Litigi continui col partner

Gentili dottori,
sono una ragazza di 27 anni.
Vi scrivo perchè la mia relazione attuale sta collassando e, nonostante abbia un'idea delle ragioni che ci stanno portando a questo, vorrei avere qualche certezza in più.

Sono una persona molto indipendente, i miei genitori sono divorziati da quando ero piccola e sono cresciuta per lo più con mia madre, molto esigente, di buon cuore ma a tratti egoista.
Mio padre è stato comunque presente a suo modo e provo affetto nei suoi confronti ma non sento di considerarlo una figura genitoriale al pari di mia madre poiché ha sempre preferito una vita "nuova", mettendo me e mio fratello in secondo piano a qualunque "fidanzata di passaggio" dopo il divorzio.
Fatta questa premessa i miei rapporti con mia madre nel periodo adolescenziale e con i partner sono sempre stati conflittuali, credo molto nelle mie idee, lotto per queste e per questa ragione, spesso e volentieri, risulto arrogante e troppo sicura di me.
La mia eccessiva indipendenza e la mia scarsa affettività agli uomini sembra non piacere, e più a loro non piace più io estremizzo la mia indipendenza e freddezza nei loro confronti.
Vorrei essere amata per quello che sono ma questo non sembra essere possibile.
Attualmente, dopo una relazione di due anni perennemente conflittuale, sono impegnata con un ragazzo da un anno e mezzo.
Inizialmente, come spesso accade, la relazione procedeva bene e mi sentivo accettata anche nei miei difetti, che ho sempre reso noti in quanto prediligo rapporti trasparenti.
Nel lungo periodo il carattere forte del mio partner si è scontrato inevitabilmente con il mio e ci sembra che, in ogni discussione, la radice dei nostri modi di pensare sia completamente diversa.
Anche la sua idea di famiglia è diversa dalla mia e di conseguenza anche l'idea di rapporto di coppia.
Mi viene chiesto di essere più espansiva ed emotiva ma non riesco e soprattutto non voglio esserlo perché sento che non è nella mia natura.
Sto molto bene da sola e questo mi dà sollievo ma allo stesso tempo mi terrorizza perchè un giorno la vorrei davvero una famiglia.
Io sono molto sensibile ed emotiva ma vivo questo mio lato per conto mio da sempre e mi è sempre andato bene così, perchè dovrei privarmi di ciò che sono e di ciò che mi fa stare bene per fare felice qualcun altro che non prova nemmeno a capirmi?
Il mio partner è organizzato su certe cose, completamente disorganizzato su altre, è ansioso, emotivo e insicuro e nasconde spesso questo suo lato con arroganza e puntigliosità.
Nonostante questo è molto attento ai miei bisogni ed è presente nei momenti di difficoltà (quelle rare volte in cui chiedo aiuto) però a tratti credo che sia invidioso della libertà con cui vivo la mia vita e che, non riuscendo a fare altrettanto, cerchi di cambiarmi.
Sto diventando pazza nel pensare certe cose?
In realtà non so più cosa pensare quindi mi appello a voi, nella speranza che possiate aiutarmi a schiarirmi le idee.

Grazie mille
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Dr.ssa Donatella Fiocchi Psicologo, Psicoterapeuta 62 7
Buongiorno signorina,
mi sembra che una radice delle sue difficoltà sia nella situazione familiare che ha descritto. Come possibile fidarsi e affidarsi a qualcuno se i tuoi genitori ti hanno deluso e non ti hanno fatto sentire al centro? Io credo che lei per andare avanti con meno dolore possibile si sia difesa con questa sua "autonomia " che le ha permesso di sentirsi libera e non dipendente da nessuno, però ovviamente sacrificando la sua sensibilità e le sue emozioni, cioè il suo bisogno di affetto, di calore e di vicinanza. Ha detto a se stessa che non aveva bisogno di nessuno ma la sua ricerca di partner e il suo desiderio futuo di una famiglia ci dicono che le cose non stanno proprio così.
Oltre al fatto che lei dichiara "Io sono molto sensibile ed emotiva ma vivo questo mio lato per conto mio da sempre". Appunto non ha mai potuto permettersi di condividere nessun sentimento con nessuno.
In questo è rimasta un po' "bambina" col desiderio di essere amata e accettata anche con le sue rabbie, con i suoi risentimenti, come sarebbe indispensabile per qualunque bambino.
Purtroppo un rapporto adulto di coppia non può essere così, è importante accettare anche i punti di vista e le caratteristiche dell'altro e trovarsi: sui punti importanti in sintonia; sugli altri :a volte a metà strada, a volte cedere del tutto. Proprio perché non sono importanti.
Provi a dire a se stessa che per iniziare un vero rapporto deve provare un po' anche ad abbassare le difese, ad accettare il rischio di fidarsi di qualcuno, anche a costo di sperimentare un rapporto sbagliato che può naufragare ma dal quale potrà imparare cose preziose per il futuro.
Naturalmente se le idee e i progetti futuri, cioè gli aspetti importanti, valgono la pena di questo rischio. Altrimenti cerchi qualcun altro.
Le faccio i miei migliori auguri.

