Convincere un depresso
Gentili Medici,
Vorrei un aiuto per quanto riguarda il mio ragazzo che credo soffra di una forte depressione.
Raramente esce di casa, è disoccupato da 2 anni ma non cerca lavoro perché è convinto di non saper fare niente, che tutto è inutile perché il suo destino è quello di rimanere povero. Queste frasi si ripetono continuamente nelle sue discussioni.
Inoltre crede di essere perseguitato dalla sfortuna ,spesso dà la colpa del suo stato attuale ai suoi genitori specialmente alla madre (depressa anche lei) con la quale ha forti liti.
Io sono l’unica con la quale si confida ma ultimamente mi parla di suicidio in maniera così ricorrente che ho paura di non sentirlo più.
Non riesco a convincerlo che il suo è uno stato alterato e che ha bisogno di un medico.
Inoltre io non vivo nella stessa città in cui vive lui e non posso dargli il supporto di cui ha bisogno. Ho davvero bisogno di capire come poterlo convincere ad andare da un medico.Considerate che in passato,prima che io lo conoscessi frequentava uno psicologo che vista la sua resistenza ad affidarsi alla categoria ha fatto più danni che altro.Devo aiutarlo
Vorrei un aiuto per quanto riguarda il mio ragazzo che credo soffra di una forte depressione.
Raramente esce di casa, è disoccupato da 2 anni ma non cerca lavoro perché è convinto di non saper fare niente, che tutto è inutile perché il suo destino è quello di rimanere povero. Queste frasi si ripetono continuamente nelle sue discussioni.
Inoltre crede di essere perseguitato dalla sfortuna ,spesso dà la colpa del suo stato attuale ai suoi genitori specialmente alla madre (depressa anche lei) con la quale ha forti liti.
Io sono l’unica con la quale si confida ma ultimamente mi parla di suicidio in maniera così ricorrente che ho paura di non sentirlo più.
Non riesco a convincerlo che il suo è uno stato alterato e che ha bisogno di un medico.
Inoltre io non vivo nella stessa città in cui vive lui e non posso dargli il supporto di cui ha bisogno. Ho davvero bisogno di capire come poterlo convincere ad andare da un medico.Considerate che in passato,prima che io lo conoscessi frequentava uno psicologo che vista la sua resistenza ad affidarsi alla categoria ha fatto più danni che altro.Devo aiutarlo
[#1]
gentile ragazza, già 6 mesi fa pose lo stesso problema ed i colleghi le consigliarono un intervento specialistico. da quello che dice sembra che questo no ci sia mai stato. Se il ragazzo è resistente allora il consiglio sarebbe quello di coinvolgere tutta la famiglia o per lo meno anche le persone a lui più vicine. Piccoli cambiamenti nel sistema di appartenenza possono portare anche cambiamenti significativi nei singoli membri. Ma per questo è utile un professionista. si può cominciare con qualche elemento della famiglia e far passare il messaggio che occorre anche l'aiuto del ragazzo per sbrogliare una qualche matassa comportamentale. Se lei vivesse nella sua città potrebbe anche cominciare con il chiedere un intervento in coppia poichè il malessere del fidanzato si sta ripercuotendo anche sul vostro assetto. Un intervento può anche cominciare con altri fini per vincere una resistenza iniziale e poi centrare l'obiettivo reale.
cordialmente
cordialmente
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
> Devo aiutarlo
Gentile ragazza, il suo stato d'animo è del tutto comprensibile, ma questo non è un compito che tocca a lei. Mi associo alla risposta del collega De Vincentiis e se le cose stanno come le ha descritte, l'unica alternativa è utilizzare un professionista per farlo interagire con lei e la sua famiglia e partire da lì per cercare di smuoverlo.
> Considerate che in passato,prima che io lo conoscessi
> frequentava uno psicologo che vista la sua resistenza ad
> affidarsi alla categoria ha fatto più danni che altro.
No, i danni li ha fatti perché evidentemente non è stato capace di aiutare il ragazzo, non perché il ragazzo fosse resistente. Quando una terapia fa danni, la responsabilità è del terapeuta, non del paziente.
E quindi le chiedo, se un collega preparato, purtroppo, ha fatto danni, cosa le fa sperare di poter riuscire lei, leggendo qualche riga da internet?
Cordiali saluti
Gentile ragazza, il suo stato d'animo è del tutto comprensibile, ma questo non è un compito che tocca a lei. Mi associo alla risposta del collega De Vincentiis e se le cose stanno come le ha descritte, l'unica alternativa è utilizzare un professionista per farlo interagire con lei e la sua famiglia e partire da lì per cercare di smuoverlo.
> Considerate che in passato,prima che io lo conoscessi
> frequentava uno psicologo che vista la sua resistenza ad
> affidarsi alla categoria ha fatto più danni che altro.
No, i danni li ha fatti perché evidentemente non è stato capace di aiutare il ragazzo, non perché il ragazzo fosse resistente. Quando una terapia fa danni, la responsabilità è del terapeuta, non del paziente.
E quindi le chiedo, se un collega preparato, purtroppo, ha fatto danni, cosa le fa sperare di poter riuscire lei, leggendo qualche riga da internet?
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.4k visite dal 09/04/2009.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Suicidio
I dati del suicidio in Italia e nel mondo, i soggetti a rischio, i fattori che spingono a comportamenti suicidari, cosa fare e come prevenire il gesto estremo.