Potrebbe essere segno di un disturbo mentale?
Salve dottori mi ritrovo in una situazione difficile con mio marito.
A causa sua il matrimonio è in crisi lui ha atteggiamenti inqualificabili nei miei confronti.
È venuto meno a tutti i doveri coniugali di cui non sto qui a parlare in quanto materia di diritto.
Lui è straniero ma i suoi comportamenti non hanno niente a che fare ne con nessuna religione o cultura.
Non sa davvero cosa sia il rispetto.
È aggressivo verbalmente e fisicamente a volte mi ha tirato schiaffi o tirato i capelli lievemente non forte.
A volte è capitato che senza un apparente motivo mi insultasse.
Crea appositamente litigi per poi dare la colpa a me per ogni cosa.
Lui mi manca di rispetto e poi da la colpa a me.
Tante volte mi ripete che gli ho rovinato la vita quando gli chiedo su quale base afferma questo lui cambia argomento.
La parola rovinare la vita è molto forte e io non ho mai fatto niente di cosi grave anzi sono sempre stata una moglie normale amorevole come qualsiasi altra persona.
Non ha mai un motivo per i suoi pessimi comportamenti e se glielo si chiede parla delle mie reazioni e non dei suoi comportamenti ed è sempre colpa mia.
Dice che non devo fare domande se parla con qualche altra donna che lui è libero di fare quello che vuole mi nasconde apposta chat e amicizie nei social non riesce a creare un clima di fiducia e da la colpa a me.
Giustifica tutti questi maltrattamenti non ne ha il minimo rimorso e neanche le parole di familiari o dell'avvocato cui ovviamente lo ritiene colpevole in caso di divorzio cambiano il suo modo di pensare.
Per vari motivi che non spiego viviamo in citta diverse e siamo sposati solo da un anno.
Prima dell'emergenza avremmo dovuto prendere casa poi abbiamo litigato e ora sto pensando al divorzio.
Lui mistifica la realtà parla di cose mai accadute.
Inventa bugie su di me.
Esempio mesi fa ero in prova per un lavoro lui senza un motivo è convinto che io mentivo.
Oppure ha detto che il mio ex lo scorso anno gli aveva chiamato mettendolo in guardia su di me.
Il mio ex non poteva avere il suo numero e infatti il mio ex contattato da me ha detto che non è vero e sbalordito ha detto non capisco perché tuo marito inventa storie su di me.
Mi ha bloccato tutti i canali di comunicazione ormai siamo cosi da 3 mesi e io gli ho proposto il divorzio e quando riesco a sentirlo mi dice sempre che è finita che è andato dall'avvocato per il divorzio ma nessun avvocato mi chiama e da mesi aspetto una lettera del divorzio che mai arriva.
Fa finta di essere d'accordo sul divorzio e che se ne occupa lui e invece niente lo ha fatto per 5 volte. Si sbugiarda da solo dice sono andato dall'avvocato dopo pochi secondi io non faccio il divorzio. Non capisco la logica perché farmi credere che divorzia per ben 5 volte quando poi puntualmente io scopro che non è vero? Simula un intenzione di divorziare ma di fatto non vuole. E io vorrei vederlo collaborativo prima di procedere io sto cercando di fargli capire che se mi maltratta non è possibile stare insieme e lui fa la vittima fa finta di avere motivi lui per divorziare perché la malvagia sono io ma a fatti vuole continuare il matrimonio ma paradossalmente non dimostra amore e non ammette i suoi sbagli.
E più passa il tempo più diventa irragionevole e tutto questo solo perché io non ho accettato regole malsane imposte da lui (tipo il fatto di essere libero di conoscere via fb tutte le donne che vuole e io devo fidarmi senza che lui giustifichi questo interesse verso nuove conoscenze femminili) e ho detto no alle sue mancanze di rispetto. Insomma per lui mettermi le mani addosso, insultarmi, conoscere altre, non darmi tranquillità, non dimostrarmi amore è normale e se io lo contraddico la colpa è mia. Quando si cerca di spiegargli il rispetto e che quello che fa è sbagliato o diventa aggressivo verbalmente (parliamo al telefono siamo distanti) oppure cambia argomento fa la vittima e da la colpa a me.
Potrebbe trattarsi di malattia?
A causa sua il matrimonio è in crisi lui ha atteggiamenti inqualificabili nei miei confronti.
