Partner confusa sui sentimenti che mi ha lasciato nel limbo
Stavamo insieme da 5 anni e vivevamo una storia piena di amore e gioia finché lei non ha amplificato i nostri problemi di coppia. Questi erano legati alla diminuizione della passione da parte sua e alla mancanza di tempo per trascorrere giornate insieme (lei è sempre oberata di lavoro e stressata), problemi che avevano portato a un periodo di pausa a settembre, finita dopo una settimana perché ci siamo accorti di amarci tantissimo.
Nell'ultimo anno lei sta vivendo un periodo di crisi esistenziale: non sa cosa vuole, gli obiettivi prefissati che raggiunge non la soddisfano e non è felice, cosa che non le era mai successo.
Durante il lockdown, vissuto separatamente, tutti i suoi pensieri si sono amplificati e ora i dubbi hanno iniziato a includere anche me.
Dalla fine della quarantena ci siamo visti solo 4 volte senza contatto fisico.
Suo fratello ha una malattia autoimmune, lei è molto ipocondriaca e vive nel terrore di attaccargli il Covid19. Tutte le volte sono stato io a domandarle di uscire e lei accettava passivamente.
Un mese e mezzo fa le ho chiesto se mi amasse ancora e lei mi ha risposto di essere confusa, di non comprendere la differenza tra amare e voler bene, di sentirsi sola, triste e mi ha chiesto una pausa di 3 settimane. Finita la pausa ci siamo rivisti e mi ha detto che durante la quarantena ha capito che ci sono dei problemi tra noi da troppo tempo, che è confusa sul sentimento che prova, e che il suo modo sbagliato di vivere la relazione è dovuta al disagio familiare (non si sente amata in famiglia e ha un pessimo rapporto con i genitori). Non sapeva se saremmo dovuti rimanere insieme e abbiamo quindi deciso di lasciarci.
Ora sono io confuso: ho fatto bene?
Mi sento un vigliacco ad averla lasciata da sola a soffrire. Secondo voi, passata questa crisi esistenziale e di confusione ci sono probabilità di tornare insieme? (lei andrà da uno psicologo)
Vorrei tornare subito da lei, ma ho paura di confonderla ancora di più. Prima del lockdown io pensavo che tutto andasse bene. C'erano alcuni problemi ma lei ora li sta amplificando.
Io temo che lei si sia accorta di non amarmi e di provare solo grande affetto e cerca giustificazioni.
Io non so come comportarmi. Ora sono 10 giorni che non ci sentiamo. Cosa devo fare? Lasciarla andare?
Una crisi esistenziale può portare a non sapere se si ama il partner? Quanto incide il rapporto con i genitori sul modo di vivere una relazione (è sempre stata un po' scostante nei sentimenti)?
Non so dove sbattere la testa, se lei fosse stata sicura di non provare più nulla sarei riuscito a gestire il dolore. Così invece sto vivendo nel limbo
Nell'ultimo anno lei sta vivendo un periodo di crisi esistenziale: non sa cosa vuole, gli obiettivi prefissati che raggiunge non la soddisfano e non è felice, cosa che non le era mai successo.
Durante il lockdown, vissuto separatamente, tutti i suoi pensieri si sono amplificati e ora i dubbi hanno iniziato a includere anche me.
Dalla fine della quarantena ci siamo visti solo 4 volte senza contatto fisico.
Suo fratello ha una malattia autoimmune, lei è molto ipocondriaca e vive nel terrore di attaccargli il Covid19. Tutte le volte sono stato io a domandarle di uscire e lei accettava passivamente.
Un mese e mezzo fa le ho chiesto se mi amasse ancora e lei mi ha risposto di essere confusa, di non comprendere la differenza tra amare e voler bene, di sentirsi sola, triste e mi ha chiesto una pausa di 3 settimane. Finita la pausa ci siamo rivisti e mi ha detto che durante la quarantena ha capito che ci sono dei problemi tra noi da troppo tempo, che è confusa sul sentimento che prova, e che il suo modo sbagliato di vivere la relazione è dovuta al disagio familiare (non si sente amata in famiglia e ha un pessimo rapporto con i genitori). Non sapeva se saremmo dovuti rimanere insieme e abbiamo quindi deciso di lasciarci.
Ora sono io confuso: ho fatto bene?
