Un tunnel senza fine

Buon pomeriggio.
Per l'ennesima volta mi ritrovo qui con la speranza di ricevere una risposta, un aiuto, un indirizzo, perché da sola sento di non farcela.
Circa un anno fa (e due sono i consulti richiesti nel corso di questo tempo) è giunta al termine, in modo non poco traumatico, la relazione travagliata con il mio ex.
Siamo stati effettivamente lontani meno di un paio di mesi e poi abbiamo ricominciato a vederci e sentirci.
Questo però senza porre un nuovo inizio, senza parlare di ciò che significava o che avrebbe potuto significare.
E forse io mi sono resa conto di non esserne venuta fuori e di provare ancora dei sentimenti nei suoi confronti, lui invece ha forse preso la cosa come un'uscita ogni tanto fine a sé stessa.
Gli ho palesato una volta che questa situazione a me facesse male ma lui non ne ha voluto parlare.
Quando stiamo insieme ci comportiamo quasi come fossimo una coppia (ma questo credo dipenda da una sorta di abitudine o consuetudine non del tutto dimenticata).
Io passo gran parte della giornata a pensare a lui, a cosa stia facendo, al perché non senta la necessità di vedermi e/o sentirmi e sono stanca, sento un peso costante alle tempie, non riesco a godere appieno delle giornate, sono angosciata.
Insomma l'anno scorso come ora, che ero più o meno in una situazione del genere (anche se molto peggiore), pensavo che solo il tempo avrebbe potuto aiutarmi.
E invece a distanza di un anno sono ancora qui e sento davvero di non farcela.
Chiunque mi incontri mi ripete che sono dimagrita, che ho il volto stanco e questo mi fa deprimere ancora di più, perché rende il tutto più reale.
Ho iniziato a leggere un libro della Norwood, una psicoterapeuta americana, intitolato 'Donne che amano troppo' sperando potesse aiutarmi ma ogni volta riesco a leggere una decina di pagine e poi l'angoscia mi sale ancora di più.
Credo di avere anche un problema di bruxismo diurno per forse anche notturno, perché poco tempo fa mi sono sottoposta ad una cura per le gengive che si stavano ritirando.
Non riesco ad esserne certa, perché sento che il mio è un problema stupido e in cui tra l'altro mi ci sono cacciata da sola, ma forse ora ho bisogno d'aiuto.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
nelle nostre ultime comunicazioni sembrava orientata a farsi seguire da un/a psicologo/a.
Dov'è finita questa sana attenzione a sé stessa, alla sua salute? Il testo della Norwood -un classico che spesso consigliamo ai pazienti, ma che altrettanto spesso è una lettura dolorosa- dovrebbe farla riflettere che accettando gli incontri nella modalità gradita solo al suo ex, lei si è messa dalla parte della donna passiva che subisce... in una parola, della vittima.
Dalla nostra precedente comunicazione e da questo sviluppo -che è piuttosto un'involuzione- mi sembra di percepire un'immagine non molto positiva del suo ex. Sembrerebbe - non posso saperlo, ma glielo do come spunto di riflessione - che a suo tempo lui sia stato ferito dalla sua fermezza nel troncare una storia già allora senza sbocchi, e che abbia cercato una rivalsa, perché la ferita era inferta piuttosto al suo orgoglio narcisistico che ai suoi sentimenti.
Se quest'uomo piange, lo fa solo per sé stesso.
"Gli ho palesato una volta che questa situazione a me facesse male ma lui non ne ha voluto parlare". Certo: non fa mica male a lui.
"Quando stiamo insieme ci comportiamo quasi come fossimo una coppia".
Ma davvero? Gratificando in tutto e per tutto i bisogni di chi? Non credo i suoi, cara utente. Che per certi uomini sia un piacere essere coccolati, lusingati e ricevere effusioni dovrebbe essere palese a tutte le donne che intendano tutelare sé stesse.
Invece a lei cosa succede? "Chiunque mi incontri mi ripete che sono dimagrita, che ho il volto stanco e questo mi fa deprimere ancora di più, perché rende il tutto più reale".
RENDE IL TUTTO PIÙ REALE...
