Le fantasie sessuali trovano sfogo nelle chat di incontri
Buonasera,
Il mio compagno con cui convivo da 20 anni non ha mai avuto il coraggio a suo dire di condividere con me una sua fantasia.
Quella del gioco di ruolo con una ragazza molto più giovane, sui quindici anni, per questo aspetto della finta ingenua.
Circa 6 anni fa è entrato in una spirale che ha portato passo dopo passo alla distruzione del nostro rapporto è del patto di fiducia.
Ha cominciato a frequentare le chat dove probabilmente riuscìva a inscenare e vivere questa fantasia in maniera anonima e virtuale senza temere giudizi.
Più volte negli anni l' ho scoperto, ed è stato per me come donna molto umiliante e difficile da gestire, nonostante tutto ho sempre ceduto alle sue spiegazioni e richieste di perdono, al suo impegno di smettere soprattutto quando lui stesso aveva deciso di farsi aiutare da un professionista.
Così non è stato, anzi ha continuato fino ad esasperare il ns rapporto.
È soprattutto gli è capitato qualche anno fa di scambiare sempre e solo nel mondo virtuale delle chat anche con qualche quindicenne, il che mi ferisce ancora di più poiché abbiamo una figlia stessa età.
In breve la cosa ci ha portato ad un binario morto e io l'ho invitato ad uscire di casa ormai stufa delle bugie e dell'incapacità di smettere.
Dalle sue spiegazioni lui era convinto che poiché tutto anonimo e virtuale di non far del male a nessuno...nonostante le discussioni estenuanti che abbiamo avuto sull'argomento e il fatto che io ci abbia sofferto moltissimo ogni volta.
Negli ultimi 6 /7 anni abbiamo avuti continui alti e bassi con problemi comunicativi di base.
Ho cercato di capire inizialmente, di mettere in discussione il rapporto pensando erroneamente a questo punto di trovare una soluzione insieme, ma nonostante le promesse lui nei momenti di down con me ha continuato a frequentare queste chat tradendo completamente la mia fiducia poco alla volta.
Mi chiedo se è possibile che abbia sviluppato nel tempo una forma di dipendenza poiché continuava fino a danneggiare il rapporto in modo irrimediabile.
Adesso dice di soffrire perché ha capito ma io non mi fido più in alcun modo.
Non voglio più soffrire per un uomo che per 6 anni non ha capito il danno che stava provocando, che è stato poco leale e non ha condiviso delle sue fantasie portando la coppia allo sfacelo.
Grazie per un Vs parere.
Il mio compagno con cui convivo da 20 anni non ha mai avuto il coraggio a suo dire di condividere con me una sua fantasia.
Quella del gioco di ruolo con una ragazza molto più giovane, sui quindici anni, per questo aspetto della finta ingenua.
Circa 6 anni fa è entrato in una spirale che ha portato passo dopo passo alla distruzione del nostro rapporto è del patto di fiducia.
Ha cominciato a frequentare le chat dove probabilmente riuscìva a inscenare e vivere questa fantasia in maniera anonima e virtuale senza temere giudizi.
Più volte negli anni l' ho scoperto, ed è stato per me come donna molto umiliante e difficile da gestire, nonostante tutto ho sempre ceduto alle sue spiegazioni e richieste di perdono, al suo impegno di smettere soprattutto quando lui stesso aveva deciso di farsi aiutare da un professionista.
Così non è stato, anzi ha continuato fino ad esasperare il ns rapporto.
È soprattutto gli è capitato qualche anno fa di scambiare sempre e solo nel mondo virtuale delle chat anche con qualche quindicenne, il che mi ferisce ancora di più poiché abbiamo una figlia stessa età.
In breve la cosa ci ha portato ad un binario morto e io l'ho invitato ad uscire di casa ormai stufa delle bugie e dell'incapacità di smettere.