Mi sento un vigliacco ad averla lasciata da sola a soffrire. Secondo voi, passata questa crisi esistenziale e di confusione ci sono probabilità di tornare insieme? (lei andrà da uno psicologo)
Vorrei tornare subito da lei, ma ho paura di confonderla ancora di più. Prima del lockdown io pensavo che tutto andasse bene. C'erano alcuni problemi ma lei ora li sta amplificando.
Io temo che lei si sia accorta di non amarmi e di provare solo grande affetto e cerca giustificazioni.
Io non so come comportarmi. Ora sono 10 giorni che non ci sentiamo. Cosa devo fare? Lasciarla andare?
Una crisi esistenziale può portare a non sapere se si ama il partner? Quanto incide il rapporto con i genitori sul modo di vivere una relazione (è sempre stata un po' scostante nei sentimenti)?
Non so dove sbattere la testa, se lei fosse stata sicura di non provare più nulla sarei riuscito a gestire il dolore. Così invece sto vivendo nel limbo
[#1]
Caro utente,
troppo spesso quello che intercorre tra i membri di una coppia è un dialogo tra cieco/sordi. Vediamo queste sue parole:
"Prima del lockdown io pensavo che tutto andasse bene. C'erano alcuni problemi ma lei ora li sta amplificando.
Io temo che lei si sia accorta di non amarmi e di provare solo grande affetto e cerca giustificazioni".
Tradotto da un terapeuta di coppia, questo discorso suona così: uno dei due non si accorgeva del disagio dell'altro, e come sempre avviene, la crepa si è amplificata provocando il crollo. Ma il partner che non vuol capire si ostina, e continua a buttare la colpa sull'altra, la quale "amplifica" i problemi e forse si è accorta di non amare ma cerca giustificazioni.
Non può essere, invece, che i problemi sempre presenti e sempre ignorati abbiano esaurito le risorse di pazienza della ragazza ed eroso i suoi sentimenti?
Ci rifletta.
troppo spesso quello che intercorre tra i membri di una coppia è un dialogo tra cieco/sordi. Vediamo queste sue parole:
"Prima del lockdown io pensavo che tutto andasse bene. C'erano alcuni problemi ma lei ora li sta amplificando.
Io temo che lei si sia accorta di non amarmi e di provare solo grande affetto e cerca giustificazioni".
Tradotto da un terapeuta di coppia, questo discorso suona così: uno dei due non si accorgeva del disagio dell'altro, e come sempre avviene, la crepa si è amplificata provocando il crollo. Ma il partner che non vuol capire si ostina, e continua a buttare la colpa sull'altra, la quale "amplifica" i problemi e forse si è accorta di non amare ma cerca giustificazioni.
Non può essere, invece, che i problemi sempre presenti e sempre ignorati abbiano esaurito le risorse di pazienza della ragazza ed eroso i suoi sentimenti?
Ci rifletta.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Ho pensato molto al fatto di non aver compreso i suoi disagi e di questo me ne faccio una colpa. Ho cercato di starle sempre vicino e avevamo un ottimo dialogo su tutti i problemi personali legati al nostro passato. Ovviamente se lei si è sentita sola, non sono riuscito realmente a comprendere la sua situazione e il dialogo non era idilliaco come pensavo. Lei dice comunque che il dubitare della coppia è dovuto a una sua crisi personale: non riesce a comprendere più nemmeno ciò che prova verso i suoi genitori, amici e suo fratello. Non riesce a distinguere cosa vuole fare in futuro. Mi ha detto che io non solo la causa, ma che questa crisi ha colpito anche la coppia. Nell'ultimo anno lei vede tutto in modo negativo, le persone un giorno le ama e l'altro le odia. Io più volte le ho detto di andare da uno psicologo e ho cercato di aiutarla in tutti i modi possibili. Forse avrei dovuto insistere di più e mostrarmi come un supporto, invece dato che la situazione mi faceva stare male forse le ho messo solo altre pressioni e l'ho fatta sentire inadeguata. Per quanto riguarda il desiderio sessuale, c'è stato un calo da parte sua negli ultimi due anni, ma penso che sia normale e sia qualcosa di fisiologico nelle coppie. Io a settembre ho fatto l'errore di accentuare questa cosa e lei ha iniziato a pensare che magari il calo era un sintomo del disinnamoramento. Comunque tutte le settimane vivevamo la nostra intimità, ma non come il primo anno