Proprio così. Una specie di tortura morbida, o per essere più diretta, qualcosa che ricorda il dissanguamento operato da un vampiro.
Continui a leggere la Norwood, e scriva cosa le suscitano i passaggi più vicini alla sua sensibilità, come una sorta di diario guidato.
Legga intanto, di Albert Camus, "La caduta". Vedrà che in qualche passaggio troverà nuove chiavi di lettura sul funzionamento del suo ex.
Ci tenga al corrente, e tuteli sé stessa.
[#2]
Utente
Utente
Gentile dt.sa la ringrazio molto per aver prestato nuovamente attenzione alla mia situazione. Probabilmente, senza rendermene conto, ho accettato questa nuova modalità di relazione che si è venuta a creare, perché speravo che qualcosa cambiasse. Lei saprebbe consigliarmi un/a collega nella mia zona che possa aiutarmi?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Cara utente,
è corretta la sua interpretazione: si è adattata, sperando di ottenere per questa via una relazione migliore di quella interrotta un anno fa, ma forse ha scambiato l'opportunismo per amore.
Per scegliere uno psicologo vicino a lei deve consultare in rete l'albo degli psicologi della sua regione.
Mi sembra che su quello del Lazio ci sia proprio la voce: "scegli lo psicologo vicino a te". Per gli altri non saprei.
Può però leggere i vari profili dei professionisti, contattarli telefonicamente e decidere.
Qui su Medicitalia può scegliere gli psicologi della sua regione e città, leggere il curriculum e valutare i loro consulti.
Naturalmente può accedere al servizio pubblico, ASL, Consultorio, etc. Anche questa può essere la maniera per rompere il ghiaccio.
I miei migliori auguri; ci tenga al corrente.
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Utente
Utente
Già in passato sono stata seguita, per altri motivi, da un terapeuta e ho avuto una brutta esperienza che mi ha fatto perdere la fiducia in questa persona. Per quello chiedevo a lei sperando che, essendo nell'ambito, potesse indirizzarmi vs qualcuno che potesse fare al caso mio. Avevo già fatto una ricerca qui e sul web ma non è semplice. La ringrazio comunque per la gentilezza.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
purtroppo è vero, può capitare di trovarsi male. Anche per questo le consigliavo di andare nel pubblico, dove può valutare i risultati senza spendere troppo.
Un'altra possibilità è vagliare la situazione anche nel privato con un primo contatto telefonico e qualche seduta d'assaggio.
Le direi di orientarsi verso gli ambiti cognitivo/comportamentale o funzionale/corporeo, lasciando da parte chi propone analisi interminabili.
Tenga conto che la legge prevede per tutte le professioni, psicoterapia compresa, una preventiva indicazione di massima sulla durata e sulla spesa.
Inoltre molti psicologi hanno delle loro pagine Internet in cui illustrano i propri metodi.
Tenga anche conto del fatto che il Covid 19 ha avuto almeno il merito di permettere le sedute a distanza, via Internet, per cui può scegliere sul piano nazionale.
Ho contattato una collega che prima del Covid veniva anche nella sua zona, e se avrò riscontri positivi le farò sapere.
Usi intanto il suo buon senso. Coraggio.
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Utente
Utente
La ringrazio infinitamente dottoressa. Le sue parole mi sono sempre state di grande aiuto e se fossi nella sua zona non avrei avuto dubbi sulla scelta. Preferirei almeno per le prime volte una seduta vis a vis, covid permettendo. Se dovesse avere riscontri da questa sua collega le sarei molto grata se mi tenesse presente. Nel frattempo seguirò i suoi consigli e proverò a cercare come mi ha detto.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Cara utente,
la mia collega in realtà ha un secondo studio in un'altra città, non nella sua: ricordavo male.
Credo anch'io che almeno le prima sedute vadano effettuate in presenza.
Non le posso nemmeno dire di affidarsi al giudizio di altri, perché un terapeuta che risolve il problema di una persona può non avere lo stesso benefico effetto su un'altra.
Tuttavia, forte della sua esperienza e dei tratti di intelligenza che non le mancano, provi ad andare in un centro pubblico, affidandosi al buon senso e alla fortuna.
Io le rinnovo i migliori auguri.
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