Come si capisce il transfert e il controtransfert?
Salve, sono una ragazza e vado da uno psicoterapeuta da qualche mese, e sinceramente fin dalla prima seduta ho provato una sensazione come se lui mi piacesse, infatti dopo le sedute lo penso spesso e penso tutto quello che mi dice e che succede durante la seduta.
Io sinceramente non vorrei che accadesse perché in fondo (almeno io penso, correggetemi se sbaglio) modifica le sedute.
Inoltre a me è piaciuto sedurlo fin dall inizio del percorso, e credo sia un problema, perché la seduzione non rientra nella terapia, ovviamente.
A nutrire questa sensazione è il fatto che io pensi che anche lui sia attratto da me perché mi ha fatto dei complimenti, in più mi guardava le labbra mentre parlavo in una o due sedute, si leccava pure le labbra, e poi ho notato che guardasse com'ero vestita in quasi tutte le sedute.
In più mi saluta a volte con i baci sulla guancia (ovviamente le guance appoggiate, non veri baci).
Premetto che penso che lo faccia anche con altre sue pazienti donne, e sinceramente mi hanno fatta ingelosire però capisco anche che ovviamente non posso fare assolutamente niente e devo solo pensare al mio percorso per uscirne vincitrice.
Adesso, chiedo a voi che siete a conoscenza dell'argomento: Come faccio a capire se il mio medico ha avuto il controtransfert, e magari cerca di nasconderlo o di controllarsi, facendo finta di niente?
Vorrei sapere la sensazione che prova lo psicologo con il controtransfert, che atteggiamento ha, e se magari ci sono dei trucchetti che indicano che ha il controtransfert.
Io onestamente non so se ho il transfert, ma credo di sì.
Lui non è bellissimo, ma mi affascina, e io credo che lui pure sia attratto da me, sento proprio la sensazione che lui mi pensi durante le settimane, ma io non voglio fargli capire di avere il transfert.
Ma invece voi come capite se un paziente ha il transfert e che atteggiamento assumete?
In conclusione, che mi consigliate di fare e come comportarmi?
Grazie mille a chi mi risponderà.
Io sinceramente non vorrei che accadesse perché in fondo (almeno io penso, correggetemi se sbaglio) modifica le sedute.
Inoltre a me è piaciuto sedurlo fin dall inizio del percorso, e credo sia un problema, perché la seduzione non rientra nella terapia, ovviamente.
A nutrire questa sensazione è il fatto che io pensi che anche lui sia attratto da me perché mi ha fatto dei complimenti, in più mi guardava le labbra mentre parlavo in una o due sedute, si leccava pure le labbra, e poi ho notato che guardasse com'ero vestita in quasi tutte le sedute.
In più mi saluta a volte con i baci sulla guancia (ovviamente le guance appoggiate, non veri baci).
Premetto che penso che lo faccia anche con altre sue pazienti donne, e sinceramente mi hanno fatta ingelosire però capisco anche che ovviamente non posso fare assolutamente niente e devo solo pensare al mio percorso per uscirne vincitrice.
Adesso, chiedo a voi che siete a conoscenza dell'argomento: Come faccio a capire se il mio medico ha avuto il controtransfert, e magari cerca di nasconderlo o di controllarsi, facendo finta di niente?
Vorrei sapere la sensazione che prova lo psicologo con il controtransfert, che atteggiamento ha, e se magari ci sono dei trucchetti che indicano che ha il controtransfert.
Io onestamente non so se ho il transfert, ma credo di sì.
Lui non è bellissimo, ma mi affascina, e io credo che lui pure sia attratto da me, sento proprio la sensazione che lui mi pensi durante le settimane, ma io non voglio fargli capire di avere il transfert.
Ma invece voi come capite se un paziente ha il transfert e che atteggiamento assumete?
In conclusione, che mi consigliate di fare e come comportarmi?
Grazie mille a chi mi risponderà.
[#1]
Gentile utente,
Lei ci chiede:
"..In conclusione, che mi consigliate di fare e come comportarmi?.."
Andando subito al nucleo della problematica,
la risposta è:
"Ne parli direttamente con lui".
Non c'è modo qui di riassumere in quattro parole le centinaia di libri su transfert e controtransfert,
termini che peraltro valgono in psicanalisi e non in altri orientamenti psicoterapici.