È venuto meno a tutti i doveri coniugali di cui non sto qui a parlare in quanto materia di diritto.
Lui è straniero ma i suoi comportamenti non hanno niente a che fare ne con nessuna religione o cultura.
Non sa davvero cosa sia il rispetto.
È aggressivo verbalmente e fisicamente a volte mi ha tirato schiaffi o tirato i capelli lievemente non forte.
A volte è capitato che senza un apparente motivo mi insultasse.
Crea appositamente litigi per poi dare la colpa a me per ogni cosa.
Lui mi manca di rispetto e poi da la colpa a me.
Tante volte mi ripete che gli ho rovinato la vita quando gli chiedo su quale base afferma questo lui cambia argomento.
La parola rovinare la vita è molto forte e io non ho mai fatto niente di cosi grave anzi sono sempre stata una moglie normale amorevole come qualsiasi altra persona.
Non ha mai un motivo per i suoi pessimi comportamenti e se glielo si chiede parla delle mie reazioni e non dei suoi comportamenti ed è sempre colpa mia.
Dice che non devo fare domande se parla con qualche altra donna che lui è libero di fare quello che vuole mi nasconde apposta chat e amicizie nei social non riesce a creare un clima di fiducia e da la colpa a me.
Giustifica tutti questi maltrattamenti non ne ha il minimo rimorso e neanche le parole di familiari o dell'avvocato cui ovviamente lo ritiene colpevole in caso di divorzio cambiano il suo modo di pensare.
Per vari motivi che non spiego viviamo in citta diverse e siamo sposati solo da un anno.
Prima dell'emergenza avremmo dovuto prendere casa poi abbiamo litigato e ora sto pensando al divorzio.
Lui mistifica la realtà parla di cose mai accadute.
Inventa bugie su di me.
Esempio mesi fa ero in prova per un lavoro lui senza un motivo è convinto che io mentivo.
Oppure ha detto che il mio ex lo scorso anno gli aveva chiamato mettendolo in guardia su di me.
Il mio ex non poteva avere il suo numero e infatti il mio ex contattato da me ha detto che non è vero e sbalordito ha detto non capisco perché tuo marito inventa storie su di me.
Mi ha bloccato tutti i canali di comunicazione ormai siamo cosi da 3 mesi e io gli ho proposto il divorzio e quando riesco a sentirlo mi dice sempre che è finita che è andato dall'avvocato per il divorzio ma nessun avvocato mi chiama e da mesi aspetto una lettera del divorzio che mai arriva.
Fa finta di essere d'accordo sul divorzio e che se ne occupa lui e invece niente lo ha fatto per 5 volte. Si sbugiarda da solo dice sono andato dall'avvocato dopo pochi secondi io non faccio il divorzio. Non capisco la logica perché farmi credere che divorzia per ben 5 volte quando poi puntualmente io scopro che non è vero? Simula un intenzione di divorziare ma di fatto non vuole. E io vorrei vederlo collaborativo prima di procedere io sto cercando di fargli capire che se mi maltratta non è possibile stare insieme e lui fa la vittima fa finta di avere motivi lui per divorziare perché la malvagia sono io ma a fatti vuole continuare il matrimonio ma paradossalmente non dimostra amore e non ammette i suoi sbagli.
E più passa il tempo più diventa irragionevole e tutto questo solo perché io non ho accettato regole malsane imposte da lui (tipo il fatto di essere libero di conoscere via fb tutte le donne che vuole e io devo fidarmi senza che lui giustifichi questo interesse verso nuove conoscenze femminili) e ho detto no alle sue mancanze di rispetto. Insomma per lui mettermi le mani addosso, insultarmi, conoscere altre, non darmi tranquillità, non dimostrarmi amore è normale e se io lo contraddico la colpa è mia. Quando si cerca di spiegargli il rispetto e che quello che fa è sbagliato o diventa aggressivo verbalmente (parliamo al telefono siamo distanti) oppure cambia argomento fa la vittima e da la colpa a me.
Potrebbe trattarsi di malattia?
[#1]
Gentile utente,
la sua unica domanda riguarda il sospetto di malattia, per cui rispondo a questa, anche se non si fanno diagnosi online.
In effetti sembra di poter ravvisare una rigidità nevrotica in quello che ci racconta, e per essere precisi, anche in quello che NON ci racconta: la sua lettera infatti è punteggiata di frasi che negano la volontà di dire.