[#3]
Utente
Probabilmente ho instillato io i dubbi in lei, dato che la pausa a settembre la chiesi io e lei sembrava cadere dal pero. Purtroppo solo adesso vedo le cose in modo più obiettivo. Io ho il complesso di aver paura di non essere amato. Ho perso in età adolescenziale un mio caro amico e mia madre, ho sofferto poi per anni di depressione e apatia. Sto cercando infatti di risolvere le conseguenze che mi ha lasciato quel periodo. Lei invece a volte è scostante nei sentimenti. Quando per lungo tempo non ci vediamo, sembra quasi che si dimentichi. Inoltre, essendo piena di lavoro non riusciva mai a trovare un momento per noi, e a me questo faceva stare male e facevo paragoni con altre coppie. Inoltre lei soffriva per il fatto che io mqnifestassi in tutti i modi il mio amore e lei ha iniziato a pensare che io l'amassi più di quanto lei amasse me. Io le scrivevo poesie, la regalavo sempre fiori, organizzavo viaggi. Ora comprendo che ognuno ha però il suo modo di amare e che non esistono coppie da prendere come esempio. Non siamo riusciti a giungere a un compromesso e a trovare un equilibrio. Cosa dovrei fare adesso? Io le sto lasciando i suoi spazi e da 10 giorni non ho più contatti
[#4]
Gentile utente,
questi due nuovi messaggi gettano una luce molto diversa sulla vostra relazione.
Per dirla in breve, forse lei, consapevole della sua impressione di non essere amato abbastanza, ha ignorato in realtà dei segni di freddezza, di distacco. Sembra paradossale ma è un effetto che si verifica spesso, quello di iper-correggere una propria tendenza.
Da tutte le cose che dice, infatti, sembra davvero che la ragazza sia venuta meno a quella costruzione dell'affetto, anche nella sessualità, che cementano i legami di attaccamento e in una coppia richiedono l'impegno di tutti e due.
Quale possa esserne la causa non si può certo dire, specie avendo letto le parole di uno solo dei due. Anche iniziare una relazione quando si è troppo giovani, a molti sembra un vincolo sempre più opprimente.
Io direi che lei non deve avere minimamente l'impressione di averla lasciata sola. Sta rispettando una sua richiesta, la sta lasciando libera di riflettere, di verificare i suoi sentimenti.
Sia disponibile all'ascolto, ma non a riallacciare troppo presto la relazione, perché oltre a togliere alla ragazza la verifica che in fondo ha chiesto, toglierebbe a sé stesso un'analisi vera di quello che lei desidera in una relazione.
Dalle sue parole, infatti, si ha l'impressione che lei si sia troppo adattato ad una certa freddezza, a una eccessiva dose di distacco.
Pensi un po' di più a sé stesso, e sarà meglio per tutti e due.
questi due nuovi messaggi gettano una luce molto diversa sulla vostra relazione.
Per dirla in breve, forse lei, consapevole della sua impressione di non essere amato abbastanza, ha ignorato in realtà dei segni di freddezza, di distacco. Sembra paradossale ma è un effetto che si verifica spesso, quello di iper-correggere una propria tendenza.
Da tutte le cose che dice, infatti, sembra davvero che la ragazza sia venuta meno a quella costruzione dell'affetto, anche nella sessualità, che cementano i legami di attaccamento e in una coppia richiedono l'impegno di tutti e due.
Quale possa esserne la causa non si può certo dire, specie avendo letto le parole di uno solo dei due. Anche iniziare una relazione quando si è troppo giovani, a molti sembra un vincolo sempre più opprimente.
Io direi che lei non deve avere minimamente l'impressione di averla lasciata sola. Sta rispettando una sua richiesta, la sta lasciando libera di riflettere, di verificare i suoi sentimenti.
Sia disponibile all'ascolto, ma non a riallacciare troppo presto la relazione, perché oltre a togliere alla ragazza la verifica che in fondo ha chiesto, toglierebbe a sé stesso un'analisi vera di quello che lei desidera in una relazione.
Dalle sue parole, infatti, si ha l'impressione che lei si sia troppo adattato ad una certa freddezza, a una eccessiva dose di distacco.