Dalle sue spiegazioni lui era convinto che poiché tutto anonimo e virtuale di non far del male a nessuno...nonostante le discussioni estenuanti che abbiamo avuto sull'argomento e il fatto che io ci abbia sofferto moltissimo ogni volta.
Negli ultimi 6 /7 anni abbiamo avuti continui alti e bassi con problemi comunicativi di base.
Ho cercato di capire inizialmente, di mettere in discussione il rapporto pensando erroneamente a questo punto di trovare una soluzione insieme, ma nonostante le promesse lui nei momenti di down con me ha continuato a frequentare queste chat tradendo completamente la mia fiducia poco alla volta.
Mi chiedo se è possibile che abbia sviluppato nel tempo una forma di dipendenza poiché continuava fino a danneggiare il rapporto in modo irrimediabile.
Adesso dice di soffrire perché ha capito ma io non mi fido più in alcun modo.
Non voglio più soffrire per un uomo che per 6 anni non ha capito il danno che stava provocando, che è stato poco leale e non ha condiviso delle sue fantasie portando la coppia allo sfacelo.
Grazie per un Vs parere.
[#1]
Gentile utente,
come donna e come compagna Lei si chiede
"..se è possibile che abbia sviluppato nel tempo una forma di dipendenza
poiché continuava fino a danneggiare il rapporto in modo irrimediabile."
Potrebbe essere,
dato che una delle caratteristiche della dipendenza è quella di non riuscire a smettere nonostante la buona volontà,
anzi di dover "aumentare la dose" per raggiungere lo stesso risultato,
come potrà leggere qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/7732-il-sesso-compulsivo-e-un-disordine-mentale-o-m-s.html .
E dunque nel caso si trattasse di una dipendenza
- la diagnosi va fatta di persona -
come ogni vera e propria patologia ha bisogno di uno/a Specialista per essere adeguatamente curata.
Tenga conto che non sempre (anzi quasi mai) la persona è disponibile fin da subito a tale importantissimo passo,
che implica quello che proprio non vuole ammettere neppure con se stessa:
di avere un problema.
Lo/a Specialista è lo/a Psicologo/a Psicoterapeuta esperto e preparato in forme di dipendenza,
oppure in sessuologia clinica (ad es. Albo FISSonline),
che effettuerà la diagnosi e poi la cura essendo Psicoterapeuta.
Spero di essere risultata chiara.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
come donna e come compagna Lei si chiede
"..se è possibile che abbia sviluppato nel tempo una forma di dipendenza
poiché continuava fino a danneggiare il rapporto in modo irrimediabile."
Potrebbe essere,
dato che una delle caratteristiche della dipendenza è quella di non riuscire a smettere nonostante la buona volontà,
anzi di dover "aumentare la dose" per raggiungere lo stesso risultato,
come potrà leggere qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/7732-il-sesso-compulsivo-e-un-disordine-mentale-o-m-s.html .
E dunque nel caso si trattasse di una dipendenza
- la diagnosi va fatta di persona -
come ogni vera e propria patologia ha bisogno di uno/a Specialista per essere adeguatamente curata.
Tenga conto che non sempre (anzi quasi mai) la persona è disponibile fin da subito a tale importantissimo passo,
che implica quello che proprio non vuole ammettere neppure con se stessa:
di avere un problema.
Lo/a Specialista è lo/a Psicologo/a Psicoterapeuta esperto e preparato in forme di dipendenza,
oppure in sessuologia clinica (ad es. Albo FISSonline),
che effettuerà la diagnosi e poi la cura essendo Psicoterapeuta.
Spero di essere risultata chiara.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Occorre cercare uno Psicologo che sia anche Psicoterapeuta con esperienza e preparato, per un percorso *in presenza*.
Di ciascuno leggala scheda personale e il curriculum con attenzione:
non basta dichiarare competenze, occorre anche citare gli Istituti o Scuole presso le quali ci si è formati.