E non avrebbe nemmeno senso; infatti le dinamiche che il paziente sviluppa nei confronti del proprio/a Terapeuta sono "materiale di lavoro" come tutto il resto.
Quelle che sviluppa lo Psicoterapeuta sono strumento di lavoro per il Terapeuta stesso, non per il paziente.
Lei afferma:
"..ma io non voglio fargli capire di avere il transfert..".
Tutti i pazienti provano qualche genere di trasporto verso il Terapeuta, noi Psicoterapeuti lo sappiamo bene,
ed abbiamo strumenti per capirlo,
che lo dicano o che non lo dicano;
siamo anche emotivamente ed affettivamente preparati alla presenza di sentimenti in seduta.
Salti cordiali.
Dott. Brunialti
Lei ci chiede:
"..In conclusione, che mi consigliate di fare e come comportarmi?.."
Andando subito al nucleo della problematica,
la risposta è:
"Ne parli direttamente con lui".
Non c'è modo qui di riassumere in quattro parole le centinaia di libri su transfert e controtransfert,
termini che peraltro valgono in psicanalisi e non in altri orientamenti psicoterapici.
E non avrebbe nemmeno senso; infatti le dinamiche che il paziente sviluppa nei confronti del proprio/a Terapeuta sono "materiale di lavoro" come tutto il resto.
Quelle che sviluppa lo Psicoterapeuta sono strumento di lavoro per il Terapeuta stesso, non per il paziente.
Lei afferma:
"..ma io non voglio fargli capire di avere il transfert..".
Tutti i pazienti provano qualche genere di trasporto verso il Terapeuta, noi Psicoterapeuti lo sappiamo bene,
ed abbiamo strumenti per capirlo,
che lo dicano o che non lo dicano;
siamo anche emotivamente ed affettivamente preparati alla presenza di sentimenti in seduta.
Salti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Grazie mille intanto per aver risposto.
Beh, che dire, ha ragione secondo me dottoressa! In conclusione io cercherò di rimanere con i piedi per terra e non fantasticare, che è ciò che mi rovina, perché mi metto a pensare cose che magari amplifico con la forza del pensiero ahah. Di sicuro il mio caso è risultato difficile per lui e si è focalizzato un po' più su di me e come ha detto lei questo serve al Terapeuta stesso, forse lo ha interessato un po' di più e io chissà che film avevo già fatto! Lei ha anche detto che avete degli strumenti per capire se i pazienti provano qualche genere di trasporto, può farmi qualche esempio? La ringrazio ancora. Cordiali saluti.
Beh, che dire, ha ragione secondo me dottoressa! In conclusione io cercherò di rimanere con i piedi per terra e non fantasticare, che è ciò che mi rovina, perché mi metto a pensare cose che magari amplifico con la forza del pensiero ahah. Di sicuro il mio caso è risultato difficile per lui e si è focalizzato un po' più su di me e come ha detto lei questo serve al Terapeuta stesso, forse lo ha interessato un po' di più e io chissà che film avevo già fatto! Lei ha anche detto che avete degli strumenti per capire se i pazienti provano qualche genere di trasporto, può farmi qualche esempio? La ringrazio ancora. Cordiali saluti.
[#3]
Qualche esempio?
Tra i più semplici per noi Psy, ma nient'affatto semplicistici:
il linguaggio non-verbale del pz. nelle sue varie sfumature,
la puntualità/ritardo/spostamento delle sedute,
... .
Anche di ciò potrà parlare con il Suo Psicoterapeuta.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Tra i più semplici per noi Psy, ma nient'affatto semplicistici:
il linguaggio non-verbale del pz. nelle sue varie sfumature,
la puntualità/ritardo/spostamento delle sedute,
... .
Anche di ciò potrà parlare con il Suo Psicoterapeuta.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#4]
Utente
Grazie mille dei chiarimenti. Io, onestamente, a volte, ho fatto ritardo nelle sedute e lui mi ha dovuto mandare dei messaggi, e mi è sembrato che lo abbia infastidito il fatto che non abbia risposto ai messaggi e che abbia fatto ritardo, ma non credo che abbia pensato chissà che. Però, non ho mai spostato le sedute. Quindi, bho... Vabbe, che ognuno interpreta le cose a modo suo. Non so che pensare. Comunque avrei finito con lui, quindi, non ho più modo di parlargliene.