Pensi un po' di più a sé stesso, e sarà meglio per tutti e due.
[#5]
Utente
Farò come mi ha consigliato Dottoressa, la ringrazio tanto. Purtroppo io sono follemente innamorato di lei ed è per entrambi il nostro primo vero amore. Ho sempre pensato che con il dialogo e stando vicino avremmo potuto superare tutti gli ostacoli di coppia. Quello che manca forse è anche la volontà da parte sua di trovare un equilibrio. Penso che dopo un po' di tempo, dopo la fase dell'innamoramento, l'amore diventi anche una scelta: bisogna volerlo perché anche il più bel fiore se non lo si cura appassisce. Lei pensa che il suo modo di amare derivi dal rapporto con e tra i suoi genitori che li accusa di non avergli dato amore fin quando era una bambina. Nel contempo ha miliardi di sensi di colpa nel pensare però questo. È estremamente confusa su tutto. Forse questo manifestare sugli altri la propria insoddisfazione e le colpe è un modo per deresponsabilizzarsi e non capire che il problema è in noi. Non penso comunque che la fine del rapporto sia da imputare a lei :se qualcosa finisce, la colpa è di entrambi.
Il mio giudizio su di lei rimane sempre positivo, e lo dico razionalmente cercando di isolare il sentimento che provo. Lei è una bella persona e davvero buona e so che dei suoi atteggiamenti sono inconsapevoli. Sono finito per accettare il suo modo di amare perché penso che tutti siamo pieni di difetti, ma bisogna iniziare a focalizzarci soprattutto sugli aspetti positivi, altrimenti non si salva nessuno. Nonostante i lati negativi, a me piaceva stare con lei e non sono uno che si accontenta facilmente: pesando su una bilancia lati positivi e negativi, i primi aspetti superavano di gran lunga i secondi. Sono consapevole anche di dover amar me stesso, per questo sono stato io a prendere la decisione di lasciarci, lei non prendeva posizione e diceva solo che non sapeva nulla ed era troppo confusa.
Le volevo chiedere un'ultima cosa:
Dopo qualche anno è normale che il desiderio sessuale e la passione diminuiscano rispetto al primo anno?
L'amore è anche una scelta che richiede impegno, mentre l'innamoramento è un qualcosa simile al pilota automatico? Lei dice comunqur che mi considera la persona migliore che abbia incontrato. Non riesco allora a comprendere come possa non sapere se mi ami ancora. Se l'amore è anche una scelta e sai che una persona ti fa star bene, perché si preclude il vivere insieme? Sembra che nell'ultimo periodo lei voglia distruggere tutte le sue certezze.
Comunque, dovrebbero fin da bambini insegnarci cos'è l'amore e la vita di coppia, rinunceremmo così a inutili sofferenze.
La ringrazio tanto dottoressa
Il mio giudizio su di lei rimane sempre positivo, e lo dico razionalmente cercando di isolare il sentimento che provo. Lei è una bella persona e davvero buona e so che dei suoi atteggiamenti sono inconsapevoli. Sono finito per accettare il suo modo di amare perché penso che tutti siamo pieni di difetti, ma bisogna iniziare a focalizzarci soprattutto sugli aspetti positivi, altrimenti non si salva nessuno. Nonostante i lati negativi, a me piaceva stare con lei e non sono uno che si accontenta facilmente: pesando su una bilancia lati positivi e negativi, i primi aspetti superavano di gran lunga i secondi. Sono consapevole anche di dover amar me stesso, per questo sono stato io a prendere la decisione di lasciarci, lei non prendeva posizione e diceva solo che non sapeva nulla ed era troppo confusa.
Le volevo chiedere un'ultima cosa:
Dopo qualche anno è normale che il desiderio sessuale e la passione diminuiscano rispetto al primo anno?
L'amore è anche una scelta che richiede impegno, mentre l'innamoramento è un qualcosa simile al pilota automatico? Lei dice comunqur che mi considera la persona migliore che abbia incontrato. Non riesco allora a comprendere come possa non sapere se mi ami ancora. Se l'amore è anche una scelta e sai che una persona ti fa star bene, perché si preclude il vivere insieme? Sembra che nell'ultimo periodo lei voglia distruggere tutte le sue certezze.
