E' possibile dover ancora superare un lutto dopo dieci anni?
Salve.
Stavo leggendo una risposta ad un mio precedente consulto e, dopo aver risposto, ho iniziato a navigare sul sito... E per curiosità ho iniziato a leggere una serie di consulti collegabili a problemi che avevo fino a qualche anno fa.
Oggi credo di essere una persona serena, piuttosto consapevole. Ho effettuato diversi anni di psicoterapia (che hanno modificato completamente la mia vita, la percezione di me e del mondo) e sono davvero soddisfatta della persona che, pur con i miei limiti, sono diventata.
Però mi guardo dentro e mi faccio una domanda: ho superato il mio lutto?
Mia madre morì, in un modo per me improvviso (un cancro... anzi, un'ischemia cerebrale provocata dalla fortissima chemioterapia che stava seguendo, ma ero convinta, chissà perché, che lei fosse invincibile) quando avevo 15 anni. Lei era tutto per me, ero cresciuta con la convinzione che fosse una madre perfetta, migliore di tutte le altre... Forse per compensare la presenza di un padre assente e violento, non so. Ma mia madre era tutto.
Morta lei, tutti gli equilibri in famiglia si sono modificati. "Avevo" due fratelli gemelli più grandi di me, con i quali ho interrotto ogni rapporto; da bambini litigavamo spesso, come tutti i bimbi, contendendoci l'amore di mia madre... Ma quando è morta, è morto anche il nostro rapporto, quasi fosse stata lei il collante delle nostre vite. Oggi fatico a rivolgere loro un semplice "ciao", pur vivendo insieme e amandoli molto (e loro si comportano allo stesso modo).
Ho iniziato a far finta che mia madre non fosse mai esistita... E sono stata male, come si sta in questi casi: ansia, attacchi di panico, sindrome da abbandono, depressione, autolesionismo.
Oggi posso dire di amarmi molto, e per me è una meravigliosa conquista... Ma continuo ad avere un rapporto strano con mia madre: o ne parlo in maniera glaciale, come se stessi leggendo la lista della spesa, o piango come una bambina di tre anni terrorizzata.
Ho 26 anni, sono adulta, a volte quando penso a queste cose mi sento stupida... Passerà mai? Devo ancora lavorare sul lutto, secondo voi? Io mi sento piuttosto forte, ora, credo di stare bene, pensavo che certe ferite si portassero incise dentro per tutta la vita e non ci fosse modo di cancellarle completamente, ma ora non ne sono più così convinta: vorrei un parere, se fosse possibile.
Aggiungo che è davvero FRUSTRANTE imparare a conoscere una persona (morta) quando si diventa adulti: prima che morisse, per me, mia madre era perfetta... Crescendo ho avuto modo di vedere che in realtà non era altro che un essere umano e, per quanto sia assurdo, l'ho odiata per questo, ho avuto problemi di "allineamento" con la madre che conoscevo e quella che, dai racconti e dalle rielaborazioni, imparavo a conoscere.
Non so perché abbia scritto... Sentivo il bisogno di farlo, come se fosse un flusso di coscienza.
Se potrete rispondermi ed esprimermi un parere, ne sarò felice.
Grazie e auguri di Buona Pasqua anticipati
Veroni
Stavo leggendo una risposta ad un mio precedente consulto e, dopo aver risposto, ho iniziato a navigare sul sito... E per curiosità ho iniziato a leggere una serie di consulti collegabili a problemi che avevo fino a qualche anno fa.
Oggi credo di essere una persona serena, piuttosto consapevole. Ho effettuato diversi anni di psicoterapia (che hanno modificato completamente la mia vita, la percezione di me e del mondo) e sono davvero soddisfatta della persona che, pur con i miei limiti, sono diventata.
Però mi guardo dentro e mi faccio una domanda: ho superato il mio lutto?
Mia madre morì, in un modo per me improvviso (un cancro... anzi, un'ischemia cerebrale provocata dalla fortissima chemioterapia che stava seguendo, ma ero convinta, chissà perché, che lei fosse invincibile) quando avevo 15 anni. Lei era tutto per me, ero cresciuta con la convinzione che fosse una madre perfetta, migliore di tutte le altre... Forse per compensare la presenza di un padre assente e violento, non so. Ma mia madre era tutto.
Morta lei, tutti gli equilibri in famiglia si sono modificati. "Avevo" due fratelli gemelli più grandi di me, con i quali ho interrotto ogni rapporto; da bambini litigavamo spesso, come tutti i bimbi, contendendoci l'amore di mia madre... Ma quando è morta, è morto anche il nostro rapporto, quasi fosse stata lei il collante delle nostre vite. Oggi fatico a rivolgere loro un semplice "ciao", pur vivendo insieme e amandoli molto (e loro si comportano allo stesso modo).
Ho iniziato a far finta che mia madre non fosse mai esistita... E sono stata male, come si sta in questi casi: ansia, attacchi di panico, sindrome da abbandono, depressione, autolesionismo.
Oggi posso dire di amarmi molto, e per me è una meravigliosa conquista... Ma continuo ad avere un rapporto strano con mia madre: o ne parlo in maniera glaciale, come se stessi leggendo la lista della spesa, o piango come una bambina di tre anni terrorizzata.