[#5]
Considerato che ora avete concluso,
due le ipotesi sulle motivazioni alla base della Sua richiesta:
o per il desiderio di essere maggiormente consapevole in un eventuale secondo percorso,
o perché Le sono rimasti dei sospesi, degli irrisolti relativi alla terapia ormai finita.
Non fa bene concludere questo modo,
rimangono tanti interrogativi che avranno mere ipotesi in risposta.
Ma ormai è fatta.
Se l’aver chiuso in questo modo non La dovesse far sentire bene, gli chieda una seduta;
facendo leggere questo consulto, ad esempio.
Dott. Brunialti
due le ipotesi sulle motivazioni alla base della Sua richiesta:
o per il desiderio di essere maggiormente consapevole in un eventuale secondo percorso,
o perché Le sono rimasti dei sospesi, degli irrisolti relativi alla terapia ormai finita.
Non fa bene concludere questo modo,
rimangono tanti interrogativi che avranno mere ipotesi in risposta.
Ma ormai è fatta.
Se l’aver chiuso in questo modo non La dovesse far sentire bene, gli chieda una seduta;
facendo leggere questo consulto, ad esempio.
Dott. Brunialti
[#6]
Utente
La terapia è stata conclusa perché devo iniziarne un'altra da un altro psicoterapeuta che è più specifico per il mio problema. Io ho chiesto questo consulto perché pensavo troppo a tutto quello che mi diceva e che succedeva in seduta, inoltre, essendo che lui sembrava anche "attratto", il pensiero era diventato ossessivo, purtroppo. Comunque sia lui mi aveva detto che terminata la terapia da quest'altro psicoterapeuta, se voglio, posso tornare da lui per perfezionare il mio comportamento. Magari gliene parlerò lì, ma spero che mi sia passata quando ci andrò, e se ci andrò. Pensandoci bene però lui ha degli atteggiamenti inequivocabili, ma secondo me è abituato a fare così ed è molto attratto dalle sue pazienti. Nonostante ciò credo che i ruoli, il setting, il modo in cui una persona parla e si spoglia davanti al proprio medico rendano tutto eccitante l'incontro. La ringrazio ancora per l'ascolto e per la pazienza che ha nel rispondermi.
[#7]
Gentile utente,
Se fosse che - come Lei pensa - tutto rende eccitante l’incontro terapeutico,
sa che eccitazione costante e continua per il/la povero/a Psicoterapeuta che incontra otto persone al giorno per 5 giorni la settimana, per anni ...
E che mancanza di lucidità terapeutica sempre preso/a dall’eccitazione...
Analogamente si potrebbe pensare del Ginecologo che vede e manipola continuamente genitali femminili...
Mi creda, non è così nella realtà.
Che poi Lei possa aver avuto pensieri ossessivi con tale contenuto, non mi meraviglia. Accade al paziente.
Dovrà giocarsi la cosa con il prossimo Terapeuta, se è uomo.
Dott. Brunialti
Se fosse che - come Lei pensa - tutto rende eccitante l’incontro terapeutico,
sa che eccitazione costante e continua per il/la povero/a Psicoterapeuta che incontra otto persone al giorno per 5 giorni la settimana, per anni ...
E che mancanza di lucidità terapeutica sempre preso/a dall’eccitazione...
Analogamente si potrebbe pensare del Ginecologo che vede e manipola continuamente genitali femminili...
Mi creda, non è così nella realtà.
Che poi Lei possa aver avuto pensieri ossessivi con tale contenuto, non mi meraviglia. Accade al paziente.
Dovrà giocarsi la cosa con il prossimo Terapeuta, se è uomo.
Dott. Brunialti
[#8]
Utente
Non mi sono espressa bene. Io volevo dire che nel mio caso, credo, che siano i ruoli, non so, un po' la situazione che c'è in generale a rendere "eccitante" l'incontro.
Magari se lui fosse fuori dal lavoro non mi interesserebbe più. Non faccio di tutta un'erba un fascio, ovviamente.
"Dovrà giocarsi la cosa con il prossimo Terapeuta, se è uomo."
