Come mi devo comportare con mia sorella minore che soffre di depressione e disturbi alimentari?
Buongiorno,
scrivo in merito a mia sorella di 19 anni.
Da qualche anno è molto nervosa e tratta male tutta la famiglia, me e mia mamma sopratutto.
Quando aveva 7/8 anni i nostri genitori si sono separati e credo che questo l'abbia fatta soffrire molto.
Ha affrontato con fatica il liceo scientifico dal quale però è brillantemente uscita.
Per due anni circa ha avuto una relazione con un ragazzo della sua età, ma non è andata bene, soprattutto perché litigavano di continuo.
Nel 2018 ha avuto una trombosi venosa profonda che la costringe tutt'ora ad assumere dei farmaci e le impedisce l'utilizzo della pillola anticoncezionale.
Io mi sono fidanzata nel 2013 ed inizialmente lei non sopportava il mio compagno.
Due anni fa sono andata a convivere e purtroppo ora ci vediamo poco.
Recentemente sono riuscita a farla parlare un po' con me e mi ha confidato che da 7 anni circa soffre di depressione, disturbi alimentari e autolesionismo leggero però non ha voluto aprirsi di più.
Non sapendo come comportarmi, ho cercato di sensibilizzare mia madre sul problema senza però farle capire di essere a conoscenza di mia sorella.
Dopo poco tempo lei l'ha affrontata direttamente facendola infuriare con me.
I suoi atteggiamenti classici sono: sminuirsi sempre in qualsiasi situazione.
Si arrabbia molto facilmente, ma non riesce davvero a litigare o discutere perché le viene da piangere.
Odia quando deve spiegare le cose molte volte.
Se non si capisce al volo una determinata situazione, comincia a spazientirsi.
Se si sta parlando di un argomento e lei è in disaccordo con le opinioni altrui, borbotta come se volesse far intendere che solo lei ha la soluzione giusta.
Nelle risposte è sempre monosillabica e spesso, se le si inviano dei messaggi, non risponde.
Non si interessa delle attività imposte dalla società (come prendere la patente o iscriversi all'università).
Dà tutto per scontato e non offre mai aiuto.
Durante il pranzo, appena finito il suo piatto, si alza e va via dalla stanza senza sparecchiare il suo posto.
A volte piange da sola e cerca di non farsi vedere.
Tende a considerare insopportabili quasi tutti quelli che la circondano.
In una giornata con i parenti si stufa e non ha voglia di stare insieme a noi.
È molto chiusa e non si confida praticamente mai.
Se si prova a chiederle qualcosa stronca il discorso dicendo che non si è in grado di capire.
Con le sue amiche non ha questi comportamenti, per cui il sospetto è che odi la sua famiglia, me compresa.
Noi siamo sempre state molto legate e io non vorrei perdere tutto questo.
Tempo fa aveva fatto richiesta di andare da uno psicologo, ma per via della scuola non ci è riuscita, ora che è più libera glielo abbiamo riproposto, ma sembra contraria.
Dice che sta bene così e che è più tranquilla, tuttavia non abbiamo notato questo miglioramento.
C'è qualcosa che noi familiari possiamo fare per cercare di risolvere questa situazione?
Che tipo di atteggiamento bisogna adottare in questi casi?
Vi ringrazio in anticipo.
scrivo in merito a mia sorella di 19 anni.
Da qualche anno è molto nervosa e tratta male tutta la famiglia, me e mia mamma sopratutto.
Quando aveva 7/8 anni i nostri genitori si sono separati e credo che questo l'abbia fatta soffrire molto.
Ha affrontato con fatica il liceo scientifico dal quale però è brillantemente uscita.
Per due anni circa ha avuto una relazione con un ragazzo della sua età, ma non è andata bene, soprattutto perché litigavano di continuo.
Nel 2018 ha avuto una trombosi venosa profonda che la costringe tutt'ora ad assumere dei farmaci e le impedisce l'utilizzo della pillola anticoncezionale.
Io mi sono fidanzata nel 2013 ed inizialmente lei non sopportava il mio compagno.
Due anni fa sono andata a convivere e purtroppo ora ci vediamo poco.