Le faccio qualche esempio: "È venuto meno a tutti i doveri coniugali di cui non sto qui a parlare in quanto materia di diritto" (in un sito di psicologi la relazione tra i partner non si discute in termini giuridici); "Lui è straniero ma i suoi comportamenti non hanno niente a che fare ne con nessuna religione o cultura" (anche se lei fosse un'esperta di antropologia culturale, permetta anche a noi di valutare se e quanto incidono religione e cultura); "Dice che non devo fare domande se parla con qualche altra donna" (in effetti, che domande vorrebbe fare, in questo caso, al suo partner?).
E veniamo a quello che dice. Siete sposati da appena un anno ma non vivete insieme. In quest'anno, entrambi più volte avete fatto ricorso agli avvocati invocando il divorzio, e non si capisce perché lei stessa non abbia portato avanti il procedimento.
Ciò malgrado lei dice: "sono sempre stata una moglie normale amorevole come qualsiasi altra persona".
Quante mogli "normali e amorevoli" in un anno di matrimonio non convivono col marito, quando lo incontrano si insultano e minacciano continuamente il divorzio?
Gentile utente, l'unico modo per poterla aiutare è che lei ci rivolga una domanda diversa da quella sulla malattia, per esempio dicendoci quello che desidera realizzare nella situazione in corso.
Per poterle rispondere, anziché una serie di non-detti, dovremmo avere davanti una situazione il più possibile dettagliata: per quali motivi ha sposato quest'uomo, da quanto tempo lo conosce, etc.
Io comunque le consiglio vivamente, anche in vista del divorzio, di recarsi da uno psicologo di persona, per affrontare i vari nodi che qui le è stato impossibile districare.
Con molti auguri.
la sua unica domanda riguarda il sospetto di malattia, per cui rispondo a questa, anche se non si fanno diagnosi online.
In effetti sembra di poter ravvisare una rigidità nevrotica in quello che ci racconta, e per essere precisi, anche in quello che NON ci racconta: la sua lettera infatti è punteggiata di frasi che negano la volontà di dire.
Le faccio qualche esempio: "È venuto meno a tutti i doveri coniugali di cui non sto qui a parlare in quanto materia di diritto" (in un sito di psicologi la relazione tra i partner non si discute in termini giuridici); "Lui è straniero ma i suoi comportamenti non hanno niente a che fare ne con nessuna religione o cultura" (anche se lei fosse un'esperta di antropologia culturale, permetta anche a noi di valutare se e quanto incidono religione e cultura); "Dice che non devo fare domande se parla con qualche altra donna" (in effetti, che domande vorrebbe fare, in questo caso, al suo partner?).
E veniamo a quello che dice. Siete sposati da appena un anno ma non vivete insieme. In quest'anno, entrambi più volte avete fatto ricorso agli avvocati invocando il divorzio, e non si capisce perché lei stessa non abbia portato avanti il procedimento.
Ciò malgrado lei dice: "sono sempre stata una moglie normale amorevole come qualsiasi altra persona".
Quante mogli "normali e amorevoli" in un anno di matrimonio non convivono col marito, quando lo incontrano si insultano e minacciano continuamente il divorzio?
Gentile utente, l'unico modo per poterla aiutare è che lei ci rivolga una domanda diversa da quella sulla malattia, per esempio dicendoci quello che desidera realizzare nella situazione in corso.
Per poterle rispondere, anziché una serie di non-detti, dovremmo avere davanti una situazione il più possibile dettagliata: per quali motivi ha sposato quest'uomo, da quanto tempo lo conosce, etc.
Io comunque le consiglio vivamente, anche in vista del divorzio, di recarsi da uno psicologo di persona, per affrontare i vari nodi che qui le è stato impossibile districare.
