La decisione giusta?
Buongiorno a tutti,
cercherò di essere più sintetica possibile...
La mia relazione è durata 16 anni (lei più grande di me di 8 anni, sono andata a convivere che avevo 20 anni) l'anno scorso decido di lasciarla.
Non l'ho fatto consciamente, l'ansia ha deciso per me.
Almeno cinque anni prima che terminasse la relazione c'erano dei problemi, lei non mi attirava più sessualmente ma cercavo di sopprimere questo problema credendo passasse.
Sapevo di amarla, consultai anche un ginecologo ma lui disse che andava tutto bene.
Andai avanti, cercando scuse per non fare sesso.
Gli ultimi due anni la situazione peggiora, uscire con lei anche a cena in due mi sembrava quasi imbarazzante.
Una notte mi dice 'sembriamo solo due amiche'.
Il giorno dopo mi sono svegliata e accanto a me vedevo una totale estranea, i suoi occhi sembravano di un'altra e da quel giorno iniziarono attacchi di panico, ansia, talmente gravi da spingermi all'autolesionismo e ad un tentativo di suicidio.
Bastava lei mi sfiorasse per avere attacchi di panico allucinanti.
Il terzo giorno andai da una psicologa, mi disse che sarebbe tornato tutto alla normalità, di accettare di vedere la mia compagna come un 'estranea' e di fare piccoli passi verso lei.
Non ci riuscii, per un anno ho dormii tra divano, b&b e casa di amici... ma tornavo sempre da lei perché era la mia aria.
Stavamo assieme un ora e subito dopo ricominciava tutto (ansia, milioni di domande).
Iniziai a fissarmi di provare attrazione per altre, gliene parlai.
La tradii, andai a vivere da sola il giorno dopo.
Alti e bassi per otto mesi, lei fuori dalla mia mente.
Fino a quando non la vidi con la ragazza con cui l'avevo tradita, adesso convivono da un anno (si è messa con lei dopo 4 mesi che ero andata via).
Sono iniziati nuovamente gli attacchi di panico e ansia e ho il terrore di incontrarle (purtroppo capita spesso).
La psicologa disse che in lei vedevo un limite alla mia evoluzione (mi proibiva in modo subdolo di fare attività fisica, voleva uscissi sempre con lei per le cose anche banali etc.
)
Gli ultimi anni pur di avere spazi per me ho sempre mentito perché se gliene parlavo si infastidiva.
Purtroppo lavoriamo nello stesso reparto e quindi ogni giorno sento (seppur lei sia molto riservata) quello che organizza con lei, quanto la ama...
E la mia ansia sale fino alle stelle...
La mia ansia ha deciso per me, credo di aver fatto la scelta giusta perché non ho più picchi così elevati.
A volte provo ad immaginare lei che mi bacia, per mettermi alla prova... L'ansia aumenta sensibilmente.
Quanti dubbi.
Grazie infinite.
cercherò di essere più sintetica possibile...
La mia relazione è durata 16 anni (lei più grande di me di 8 anni, sono andata a convivere che avevo 20 anni) l'anno scorso decido di lasciarla.
Non l'ho fatto consciamente, l'ansia ha deciso per me.
Almeno cinque anni prima che terminasse la relazione c'erano dei problemi, lei non mi attirava più sessualmente ma cercavo di sopprimere questo problema credendo passasse.
Sapevo di amarla, consultai anche un ginecologo ma lui disse che andava tutto bene.
Andai avanti, cercando scuse per non fare sesso.
Gli ultimi due anni la situazione peggiora, uscire con lei anche a cena in due mi sembrava quasi imbarazzante.
Una notte mi dice 'sembriamo solo due amiche'.
Il giorno dopo mi sono svegliata e accanto a me vedevo una totale estranea, i suoi occhi sembravano di un'altra e da quel giorno iniziarono attacchi di panico, ansia, talmente gravi da spingermi all'autolesionismo e ad un tentativo di suicidio.
Bastava lei mi sfiorasse per avere attacchi di panico allucinanti.
Il terzo giorno andai da una psicologa, mi disse che sarebbe tornato tutto alla normalità, di accettare di vedere la mia compagna come un 'estranea' e di fare piccoli passi verso lei.
Non ci riuscii, per un anno ho dormii tra divano, b&b e casa di amici... ma tornavo sempre da lei perché era la mia aria.
Stavamo assieme un ora e subito dopo ricominciava tutto (ansia, milioni di domande).
Iniziai a fissarmi di provare attrazione per altre, gliene parlai.
La tradii, andai a vivere da sola il giorno dopo.
Alti e bassi per otto mesi, lei fuori dalla mia mente.
Fino a quando non la vidi con la ragazza con cui l'avevo tradita, adesso convivono da un anno (si è messa con lei dopo 4 mesi che ero andata via).
Sono iniziati nuovamente gli attacchi di panico e ansia e ho il terrore di incontrarle (purtroppo capita spesso).
La psicologa disse che in lei vedevo un limite alla mia evoluzione (mi proibiva in modo subdolo di fare attività fisica, voleva uscissi sempre con lei per le cose anche banali etc.
)
Gli ultimi anni pur di avere spazi per me ho sempre mentito perché se gliene parlavo si infastidiva.
Purtroppo lavoriamo nello stesso reparto e quindi ogni giorno sento (seppur lei sia molto riservata) quello che organizza con lei, quanto la ama...
E la mia ansia sale fino alle stelle...
La mia ansia ha deciso per me, credo di aver fatto la scelta giusta perché non ho più picchi così elevati.
A volte provo ad immaginare lei che mi bacia, per mettermi alla prova... L'ansia aumenta sensibilmente.
Quanti dubbi.
Grazie infinite.
[#1]
Gentile Utente,
ogni scelta comporta delle rinunce, ma anche delle nuove possibilità.
L'ansia provata poteva essere "benevola", ossia un campanello d'allarme per costringerla a considerare le emozioni che magari forzosamente cercava di non ascoltare proprio con il timore di non fare la cosa giusta.
Ma giusta per chi?
Per la sua compagna?
Per Lei?
Per il resto del mondo?
Inevitabilmente dai 20 anni ad oggi Lei è cresciuta, da ragazza è diventata donna e, dunque, si saranno modificati anche i suoi bisogni, affettivi e di vita.
E non sempre in una coppia si riesce a crescere insieme, in parallelo, accettando e comprendendo i mutamenti e le mutevoli esigenze dell'altro.
In questo anno trascorso che cosa ha fatto per se stessa?
Come si sono modificati i suoi progetti e i suoi sogni riguardo al futuro?
Cordialità.
ogni scelta comporta delle rinunce, ma anche delle nuove possibilità.
L'ansia provata poteva essere "benevola", ossia un campanello d'allarme per costringerla a considerare le emozioni che magari forzosamente cercava di non ascoltare proprio con il timore di non fare la cosa giusta.
Ma giusta per chi?
Per la sua compagna?
Per Lei?
Per il resto del mondo?
Inevitabilmente dai 20 anni ad oggi Lei è cresciuta, da ragazza è diventata donna e, dunque, si saranno modificati anche i suoi bisogni, affettivi e di vita.
E non sempre in una coppia si riesce a crescere insieme, in parallelo, accettando e comprendendo i mutamenti e le mutevoli esigenze dell'altro.
In questo anno trascorso che cosa ha fatto per se stessa?
Come si sono modificati i suoi progetti e i suoi sogni riguardo al futuro?
Cordialità.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 661 visite dal 27/07/2020.
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