Ho 26 anni, sono adulta, a volte quando penso a queste cose mi sento stupida... Passerà mai? Devo ancora lavorare sul lutto, secondo voi? Io mi sento piuttosto forte, ora, credo di stare bene, pensavo che certe ferite si portassero incise dentro per tutta la vita e non ci fosse modo di cancellarle completamente, ma ora non ne sono più così convinta: vorrei un parere, se fosse possibile.
Aggiungo che è davvero FRUSTRANTE imparare a conoscere una persona (morta) quando si diventa adulti: prima che morisse, per me, mia madre era perfetta... Crescendo ho avuto modo di vedere che in realtà non era altro che un essere umano e, per quanto sia assurdo, l'ho odiata per questo, ho avuto problemi di "allineamento" con la madre che conoscevo e quella che, dai racconti e dalle rielaborazioni, imparavo a conoscere.
Non so perché abbia scritto... Sentivo il bisogno di farlo, come se fosse un flusso di coscienza.
Se potrete rispondermi ed esprimermi un parere, ne sarò felice.
Grazie e auguri di Buona Pasqua anticipati
Veroni
[#1]
Gentile ragazza, con il tempo e la maturità gli occhi con cui si è sempre guardato il mondo cominciano a modificarsi e a coglire i vari aspetti in modo differente. Lei vedeva sua madre con gli occhi di una ragazzina e con tutte quelle proiezioni di sentimenti positivi tipici di quella età. Oggi, anche attraverso il ricordo, vede sua madre con gli occhi di un'adulta. Non deve preoccuparsi di questo così come ritengo normale, anche a lutto elaborato, che a volte si ritorni a pensare alla persona cara con tutte le reazioni emotive. Se questi episodi non interrompono la normale vita quotidiana e non le creano particolare disagio allora può considerarli come una fisiologica reazione all'interno del suo ciclo vitale.
cordialmente
cordialmente
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Gentile ragazza, tu dici di essere cresciuta e di essere una persona più consapevole, oggi, rispetto al passato. Ma quando dici "non so se ho superato questo lutto", lo dici perché vorresti solo "sapere" questa cosa, diciamo più per una forma di curiosità che altro, oppure perché questo dubbio ti fa davvero soffrire?
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Utente
Ringrazio il dottor de Vincentiis per la gentile risposta, che mi ha rasserenata...
E, rispondendo al dottor Santonocito... In passato ho sempre creduto che i lutti e i dolori della vita non sparissero mai del tutto, ma che si potesse imparare solo a "tenerli buoni", conoscendoli e cauterizzando le ferite.
Credo sia semplice curiosità: io vivo abbastanza bene, pur con i miei limiti e sono orgogliosa del poco che ho costruito, perché l'ho fatto attraverso il dolore. Certo, qualche volta il passato torna e fa male, qualche volta piango, qualche volta parlandone ho le lacrime agli occhi. Ma solo qualche volta, davvero.
Leggendo quello che mi avete scritto penso di avere superato il lutto... Solo che, per una fissazione mia, ho sempre bisogno del confronto :)
Quanto a una 'sua' parola, che mi ha colpita: non lo so se io sia cresciuta davvero. Rispetto al passato senz'altro... Ma credo di dover lavorare ancora tantissimo :)
Grazie ancora, siete stati gentilissimi.
Un caro saluto
Veronica
E, rispondendo al dottor Santonocito... In passato ho sempre creduto che i lutti e i dolori della vita non sparissero mai del tutto, ma che si potesse imparare solo a "tenerli buoni", conoscendoli e cauterizzando le ferite.
Credo sia semplice curiosità: io vivo abbastanza bene, pur con i miei limiti e sono orgogliosa del poco che ho costruito, perché l'ho fatto attraverso il dolore. Certo, qualche volta il passato torna e fa male, qualche volta piango, qualche volta parlandone ho le lacrime agli occhi. Ma solo qualche volta, davvero.
Leggendo quello che mi avete scritto penso di avere superato il lutto... Solo che, per una fissazione mia, ho sempre bisogno del confronto :)
Quanto a una 'sua' parola, che mi ha colpita: non lo so se io sia cresciuta davvero. Rispetto al passato senz'altro... Ma credo di dover lavorare ancora tantissimo :)
Grazie ancora, siete stati gentilissimi.
Un caro saluto
Veronica
[#4]
Esatto. Se la parola "crescere" ti ha toccata, significa che questa questione per te è rilevante, e con tutto ciò che comporta il "crescere", ovvero l'inevitabile emancipazione dalla posizione di figlia e la transizione nel mondo degli adulti.
Hai perfettamente ragione nel dire che il dolore non può sparire del tutto, ma può decantare e passare in secondo piano, aiutandoci a migliorare, mentre impariamo a distaccarcene e a vivere la nostra vita.
Mi pare che tu sia sulla buona strada.
Cordiali saluti
Hai perfettamente ragione nel dire che il dolore non può sparire del tutto, ma può decantare e passare in secondo piano, aiutandoci a migliorare, mentre impariamo a distaccarcene e a vivere la nostra vita.
Mi pare che tu sia sulla buona strada.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 12.4k visite dal 10/04/2009.
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