Con molti auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Ex utente
Ho paura di parlare forse anche vergogna e forse la mia domanda è un altra lei ha perfettamente ragione devo essere più chiara. I doveri coniugali a cui è venuto meno tutti in pratica non è un marito è un nemico l'avvocato mi ha detto ma che matrimonio è? Non ce fedeltà (dopo le spiego) non ce assistenza morale e materiale ecc. E tutto questo perché non accetto le sue imposizioni di cui le parlo dopo. Lui è marocchino musulmano. Ed eccoci alla questione fedeltà non mi tratta come una moglie e non pone limiti quando si tratta dell'altro sesso. Un giorno un suo amico fece dei complimenti a lui su quanto fosse fortunato ad aver sposato una donna come me e lui mio marito rispose un si si come se la ritenesse una sciocchezza a questo si sono aggiunti insulti gratuiti. L'amico mi disse se ha risposto così cosa significa? Che pensa di trovare una migliore di te? Ma allora perché ti ha sposato? Una sera senza motivo durante una normale conversazione mi ha espresso interesse a conoscere altre ragazze senza motivare solo mi chiedeva cosa avrei fatto in quel caso. Mi ha indotto gelosia da qui scattarono i miei controlli su fb ecc e lui dopo avermi detto di essere una pazza gelosa ha cominciato a nascondermi le amicizie dicendo che della mia tranquillità non gli importa niente se mi fido delle sue parole va bene lui a fatti non deve dimostrarmi che ama solo me. Si ritiene libero di conoscere tutte le donne che vuole le domande che non devo rivolgere si riferiscono al fatto che non devo sapere che tipo di rapporti ha con altre. Insomma mi tratta come una delle tante e si comporta come se fosse single. Questo è il motivo base della crisi matrimoniale ma ce anche altro. Ottobre scorso avevamo risolto ma lui è ritornato a sbagliare bel mese di marzo. Per 8 mesi il motivo per cui non abbiamo convissuto perche in attesa del permesso di soggiorno mi diceva che senza non potevamo affittare. A gennaio ha il permesso prima fa visita alla famiglia. E senza un motivo apparente incomincia ad allontanarsi da me non chiama e risponde malvolentieri ad sms. Tornato dal Marocco abbandona il progetto casa mi chiama per dirmi che riattiva il profilo fb e un altra volta la storia delle altre di nascondermi le cose in faccia ecc. Lui non si è mai recato da un avvocato. Io si. Lui finge me lo fa credere ma non ha intenzione di divorziare. Non ho iniziato la procedura perché se ci fosse la possibilità di capire cosa gli passa in testa optavo per una terapia di coppia anche se l'avvocato in caso di disturbo di personalità mi ha sconsigliato di continuare il matrimonio. L'ho sposato dopo pochi mesi è stato amore subito lo so troppo presto ma è andata così e comunque lui mi aveva ingravidato ma poi ho deciso di abortire. Mi sentivo pronta per un matrimonio per il figlio non ancora. Sono io che lo sento che ci parlo e ce una persona dall'altra parte contraddittoria irragionevole sembra un disco rotto mistifica la realtà mi accusa di colpe sue non riconosce gli sbagli. È come parlare con un folle non riesce ad argomentare. Se divorziamo lui perde tutto non vorrei pensaste è per interesse dato che non ce stata convivenza ritorna clandestino non potra lavorare nulla. E se togliamo l'interesse e l'amore perché vuole rimanere conme? Comunque a parte tutto questo che ho raccontato è aggressivo a volte anche senza motivo mi colpiva sempre lievemente non forte. Non riesce a controllare la rabbia o forse non vuole . In un anno di matrimonio quella che avverte di fare il divorzio sono io dottoressa lui mai fatto lui durante alcuni litigi minaccia altro tipo di spaccarmi la faccia e il motivo? Perché mi ribello alle sue mancanze di rispetto. Non riesco a capire se potrebbe essere un disturbo e magari lo aiuto oppure se è proprio cosi maligno e irrispettoso?
[#3]
Ex utente
Dottoressa all'inizio non era cosi di certo non lo avrei sposato questi lati li ha rivelati dopo il matrimonio. Ha cominciato 5 giorni dopo io ero anche in post aborto. Infatti avrei preferito rimandare il matrimonio volevo riprendermi dal post aborto e una sera gliene parlai anche del mio senso di colpa per l'aborto ma lui divento aggressivo urlò mi prese per il collo o il viso non ricordo ma non mi fece male e mi disse tu mi stai prendendo solo in giro sai benissimo che ho la scadenza documenti entro il 15 tu non mi ami mi stai prendendo solo in giro e se hai deciso di rovinarmi la vita non te lo permetto ,ora non ricordo la frase precisa ma fu piu o meno questa. Mi sono sentita colpevole e ci sposammo anche perché ci tengo a lui
Adesso non lo so se non è consapevole del male che fa vorrei aiutarlo voglio indietro l'uomo che ho sposato ma se è consapevole del male che fa? Io non riesco a capire cosa gli passa per la testa
Adesso non lo so se non è consapevole del male che fa vorrei aiutarlo voglio indietro l'uomo che ho sposato ma se è consapevole del male che fa? Io non riesco a capire cosa gli passa per la testa
[#4]
Gentile utente,
la sua vicenda matrimoniale è complessa e dolorosa.