In che senso? Devo stare attenta e cercare, fin dall inizio, di non fare avvenire lo stesso meccanismo?
Magari se lui fosse fuori dal lavoro non mi interesserebbe più. Non faccio di tutta un'erba un fascio, ovviamente.
"Dovrà giocarsi la cosa con il prossimo Terapeuta, se è uomo."
In che senso? Devo stare attenta e cercare, fin dall inizio, di non fare avvenire lo stesso meccanismo?
[#10]
Utente
Spero proprio che non accada... Sarebbe bruttissimo per me, stavolta non saprei cosa fare e pensare, credo, che peggiorerebbe la mia situazione.
Il fatto è che non saprei cosa dire allo psicoterapeuta, mi imbarazzerebbe dirgli che mi piaceva "sedurlo" e che avevo provato una sorta di attrazione nei suoi confronti. Penso che si imbarazzerebbe e cambierebbe atteggiamento nei miei confronti (non so se in bene o in peggio:in bene che farebbe di tutto per fare scomparire questa situazione; in peggio che magari potrebbe pensare chissà che, e magari gli piacerebbe questa mia confessione), essendo anche impegnato sentimentalmente, ovviamente, negherebbe, secondo me. Poi non lo so, ma credo che creerebbe imbarazzo e non vorrei fraintendere con delle avances. Non vorrei scadere nel volgare (come, credo, lui poi penserebbe). Perche questo discorso fatto dal suo punto di vista risulta pulito e chiaro ma visto da un uomo più grande di me non so che idea potrebbe farsi, onestamente. Comunque grazie mille per le sue risposte, è molto attenta e gentile.
Il fatto è che non saprei cosa dire allo psicoterapeuta, mi imbarazzerebbe dirgli che mi piaceva "sedurlo" e che avevo provato una sorta di attrazione nei suoi confronti. Penso che si imbarazzerebbe e cambierebbe atteggiamento nei miei confronti (non so se in bene o in peggio:in bene che farebbe di tutto per fare scomparire questa situazione; in peggio che magari potrebbe pensare chissà che, e magari gli piacerebbe questa mia confessione), essendo anche impegnato sentimentalmente, ovviamente, negherebbe, secondo me. Poi non lo so, ma credo che creerebbe imbarazzo e non vorrei fraintendere con delle avances. Non vorrei scadere nel volgare (come, credo, lui poi penserebbe). Perche questo discorso fatto dal suo punto di vista risulta pulito e chiaro ma visto da un uomo più grande di me non so che idea potrebbe farsi, onestamente. Comunque grazie mille per le sue risposte, è molto attenta e gentile.
[#11]
Stia serena,
È una situazione che a noi Psicoterapeuti accade non dico frequentemente ma neppure rarissimamente.
Mi creda, abbiamo tutti gli strumenti cognitivi ed emotivo/affettivi per far diventare tutto ciò materiale di lavoro e di crescita del pz., senza alcun giudizio moraleggiante. Si tratta di meccanismi psichici come altri.
Dott. Brunialti
È una situazione che a noi Psicoterapeuti accade non dico frequentemente ma neppure rarissimamente.
Mi creda, abbiamo tutti gli strumenti cognitivi ed emotivo/affettivi per far diventare tutto ciò materiale di lavoro e di crescita del pz., senza alcun giudizio moraleggiante. Si tratta di meccanismi psichici come altri.
Dott. Brunialti
[#12]
Utente
Ok, e allora cosa dovrei fare? Dovrei richiedere un'ultima seduta per parlargli di questa cosa? Però lui mi chiederebbe la motivazione, dato che abbiamo terminato e devo andare da un altro psicoterapeuta... Io al momento lascio tutto così, casomai, quando termino il percorso con questo nuovo medico, lo contatterò e gli richiederò una seduta per il mio comportamento, come aveva suggerito lui, e ne approfitterò per parlargliene. Magari, con il tempo che mi farà riflettere, e sperando di superare il problema, tornerò da lui e glielo farò presente in modo ragionevole. Se questa cosa dovesse ricapitare con il nuovo medico glielo dirò immediatamente, non farò come in questo caso.
Questo consulto ha ricevuto 15 risposte e 12.8k visite dal 05/08/2020.
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