Pignoleria asfissiante

Pignoleria, questo mi rende a volte penoso il mio lavoro di progettista di strutture in acciaio. Mi soffermo a studiare per lungo tempo un dettaglio e poi prendo delle grosse cantonate perché mi sfugge qualcosa dell'insieme. Controllo più e più volte la stessa misura che ho preso, con l'unico beneficio (sic) che non mi fido mai delle misure che io stesso ho preso. In alcune soluzioni idealizzo che le cose stiano in un certo modo e faccio enorme fatica per fercele rientrare. Arrivo a dire: "ecco, la misura non torna" e magari si tratta di 3 millimetri su quattro metri. Alla fine non mi fido delle cose che faccio.
Sembra uno scherzo, ma per queste ragioni mi carico di ansia e svolgo il lavoro con enorme fatica. Questo perfezionismo mi distrugge moralmente e mi fa per giunta cadere spesso in qualche errore, magari anche grossolano. Cosa posso fare per combattere questa tendenza e magari uscirne?

Grazie a che mi darà una mano
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile utente, ben ritrovato. In passato ha inserito richieste relative al disturbo bipolare per il quale starebbe ricevendo aiuto farmacologico, relative a stati ansiosi, a disturbi psicosomatici e a svariate condizioni di tipo medico, dico bene?

Questa nuova richiesta sembrerebbe riferirsi a un disturbo dello spettro ossessivo-compulsivo, ma come comprenderà a questo punto un parere isolato non può avere alcun valore. Ritengo sia necessaria una seria rivalutazione del suo caso, dal punto di vista psichiatrico e psicologico.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Si, credo anch'io che le cose stiano così. Solo che non ne ero cosciente.

Grazie.
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Utente
Utente
Gentile dr. Santonocito,

qualcosa mi sentirei di aggiungere. Se il problema può essere il DOC, credo altresì che ci sia un complesso di paure. Perchè la realtà è che io vivo nella paura, di cui il DOC è solo una delle manifestazioni.
Io credo che ci sia un aspetto spirituale non trascurabile. Vede, fino a due anni fa ero impulsivo e collerico. Soffrivo molto. Poi ho visto l'insistenza con la quale il Vangelo parla di perdono. Ho capito che la rabbia non è una necessità, ma una scelta. Ho cominciato così a transigere prima sul poco, poi sul molto. Non ho vinto definitivamente la rabbia, ma ora la so contrastare benissimo.
Simile secondo me è la paura. Credo che tutte si radichino su un senso di morte e sulla paura della morte. Del resto la paura è insita nell'istinto di conservazione, vita/morte.
Nel momento in cui riuscirò a realizzare la resurrezione di Gesù, imparerò a non temere la morte. Analogamente che con la rabbia, non avrò vinto la paura, ma avrò imparato a tenerla a bada. Anche perché mi sto convincendo che anche la paura sovente sia una scelta, non una necessità.

Questa è parte della mia esperienza cristiana.

Non mi resta che augurarle una buona Pasqua.