Temo che nessuno dei due conoscesse l'altro a sufficienza, e nemmeno le leggi dei rispettivi Paesi, quando avete intrapreso la vostra relazione, con la conseguenza che avete preteso comportamenti non consoni alle diverse culture e soprattutto vi siete inflitti reciprocamente delle ferite.
Lei scrive: "non abbiamo convissuto perche in attesa del permesso di soggiorno mi diceva che senza non potevamo affittare". Ma lei, italiana, non poteva prendere in affitto una casa e viverci con suo marito? E lui dove viveva?
Tra l'altro, senza permesso di soggiorno avete potuto avere i documenti per sposarvi? E perché quando suo marito è tornato in Marocco non è andata con lui, per conoscere la sua famiglia?
Parli di nuovo con l'avvocato e si accerti per prima cosa se c'è davvero un regolare matrimonio.
Mi stupisco che i suoi stessi parenti non abbiano cercato di tutelarla, signora. Non ha i genitori, fratelli e sorelle, amici?
Infine, lei ha deciso di abortire, spero con il consenso del suo partner, perché un aborto deciso unilateralmente dalla donna è per un uomo una ferita spesso imperdonabile.
Stando così le cose, un colloquio col suo avvocato è il primo passo.
Quello successivo sarà farsi supportare da uno psicologo, per affrontare la sofferenza di una separazione probabilmente indispensabile e per cercare di uscire dalla confusione in cui rischia di rimanere invischiata.
Auguri.
la sua vicenda matrimoniale è complessa e dolorosa.
Temo che nessuno dei due conoscesse l'altro a sufficienza, e nemmeno le leggi dei rispettivi Paesi, quando avete intrapreso la vostra relazione, con la conseguenza che avete preteso comportamenti non consoni alle diverse culture e soprattutto vi siete inflitti reciprocamente delle ferite.
Lei scrive: "non abbiamo convissuto perche in attesa del permesso di soggiorno mi diceva che senza non potevamo affittare". Ma lei, italiana, non poteva prendere in affitto una casa e viverci con suo marito? E lui dove viveva?
Tra l'altro, senza permesso di soggiorno avete potuto avere i documenti per sposarvi? E perché quando suo marito è tornato in Marocco non è andata con lui, per conoscere la sua famiglia?
Parli di nuovo con l'avvocato e si accerti per prima cosa se c'è davvero un regolare matrimonio.
Mi stupisco che i suoi stessi parenti non abbiano cercato di tutelarla, signora. Non ha i genitori, fratelli e sorelle, amici?
Infine, lei ha deciso di abortire, spero con il consenso del suo partner, perché un aborto deciso unilateralmente dalla donna è per un uomo una ferita spesso imperdonabile.
Stando così le cose, un colloquio col suo avvocato è il primo passo.
Quello successivo sarà farsi supportare da uno psicologo, per affrontare la sofferenza di una separazione probabilmente indispensabile e per cercare di uscire dalla confusione in cui rischia di rimanere invischiata.
Auguri.