Comunque, dovrebbero fin da bambini insegnarci cos'è l'amore e la vita di coppia, rinunceremmo così a inutili sofferenze.
La ringrazio tanto dottoressa
[#6]
Caro utente,
i numerosi spunti della sua lettera meriterebbero qualche colloquio diretto con uno psicologo, e non è escluso che tra un po' di tempo lei prenda in considerazione di fruirne, anche al fine di controllare la sofferenza inevitabile della separazione.
A questo proposito, prima di rispondere ai suoi quesiti, le vorrei ricordare che una separazione, anche se lunga e dolorosa, anche se apparentemente definitiva, anche se accompagnata da altre relazioni, non è per forza la fine di un amore.
Certo per chi soffre non è facile farsene una ragione, ma se l'altro attraversa una crisi, la cosa migliore che possiamo fare per tutti e due è concedergli la libertà di restare solo e di fare le sue esperienze. Ascolti la canzone "Perhaps love" di John Denver.
Vengo alle sue domande. Tenga conto che la varietà degli esseri umani e delle situazioni supera le conoscenze della psicologia.
Prima domanda: "Dopo qualche anno è normale che il desiderio sessuale e la passione diminuiscano rispetto al primo anno?"
Intanto il termine "passione" è usato (non solo da lei) per lo più in maniera impropria, per cui capisco così la sua domanda: "E' normale che negli anni ci sia un raffreddarsi del desiderio e dell'intensità della risposta erotica?"
Sì (l'abitudine si sostituisce all'entusiasmo della conquista), e no (partner affiatati scoprono sempre maggiore complicità, confidenza, abbandono, e quindi piacere).
Inoltre, la natura, a livello genetico, preferirebbe forse continui cambiamenti di partner, ma l'essere umano non è solo natura, anzi tende a togliere alla pratica sessuale lo scopo originario. Molti giovani però sentono oscuramente di essere privati di qualcosa, se hanno un solo partner.
Venendo al suo caso, l'intiepidirsi della carica erotica mi era sembrato un raffreddamento della relazione fin dalla prima email. Non sappiamo però quale ne sia la causa.
Seconda (e terza) domanda: "L'amore è anche una scelta che richiede impegno, mentre l'innamoramento è un qualcosa simile al pilota automatico?"
Parto dalla fine: l'innamoramento è un flash emotivo che può durare anche pochi istanti, oppure, se le circostanze e la volontà lo permettono, qualche settimana. Parlo di "volontà" anche in caso di innamoramento, perché non diamo il nostro assenso a questo stato di ebbrezza, se l'oggetto ci appare indegno, se siamo legati ad altri, se sappiamo che ne ricaveremmo dolore, etc. (con tutte le variazioni personali cui accennavo prima, ovviamente).
Fatto sta, chi dice: "Contro l'innamoramento non si può nulla", per lo più dice una bugia. Lei si rende conto che se così fosse, non esisterebbe su questa terra alcun legame stabile, e nessun riparo all'adulterio.
L'amore a volte consegue al flash dell'innamoramento, il quale non necessariamente coinvolge tutte e due le persone: quindi può anche svilupparsi a poco a poco come legame sempre più intenso, e nel suo durare e approfondirsi è certo una scelta. Questo non vuol dire che chi interrompe una relazione lo faccia per cattiveria o per stupidità, ma forse per essere stato trascinato dall'altro quando ancora non era pronto, o per non aver saputo condurre opportunamente le cose in vista del mantenimento del legame, o per altre ragioni, che solo un opportuno colloquio di uno psicologo con questa persona, SE DISPONIBILE, può forse portare alla luce.
Come lei dice, si dovrebbe venir istruiti fin da bambini ad amare, ma le società umane hanno fatto, fin dagli albori, il perfetto contrario, altrimenti quella dominanza spietata di un individuo sull'altro, di un popolo sull'altro, che è tuttora la radice della nostra civiltà, non avrebbe potuto attuarsi.
Scendendo dal livello storico e macro-sociale a quello dell'individuo, in effetti pare che alla sua ragazza non sia stato insegnato l'amore, quindi il suo attuale turbamento, la sua ricerca di nuove modalità, nuovi significati, è una crisi comprensibile, perfino opportuna.