Recentemente sono riuscita a farla parlare un po' con me e mi ha confidato che da 7 anni circa soffre di depressione, disturbi alimentari e autolesionismo leggero però non ha voluto aprirsi di più.
Non sapendo come comportarmi, ho cercato di sensibilizzare mia madre sul problema senza però farle capire di essere a conoscenza di mia sorella.
Dopo poco tempo lei l'ha affrontata direttamente facendola infuriare con me.
I suoi atteggiamenti classici sono: sminuirsi sempre in qualsiasi situazione.
Si arrabbia molto facilmente, ma non riesce davvero a litigare o discutere perché le viene da piangere.
Odia quando deve spiegare le cose molte volte.
Se non si capisce al volo una determinata situazione, comincia a spazientirsi.
Se si sta parlando di un argomento e lei è in disaccordo con le opinioni altrui, borbotta come se volesse far intendere che solo lei ha la soluzione giusta.
Nelle risposte è sempre monosillabica e spesso, se le si inviano dei messaggi, non risponde.
Non si interessa delle attività imposte dalla società (come prendere la patente o iscriversi all'università).
Dà tutto per scontato e non offre mai aiuto.
Durante il pranzo, appena finito il suo piatto, si alza e va via dalla stanza senza sparecchiare il suo posto.
A volte piange da sola e cerca di non farsi vedere.
Tende a considerare insopportabili quasi tutti quelli che la circondano.
In una giornata con i parenti si stufa e non ha voglia di stare insieme a noi.
È molto chiusa e non si confida praticamente mai.
Se si prova a chiederle qualcosa stronca il discorso dicendo che non si è in grado di capire.
Con le sue amiche non ha questi comportamenti, per cui il sospetto è che odi la sua famiglia, me compresa.
Noi siamo sempre state molto legate e io non vorrei perdere tutto questo.
Tempo fa aveva fatto richiesta di andare da uno psicologo, ma per via della scuola non ci è riuscita, ora che è più libera glielo abbiamo riproposto, ma sembra contraria.
Dice che sta bene così e che è più tranquilla, tuttavia non abbiamo notato questo miglioramento.
C'è qualcosa che noi familiari possiamo fare per cercare di risolvere questa situazione?
Che tipo di atteggiamento bisogna adottare in questi casi?
Vi ringrazio in anticipo.
[#1]
gentile 522573,
la situazione non è facile, è molto comprensibile che lei voglia aiutare sua sorella, ma è poco probabile che sua sorella accetti il suo aiuto, e forse anche quello di vostra madre.
Mi sembra di capire, ma non ne sono sicura, che sua sorella imputi le proprie difficoltà alla famiglia quindi non "si fida" di quanto voi possiate consigliarle. Sembra evidente che necessiti di un supporto psicologico, non solo per migliorare i rapporti con lei, ma soprattutto perchè è necessario che sua sorella sia in grado di organizzare il proprio futuro. Forse le amiche ( o se possibile il padre) potrebbero indirizzarla verso un percorso con una/o psicoterapeuta ( da scegliere fra i professionisti iscritti all'albo degli psicologi della sua regione, magari scegliendo fra quanti offrono il primo colloquio gratuito). Da quanto scrive sua sorella è in una situazione di doloroso disagio e probabilmente non vede vie d'uscita può essere, ma non vorrei fosse un'ipotesi azzardata, patisca il confronto con la sorella maggiore che "riesce a realizzare cose che lei nonè in grado", magari ritiene che lei sia stata "preferita" in famiglia.......
Augurando a lei e a sua sorella ogni bene, vi saluto
la situazione non è facile, è molto comprensibile che lei voglia aiutare sua sorella, ma è poco probabile che sua sorella accetti il suo aiuto, e forse anche quello di vostra madre.
Mi sembra di capire, ma non ne sono sicura, che sua sorella imputi le proprie difficoltà alla famiglia quindi non "si fida" di quanto voi possiate consigliarle. Sembra evidente che necessiti di un supporto psicologico, non solo per migliorare i rapporti con lei, ma soprattutto perchè è necessario che sua sorella sia in grado di organizzare il proprio futuro. Forse le amiche ( o se possibile il padre) potrebbero indirizzarla verso un percorso con una/o psicoterapeuta ( da scegliere fra i professionisti iscritti all'albo degli psicologi della sua regione, magari scegliendo fra quanti offrono il primo colloquio gratuito). Da quanto scrive sua sorella è in una situazione di doloroso disagio e probabilmente non vede vie d'uscita può essere, ma non vorrei fosse un'ipotesi azzardata, patisca il confronto con la sorella maggiore che "riesce a realizzare cose che lei nonè in grado", magari ritiene che lei sia stata "preferita" in famiglia.......
