Ossessione per una malattia
Buongiorno, ho un bambino di 14 mesi che ha un lieve ritardo psicomotorio, il mio compagno purtroppo è ossessionato dall'idea che il bambino sia autistico.
Il bimbo è stato visitato da più di un neuropsichiatra infantile, è stato confermato il ritardo di psicomotorio e il piccolo non pronuncia parole, solo lallazione.
Però ha contatto oculare, si gira se chiamato, interagisce, quindi i neuropsichiatri ci hanno detto che, anche se è impossibile fare diagnosi di autismo per un bambino così piccolo, attualmente non ci sono sintomi che possano fare pensare che ci sia questa sindrome.
Il mio compagno ormai vede in tutto quello che fa il bambino qualcosa di anormale o patologico, è profondamente depresso, non riesce più a giocare con il piccolo senza studiarlo, e inevitabilmente trascina me nel suo stato di scoraggiamento.
Quando gli faccio notare delle cose positive che fa il bambino, lui sminuisce e continua a dire che anche i bambini autistici lo fanno.
Come dovrei comportarmi?
Lui è in cura da un neuropsichiatra per questa cosa, gli è stato detto che non deve trascinare anche me per il bene del bambino, ma lui non riesce.
Stiamo facendo fare a nostro figlio psicomotricità, il mio compagno è distrutto e il fatto che comunque non sia possibile una diagnosi di autismo a questa età lo scoraggia di più, perché è come se vivesse nell'attesa di una diagnosi che per lui invece è ormai certa.
Quale atteggiamento dovrei assumere?
Grazie
Il bimbo è stato visitato da più di un neuropsichiatra infantile, è stato confermato il ritardo di psicomotorio e il piccolo non pronuncia parole, solo lallazione.
Però ha contatto oculare, si gira se chiamato, interagisce, quindi i neuropsichiatri ci hanno detto che, anche se è impossibile fare diagnosi di autismo per un bambino così piccolo, attualmente non ci sono sintomi che possano fare pensare che ci sia questa sindrome.
Il mio compagno ormai vede in tutto quello che fa il bambino qualcosa di anormale o patologico, è profondamente depresso, non riesce più a giocare con il piccolo senza studiarlo, e inevitabilmente trascina me nel suo stato di scoraggiamento.
Quando gli faccio notare delle cose positive che fa il bambino, lui sminuisce e continua a dire che anche i bambini autistici lo fanno.
Come dovrei comportarmi?
Lui è in cura da un neuropsichiatra per questa cosa, gli è stato detto che non deve trascinare anche me per il bene del bambino, ma lui non riesce.
Stiamo facendo fare a nostro figlio psicomotricità, il mio compagno è distrutto e il fatto che comunque non sia possibile una diagnosi di autismo a questa età lo scoraggia di più, perché è come se vivesse nell'attesa di una diagnosi che per lui invece è ormai certa.
Quale atteggiamento dovrei assumere?
Grazie
[#1]
Gentile utente,
"..Quale atteggiamento dovrei assumere?", ci chiede.
Verso il bimbo il comportamento di una mamma che accetta e ama il figlio comunque egli sia.
Che lo incoraggia nei progressi, e che si auto-incoraggia ad ogni passo avanti.
Che gli offre un appoggio stabile, ponendo così le basi di un attaccamento sicuro e NON legato alle sue competenze.
E verso Suo marito?
Occorre essere chiari con lui,
non essere conniventi,
non dargli sponda nelle sue elucubrazioni
per le quali del resto è in cura neuropsichiatrica.
Nel caso lui svaluti ogni Sua comunicazione di progresso del bambino, gettando anche Lei nello scoraggiamento,
eviti di parlargliene
e parli con se stessa invece, nutrendo la propria speranza.
"..gli è stato detto che non deve trascinare anche me per il bene del bambino, ma lui non riesce."
E' Lei mamma che deve difendersi da lui marito,
considerato che da un malato non è possibile pretendere quanto gli viene chiesto.
Se sente che lui La trascina a fondo,
chieda un supporto psicologico individuale:
una mamma deve anche elaborare il lutto di aver prodotto un bimbo non perfettamente nella norma.
Sono certa che i curanti del bimbo Vi saranno di valido aiuto,
ma Lei dia attenzione a se stessa.
Saluti carissimi.
Se ritiene ci tenga informati.
Dott. Brunialti
"..Quale atteggiamento dovrei assumere?", ci chiede.
Verso il bimbo il comportamento di una mamma che accetta e ama il figlio comunque egli sia.
Che lo incoraggia nei progressi, e che si auto-incoraggia ad ogni passo avanti.
Che gli offre un appoggio stabile, ponendo così le basi di un attaccamento sicuro e NON legato alle sue competenze.
E verso Suo marito?
Occorre essere chiari con lui,
non essere conniventi,
non dargli sponda nelle sue elucubrazioni
per le quali del resto è in cura neuropsichiatrica.
Nel caso lui svaluti ogni Sua comunicazione di progresso del bambino, gettando anche Lei nello scoraggiamento,
eviti di parlargliene
e parli con se stessa invece, nutrendo la propria speranza.
"..gli è stato detto che non deve trascinare anche me per il bene del bambino, ma lui non riesce."
E' Lei mamma che deve difendersi da lui marito,
considerato che da un malato non è possibile pretendere quanto gli viene chiesto.
Se sente che lui La trascina a fondo,
chieda un supporto psicologico individuale:
una mamma deve anche elaborare il lutto di aver prodotto un bimbo non perfettamente nella norma.
Sono certa che i curanti del bimbo Vi saranno di valido aiuto,
ma Lei dia attenzione a se stessa.
Saluti carissimi.
Se ritiene ci tenga informati.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
La ringrazio, dottoressa. È difficile da ammettere a me stessa, ma l'idea che io abbia dato vita ad una creatura, causandole sofferenza, mi addolora in maniera inspiegabile il cuore. Anche se il ritardo è lieve, il mio bimbo fa dei miglioramenti, ma non so cosa possa riservargli il futuro, per ciò che riguarda la situazione attuale. E sicuramente, lasciarmi trascinare in questo tunnel senza uscita dal mio compagno, che vede solo un futuro fatto di sofferenza, mi distrugge.
[#3]
Perchè farsi distruggere?
Un bambino ha assoluto bisogno dei genitori che lo hanno chiamato ad esistere. Se non di entrambi,
almeno di uno che tiene la barra dritta,
e questa è Lei.
Ci pensi.
Anche perchè ce la può fare.
Dott. Brunialti
Un bambino ha assoluto bisogno dei genitori che lo hanno chiamato ad esistere. Se non di entrambi,
almeno di uno che tiene la barra dritta,
e questa è Lei.
Ci pensi.
Anche perchè ce la può fare.
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.1k visite dal 12/08/2020.
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