Ma questo bell'apparato di ragionamenti, a lei, che intanto sta soffrendo, porta un sollievo molto piccolo. Infatti si chiede: "Se l'amore è anche una scelta e sai che una persona ti fa star bene, perché si preclude il vivere insieme?".
Ma perché queste cose, per lei, caro utente, appaiono il centro dell'universo, anche perché in questo momento le mancano; per la sua ragazza, invece, sono ostacoli al recupero di sé stessa.
Ci rifletta, e intanto si prenda cura di sé, a partire dal suo aspetto, dall'abbigliamento, da tutti quei lati esteriori che a volte in cinque anni di relazione perdiamo di vista, ma che è importante recuperare come prova visibile di amore per sé stessi - oltre che come indispensabili strumenti di seduzione.
Sempre a disposizione.
i numerosi spunti della sua lettera meriterebbero qualche colloquio diretto con uno psicologo, e non è escluso che tra un po' di tempo lei prenda in considerazione di fruirne, anche al fine di controllare la sofferenza inevitabile della separazione.
A questo proposito, prima di rispondere ai suoi quesiti, le vorrei ricordare che una separazione, anche se lunga e dolorosa, anche se apparentemente definitiva, anche se accompagnata da altre relazioni, non è per forza la fine di un amore.
Certo per chi soffre non è facile farsene una ragione, ma se l'altro attraversa una crisi, la cosa migliore che possiamo fare per tutti e due è concedergli la libertà di restare solo e di fare le sue esperienze. Ascolti la canzone "Perhaps love" di John Denver.
Vengo alle sue domande. Tenga conto che la varietà degli esseri umani e delle situazioni supera le conoscenze della psicologia.
Prima domanda: "Dopo qualche anno è normale che il desiderio sessuale e la passione diminuiscano rispetto al primo anno?"
Intanto il termine "passione" è usato (non solo da lei) per lo più in maniera impropria, per cui capisco così la sua domanda: "E' normale che negli anni ci sia un raffreddarsi del desiderio e dell'intensità della risposta erotica?"
Sì (l'abitudine si sostituisce all'entusiasmo della conquista), e no (partner affiatati scoprono sempre maggiore complicità, confidenza, abbandono, e quindi piacere).
Inoltre, la natura, a livello genetico, preferirebbe forse continui cambiamenti di partner, ma l'essere umano non è solo natura, anzi tende a togliere alla pratica sessuale lo scopo originario. Molti giovani però sentono oscuramente di essere privati di qualcosa, se hanno un solo partner.
Venendo al suo caso, l'intiepidirsi della carica erotica mi era sembrato un raffreddamento della relazione fin dalla prima email. Non sappiamo però quale ne sia la causa.
Seconda (e terza) domanda: "L'amore è anche una scelta che richiede impegno, mentre l'innamoramento è un qualcosa simile al pilota automatico?"
Parto dalla fine: l'innamoramento è un flash emotivo che può durare anche pochi istanti, oppure, se le circostanze e la volontà lo permettono, qualche settimana. Parlo di "volontà" anche in caso di innamoramento, perché non diamo il nostro assenso a questo stato di ebbrezza, se l'oggetto ci appare indegno, se siamo legati ad altri, se sappiamo che ne ricaveremmo dolore, etc. (con tutte le variazioni personali cui accennavo prima, ovviamente).
Fatto sta, chi dice: "Contro l'innamoramento non si può nulla", per lo più dice una bugia. Lei si rende conto che se così fosse, non esisterebbe su questa terra alcun legame stabile, e nessun riparo all'adulterio.
L'amore a volte consegue al flash dell'innamoramento, il quale non necessariamente coinvolge tutte e due le persone: quindi può anche svilupparsi a poco a poco come legame sempre più intenso, e nel suo durare e approfondirsi è certo una scelta. Questo non vuol dire che chi interrompe una relazione lo faccia per cattiveria o per stupidità, ma forse per essere stato trascinato dall'altro quando ancora non era pronto, o per non aver saputo condurre opportunamente le cose in vista del mantenimento del legame, o per altre ragioni, che solo un opportuno colloquio di uno psicologo con questa persona, SE DISPONIBILE, può forse portare alla luce.