Augurando a lei e a sua sorella ogni bene, vi saluto
Dr.ssa Susanna Bertini
via Berthollet 42
Torino
Torino
[#2]
Utente
Buonasera Dottoressa,
innanzitutto la ringrazio dell'interesse.
Non vorrei che mia sorella si fosse sentita messa in disparte per colpa mia, ma potrebbe essere possibile in quanto soffro di alopecia areata universale da quando avevo 4 anni e questo ha portato i miei genitori a darmi parecchie attenzioni. Io però ho sempre cercato di aiutarla come potevo e non le ho mai fatto pesare la cosa. Per me la più importante è sempre stata lei, sopratutto perché l'ho desiderata tanto.
Nostra madre purtroppo non è di mentalità molto aperta e quindi mia sorella non è molto propensa a confidarsi con lei.
Con nostro padre non ne vuole parlare perché dice che è troppo pressante.
L'unica con cui parla un po' di più sono io perché sa che posso capirla e che non la giudico, il problema è che dopo aver fatto scoprire a nostra madre dei suoi problemi alimentari, seppur senza cattiveria e non in modo diretto, lei ora non si fida più come prima e io non so come fare.
Abbiamo trovato una psicologa vicina al nostro lavoro (io e nostra madre lavoriamo insieme), ma lei sembra non voler venire perché nel pomeriggio dovrebbe rimanere in negozio con noi. Sembra quasi sia più un fattore di pigrizia, ma a parer nostro ne avrebbe davvero bisogno, non credo però sia il caso di obbligarla. La mia angoscia è solo che la situazione possa peggiorare e non so se sia necessario, a questo punto, parlarle a cuore aperto.
innanzitutto la ringrazio dell'interesse.
Non vorrei che mia sorella si fosse sentita messa in disparte per colpa mia, ma potrebbe essere possibile in quanto soffro di alopecia areata universale da quando avevo 4 anni e questo ha portato i miei genitori a darmi parecchie attenzioni. Io però ho sempre cercato di aiutarla come potevo e non le ho mai fatto pesare la cosa. Per me la più importante è sempre stata lei, sopratutto perché l'ho desiderata tanto.
Nostra madre purtroppo non è di mentalità molto aperta e quindi mia sorella non è molto propensa a confidarsi con lei.
Con nostro padre non ne vuole parlare perché dice che è troppo pressante.
L'unica con cui parla un po' di più sono io perché sa che posso capirla e che non la giudico, il problema è che dopo aver fatto scoprire a nostra madre dei suoi problemi alimentari, seppur senza cattiveria e non in modo diretto, lei ora non si fida più come prima e io non so come fare.
Abbiamo trovato una psicologa vicina al nostro lavoro (io e nostra madre lavoriamo insieme), ma lei sembra non voler venire perché nel pomeriggio dovrebbe rimanere in negozio con noi. Sembra quasi sia più un fattore di pigrizia, ma a parer nostro ne avrebbe davvero bisogno, non credo però sia il caso di obbligarla. La mia angoscia è solo che la situazione possa peggiorare e non so se sia necessario, a questo punto, parlarle a cuore aperto.
[#3]
Gentile,
credo sia importante che sia sua sorella a scegliere il/lo a psicoterapeuta ed è per questo motivo che suggerivo di individuare, fra i professiosti iscritti all'ordine, chi offre il primo colloquio gratuito, in modo che sua sorella, magari dopo più colloqui scelga la persona con la quale si sente più in sintonia.
Domanda è proprio necessario che sua sorella lavori con voi?
Saluti e auguri.
credo sia importante che sia sua sorella a scegliere il/lo a psicoterapeuta ed è per questo motivo che suggerivo di individuare, fra i professiosti iscritti all'ordine, chi offre il primo colloquio gratuito, in modo che sua sorella, magari dopo più colloqui scelga la persona con la quale si sente più in sintonia.
