho perso tanti chili, non sono mai felice e mi sento solo.
Ho pochissimi amici e premetto che nessuno nemmeno i miej genitori sanno che sono bisex, non so se sono bisex o gay.
Non ho mai avuto relazioni.
Quando sono a casa e torno da lavoro l ansia va via però la sera e la mattina prima di andare a lavoro ritorna, l appetito va via e infatti salto sempre la colazione.
Sul lavoro evito alcune cose e sono sempre agitato anche perché se sbaglio mi rimproverano, loro sanno che sono ansioso infatti dicono di calmarmi ma non ci riesco.
Non vedo un futuro e non sono mai sereno con me stesso, eccetto il mio giorno di riposo.
Ho l ansia per il lavoro e ho paura che mi venga l ansia al lavoro.
Ho paura che mi venga paura, non so se mi sono spiegato bene.
Dovrò riprendere la mia terapia?
Tutto questo secondo me è incurabile perché chi nasce tondo non muore quadro.
Io sinceramente voglio ritornare ad essere felice ma lavorando sono sempre sotto stress e pressione e non riesco a gestire nulla.
Faccio casa-lavoro, e quando ho tempo libero perdo interesse nell uscire con amici o andarmi a comprare un paio di scarpe, penso che il giorno dopo ho il lavoro e vado a dormire sempre presto, voglio riprendere la vita in mano, per favore aiutatemi, cosa posso fare, non ne posso più sto soffrendo nell anima.
[#1]
Gentile utente,
inizierei considerando un evento di successo della sua vita, e cioè che nonostante il difficile inizio degli studi liceali (voleva abbandonare perché non riusciva ad abituarsi ) ha poi proseguito, dimostrando tenacia e riuscendo anche a valorizzare le sue risorse con un buon esito finale ( "negli anni è andato tutto bene e mi sono diplomato con 100" ). Questa esperienza positiva, in cui lei si è dimostrato perfettamente in grado di superare con successo una difficoltà e capace quindi di realizzare un cambiamento, contrasta con alcune sue convinzioni attuali (lei afferma che "chi nasce tondo non muore quadrato"). Riprendere la psicoterapia sarebbe quindi molto utile per indagare queste sue convinzioni, le loro origini e come si collocano in rapporto alla sua personalità e anche per dare un equilibrio alla sua quotidianità grazie a piccoli "esercizi" che le potrà suggerire il suo o la sua psicoterapeuta. Un'idea per dare un po' di sollievo alla vita di tutti i giorni, potrebbe essere quella di mettere ordine nelle sue giornate, per esempio stabilendo degli orari in cui dedicarsi a qualcosa che le piace fare, come parentesi nelle sue giornate che percepisce così piene (di lavoro, ansia, richieste esterne, ecc.). Un percorso di psicoterapia la aiuterebbe anche a lavorare sulla comunicazione e sull'autostima, per sviluppare abilità e competenze che la possono aiutare a "far fronte" agli altri, liberandosi dalla sensazione di essere sempre "bullizzato" e oppresso dagli altri e probabilmente anche dalla sensazione che lei ha, come mi pare di capire, di non avere un controllo sulla propria vita.
I disagi che presenta sono molto sfaccettati, dall'alimentazione ai dubbi sulla propria sessualità, e probabilmente le sembra di non potere farvi fronte in quanto li percepisce come numerosi e confusi. Spesso, lavorando su alcuni (relativamente pochi ) aspetti con il suo o la sua psicoterapeuta a catena si possono risolvere varie situazioni. La incoraggerei quindi a ricontattare il suo o la sua psicoterapeuta, visto che mi pare si sia trovato bene con questa persona.
Ricordi che tutto si può curare (si può sempre avere cura di sé e cercare di comprendere la propria sofferenza) e che la sensibilità di cui dà prova è un grande strumento a sua disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Romina Rimondi
Psicologa Bologna
www.psicologaonline.info
inizierei considerando un evento di successo della sua vita, e cioè che nonostante il difficile inizio degli studi liceali (voleva abbandonare perché non riusciva ad abituarsi ) ha poi proseguito, dimostrando tenacia e riuscendo anche a valorizzare le sue risorse con un buon esito finale ( "negli anni è andato tutto bene e mi sono diplomato con 100" ). Questa esperienza positiva, in cui lei si è dimostrato perfettamente in grado di superare con successo una difficoltà e capace quindi di realizzare un cambiamento, contrasta con alcune sue convinzioni attuali (lei afferma che "chi nasce tondo non muore quadrato"). Riprendere la psicoterapia sarebbe quindi molto utile per indagare queste sue convinzioni, le loro origini e come si collocano in rapporto alla sua personalità e anche per dare un equilibrio alla sua quotidianità grazie a piccoli "esercizi" che le potrà suggerire il suo o la sua psicoterapeuta. Un'idea per dare un po' di sollievo alla vita di tutti i giorni, potrebbe essere quella di mettere ordine nelle sue giornate, per esempio stabilendo degli orari in cui dedicarsi a qualcosa che le piace fare, come parentesi nelle sue giornate che percepisce così piene (di lavoro, ansia, richieste esterne, ecc.). Un percorso di psicoterapia la aiuterebbe anche a lavorare sulla comunicazione e sull'autostima, per sviluppare abilità e competenze che la possono aiutare a "far fronte" agli altri, liberandosi dalla sensazione di essere sempre "bullizzato" e oppresso dagli altri e probabilmente anche dalla sensazione che lei ha, come mi pare di capire, di non avere un controllo sulla propria vita.
I disagi che presenta sono molto sfaccettati, dall'alimentazione ai dubbi sulla propria sessualità, e probabilmente le sembra di non potere farvi fronte in quanto li percepisce come numerosi e confusi. Spesso, lavorando su alcuni (relativamente pochi ) aspetti con il suo o la sua psicoterapeuta a catena si possono risolvere varie situazioni. La incoraggerei quindi a ricontattare il suo o la sua psicoterapeuta, visto che mi pare si sia trovato bene con questa persona.
Ricordi che tutto si può curare (si può sempre avere cura di sé e cercare di comprendere la propria sofferenza) e che la sensibilità di cui dà prova è un grande strumento a sua disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Romina Rimondi
Psicologa Bologna
www.psicologaonline.info
Dott.ssa Romina Rimondi - Psicologa Bologna
www.psicologaonline.info
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.3k visite dal 12/08/2020.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.