Come lei dice, si dovrebbe venir istruiti fin da bambini ad amare, ma le società umane hanno fatto, fin dagli albori, il perfetto contrario, altrimenti quella dominanza spietata di un individuo sull'altro, di un popolo sull'altro, che è tuttora la radice della nostra civiltà, non avrebbe potuto attuarsi.
Scendendo dal livello storico e macro-sociale a quello dell'individuo, in effetti pare che alla sua ragazza non sia stato insegnato l'amore, quindi il suo attuale turbamento, la sua ricerca di nuove modalità, nuovi significati, è una crisi comprensibile, perfino opportuna.
Ma questo bell'apparato di ragionamenti, a lei, che intanto sta soffrendo, porta un sollievo molto piccolo. Infatti si chiede: "Se l'amore è anche una scelta e sai che una persona ti fa star bene, perché si preclude il vivere insieme?".
Ma perché queste cose, per lei, caro utente, appaiono il centro dell'universo, anche perché in questo momento le mancano; per la sua ragazza, invece, sono ostacoli al recupero di sé stessa.
Ci rifletta, e intanto si prenda cura di sé, a partire dal suo aspetto, dall'abbigliamento, da tutti quei lati esteriori che a volte in cinque anni di relazione perdiamo di vista, ma che è importante recuperare come prova visibile di amore per sé stessi - oltre che come indispensabili strumenti di seduzione.
Sempre a disposizione.
[#7]
Utente
La ringrazio Dottoressa, quello che mi premeva era proprio comprendere cosa avesse in testa la mia ex ragazza. Non avendomi dato risposte ed essendo confusa su tutto, volevo avere alcune spiegazioni a dei suoi atteggiamenti e capire come comportarmi. Sono una persona che si preoccupa molto per gli altri e nonostante tutto sono più preoccupato per la sua sofferenza che la mia. Io ho già sofferto di depressione e l'aver passato momenti con la morte dentro mi danno la forza per rialzarmi. Di certo non ho alcuna intenzione di tornare nel fondo. Mi focalizzo più su quello che mi rimane che su quello che ho perso e riesco anche in questo momento ad essere abbastanza felice. Ho sudato per raggiungere un certo equilibrio e accettare anche la parte negativa della mia personalità e non ho intenzione di farmi sovrastare dalla tristezza e dai sensi di colpa. Lei invece ho paura che non abbia gli strumenti per affrontarlo, per questo quando ci siamo lasciati le ho dato il numero di uno psicologo e mi sono fatto promettere che ci sarebbe andata.
Comunque anche io ho fissato un appuntamento con lo psicologo per poter affrontare al meglio la separazione. Per ora dedicherò tempo a me stesso, farò quello che mi rende felice, vedrò altre persone e se lei poi si accorgerà di amarmi vedrò sul momento il da farsi. Lei dovrà però avere chiarezza in testa e la volontà di impegnarsi maggiormente, ed io farò lo stesso. Se non sarà così significa che era destino, ma questo non precluderà l'essere felice. Anni fa mi sono promesso che non avrei mai relegato la mia felicità ed equilibrio a terzi. Chi brilla di luce riflessa è destinato a spegnersi.
La ringrazio dottoressa per le sue parole, in questi giorni ci rifletterò molto e cercherò di trarne gli insegnamenti per il futuro,
La saluto cordialmente
Comunque anche io ho fissato un appuntamento con lo psicologo per poter affrontare al meglio la separazione. Per ora dedicherò tempo a me stesso, farò quello che mi rende felice, vedrò altre persone e se lei poi si accorgerà di amarmi vedrò sul momento il da farsi. Lei dovrà però avere chiarezza in testa e la volontà di impegnarsi maggiormente, ed io farò lo stesso. Se non sarà così significa che era destino, ma questo non precluderà l'essere felice. Anni fa mi sono promesso che non avrei mai relegato la mia felicità ed equilibrio a terzi. Chi brilla di luce riflessa è destinato a spegnersi.
La ringrazio dottoressa per le sue parole, in questi giorni ci rifletterò molto e cercherò di trarne gli insegnamenti per il futuro,
La saluto cordialmente
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 11.2k visite dal 15/07/2020.
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Approfondimento su Covid-19
Il Covid-19 è la malattia infettiva respiratoria che deriva dal SARS-CoV-2, un nuovo coronavirus scoperto nel 2019: sintomi, cura, prevenzione e complicanze.