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Ex utente
Il matrimonio è regolare dottoressa altrimenti lo Stato non ci avrebbe fatto sposare. Il permesso di soggiorno viene consegnato dopo il matrimonio. Io ho altri amici marocchini e tutti compresi i suoi familiari sono in disaccordo con il suo comportamento. Non è un fatto culturale. Conosco le leggi del suo paese la poligamia è consentita solo in caso di ricchezza da parte dell'uomo ed è necessario il permesso della prima moglie. E comunque lui non vuole sposare un altra lui sembrerebbe vuole relazioni extraconiugali e nel suo paese è reato avere rapporti con una ragazza se non la si sposa. No dottoressa la psicologia di mio marito come le dicevo non corrisponde ne a cultura o religione. L'Islam consiglia di sposare una donna solo in casi rari sposarne altre. E il codice di famiglia marocchino non è molto differente da quello italiano dove ritroviamo la fedeltà e il rispetto verso la moglie. Io non ho affittato perché non avevo un lavoro e non avevo soldi da parte per poter far fronte in attesa di cercarne uno e lui aveva le sue spese non poteva permettersi due affitti costosissimi decidemmo di aspettare il permesso. Io conosco i suoi familiari via web non sono andata per motivi economici. Per l'aborto si fu d'accordo e spesso quando cercavo conforto per il dolore lui urlava dicendo che non voleva parlarne. Un giorno gli chiesi se lui era pentito e mi rispose di no che è stata la scelta giusta. Un giorno gli dissi ma per la tua religione come per la mia è un peccato gravissimo e lui disse vaf**** anche la mia religione e quando gli dico che i suoi comportamenti hanno un solo nome "maltrattamenti" cambia argomento e che anche per legge determinate cose sono così risponde vaf**** la legge. È come se fosse contro tutto il mondo e volesse imporre il male come un fatto normale e il bene come un fatto sbagliato. Io sono molto preoccupata
[#6]
Ex utente
In passato ha praticato autolesionismo dice per colpa dei genitori . Le sue cicatrici sono enormi per questo sono stata sempre comprensiva con lui e ho cercato di dargli amore sopportando umiliazioni e maltrattamenti (per 4 mesi li ho sopportati) e più lo amavo più lui mi maltrattava. Lui per un periodo si è pentito e mi ha trattato bene da marzo ha ricominciato incomincio ad essere ostile senza motivo fino a quando non ricomincio a ripetere errori del passato. Lui mi ha detto dei genitori i problemi ma poi ho scoperto una cattiveria gratuita e mi chiedo come è possibile? Come si puo essere quello che soffre per la cattiveria altrui da arrivare a un gesto come l'autolesionismo e poi rivelarsi lui in primis una persona cattiva irrispettosa insensibile uno che si deresponsabilizza e privo di empatia? Un suo amico marocchino anche lui cerco di tutelarmi un giorno mi sfogai con lui e questo amico lo chiamo e lo rimprovero dicendogli rispetta tua moglie. E lui che fa?Tronca il rapporto con questo amico e vieto a me di essergli amica. Mi disse che non dovevo più chiamarlo o sentirlo. Un amico d'oro dottoressa che ci aiuto tantissimo quando andai ad abortire nella citta dove vive lui, un amico che mi prese a casa quando non avevamo i soldi per pagarci un albergo e dove abitava mio marito con altri coinquilini non c'era posto. Questa fu la gratitudine che mio marito ebbe nei confronti di questo amico e il motivo per cui si allontana da un amico è perché l'amico gli dice che deve trattare bene la moglie? Ora mi dica lei se potrebbe ipotizzare un disturbo o se ho sposato un uomo aggressivo e cattivo consapevole di quello che fa io sono molto preoccupata
[#7]
Gentile utente,
le ho già risposto e mi sembra che anche altre persone le abbiano chiarito in vario modo che il suo matrimonio, per come funziona al momento, fa male a tutti e due i partner.
Lei ci chiede di fare una diagnosi su una persona che non conosciamo, e tra l'altro parte dal presupposto che "malattia" e "cattiveria" siano realtà alternative.
Per la complessa problematica che la affligge, le consiglio di nuovo di rivolgersi all'avvocato e ad uno psicologo, ma di persona, ricordandole che i colloqui sono gratuiti alle ASL e al Centro di Salute Mentale.
Di più, da una postazione online, non è possibile fare per lei.
Le auguro di trovare la forza di affrontare e risolvere ciò che la fa soffrire.
le ho già risposto e mi sembra che anche altre persone le abbiano chiarito in vario modo che il suo matrimonio, per come funziona al momento, fa male a tutti e due i partner.
Lei ci chiede di fare una diagnosi su una persona che non conosciamo, e tra l'altro parte dal presupposto che "malattia" e "cattiveria" siano realtà alternative.
Per la complessa problematica che la affligge, le consiglio di nuovo di rivolgersi all'avvocato e ad uno psicologo, ma di persona, ricordandole che i colloqui sono gratuiti alle ASL e al Centro di Salute Mentale.
Di più, da una postazione online, non è possibile fare per lei.
Le auguro di trovare la forza di affrontare e risolvere ciò che la fa soffrire.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 5.4k visite dal 01/07/2020.
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