Ecco come fare:
.Consulti qui sul sito di MedicItalia l'elenco degli Psicologi/e anche Psicoterapeuti della Sua zona, legga le risposte che hanno fornito e veda se vi ispirano fiducia.
.Consulti l'Albo Nazionale della FISS (Federazione Italiana Sessuologia Scientifica), in FISSonline.it, cercando nella Sua città un/a Psicologo/a Psicoterapeuta formato come "sessuologo clinico".
Ed altrettanto nel sito del CIS (Centro Italiano Sessuologia) con sede proprio nella Sua città,
clickando su Albo, alla voce Terapeuta.
Ci dia cortesemente un riscontro.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Di ciascuno leggala scheda personale e il curriculum con attenzione:
non basta dichiarare competenze, occorre anche citare gli Istituti o Scuole presso le quali ci si è formati.
Ecco come fare:
.Consulti qui sul sito di MedicItalia l'elenco degli Psicologi/e anche Psicoterapeuti della Sua zona, legga le risposte che hanno fornito e veda se vi ispirano fiducia.
.Consulti l'Albo Nazionale della FISS (Federazione Italiana Sessuologia Scientifica), in FISSonline.it, cercando nella Sua città un/a Psicologo/a Psicoterapeuta formato come "sessuologo clinico".
Ed altrettanto nel sito del CIS (Centro Italiano Sessuologia) con sede proprio nella Sua città,
clickando su Albo, alla voce Terapeuta.
Ci dia cortesemente un riscontro.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#4]
Utente
Grazie per i consigli ne farò buon uso.
Al momento il mio compagno non è a casa con noi, ho sentito il bisogno di prendere le distanze soprattutto perché voglio cercare di proteggere me stessa e non procare più la sofferenza degli ultimi anni. Umanamente mi dispiace molto perché vedo che adesso sta molto male, ma penso sia giusto così. Se il percorso porterà i suoi frutti spero ci sia modo di poter recuperare in qualche modo. Spero davvero che adesso abbia preso coscienza che c'è un problema e che di apra totalmente con l'eventuale terapeuta. Secondo lei è giusto che lui questa cosa la gestisca da solo o solitamente la compagna /famiglia può essere di supporto e in che modo?
Grazie ancora
Al momento il mio compagno non è a casa con noi, ho sentito il bisogno di prendere le distanze soprattutto perché voglio cercare di proteggere me stessa e non procare più la sofferenza degli ultimi anni. Umanamente mi dispiace molto perché vedo che adesso sta molto male, ma penso sia giusto così. Se il percorso porterà i suoi frutti spero ci sia modo di poter recuperare in qualche modo. Spero davvero che adesso abbia preso coscienza che c'è un problema e che di apra totalmente con l'eventuale terapeuta. Secondo lei è giusto che lui questa cosa la gestisca da solo o solitamente la compagna /famiglia può essere di supporto e in che modo?
Grazie ancora
[#5]
Ci chiede se è giusto che lui ..gestisca da solo.. .
La famiglia, la compagna, può essere di supporto ma solo a certe condizioni che il Terapeuta ravvisa.
In questo senso essi possono chiedere un colloquio con il curante,
che generalmente avviene in presenza del paziente, naturalmente consenziente; questi per non danneggiare l’alleanza terapeutica e la fiducia.
Se verrà diagnosticata una dipendenza,
metta in previsione un percorso non brevissimo
ma che in ogni caso apre alla speranza.
Saluti cari!
Dott. Brunialti
La famiglia, la compagna, può essere di supporto ma solo a certe condizioni che il Terapeuta ravvisa.
In questo senso essi possono chiedere un colloquio con il curante,
che generalmente avviene in presenza del paziente, naturalmente consenziente; questi per non danneggiare l’alleanza terapeutica e la fiducia.
Se verrà diagnosticata una dipendenza,
metta in previsione un percorso non brevissimo
ma che in ogni caso apre alla speranza.
Saluti cari!
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 3.9k visite dal 24/07/2020.
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