Dr.ssa donatella fiocchi

[#2]
Utente
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Gentile dottoressa,
innanzitutto la ringrazio molto per la sua risposta che ha centrato in pieno le origini del mio disagio.
A seguito del mio primo messaggio ci sono state altre svariate discussioni con il mio ragazzo, alcune finite con delle scuse ed altre, meno importanti, sono rimaste in sospeso, forse perchè avere la ragione non importava a nessuno dei due.
In concomitanza a questi litigi è venuta a mancare da parte di entrambi per qualche settimana tensione sessuale e di recente, nella stessa sera, mi sono state dette le seguenti frasi "tu pensi per singola e non da coppia" e "non ti metti mai in discussione", insieme a frasi come "non voglio litigare più" e "non voglio perderti".
É vero, io a volte sono individualista ma mi piace molto la vita di coppia e voglio un futuro insieme, c'è qualcosa di male in questo? O meglio, è normale pensarla così?
Qualche giorno fa si parlava di una coppia di amici che è andata a convivere ed ha preventivamente compilato un foglio excel con le spese rispettive investite per il mobilio. Per questo motivo il mio ragazzo li ha classificati "una coppia che non si ama davvero se pensa già all'ipotetica fine della relazione". Per me invece sono semplicemente due adulti assennati e prudenti. Sbaglio io a pensarla così?
Inoltre, nel corso della relazione, mi sono spesso sentita dire che la mia famiglia non è inclusiva in quanto mia madre è un po' "orsa" e mio padre (che convive con la sua compagna e le figlie di lei da 10 anni) e mio fratello li vedo pochissimo. Gli ho spiegato tante volte che la mia famiglia non è come la sua, un po' mulino bianco per intenderci, ma ben diversa e l'ho anche coinvolto in alcune (rare) cene ma, nonostante questo, mi ha sempre fatto sentire in difetto, come se io potessi fare qualcosa in più per farlo sentire parte integrante della famiglia (quale famiglia poi lo sa solo lui).
Mi ricollego inoltre al suo messaggio "Provi a dire a se stessa che per iniziare un vero rapporto deve provare un po' anche ad abbassare le difese, ad accettare il rischio di fidarsi di qualcuno, anche a costo di sperimentare un rapporto sbagliato che può naufragare ma dal quale potrà imparare cose preziose per il futuro.", ha qualche consiglio su come iniziare ad abbassare le difese? Ogni volta che si inizia una discussione alzo la mia muraglia senza rendermene conto, inizialmente spesso provo ad ascoltare, a tenere il tono di voce basso, ma basta una parola irritante in più ed ecco che la muraglia si rialza.
Le chiedo in ultimo se secondo lei potrebbe aiutarmi fare un po' di terapia.
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Dr.ssa Donatella Fiocchi Psicologo, Psicoterapeuta 62 7
Gentile signorina,
la vostra mi sembra la normale evoluzione di un rapporto in cui, ognuno con le proprie difficoltà, però cercate di dirvi quello che vi sembra importante per capirsi.
Certo la strada di un rapporto solido e soddisfacente è lunga e voi l'avete appena cominciata. Lui le dichiara la sua difficoltà a sostenere un conflitto, ma in un rapporto vero e sano ogni tanto dei conflitti sorgono, la soluzione è affrontarli e riuscire a superarli ogni volta, cercando da ognuna delle due parti, di riflettere su quanto ognuno può fare per risolverlo.
Lui le dice però anche una cosa importante cioè il suo desiderio di non perderla, buona base per cercare di andare avanti.
Lei dice di volere un rapporto di coppia e un futuro insieme e questo chiarisce cosa stia cercando; per costruirlo un rapporto di coppia è necessario capirsi e venirsi un po' incontro, ma questo non significa rinunciare alla propria individualità. Farlo sarebbe molto sbagliato e falserebbe il rapporto, ma è importante capire a quali aspetti della propria individualità lei può rinunciare, perché meno essenziali, per andare incontro all'altro e su quali aspetti invece chiedere a lui un cambiamento perché per lei irrinunciabili.
Si diventa davvero una coppia alla fine, o molto avanti, di una lunga strada fatta di tanti momenti di unione e tanti momenti di conflitto superati con la comprensione reciproca.
Non so quali difese potrebbe abbassare, penso che una psicoterapia analitica potrebbe aiutarla in questo percorso o, magari, se il suo ragazzo fosse d'accordo, una psicoterapia analitica di coppia.
Le faccio moltissimi auguri e, se le fa piacere e le è utile mi scriva pure ancora.
[#4]
Utente
Utente
Gentile dottoressa,
la ringrazio ancora sentitamente per la sua risposta, avere un suo riscontro mi è stato incredibilmente utile per avere le idee più chiare.