Domanda è proprio necessario che sua sorella lavori con voi?
Saluti e auguri.
[#4]
Utente
Buonasera,
credo di non essermi spiegata bene, mia sorella non lavora insieme a noi, ha appena finito la maturità. Io e mia mamma lavoriamo insieme e per una questione di comodità, dato che il nostro orario lavorativo comprende tutta la giornata, abbiamo pensato di cercare un professionista sito nella città dove ha sede il nostro negozio. Putroppo mia sorella non è autonoma nella mobilità e sarebbe da accompagnare, anche perché viviamo in campagna e da queste parti ci sono pochi mezzi pubblici. Il problema è che lei vive in una sorta di apatia perenne e quindi non si interessa di alcunché. Ad esempio adesso deve scegliere il percorso universitario e sono io che sto visionando e stampando i documenti per l'iscrizione ai test d'ingresso, altrimenti lei non se ne interesserebbe. Il medesimo atteggiamento lo applica per la ricerca di uno psicologo, anche se è una cosa davvero importante che la potrebbe aiutare. Quando gliene avevo parlato lei mi ha risposto che andava bene qualunque professionista purché specializzato in DCA.
Grazie dell' ulteriore risposta.
Saluti.
credo di non essermi spiegata bene, mia sorella non lavora insieme a noi, ha appena finito la maturità. Io e mia mamma lavoriamo insieme e per una questione di comodità, dato che il nostro orario lavorativo comprende tutta la giornata, abbiamo pensato di cercare un professionista sito nella città dove ha sede il nostro negozio. Putroppo mia sorella non è autonoma nella mobilità e sarebbe da accompagnare, anche perché viviamo in campagna e da queste parti ci sono pochi mezzi pubblici. Il problema è che lei vive in una sorta di apatia perenne e quindi non si interessa di alcunché. Ad esempio adesso deve scegliere il percorso universitario e sono io che sto visionando e stampando i documenti per l'iscrizione ai test d'ingresso, altrimenti lei non se ne interesserebbe. Il medesimo atteggiamento lo applica per la ricerca di uno psicologo, anche se è una cosa davvero importante che la potrebbe aiutare. Quando gliene avevo parlato lei mi ha risposto che andava bene qualunque professionista purché specializzato in DCA.
Grazie dell' ulteriore risposta.
Saluti.
[#5]
Gentile utente,
Sono trascorse due settimane, ma ecco la "ulteriore risposta".
Gli Psicologi Psicoterapeuti specialisti in DCA (disturbi del comportamento alimentare) li trova presso i "Centri per i disturbi alimentari" del Servizio Sanitario Nazionale, in collaborazione sinergica con Dietologo, Psichiatra, Endocrinologo,
come potrà leggere qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6999-anoressia-bulimia-binge-eating-come-sconfiggere-i-dca.html .
Cliccando sul primo link citato nell'articolo appaiono anche tutti gli indirizzi dei Centri in Italia e loro caratteristiche: ambulatorio, diurno, ricovero, ecc., divisi per regioni.
Se necessita di altre informazioni non esiti a farsi viva.
Dott. Brunialti
Sono trascorse due settimane, ma ecco la "ulteriore risposta".
Gli Psicologi Psicoterapeuti specialisti in DCA (disturbi del comportamento alimentare) li trova presso i "Centri per i disturbi alimentari" del Servizio Sanitario Nazionale, in collaborazione sinergica con Dietologo, Psichiatra, Endocrinologo,
come potrà leggere qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6999-anoressia-bulimia-binge-eating-come-sconfiggere-i-dca.html .
Cliccando sul primo link citato nell'articolo appaiono anche tutti gli indirizzi dei Centri in Italia e loro caratteristiche: ambulatorio, diurno, ricovero, ecc., divisi per regioni.
Se necessita di altre informazioni non esiti a farsi viva.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.5k visite dal 02/07/2020.
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Approfondimento su DCA: Disturbi del Comportamento Alimentare
I disturbi alimentari (DCA), come anoressia, bulimia e binge eating, sono patologie legate a un comportamento disfunzionale verso il cibo. Sintomi, cause, cura.